La parola del testo | 2013 | N. 1-2

Anno 2013 – Annata: XVII – N. 1-2
A cura di Marina Dattola

Autore/i articolo: RUSSEL GOULBOURNE, CLAIRE HONESS, MATTHEW TREHERNE
Titolo articolo: Introduction

Durante un incontro di ricercatori che si è svolto presso l’Università di Leeds, il 17 settembre 2010, è nata l’idea di riunire alcuni interventi dedicati all’analisi delle influenze che la poetica dantesca ha avuto e ha tuttora in Francia, visto che il poeta italiano continua a essere, nel ventunesimo secolo, un punto di riferimento costante anche nel territorio francese. Gli interventi proposti seguono una sequenza cronologica, dagli anni immediatamente successivi alla morte del poeta fino all’età contemporanea, con uno sguardo rivolto anche alle rivisitazioni elaborate in ambito cinematografico.

Lingua: Inglese
Pag. 15-19
Etichette: Alighieri Dante, Francia, Duecento, Trecento,

Autore/i articolo: WILLIAM E. BURGWINKLE
Titolo articolo: Dante and Medieval French literature

Già a partire dagli anni della giovinezza Dante manifestò un grande interesse e una profonda ammirazione per la letteratura francese del tempo, arrivando a definire il francese come la lingua migliore per raccontare storie nella prosa volgare. L’opera più significativa fu sicuramente il “Roman de la rose”, scritto tra il 1230 e il 1270, che Dante probabilmente conobbe attraverso la mediazione di Brunetto Latini, il quale fu in Francia dal 1260 al 1266 e scrisse il suo “Tesoretto” proprio ispirandosi a questa opera. Non è dato sapere con certezza se Dante riuscì mai a visitare Parigi, ma cio che conta realmente è che grazie a Christine de Pizan, figlia di Tommaso da Pisa e autrice del “Chemin de longue estude”, la “Commedia” divenne un modello d’ispirazione e fu lei a introdurre Dante nei circoli intellettuali francesi nel corso del XV secolo.

Lingua: Inglese
Pag. 21-29
Etichette: Alighieri Dante, Christine de Pizan, Chemin de longue estude, Roman de la rose, Francia, Quattrocento,

Autore/i articolo: RUSSEL GOULBOURNE
Titolo articolo: ‘Bizarre, mais brillant de beautès naturelles’: Voltaire and Dante’s “Commedia”

Generalmente i critici tendono a considerare alquanto limitata la conoscenza delle opere di Dante Alighieri da parte di Voltaire, il quale ebbe la possibilità di avvicinarsi alla poetica dantesca attraverso la mediazione di altri autori quali Pierre Bayle, Giovanni Mario Crescimbeni o Ludovico Antonio Muratori. L’intervento intende dimostrare come, in realtà, l’interesse del filosofo francese dovette essere maggiore rispetto quanto comunemente si ritiene. Più volte Voltaire venne attaccato per non aver citato Dante all’interno del suo “Essay on epic poetry” considerando la “Commedia” un’opera bizzarra, oscura e incomprensibile, soprattutto per i lettori non italiani. Nonostante le diverse critiche, Voltaire individua nella “Commedia” anche degli aspetti positivi come l’importanza del volgare e di Dante stesso nell’evoluzione della lingua italiana, la forza dello stile che utilizzò in contrasto con i contenuti secondo lui inadeguati e la capacità di essere un modello anche per la letteratura francese dal punto di vista strettamente poetico.

Lingua: Inglese
Pag. 31-43
Etichette: Alighieri Dante, Voltaire, Divina Commedia, Duecento, Trecento, Settecento,

Autore/i articolo: LAURA BRIGNOLI
Titolo articolo: Rivarol and Dante’s “Inferno”: The challenge of translation

Antoine de Rivarol decise di tradurre l'”Inferno” (1785) di Dante Alighieri, probabilmente, per accettare una sfida lanciata da Voltaire, con l’intento di dimostrare come fosse possibile migliorare un opera così oscura rendendo il testo più comprensibile e meno ostico per il lettore. La decisione di trasformare la poesia in prosa nacque dall’idea che lo stile poetico dantesco fosse riservato a un gruppo ristretto di intellettuali e che, quindi, la prosa potesse svolgere il ruolo di commento al testo originale, inoltre Rivarol era anche convinto che la lingua italiana avesse un suono più duro quando scritta in versi a causa delle contrazioni necessarie per strutturare le rime (condizione nettamente opposta rispetto al francese più musicale e chiaro). Il traduttore fu a volte costretto a forzare la struttura del testo ponendo rimedio al problema dell”elocutio’ e della ‘dispositio’, ma producendo un’alterazione emozionale dello scritto originale. Rivarol riordinò le terzine dantesche ponendo all’inizio ciò che è collocato alla fine, perdendo in alcuni casi la struttura metrica preesistente, ma riuscendo in altri a mantenere inalterata la forza verbale e l’ambiguità voluta da Dante.

