La modernità letteraria | 2013 | N. 6

‘Sono numerosi gli scritti di d’Annunzio che non fanno parte della sua opera poiché compaiono con altra firma’. Con queste parole si apre il saggio della Andreoli che analizza un affascinante aspetto della storia di d’Annunzio: gli articoli e i saggi sicuramente scritti dal poeta ma attribuiti ad altri. Facile la loro indentificazione quando si recupera il manoscritto negli Archivi del Vittoriale.

La novella, scritta nel 1887, riprende il tema di “Libertà” di Verga: la ribellione contadina che si risolve in modo distruttivo. L’Autore si sofferma sia sulla figura del narratore onnisciente ed eterodiegetico dannunziano confrontandolo con la voce narrante interna della novella verghiana, sia sui temi della decadenza della nobiltà in rapporto con la forza primigenia della massa contadina.

Partendo da “Primo vere” il contributo prende in considerazione il rapporto tra esotismo di stampo erotico e nazionalismo in D’Annunzio e la metamorfosi della figura epica e contemporanea dell’esploratore in conquistatore.

In questo saggio l’Autore esamina il rapporto tra D’Annunzio e Mario Luzi e quanto questi ha ereditato dal primo in termini lessicali e tematici, recependolo nella sua totalità, come lirico teorico e prosatore.

Il problema dell’attualità di D’Annunzio che pur influenzando la letteratura del Novecento ne viene respinto. Quale la modernità del Poeta nonostante l’inattualità del suo stile? Probabilmente nel mettere a nudo la tensione dell’uomo moderno verso un limite mai raggiunto e superato.

Il saggio ripercorre il progetto dannunziano di una “Tragedia della folla” di cui il Poeta parla in una lettera a Giuseppe Treves nel 1898. D’Annunzio arriva a “Gloria” la più autobiografica delle sue opere teatrali dove il tema politico incontrerà la domanda sul futuro e sulla nuova società di massa.

Quanto di Dante è presente nell’opera di Leopardi? Dall’Epistolario alla Ginestra, l’Autore ci porta sulle tracce degli echi danteschi nella produzione leopardiana analizzando l’influenza come elemento costante non casuale o giovanile.

Il saggio esamina “Entusiami”, di Roberto Sacchetti, l’unico romanzo ottocentesco che vede protagonista l’insurrezione delle Cinque Giornate di Milano. Pubblicato da Treves nel 1881, l’opera era rivolta ai milanesi visti come ‘vero pubblico nazionale’. La vicenda racconta quei giorni e mette in risalto non solo il moto risorgimentale ma anche la questione fondamentale di una classe dirigente capace di guidare l’Italia.

La prova poetica di Carlo Emilio Gadda: un corpus di venticinque componimenti in versi contribuiscono ad esaminare non solo l’incipit del suo percorso ma anche la visione del mondo e dei rapporti dell’uomo con il mondo, nell’universo dello scrittore-ingegnere.

Viaggio nella straordinaria poesia di Caproni che intreccia, come evidenziato dall’Autrice del saggio, ‘la solitudine della notte, il lucore della scrittura, la vita imprendibile, il pianto mentale che accompagna tutte le cose’.

Lo studio analizza il percorso poetico di Andrea Zanzotto delineando la dimensione metamorfica della produzione del poeta di Pieve di Soligo.

Nel saggio, l’Autrice analizza l’importanza delle agende di Giovanni Giudici. Dalla scrittura privata emergono abbozzi, stesure di componimenti in versi, resoconti di incontri che documentano non solo il percorso genetico di alcune poesie, ma soprattutto l’itinerario artistico e umano del poeta e giornalista italiano.

In questa pagina il ricordo di Stefano Giovanardi professore ordinario di Letteratura italiana contemporanea e membro del Consiglio Direttivo dalla Mod – Società italiana per lo studio della modernità italiana.