La parola del testo | 2012 | N. 1-2

Anno 2012 – Annata: XVI – N. 1-2
A cura di Marina Dattola

Autore/i articolo: IMAN MANSUB BASIRI
Titolo articolo: Gli spiriti e le anime nel Dolce stil novo e nella lirica classica neopersiana

Il motivo degli spiriti e delle anime deriva dalla pneumatologia antica e il testo di riferimento che ha rivestito un ruolo fondamentale per la nascita di queste idee è stato il “De anima” di Avicenna. Tali temi hanno poi trovato spazio nella poetica stilnovista, soprattutto se si prendono in considerazione le opere di Cavalcanti e la “Vita nova”, diffondendo la concezione che il corpo umano è attraversato da invisibili ‘spiriti vitali’ che provvedono al funzionamento degli organi e svolgono la funzione di intermediari tra il corpo e le forze. Furono proprio le teorie di Avicenna e Averroè a spingere i poeti neopersiani a utilizzare la teoria degli spiriti come motivo poetico e a coinvolgere successivamente anche quelli stilnovisti.

Lingua: Italiano
Pag. 13-17
Etichette: Avicenna, Averroe, Alighieri Dante, Cavalcanti Guido, Stilnovo,

Autore/i articolo: GIUSEPPE CIAVORELLA
Titolo articolo: Sulla composizione della ‘Vita nova’

La “Vita nova” può essere considerata come una sorta di autoritratto poiché Dante, poeta ormai affermato, si sofferma per riflettere sul suo passato prima di intraprende una nuova stagione poetica. La prosa e la poesia hanno una genesi totalmente diversa perché sonetti, canzoni e ballate vennero scritte nell’arco di undici anni mentre la prosa, che serve da commento e a collegare tutte le liriche tra loro dando delle spiegazioni, venne composta in un unico breve arco temporale. L’autore è ormai un uomo diverso, ma continua a vedere in Beatrice la sua ispiratrice, la protagonista viva e morta della sua poetica. Dante capisce che il suo successo è strettamente legato alla figura di Beatrice e che avendola momentaneamente dimenticata aveva commesso un grave errore che doveva essere cancellato celebrando la sua superiore su ogni donna. La nuova stagione poetica non rappresentava una chiusura netta con quella precedente, al contrario voleva esserne un’evoluzione naturale: la “Vita nova” segna così il passaggio dalla poesia guittoniana a quella stilnovista e l’avvento di una poetica che racconta le esperienze reali di un uomo in ambito civile, politico, economico, religioso e filosofico.

Lingua: Italiano
Pag. 19-65 p.
Etichette: Alighieri Dante, Vita nova, Stilnovo, Duecento, Trecento,

Autore/i articolo: WILHELM PÖTTERS
Titolo articolo: Il numero dei versi dedicati a Beatrice. Rapporti matematici fra la ‘Vita nova’ e la ‘Comedìa’

Secondo Wilhelm Pötters vi è un significato nascosto nel numero dei versi della “Vita nova” che fa riferimento al senso poetico della “Comedìa”. L’opera è composta da 25 sonetti e 6 componimenti di metro diverso, cioè 5 canzoni e una ballata, e da un computo ben precisa risulta che complessivamente è costituita da 366 versi per i sonetti e 314 per i non-sonetti, per un totale di 679. La prima cifra indica il numero dei giorni di un anno, ovvero un verso per ogni giorno, mentre il secondo fa riferimento al modello geometrico del cosiddetto ‘cerchio unitario’, pari al prodotto della cosante π (3,14) per 100. Le idee dell’unità, circolarità e irrazionalità insite nel cerchio ispirarono Dante perché gli consentirono di rappresentare allegoricamente l’idea della donna irraggiungibile incarnazione della ‘Veritas’, il processo di creazione concepito come un sistema di sfere e la struttura stessa che l’autore aveva dato alla “Comedìa”. Infine, il numero totale dei versi dell’opera venne utilizzato per trasformare, attraverso la tecnica crittografica (‘gematria’), i nomi dei personaggi in fattori numerici.

