Le riviste sostenitrici
La parola del testo | 2005 | N. 1
Anno 2005 – Annata: IX – N. 1
A cura di Marina Dattola
Titolo articolo: ‘Bos sabers’: la ‘sapida scientia’ dei primi trovatori
L’intervento analizza le interpretazioni possibili dell’espressione ‘bos sabers’ nella lirica trobadorica partendo però dall’analisi del concetto di sapienza intesa come ‘gusto’, sempre attraverso un confronto con i testi. Il verbo ‘saber’ deriva dal latino ‘sapere’ inteso sia come ‘avere un determinato gusto’, sia come vero e proprio verbo riferito alla conoscenza. Il sintagma ‘saber bo’ assume la sfumatura di ‘essere piacevole’ tenendo presente che è sempre possibile attribuire una valenza che varia tra i concetti di ‘gusto’ e ‘sapienza’. Attraverso l’analisi delle ventidue opere della lirica trobadorica, in cui questa espressione viene utilizzata, si evince che è difficile rendere in italiano un concetto che oscilla tra il ‘piacere’ e la ‘conoscenza’.
Lingua: ItalianoPag. 9-27
Etichette: Letteratura trobadorica, Intertestualità,
Titolo articolo: ‘Farai un vèrs, pòs mi sonelh’ Materiali per un’edizione plurima
Verso per verso viene proposta l’analisi filologica della lirica guglielmina “Farai un vèrs, pòs mi sonelh”. Nella seconda parte dell’intervento, dopo l’esame del testo, è possibile leggere le trascrizioni diplomatiche, l’edizione sinottica, il testo e la traduzione per ognuna delle redazioni dell’opera (linguadociana e italiana), l’appendice e il testo unificato.
Lingua: ItalianoPag. 29-78
Etichette: Farai un vèrs, pòs mi sonelh, Guglielmo IX, Intertestualità,
Titolo articolo: La tradizione italiana della “Navigatio Sancti Brendani”
La “Navigatio Sancti Brendani” è un’operetta mediolatina che narra le vicende di Brandano, capo di un gruppo di frati che compiono un viaggio alla ricerca del Paradiso Terrestre. Vengono presentate le due versioni italiani inedite, conservate a Parigi e nella Biblioteca Vaticana, con la possibilità di effettuare dei confronti diretti per individuare analogie e divergenze. La versione parigina è ascrivibile all’area veneta, mentre quella vaticana a quella toscana.
Lingua: ItalianoPag. 79-98
Etichette: Navigatio Sancti Brendani, Letteratura medievale, Intertestualità,
Titolo articolo: ‘Disio’ nella “Commedia”
All’interno di tutta la “Commedia” per ben 68 volte Dante utilizza la parola ‘disio’, sottoforma di verbo, aggettivo o puro sostantivo. Il punto iniziale si trova nell'”Inferno”, ai versi 70-75, passando poi attraverso le parole di Francesca da Rimini, Farinata, Beatrice. La citazione finale è dello stesso Dante che completa il cammino e giunge alla conciliazione con la volontà divina. A causa del desiderio egli ha vissuto pene e tormenti fino a giungere alla comprensione dell’errore tramite il ‘desiderio di Dio’.
Lingua: ItalianoPag. 99-124
Etichette: Alighieri Dante, Divina Commedia, Ducento, Trecento,
Titolo articolo: Il “Doctrinal de trobar” di Raimon de Cornet e il “Glosari” di Johan de Castellnou
Il “Doctrinal de trobar” di Raimon de Cornet è un testo di grammatica, retorica e poetica trobadorica, scritto per soddisfare gli interesse del regno aragonese per le opere a carattere teorico. Le fonti utilizzate non sono incerte, ma è evidente che si passa da una eccessiva prolissità in alcuni punti ad una palese brevità in altri (in realtà lo stesso Raimon de Cornet aveva ammesso che doveva illustrare personalmente il contenuto al fruitore). Fu Johan de Castellnou attraverso i “Glosari” a correggee gli errori presenti nell’opera antecedente criticandola anche duramente. Alla fine dell’intervento è presente la trascrizione delle due opere con il relativo commento verso per verso e il glossario.
Lingua: ItalianoPag. 125-191
Etichette: Doctrinal de trobar, Glosari, De Cornet Raimon, De Castellnou Johan, Letteratura trobadorica, Trecento,
Titolo articolo: La questione della lingua in Bembo, Castiglione e Górnicki
Baldesar Castiglione ne “Il libro del cortegiano” offre al lettore l’immagine dell’uomo perfetto che venne poi ripresa e rivista, in Polonia nel 1566, da Lukàsz Górnicki nell’opera intitolata “Dworzianin polski”. In realtà tra l’interpretazione elaborata dai due autori troviamo Pietro Bembo che, nelle “Prose della volgar lingua”, crea una distinzione netta tra i concetti di ‘parlato’ e ‘scritto’, ripresa e trasferita in ambito locale dall’autore polacco (Castiglione nella sua versione appare più conciliante).
Lingua: ItalianoPag. 193-197
Etichette: Bembo Pietro, Castiglione Baldesar, Górnicki Lukàsz, Il libro del cortegiano, Dworzianin polski, Prose della volgar lingua, Intertestualità, Quattrocento, Cinquecento,
Titolo libro/articolo recensito: Compendis de la conexença dels vicis que s podon esdevenir en los dictats del Gay Saber
A cura di: Paolo Maninchedda
Edizioni: CUEC, Cagliari – 2003
Lingua: Italiano
Pag. 199-204
Recensore/i: Giulio Cura Curà
Etichette: Letteratura trobadorica, Quattrocento,