La Rassegna della letteratura italiana | 2014 | N. 1

Vengono resi noti e pubblicati i “”””frammenti Monaldiani””””,rinvenuti nell’Archivio di Stato di Reggio Emilia, fra le carte di Prospero Viani. Si tratta di alcuni frammenti delle lettere di Monaldo Leopardi all’editore Anton Fortunato Stella, da cui Giordani e i suoi sodali potevano ricavare preziose informazioni sui primi contatti del diciottenne Giacomo con l’ambiente culturale editoriale milanese.

Si propone una lettura della Storia della colonna infame come integrazione dei Promessi Sposi secondo due precise direzioni: quella contenutistico-morale, che riguarda il tema del male e della giustizia terrena, e quello tecnico-letterario inerente al rapporto tra verità e arte, anch”esso alla base della poetica manzoniana.

Si pubblica uno scritto politico inedito di Romano Bilenchi. Si tratta di un saggio, non dato ma probabilmente scritto tra il 1937 e il 1938, sui rapporti fra fascismo e bolscevismo commissionatogli dall’Istituto di cultura fascista di Roma, poi non pubblicato perché giudicato non sufficientemente divulgativo e soprattutto non in linea con le idee del partito fascista su quella tematica.

L’autore sostiene che Giusti non fu, come per lo più si ritiene, poco interessato alle problematiche religiose: egli afferma, producendo a conforto della sua tesi numerose citazioni, che il poeta toscano fu un credente convinto e che il suo noto anticlericalismo fu espressione della sua coscienza religiosa, ferita da una Chiesa che ha tradito gli insegnamenti di Cristo. Giusti quindi, secondo S., ispirandosi molto alle dottrine del celebre vescovo riformatore Ricci, manifesta chiaramente, nelle sue opere, un desiderio di radicale rinnovamento religioso.rn

L’indagine si propone di tracciare un’evoluzione del genere idillico nelle prime decadi del XIX secolo, conrnattenzione particolare a tre indicatori:l’ambientazione, il canone di riferimento (Teocrito, Virgilio, Gessner) e le prerogativernteoriche essenziali. L’autore si sofferma particolarmente sulle posizioni esposte da Giuseppe Taverna nelle “”Osservazioni sull’idillio”” (1820) e da Antonio Rosmini “”Sull’idillio e sulla nuova letteratura italiana”” (1827).