La modernità letteraria | 2014 | N. 7

Il saggio analizza alcune problematiche dibattute nello straordinario Congresso internazionale degli scrittori per la difesa della cultura, tenutosi da 21 al 25 giugno 1935 a Parigi.

L’autore del saggio delinea il percorso storico che documenta la trasformazione dello spazio antropico e della funzione degli oggetti dalla società premoderna ad oggi.

Il saggio propone una riflessione su “Del romanzo storico” di Manzoni alla luce di uno scritto di Karl Witte studioso tedesco amante della cultura italiana che incontrò Manzoni nel 1831.

Lo studio prende in esame il “Poema paradisiaco” di D’Annunzio proponendone una nuova lettura strutturale tra suggestioni wagneriane e sperimentazione novecentesca.

Se Schopenhauer è la lettura preferita di Svevo, Renan è quella di Zeno. L’autore del saggio individua alcuni tratti dei profili culturali e psicologici sia della persona che del personaggio.

L’autore analizza il rapporto tra infinito e storia, essere e nulla in Ungaretti alla luce delle lezioni in Brasile che il poeta tenne tra il 1938 e il 1942.

Nel centenario della nascita di Sereni la sua poesia e il suo antintellettualismo ne fanno uno degli artisti più moderni del nostro tempo.

Paino indaga sul rapporto di Sciascia con Tomasi di Lampedusa e il Gattopardo in relazione ai riferimenti a Sthendal presenti nei saggi dedicati a Lampedusa dello scrittore di Racalmuto.

Le “Storie ferraresi” offrono una lettura della vita sociale di varie tipologie umane: Bassani smaschera i costumi italiani penetrando un tessuto etico e costruendo una sorta di moderna ‘Spoon river’.

Il saggio indaga la storia editoriale dei racconti di Elsa Morante passando attraverso due raccolte d’autore: “Il gioco segreto” e “Lo scialle andaluso”.

Secondo l’autrice dello studio il cuore della maturità artistica del poeta coincide con la sua relazione con la Duse, ma il successo non aiuterà la coppia e le lettere ne sono una fondamentale testimonianza.

Custoditi nell’Archivio Marone di Napoli e pubblicate, le lettere restituiscono la storia di un legame di amicizia profonda, rivelano la voce nitida di Ungaretti e in controluce quella di Marone che gli sottopone propositi e lavori.

La curatrice del saggio analizza pagine inedite autografe di Vittorini conservate nell’archivio dello scrittore, brani che appartengono alla prima redazione del romanzo “Uomini e no”.

Il ricordo dolce e doloroso di Gardair nelle parole della Biagini che delinea lo studioso, lo scrittore e il suo amore per Firenze e la cultura italiana.