Lingua: Inglese
Pag. 45-57
Etichette: De Rivarol Antoine, Alighieri Dante, L’Enfer, Inferno, Divina Commedia, Duecento, Trecento, Settecento,

Autore/i articolo: ALEX MACMILLAN
Titolo articolo: De Staël, Chateaubriand and Dante

François-René de Chateaubriand prese spunto dalla traduzione di Antoine Rivarol de “L’Enfer” di Dante Alighieri per il suo studio sugli effetti che la cristianità ebbe sulla letteratura, intitolato “Le Génie du christianisme”, apprezzando particolarmente il racconto della storia di Paolo e Francesca e come la versione francese riesca a rendere la delicatezza e la sintesi create dall’autore italiano. Anche Madame De Staël, allo stesso modo, prendendo spunto dalle teorie di Rivarol e grazie anche al suo soggiorno italiano, riuscì a capire come vi fosse un merito intellettuale nel non imporre una schematica interpretazione delle nuove argomentazioni che la mente è capace di individuare. Da sottolineare è la presenza di notevoli similitudini tra la vita di Dante e quella di Chateaubriand stesso, potendo quasi considerare la “Commedia” come una sorta di glossa della sua biografia. Il Dantismo poetico può essere considerato come una forma di ribellione al neoclassicismo francese e De Staël e Chateaubriand possono essere apprezzati in quanto pionieri della teoria secondo la quale la poetica dantesca, in quanto fonte di ispirazione, poteva essere stilisticamente riproposta.

Lingua: Inglese
Pag. 59-69
Etichette: Alighieri Dante, De Chateaubriand François-René, Madame De Staël, Divina Commedia, Settecento, Trecento,

Autore/i articolo: JAMES W. THOMAS
Titolo articolo: Dante and the Provençal Renaissance, 1800-60

In Francia le prime notizie sulle opere scritte da Dante Alighieri giunsero grazie ai mercanti italiani che citarono tali scritti all’interno di lettere, risalenti al XIV secolo, e nei secoli successivi molti furono i riferimenti a questo autore nei testi di letteratura occitana e nelle storie scritte in Provenza. In particolare, due filoni di riferimento riuscirono ad emergere: da una parte l’apprezzamento per il riconoscimento e l’inserimento di vari trovatori nelle sue opere, come approvazione della dignità storica e linguistica della ‘langue d’oc’, e dall’altra il riferimento a lettori degli episodi della “Commedia”, dove è possibile trovare dei riferimenti alla Provenza e alla Francia dei Capetingi. Tali principi furono i pilastri portanti della confraternita di poeti provenziali Félibrige, fondata nel 1854, e dell’opera scritta da uno dei suoi più importanti rappresentanti, Frédéric Mistral, intitolata “Mirèio”. L’opera si ispira soprattutto al “Purgatorio” dimostrando come vi fosse una corrispondenza reciproca che portò Dante ad apprezzare la poetica dei trovatori e i trovatori a considerare Dante come un punto di riferimento per la loro poetica.

Lingua: Inglese
Pag. 71-83
Etichette: Alighieri Dante, Divina Commedia, Letteratura provenzale, Duecento, Trecento, Ottocento,

Autore/i articolo: AIDA AUDEH
Titolo articolo: Dante in the nineteenth century: visual arts and national identity

L’influenza che la poetica dantesca ebbe sulle arti visive in Francia nel corso del XIX secolo fu notevole, contribuendo alla costruzione di un’identità nazionale, legata non solo all'”Inferno”. L’intervento intende mettere in evidenza l’esistenza di diversi artisti che per i loro lavori si ispirarono al poeta italiano e che, tra il 1800 e il 1930, presentarono i loro dipinti al Salone di Parigi, con più di 300 opere che guardano agli scritti e alla biografia di Dante, dalle tre cantiche della “Commedia”, alla “Vita Nova”, dalla figura di Beatrice a quella di Dante stesso. Il primo lavoro fu il dipinto di Fortuné Dufau “La mort d’Ugolin”, opera neoclassica influenzata dallo stile del David, con un soggetto più volte riproposto nel corso del secolo. Il secondo episodio presentato al Salon fu quello di Paolo e Francesca, con la prima apparizione nel 1812 dell'”Amours funestes de Françoise de Rimini” di Marie-Philippe Coupin de la Couperie. Riferimenti diretti alla vita del poeta emergono, invece, ne “La Lecture du Dante” di Pierre Lecomte o nella scultura di Paul de Saint-Marceaux, dove il poeta viene raffigurato come un bambino. L’intervento è corredato da un’appendice fotografica.