Lingua: Italiano
Pag. 67-101
Etichette: Alighieri Dante, Vita nova, Divina Commedia, Duecento, Trecento,

Autore/i articolo: ROMANO MANESCALCHI
Titolo articolo: “”Sic notus Ulixes?””(‘Aen’. II 44)

Il contributo proposto intende trovare conferme alla teoria ormai consolidata secondo la quale Dante abbia voluto offrire nella “Divina Commedia”, attraverso la figura di Ulisse, un esempio di eroe negativo, capace di sacrificare tutto per la sua sete di conoscenza. In particolare, l’immagine della nave che mostra la ‘poppa al mattino’ rappresenterebbe l’uomo che volge le spalle a Dio e come Lucifero precipita a testa in giù verso il centro della terra. Secondo elemento fondamentale è il saluto in dialetto che Virgilio indirizza a Ulisse e per la prima volta il poeta, di solito simbolo di temperanza e compostezza, appare adirato perché ha di fronte a sé un uomo che ha dedicato la sua vita al raggiungimento di obiettivi vani ed è per questo in netta antitesi con la figura dell’eroe Enea. Il suo pentimento ‘in extremis’ non gli consentì di ottenere il perdono anche perché, evidentemente, si tratta di un pentimento non sentito; Ulisse, infatti, continua ad ingannare provando a convincere Dante e Virgilio del valore della sua impresa.

Lingua: Italiano
Pag. 103-107
Etichette: Alighieri Dante, Divina Commedia, Ulisse, Duecento, Trecento,

Autore/i articolo: LUIGI PEIRONE – ELISA RIZZA
Titolo articolo: La morte del Machiavelli nella sua realtà storica

Il 22 giugno 1527 il figlio di Niccolò Machiavelli, Piero, scrisse una lettera alla zio Francesco Nelli per comunicare la morte del padre a causa di alcuni forti dolori al ventre provocati da un medicamento preso alcuni giorni prima. Con molta probabilità doveva trattarsi di un lassativo che andò ad agire su una persona che aveva l’appendice infiammata provocando una peritonite o, comunque, una patologia enterinale. Attraverso lo studio di una lettera inviata al Guicciardini sappiamo che il Machiavelli era solito ingerire un farmaco, forse la ‘brettonica’, per trovare sollievo ai suoi problemi di salute e questo fa pensare che la lettera di Piero debba essere considerata autentica e non apocrifa.

Lingua: Italiano
Pag. 109-111
Etichette: Machiavelli Niccolò, Medicina, Quattrocento, Cinquecento,

Autore/i articolo: ANTONIO ILLIANO
Titolo articolo: Forme e percorsi dell’idealizzazione letteraria della figura di Giordano Bruno: invito a una sistemazione storico-critica

L’importanza incontrastata delle opere e la tragica morte sul rogo hanno stimolato nella società moderna la creazione del mito della figura di Giordano Bruno, celebrato tra l’altro da Leopold Schefer, David Levi o Rudolf Landseck. Tra Ottocento e Novecento, poi, si è cercato di sottolineare la straordinaria importanza del filosofo attraverso molteplici drammatizzazioni che puntavano alla rappresentazione scenica in diverse lingue e che si prestavano bene anche alla lettura. Fu poi Berltolt Brecht, con la sua novella-favola “Der Mantel des Ketzers”, ad esaltare nella figura di Bruno i valori più alti dell’umanità mettendo in evidenza, nella vicenda storica, l’esistenza di perversioni endemiche nella Venezia del tempo che spingono ad un continuo approfondimento e all’esaltazione dei principi di giustizia e libertà.

