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Italique | 2013 | N. 16
Anno 2013 – Annata: XVI – N. 16
A cura di Maria Teresa Marrazzo
Titolo articolo: Introduzione
L’introduzione vuole fornire al lettore delle sommarie basi per riflettere complessivamente su quelli che sono i saggi contenuti nel presente volume. Gli studi in questione afferiscono tutti a quella categoria critica definita ‘poesia comica’. Notevole è la ripresa dei modelli pregressi, il più delle volte parodiati e degradati, ma mai sminuiti e messi ai margini in quanto punto di partenza per la costruzione della nuova poetica del comico cinquecentesco.
Lingua: ItalianoPag. 7-10
Etichette: Introduzione, Comico, Parodia, Tradizione Letteratura,
Titolo articolo: I capitoli di Francesco Maria Molza. Storia esterna e restauri testuali
Il saggio analizza la produzione burlesca di Francesco Maria Molza mettendo in evidenza le complesse vicende compositive ed editoriali alle quali Firenze, Roma e Venezia fanno da cornice. Proprio a Roma Molza venne a contatto con i letterati che si riunivano intorno ad Umberto Strozzi nella nota Accademia dei Vignaiuoli. I tre saggi burleschi del Molza si trovano collocati nel periodo più triste della vita dello scrittore, tanto per vicissitudini personali legate anche alla malattia, quanto per la fine brusca dell’idillio affettivo con Ippolito che generò notevoli incertezze sul destino del letterato. Questo periodo segnò alquanto Molza che si trovò costretto a ricostruirsi un’immagine pubblica e privata cercando l’appoggio di nuovi mecenati e cimentandosi in una scrittura inedita, lontana da quella che segnò la sua esperienza cortigiana.
Lingua: ItalianoPag. 11-67
Etichette: Molza Francesco Maria, Strozzi Umberto, Mecenatismo, Accademia, Vignaiuoli, Scrittura, Cortigiano, Burlesco,
Titolo articolo: Paralipomeni della disputa Bembo-Brocardo
Il saggio fa riferimento ad una serie di sonetti dai quali si evince un cospicuo scambio di oltraggi poetici tra Bembo e Brocardo. Questo dato risulta essere preponderante anche se da diverse testimonianze si apprende che i due protagonisti non si sono mai confrontati direttamente. Viene messo in evidenza anche il temperamento dei due duellanti, il Tasso appare prudente e diplomatico, Brocardo agguerrito e alterato. Notevole risalto viene dato, inoltre, al sonetto “Il Brocardo contra Pietro Aretino” nel quale gli epiteti ingiuriosi usati dal primo attore sembrano essere indirizzati, anche se in maniera celata, all’Aretino.
Lingua: Olandese/ItalianoPag. 69-77
Etichette: Bembo Pietro, Aretino Pietro, Brocardo, Rime, Comico, Sonetto, Invettiva,
Titolo articolo: Un sonetto inedito sull'”Ercole e Caco” di Baccio Bandinelli, con ipotesi attributive ( e il ‘topos’ burlesco del dimissionario)
Il saggio analizza un sonetto appartenente al sottogenere satirico-rinascimentale che ha come bersaglio un’opera d’arte. L’attività di Baccio Bandinelli segnò il proliferare degli epitaffi satirici, dove la parola veniva data alla statua, così come si evince dal sonetto inedito sull'”Ercole e Caco”. Quest’ultimo non fu il solo ad ispirare componimenti scritti, altri esempi ci furono dati dall’Adamo ed Eva e il Cristo morto con un angelo. Evidente, inoltre, risulta essere l’invettiva burlesca, la quale traspare anche da un sonetto del Lasca che si confà all’Accademia Fiorentina e che si potrebbe definire del ‘dimissionario’, in quanto in esso viene espressa la rinuncia di cariche, titoli e identità. Diverse le congetture sul conferimento della paternità del sonetto sull'”Ercole e Caco”, attribuita anche al Lasca, sebbene quest’ultimo abbia successivamente difeso la superiorità della pittura sulla scultura, mentre nel sonetto in questione la gerarchia sembrerebbe essere diversa. Il saggio, dunque, attraverso una serie di congetture offre degli spunti per l’individuazione del vero autore del sonetto sull'”Ercole e Caco”.