Lingua: Inglese
Pag. 85-99
Etichette: Alighieri Dante, Divina Commedia, Arte, Francia, Ottocento,

Autore/i articolo: ADAM WATT
Titolo articolo: ‘L’air de la chanson’: Dante and Proust

Esistono notevoli similitudini tra Dante e Marcel Proust che emergono in particolare nella novella “À la recherche du temps perdu” dove è possibile individuare sei espliciti riferimenti: il movimento della ninfea sulla riva del fiume Vivonne, la scoperta degli orrori compiuti dal clan Verdurin, la descrizione della stanza per la lettura dell’Hotel Balbec. In un passaggio della discussione sull’omosessualità e sul carattere di Charlus il narratore dice che ogni uomo ha bisogno di una guida come Virgilio fu per Dante, un’attrice recita un canto dell'”Inferno” in “Le Coté de Guermantes” e Beatrice viene indicata come un modello per l’eroina letteraria di M. de Charlus in “Le Temps retrouvé”. Molti critici hanno effettuato degli studi per individuare similitudini tra i due autori, ma ciò che appare chiaro è che non esiste solo una pratica narrativa similare e analoghe relazioni tra i personaggi poiché per Proust, come per Dante, la letteratura non serve solo a mostrare le sofferenze della vita, ma anche a sollevare l’animo umano verso livelli superiori del piacere.

Lingua: Inglese
Pag. 101-110
Etichette: Alighieri Dante, Proust Marcel, À la recherche du temps perdu, Duecento, Trecento, Ottocento, Novecento, Francia,

Autore/i articolo: DANIELA CASELLI
Titolo articolo: ‘Souvenir du purgatoire effacé’: Dante in Samuel Beckett’s bilingual prose

Nelle opere di Samuel Beckett sono presenti alcuni riferimenti precisi a Dante Alighieri, ma è necessario sottolineare come ciò accada prevalentemente nella versione francese dei suoi scritti e meno in quella inglese. In particolare, in “Whoroscope notebook” e “Mercier et/and Cammier” i riferimenti sono abbastanza espliciti e nel secondo caso, oltre ad un evidente richiamo a Dante, vi è anche un parallelismo con la figura di Virgilio. Le differenze prevedono aggiunte e omissioni, ma in ogni caso Dante appare come una figura centrale in struttura architettonica che vede al centro un autore che è consapevole della propria coerenza e interconnessione pur essendo sempre capace di mettere in discussione la teleologia e l’autorità che una tale consapevolezza implica. Ciò che secondo Beckett conta non è quanto Dante venga citato nella sue opere perché in esse è possibile individuare tante piccole, diverse reinterpretazioni del poeta italiano, marginali, nascoste, ma che assumono un ruolo centrale nella sua poetica.

Lingua: Inglese
Pag. 111-120
Etichette: Alighieri Dante, Beckett Samuel, Intertestualità, Duecento, Trecento, Novecento, Francia,

Autore/i articolo: RAMONA FOTIADE
Titolo articolo: Filming grace: Kieslowski, Dante and the confines of cinematic representation

Krzysztof Kieslowski, regista polacco, decise di abbandonare l’idea di realizzare prevalentemente documentari che descrivessero oggettivamente la realtà, a partire dal 1980, a causa delle pressioni subite da parte del regime comunista, per dedicarsi alla realizzazione di film, trovando nella “Commedia” di Dante Alighieri una fonte di ispirazione per descrivere la realtà contemporanea attraverso l’utilizzo di metafore. In particolare, appare ispirata al secondo canto del “Paradiso” la figura di Alexander in “La double vie de Véronique” e quella di Weronika che ricorda Beatrice nella sua funzione di guida spirituale del pellegrino. La sfida intrapresa dal regista consiste nel riuscire a rendere l’abilità della letteratura nel superare il senso delle stesse parole, per mezzo delle allegorie, attraverso un film poiché le parole possono nascondere diversi contenuti al loro interno, mentre le immagini difficilmente riescono a mostrare diverse sfumature e significati.

Lingua: Inglese
Pag. 121-131
Etichette: Alighieri Dante, Kieslowski Krzysztof, Divina Commedia, Cinema, Duecento, Trecento, Novecento,

Autore/i articolo: JEAN-CHARLES VEGLIANTE
Titolo articolo: Afterword: rereading Dante’s “Commedia” in French today

Un modo semplice, ma non ingannevole, per capire come Dante sia stato recepito in Francia, nel XIX secolo, consiste nell’analizzare una delle illustrazioni di Antoine Étex che completano la traduzione della “Commedia” di Sébastian Rhéal, stampata a Parigi nel 1854. Dante e Virgilio vengono raffigurati mentre attraversano l’Inferno inseguiti, però, da un bizzarro e alato mostro, simile a Geryon. L’artista preferì utilizzare un’immagine familiare al lettore per favorire l’interpretazione religiosa, ma scegliendo comunque di inserire un elemento futurista. Un’altra traduzione particolarmente apprezzata fu quella di Amédée de Margerie nel 1900, con altre 10 versioni che vennero proposte nel corso del secolo sottoscritta da vari autori. L’intervento offre il confronto tra alcune scelte testuali delle varie versioni, evidenziando analogie e differenze tra le diverse traduzioni.

Lingua: Inglese
Pag. 133-138
Etichette: Alighieri Dante, Divina Commedia, Ottocento, Novecento, Francia,