La lingua italiana | 2012 | N. 8

L’incontro tra filologia e linguistica potrebbe portare all’arricchimento di molti studi in cui, le due discipline, lavorano indipendentemente l’una dall’altra.

Il saggio prende in esame alcune pergamene dei fondi religiosi dell’Archivio di Stato di Venezia, analizzandole dal punto di vista lessicale, strutturale e grammaticale.

Il saggio prende in esame l’uso dell’avverbiale sic nella lingua romanza antica.

L’autore fa un’analisi delle strutture linguistiche, morfologiche e grammaticali delle “Cronache” di Alessandro Streghi.

L’analisi del testo di “Digitale purpurea” del Pascoli viene effettuato attraverso documenti analoghi alla stesura del poema anche se non si è in possesso di un autografo. Lo studio di tali documenti permette di avere notizie sulla costruzione del testo, sulla sua ispirazione, sull’uso del lessico e delle rime.

Il saggio fa un’analisi dei neologismi e dell’evoluzione della lingua dopo l’Unità d’Italia.

L’autore prende in esame la lingua della stampa clandestina durante il periodo della Resistenza, arrivando alla conclusione che l’opera del Fascismo, finalizzata a plasmare il linguaggio comune, non aveva risparmiato neanche i gruppi combattenti.

L’autrice analizza le costruzioni perifrastiche dell’italiano, valutandone il loro uso e le loro finalità.

L’immigrazione dal Sud verso Roma ha diffuso, nella capitale, la tendenza a pronunciare con timbro chiuso il dittongo “ie”. Ciò ha contribuito ad avvicinare il dialetto di Roma all’italiano, anche se la breve distanza che li divide sembra essere destinata a non colmarsi.

Nell’intervista viene presa in esame la stesura di un “Dizionario per apprendenti”, valutando le modalità e i tempi per confezionare un’opera del genere.