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La parola del testo | 2008 | N. 2
Anno 2008 – Annata: XII – N. 2
A cura di Marina Dattola
Titolo articolo: Amore, ragione e nobiltà: il trittico di Ademar de Rocaficha
Ademar de Rocaficha è un trovatore che visse nel XIII secolo, autore di un trittico composto da opere prive di riferimenti cronologici, ma ricche di tipici spunti della letteratura cortese. La prima è “Ges per freg ni per calor” dove il tema principale è quello dell’amore, dell’amante che si pone davanti alla donna amata a mani giunte sperando nella sua pietà e disposto a sopportare ogni sofferenza. Il secondo componimento è “Si Amors fos conoyssens” dove emerge il contrasto tra ragione e amore, poiché questo sentimento controlla gli uomini lasciando loro solo la speranza di poter ottenere qualcosa. Infine, la terza opera è un serventese dal titolo “No m lau de midons ni d’Amor”. In questo caso il tema centrale è quello della nobiltà d’animo che non dipende dalle ricchezze che si posseggono, ma dal ‘valor’. Tutte le opere sono riportate e corredate di apparato, traduzione e commento.
Lingua: Olandese/ItalianoPag. 205-244
Etichette: Ademar de Rocaficha, Ges per freg ni per calor, Si Amors fos conoyssens, No m lau de midons ni d’Amor, Trovatore, Letteratura cavalleresca, Duecento,
Titolo articolo: Le rime equivoche nella lirica profana galego-portoghese
Attraverso il “Repertorio metrico della lirica galego-portoghese” di Giuseppe Tavani e “Lirica profana galego-portuguesa” di Mercedes Brea è possibile analizzare l’utilizzo nelle ‘cantigas’ delle rime equivoche, creando così una distinzione in tipologie metriche. Questo arteficio è presente in 46 testi e quelli prevalenti sono del genere ‘d’amor, anche se poi i casi più interessanti sono presenti nel genere satirico. Alcuni esempi riportati aiutano a capire anche quando è facile cadere nell’equivoco e come il testo veniva impostato per rispettare uno schema logico.
Lingua: ItalianoPag. 245-266
Etichette: Rima, Trovatore, Portogallo, Letteratura cavalleresca,
Titolo articolo: ‘Performance’ lirica nel Canzoniere di Petrarca
Il volume “Il Canzoniere. Lettura micro e macrotestuale” a cura di Michelangelo Picone offre una nuova lettura del “Canzoniere” di Petrarca concepito come una storia non finita e che non avrebbe mai avuto una fine per scelta dell’autore stesso. Alcune opere possono essere reinterpretate e analizzate sotto una chiave differente, come nel caso della canzone 119. Qui Picone intravede un legame con le idee espresse da Dante in “Tre donne intorno al cuor mi son venute”. In alcuni casi volutamente il Petrarca resta ambiguo su alcuni temi perché le contraddizioni sono accettate e aiutano il poeta a non prendere posizione.
Lingua: ItalianoPag. 267-284
Etichette: Petrarca Francesco, Canzoniere, Trecento,
Titolo articolo: “Che cosa mostra Griselda” (“Dec.” X 10)
Esiste un legame profondo tra il “Decameron” e il “De Amore” di Andrea Cappellano dimostrato dall’uso dei termini ‘pungere’, ‘punture’ o ‘costanzia’. In entrambi i testi ritorna il tema del mettere alla prova la costanza della donna amata, soprattutto quando si tratta di amanti appartenenti a classi sociali differenti. Tutte le prove servono per dimostrare che la vera nobiltà è quella dell’animo e non deriva dai natali. Anche Dio mette alla prova l’uomo e come Griselda ha sopportato tante prove per il suo amato, così l’uomo deve essere paziente e costante.
Lingua: ItalianoPag. 285-289
Etichette: Boccaccio Giovanni, Cappellano Andrea, Decameron, De Amore, Duecento, Trecento,
Titolo articolo: Lettori ‘napoletani’ del Boccaccio (“Decameron” II, 5)
Durante una conferenza, nel 1911, Benedetto Croce, analizzando la novella di Andreuccio da Perugia del Boccaccio, notò come molti sono i riferimenti presenti sulla Napoli angioina, descritti con una precisione straordinaria. Questa premessa aiuta in maniera sostanziale a capire come mai, nel Quattrocento, Paolo Marchesi tradusse in latino questa novella del “Decameron” per il catalano Gaspar Talamanca. Lo scopo era quello di descrivere luoghi e personaggi realmente esistiti nel periodo utilizzando quella che è considerata la più napoletana delle ‘fabulae’.
Lingua: ItalianoPag. 291-307
Etichette: Boccaccio Giovanni, Croce Benedetto, Andreuccio da Perugia, Decameron, Napoli, Traduzione, Trecento, Quattrocento,
Titolo articolo: “Viatge al Purgatori de sant Patrici” di Ramon de Perelhos: dalla visione al viaggio
Il “Viatge al Purgatori de sant Patrici” è un’opera che deriva dal testo latino intitolato “Tractatus de purgatorio sancti Patricii” e segue il filone del racconto della visita al Purgatorio da parte di un uomo ancora in vita, in questo caso il cavaliere Owein. La rivisitazione del visconte di Perelhos ha, però, una valenza ironica essendo egli stesso protagonista della storia narrata. L’intervento comprende un confronto tra le varie versioni note, ma ancora inedite.
Lingua: ItalianoPag. 309-330
Etichette: Viatge al Purgatori de sant Patrici, Tractatus de purgatorio sancti Patricii, Perelhos Ramon,
Titolo articolo: Per l’edizione de “La Belle Hélène de Constantinople” anonima in prosa
“La Belle Hélène de Constantinople” è un poema di un autore anonimo, scritto intorno alla metà del XIV secolo, che narra le vicende della figlia dell’imperatore di Costantinopoli e di una serie di personaggi che ruotano intorno a lei. Fino ad oggi sono noti tre manoscritti del XV secolo con due adattamenti in prosa del Quattrocento e l’intervento propone un confronto proprio tra le tre versioni del Quattrocento. Ne emergono analogie e differenze che permettono l’individuazione di un manoscritto base e la derivazione degli altri due da un esemplare non conosciuto.
Lingua: ItalianoPag. 331-351
Etichette: La Belle Hélène de Constantinople, Intertestualità, Quattrocento,
Titolo articolo: L”extrait’ dell'”Histoire d’Aurélio et Isabelle” di Barthélemy Imbert (“Bibliothèque Universelle des Romans”, aprile 1779)
Nel secondo volume della “Bibliothèque Universelle des Romans”, datato aprile 1779, è presente un ‘extrait’ del romanzo “Histoire d’Aurélio et Isabelle” firmato da Barthélemy Imbert. Il testo originale è l’opera spagnola “Grisel y Mirabella” di Juan de Flores, tradotto nel Cinquecento in cinque lingue. Imbert, come redattore, non solo riassume l’opera, ma introduce delle variazioni sostanziali, oltre che un commento sul contenuto del romanzo. Lo studio offre un confronto tra due testi, la versione francese dell’edizione bilingue lionese e quella di Imbert. Le soppressione effettuate dal redattore sono notevoli, il cotenuto varia in base ai capitoli e alcuni personaggi secondari vengono cancellati e in alcuni casi sono presenti anche delle considerazioni personali di tipo morale. Alla fine dell’intervento il testo della “Bibliothèque Universelle des Romans” viene interamente riprodotto.
Lingua: ItalianoPag. 353-377
Etichette: Imbert Barthélemy, Histoire d’Aurélio et Isabelle, Quattrocento, Settecento,