La parola del testo | 2006 | N. 2

Anno 2006 – Annata: X – N. 2
A cura di Marina Dattola

Autore/i articolo: CORRADO BOLOGNA
Titolo articolo: Compassio Virginis

L’immagine della Vergine immobile sotto la croce e straziata dal dolore per la morte del figlio ha ormai raggiunto una schematicità, sia dal punto di vista artistico che da quello letterario. I protagonisti della scena sono sempre gli stessi: la Croce, il Figlio, la Morte, la Madre e il Dolore. Nel “Laudario urbinate” di Jacopone da Todi un “planctus Virginis” rende perfettamente la dimensione del dolore della madre che diventa cosmico, cioè arriva a coinvolgere l’intero universo, anche se poi la lauda si trasforma in lode. Il contrasto tra l’amore e la morte torna anche in “Amor de caritate, perché m’ài ssì feruto?”, ma in questo caso l’umanità si immedesima con la Madre e attraverso il pianto è possibile superare la morte perché pianto di liberazione e speranza. Giunge poi il momento dello svenimento che rappresenta un altro episodio essenziale della scena perché il cedere da parte della Vergine all’immensità del dolore permette poi di riuscire a recuperare il controllo sempre attraverso il pianto. L’attimo preciso viene rappresentato anche in alcuni splendidi dipendi come quelli del Rosso Fiorentino datati 1521 e 1528, così come torna in varie laudi dello stesso Jacopone. Sempre il legame con l’arte permette di dimostrare come esista un legame tra il dolore per il parto e quello per la crocifissione, un vincolo inscindibile che unisce Madre e Figlio, ancora una volta. Esistono poi anche delle variazioni sul tema quando Cristo viene rappresentato con una piccola Maria nelle mani mentre la vera Madre giace in un letto o quando Maria appare, in diverse rappresentazioni, sulla Scala crucis da interpretare probabilmente come ascesa spirituale o come allegoria della funzione di mediatrice che la Vergine svolge tra l’uomo e Dio. Si tratta ovviamente di interpretazioni che trovano riscontro nei testi letterari come nel “Laudario” di Santa Maria della Scala. Alla fine dell’intervento è presente una ricca appendice fotografica con 20 immagini.

Lingua: Italiano
Pag. 219-289
Etichette: Jacopone da Todi, Maria Vergine, Crocifissione, Pittura, Duecento, Trecento,

Autore/i articolo: MATTEO MILANI
Titolo articolo: Un nuovo tassello per l’edizione del “Segreto dei segreti”

All’interno del “Libro d’Aristotille”, conservato presso la Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II di Roma, tra i vari trattatelli presenti, spicca una versione del “Secretum secretorum”, un’opera per molto tempo erroneamente attribuita ad Aristotele. Si tratta di un trattato di origine islamica noto attraverso due versioni latine, una di Johannes Hispalensis e l’altra di Filippo di Tripoli. Nell’intervento vengono analizzati i diversi capitoli che costituiscono l’opera, cioè: innanzitutto l’invettiva contro l’Italia, incapace di capire l’importanza dell’istruzione; il paragone tra lo stomaco e la pentola; l’avvertimento di guardarsi dell’uomo, l’essere più pericoloso perché capace di nascondere la malvagità sotto un’apparente bontà; una descrizione delle sette età dell’uomo; il consiglio di non disprezzare gli uomini giovani; un monito che Aristole rivolge ad Alessandro e, ultimo, una serie di regole di comportamento che il maestro offre al suo discepolo.

Lingua: Italiano
Pag. 291-318
Etichette: Secretum secretorum, Trattato, Filosofia,

Autore/i articolo: MARIA CARLA MARINONI
Titolo articolo: La sorte dell’usuraio. Osservazioni su un ‘débat’ trecentesco tra l’Anima e il Corpo

Durante il Medioevo notevole fu la produzione di ‘contrasti’ o ‘débats’, cioè componimenti in cui venivano messi a confronto due concetti diametralmente opposti come Satana e Cristo, il peccatore e la Vergine, il Carnevale e la Quaserima, l’acqua e il vino. L’opera analizzata, conservata presso la Biblioteca Nazionale di Parigi, appartiene al gruppo che contrappone corpo e anima e quindi offre una versione del conflitto esistente tra carne e spirito. Il corpo diviene carcere dello spirito e l’uomo può solo lottare contro le tentazioni per raggiungere la redenzione. Alla fine del ‘débat’ è presente uno scontro tra un angelo e un demone che intendono conquistare l’anima del peccatore. La decisione finale spetta a Cristo; Anima, Corpo e Membra confessano le proprie azioni e attendono la sentenza. L’anima viene destinata al Purgatorio, solo successivamente, dopo essersi purificata con il fuoco e l’acqua, potrà raggiungere la vita immortale. Tra i peccati confessati spicca l’usura e Cristo, prima della sentenza, mostra quale sarà il futuro dell’uomo sulla terra e cosa accadrà dopo la sua morte.