Lingua: Italiano
Pag. 113-123
Etichette: Bruno Giordano, Brecht Bertolt, Intertestualità, Cinquecento, Seicento, Novecento,

Autore/i articolo: MARINA MARIETTI
Titolo articolo: L’italien, langue de l’amour

Nel XVII secolo, dopo la morte di Mazarino, l’utilizzo della lingua italiana era ormai limitato a pochi ambiti, in particolare quello artistico e letterario. Successivamente a causa della polemica ugonotta e con l’affermarsi del nazionalismo francese, l’italiano iniziò ad acquisire una sempre maggiore valenza negativa e ad essere considerato nettamente inferiore al francese, come è possibile leggere nell’opera “Précellence du langage françois” di Henri Estienne. Lo stesso Voltaire in “Candide” analizzò le differenti caratteristiche di queste due lingue e contribuì alla diffusione del principio di superiorità dell’italiano come lingua dell’amore, delle opere letterarie che hanno come tema principale la descrizione delle caratteristiche profonde dei sentimenti umani.

Lingua: Francese
Pag. 125-138
Etichette: Lingua italiana, Lingua francese, Voltaire,

Autore/i articolo: DAMIANO D’ASCENZI
Titolo articolo: Il modello lirico petrarchesco nelle ‘Rime’ alfieriane: persistenze e innovazioni

Il saggio, dopo aver esaminato i principali retaggi formali dei Rerum vulgarium fragmenta attivi nelle Rime di Vittorio Alfieri (l’uso delle “connessioni” tra i sonetti, la narratività, una dispositio dei microtesti lirici obbediente non solo alla reale successione cronologica, ma anche a criteri di affinità tematica), mira a evidenziare i fattori di discontinuità tra le due raccolte, che fanno di quello alfieriano un canzoniere tanto atipico rispetto alla tradizione del genere, quanto consonante alle tendenze letterarie della seconda metà del Settecento.

Lingua: Italiano
Pag. 139-149
Etichette: Alfieri Vittorio, Petrarca Francesco, Rime, Fragmenta, Trecento, Settecento, Ottocento,

Autore/i articolo: DAVIDE PUCCINI
Titolo articolo: Due nuove note su Renato Fucini

Renato Fucini fu un autore molto prolifico e iniziò la sua attività poetica a Firenze, recitando dei sonetti all’interno di un bar e ottenendo così un immediato e ampio successo. Nell’arco di poco tempo fu sollecitato a pubblicare i “Cento sonetti” e in diverse circostante venne contattato, data la grande velocità di composizione, con la richiesta di versi per ogni occasione. Degni di nota sono due componimenti per nozze, qui proposti, scritti in occasione del matrimonio di Augusta Castellani e Carlo Alberto Del Vivo e di Giorgio Roster con Emma Pellizzari. Inedite nella loro integrità sono anche le sei lettere indirizzate al caro amico Giovanni Procacci il quale, viste le difficoltà economiche che il Fucini stava attraversando per aver perso il suo posto di ingegnere presso l’Ufficio tecnico del comune di Firenze, gli offrì un incarico come insegnante di lettere e a cui il Fucini dedica in una di queste anche un componimento poetico in sestine ricco di giochi verbali.

Lingua: Italiano
Pag. 151-175
Etichette: Puccini Davide, Cento sonetti, Ottocento,

Autore/i articolo: ALBERTO BRAMBILLA
Titolo articolo: Le poète et le soldat: Paul Déroulède vu par Edmondo De Amicis

Tra le varie voci presenti nei “Ritratti letterari” di Edmondo De Amicis spicca quella relativa all’attività letteraria di Paul Déroulède. L’autore italiano aveva già scritto un articolo sulla rivista torinese “Gazzetta letteraria” nel 1880 che aveva come protagonista lo scrittore francese, ma l’anno successivo decise nella raccolta di approfondire lo studio su questo importante autore arrivando a compilare la voce più lunga tra quelle proposte. Com’è facile capire tra i due esisteva una sentita vicinanza che li portò a stringere una profonda amicizia basata sul rispetto reciproco. Grazie proprio alla testimonianza diretta del De Amicis è stato possibile, quindi, ricostruire non solo la figura dell’intellettuale Déroulède, ma offrire al lettore anche una visione più completa della sua vita creando una ritratto sincero ed esaustivo.