Lingua: ItalianoPag. 79-109
Etichette: Grazzini Anton Francesco, Sonetto, Accademia, Opera, Pittura, Scultura, Epitaffio, Burlesco,
Titolo articolo: ‘L’erudita bottega di Messer Claudio’. Nuovi testi per il “Reame della Virtù” (Roma 1538)
Nel saggio in questione è evidente come la ‘Virtù’ costituisca un elemento indispensabile per la cultura romana di quegli anni, la quale cerca di riaffermare il suo primato recuperando da una parte la tradizione classicista e aprendosi dall’altra al nuovo, rappresentato dall’Umanesimo. Si dà rilievo alla nascita del “Regno della Virtù”, Accademia che ha fatto della dimora del Colonna la sua sede stabile. Dal testo è ravvisabile come tutti gli argomenti più in voga in quel tempo vennero trattati dai ‘Virtuosi’, i quali non fecero mai mistero della loro insoddisfazione verso un approccio linguistico troppo ancorato alle idee bembiane. Notevole nel presente contributo, inoltre, la presenza di testi pubblicati per dar vita ai vari contesti animati da quei personaggi che saranno i protagonisti dell’Italia del tempo.
Lingua: ItalianoPag. 111-154
Etichette: Umanesimo, Classicismo, Virtù, Accademia, Colonna Francesco, Bembo Pietro,
Titolo articolo: Mostri, menzogne e meraviglie nel Bosadrello” di Baldassarre da Fossombrone
Il saggio partendo dall’opuscolo anonimo intitolato “Bugiardello”, la cui stampa risale alla metà del Cinquecento e nel quale sono presenti sonetti di stampo comico, giunge alla scoperta fatta da Giovanni Crocioni, il quale riconosce nell’anonimo “Bugiardello” l’edizione cinquecentesca del “Menzoniero overamente Bosadrello” di Baldassare da Fossambrone datato 1475. Si analizzano in questa sede i vari sonetti comici che compongono il libretto, i quali dimostrano di avere scopi tanto ludici quanto sociali, inoltre, ci si concentra sul corpus di testi afferenti al “Bosadrello” e ai testimoni individuati nel corso della ‘recensio’. Notevole in tal senso la sezione dedicata alla comparazione dei testi, nella quale si evincono affinità riferite tanto ad esperienze burchiellesche quanto a ‘visiones’ medievali.
Lingua: ItalianoPag. 155-191
Etichette: Cinquecento, Bugiardello, Satira, Sonetto, Comico, Testimoni, Recensio, Stampa,
Titolo articolo: La poesia comica di Michelangelo. Per una nuova edizione dei testi
Il saggio vuole offrire un contributo considerevole a quello che può essere definito un restauro filologico dei testi comici di Michelangelo. Lo studio di Danilo Romei intitolato “Bernismo” di Michelangelo ha permesso una ricognizione della poesia comica dell’artista, sebbene apparentemente distante dalla poetica del Berni. Si punta ad una ricognizione dei testi al fine di organizzare coerentemente il corpus comico di Michelangelo, rispetto all’impostazione totalmente differente data dall’edizione critica di Enzo Noè Girardi. Fondamentale il ricorso a documenti il più delle volte ignorati e la rilettura di testi appartenuti alla stessa epoca, la cui unione ha permesso un restauro filologico di notevole valore. Anche l’uso dei metri nella scrittura comica di Michelangelo appare originale tanto che essi vengono usati quasi tutti con modalità sempre diverse, e a tal proposito il saggio in questione si serve di sedici pezzi estrapolati dal corpus comico di Michelangelo per offrire uno spunto di analisi e riflessione.
Lingua: ItalianoPag. 193-230
Etichette: Buonarroti Michelangelo, Berni Francesco, Restauro, Filologia, Poesia, Comico, Burlesco, Edizione, Critica, Documenti, Saggio, Metro, Carteggio,
Titolo articolo: In extremis: la manière burlesque de Giovanni Francesco Ferrari
Il presente saggio vuole mettere l’accento su un volume conservato nei fondi Barbier-Mueller riguardante testi burleschi considerati solo marginalmente dalla critica. Il testo in questione riguarda “Le rime burlesche sopra varii, et piacevoli soggetti, indirizzate a diversi nobili Signori. Nuovamente composte & date in luce da M. Gianfrancesco Ferrari. Con la tavola de’ Sommarij”. Il libro stampato nel 1570 a Venezia dagli eredi Melchiorre Sessa segna un punto di svolta per la storia della satira e della letteratura burlesca anche se non sembra avere generato recensioni entusiastiche sia al momento della sua prima trasmissione che tra i lettori di oggi. Certamente negli studi concernenti la poesia comica e burlesca del Rinascimento, si possono trovare semplici riferimenti al libro di Ferrari, ma il suo contenuto non è mai stato oggetto di ricerca sistematica. Viene evidenziato, inoltre, l’atteggiamento del Ferrari verso una tradizione la cui connotazione trasgressiva era notevole considerando soprattutto l’ambiente politico-culturale a cui faceva capo la curia, la corte e anche alcuni degli ambienti accademici entro i quali l’attività letteraria e la vita quotidiana venivano svolte.
Lingua: FrancesePag. 231-257
Etichette: Burlesco, Satira, Critica, Stampa, Rinascimento, Tradizione, Corte, Accademia,