Lingua: Italiano
Pag. 319-340
Etichette: Débat, Contrasto, Trecento,

Autore/i articolo: BEATRICE BARBIELLINI AMIDEI
Titolo articolo: Ancora per il titolo del “Corbaccio”

L’intervento si prefigge di individuare la radice del termine ‘Corbaccio’, rintracciabile nell’opera di Richard de Fournival intitolata “Bestiaire d’amour”. Evidente è il legame con l’immagine del ‘corvo’ che viene paragonato all’Amore: entrambi rendono ciechi, privando l’uomo della ragione, ed è possibile anche individuare un riferimento alla donna che, in quanto vedova, veste di nero. Spesso all’interno dell’operetta si assiste ad una ‘animalizzazione’ della figura femminile e non solo, anche dell’amante e di tutti coloro che vengono indeboliti e trasformati dall’amore utilizzando metafore per giungere ad una ritrattazione spiritosa della letteratura amorosa per eccellenza.

Lingua: Italiano
Pag. 341-349
Etichette: Corbaccio, Boccaccio Giovanni, Filologia,

Autore/i articolo: ANNA BENVENUTI
Titolo articolo: La traduzione e il commento del sonetto CXLVIII del “Canzoniere” di Petrarca attribuiti a Enrique de Villena

Presso la Biblioteca Nacional di Madrid è conservato un manoscritto su cui è possibile leggere una traduzione della “Divina Commedia” di Dante, ma anche una trasposizione in castigliano del CXLVIII sonetto del “Canzoniere” di Francesco Petrarca. Poiché l’autore della prima traduzione è sicuramente di Enrique de Villena, è possibile ipotizzare che sia anche l’autore della traduzione del Petrarca. Attraverso il confronto di tre versioni (testo italiano nel manoscritto, traduzione in castigliano ed edizione moderna) è possibile notare delle piccole differenze nella versione italiana proposta ed errori forse dovuto alla mano del copista. Villena ha tradotto fedelmente la forma e la struttura metrica, ma ha aggiunto un commento facendo spesso riferimento agli autori classici, soprattutto nella prima parte, quella dedicata ai fiumi. Visto che la traduzione presenta delle imperfezioni, forse, fu il commento il vero oggetto della commissione ricevuta dall’autore.

Lingua: Italiano
Pag. 351-367
Etichette: Petrarca Francesco, De Villena Enrique, Sonetto, Spagna, Trecento,

Autore/i articolo: DONATO PIROVANO
Titolo articolo: Per l’edizione del “Viaggio in Alamagna” di Francesco Vettori: primi appunti

Francesco Vettori, oltre ad essere noto per il carteggio con Niccolò Machiavelli, è anche l’autore di diversi scritti tra cui spicca il “Viaggio in Alamagna”. L’opera, composta da cinque libri, racconta il viaggio compiuto dal Vettori, inviato dall’imperatore Massimiliano alla Dieta di Costanza. Si tratta di una rielaborazione successiva scritta tra il 1510 e il 1515 che segue per alcuni aspetti gli schemi tradizionali sul genere. Particolarmente interessante è lo stile, moderno e veloce, che riesce a valorizzare l’opera centrando l’obiettivo di catturare l’attenzione del lettore. Il testo è giunto fino a noi attraverso due manoscritti conservati presso la Biblioteca Nazionale di Firenze e la Biblioteca Vaticana. Le edizioni a disposizione, analizzate dall’autore dell’intervento singolarmente, non possono essere considerate esaustive e appaiono spesso lacunose, per questo si auspica la pubblicazione di un’altra versione che possa rendere giustizia al Vettori.

Lingua: Italiano
Pag. 369-381
Etichette: Vettori Francesco, Viaggio, Cinquecento,

Autore/i articolo: MARIA COLOMBO TIMELLI
Titolo articolo: Un “Ars minor” français du début du XVI siècle: Caen, Michel Angier, ante 1520

Maria Colombo Timelli analizza il libro di Michel Angier pubblicato a Caen intorno al 1520 e intitolato “Ars minor”. Si tratta di un’opera fondamentale per l’insegnamento della lingua classica essendo presenti contestualmente la versione francese e quella latina. Il testo, riportato integralmente nell’intervento, presenta delle variazioni rispetto all’edizione di Donat.

Lingua: Francese
Pag. 383-396
Etichette: Amor minor, Angier Michel, Cinquecento,

Autore/i articolo: FRANCESCO FAVA
Titolo articolo: Editare l’inquietudine. Idee per una nuova edizione del “Livro do Desassossego” di Fernando Pessoa

Quello dei ‘quaderni’ è spesso un genere che crea non pochi problemi agli editori che devono decidere se ricostruire i pensieri dell’autore seguendo un unico tema o lasciarli liberi da schemi così come sono stati concepiti. È un po’ quello che è accaduto nelle varie edizioni del “Livro do Desassossego” di Fernando Pessoa. Si tratta di alcune centinaia di fogli scritti da Pessoa usando lo pseudonimo di Bernardo Soares che raccolgono testi di vario tipo, dal biografico al filosofico, a riflessioni sul proprio modo di scrivere. L’utilizzo di un alterego fa quasi pensare all’idea di un diario-romanzo incompiuto che con le edizioni pubblicate finora ancora non appare evidente.

Lingua: Italiano
Pag. 397-415
Etichette: Livro do Desassossego, Pessoa Fernando, Ottocento, Novecento,