Lingua: Francese
Pag. 178-195
Etichette: De Amicis Edmondo, Déroulède Paul, Ritratti letterari, Ottocento, Novecento,

Autore/i articolo: ASTERIA CASADIO
Titolo articolo: Una poesia dimenticata di Roberto Bracco

Quando il poeta Roberto Bracco riesaminò la sua intera produzione, dopo aver deciso di cambiare editore passando da Sandron a Carabba, apportò delle modifiche ad alcune liriche, in particolare, alla breve poesia in vernacolo “Nce steva ‘a luna”. Si tratta di una componimento che riproduce sostanzialmente lo schema della tenzone fittizia trattandosi di un dialogo tra due innamorati che discutono in maniera ironica. A vincere è la donna che riprende frasi e parole dell’amante, quasi per deriderlo, con l’intento di smentire la sua tesi, che cioè non l’ha mai baciata, mentre l’ambientazione è quella tipica dei componimenti amorosi, ossia la primavera. L’opera venne pubblicata nel 1907 in italiano sul “Corriere abbruzzese” e se si prende in considerazione la data della sottoscrizione, il 1906, si può dedurre che questa fu la versione utilizzata dall’autore come matrice sia per l’edizione Carabba del 1939 che quella Sandron del 1908.

Lingua: Italiano
Pag. 197-200
Etichette: Bracco Roberto, Nce steva ‘a luna, Ottocento, Novecento,

Autore/i articolo: ERIKA ALTINI
Titolo articolo: Tra la “”Ronda””, “”Il Selvaggio”” e “”L’Italiano””. Note al carteggio Longanesi-Raimondi

Il rapporto tra Leo Longanesi e Giuseppe Raimondi nacque e si sviluppò durante il periodo del comune impegno presso la rivista “”L’Italiano””, fondata dallo stesso Longanesi che riuscì ad affrancarsi dallo Stapaesanismo proprio grazie al contributo del Raimondi, il quale venne personalmente scelto dal fondatore date le numerose esperienze fatte presso altri periodici. Attraverso il prezioso carteggio tra i due, composto da 22 lettere scritte tra il 1926 e il 1946, è emerso un rapporto conflittuale accentuato dalla dichiarata adesione del Longanesi al movimento fascista e dall’avversione iniziale del Raimondi a schierarsi a fianco dell’una o dell’altra fazione e, nella fase finale, dall’attacco diretto al regime mussoliniano.

Lingua: Italiano
Pag. 201-212
Etichette: Longanesi Leo, Raimondi Giuseppe, Rivista, Novecento,

Autore/i articolo: ANGELO FABRIZI
Titolo articolo: Rassegna critica su Oriana Fallaci

L’intervento ricostruisce la bibliografia delle opere finora prodotte relativa all’attività di Oriana Fallaci scrittrice partendo, ovviamente, dalla prima monografia di John Gatt-Rutter intitolata “Oriana Fallaci. The Rhetoric of Freedom”, del 1996, che aveva l’obiettivo anche di individuare quelle che erano le principali strutture retoriche utilizzate dall’autrice. Altro esempio di monografia impegnativa è quella di Santo L. Aricò “Oriana Fallaci. The Woman and the Myth” del 1998, il quale era stato in un primo momento incaricato dalla stessa Fallaci di scrivere una sua biografia. Diversi furono i sociologi che si interessarono, soprattutto, agli scritti antislamici della scrittrice e che cercarono di studiarne le opere per capire il motino del successo mondiale ottenuto. Dopo una lunga e completa analisi della opere prodotte, l’intervento si conclude con l’ultima edizione del 2011, “Intervista con Oriana”, corredata da un CD, che consente di ricostruire la figura della scrittrice attraverso le interviste a coloro che ebbero la possibilità di conoscerla.

Lingua: Italiano
Pag. 213-220
Etichette: Fallaci Oriana, Bibliografia, Novecento,

Autore/i articolo: MAURIZIO STORNELLI
Titolo articolo: Fronte del porto

Vengono qui proposte quarantatre poesie di Maurizio Stornelli, tre delle quali ripubblicate dopo aver apportato delle correzioni ai refusi o migliorie, e già inserite nel volume “In balia del meltemi” del 2009.

Lingua: Italiano
Pag. 221-229
Etichette: Stornelli Maurizio, Poesia, Novecento,