Italique | 2002 | N. 5

Anno 2002 – Annata: V – N. 5
A cura di Thomas Stein

Autore/i articolo: JEAN BALSAMO
Titolo articolo: Les poètes français et les anthologies lyriques italiennes

Prendendo spunto dalla storia della diffusione delle celeberrime “Rime diverse di molti eccellentissimi autori” del 1545, l’A. illustra più in generale le modalità della circolazione e della ricezione delle antologie liriche italiane nella Francia del secolo XVI. Sottoposte comunque ad una (ri)lettura e ad un (ri)uso frammentari dai poeti francesi, nella seconda metà del secolo le antologie italiane venivano piegate ad uno scopo affatto nuovo, come mostrano due casi esemplari: il rapporto non più bidirezionale (dal francese all’italiano), bensì triangolare (dal francese al francese tramite l’italiano) che s’instaura fra Ronsard (“Amours” I e LXIV), Petrarca e le variazioni petrarchiste di Dolce e Parabosco nelle “Rime diverse”, e Du Bellay (“L’Olive” LXII); ossia ancora, fra Du Bellay, Veronica Gambara e Desportes (tutti i testi poetici coinvolti, ovviamente, non fanno che ribadire, dal punto di vista della del genere, la centralità e il prestigio del sonetto)

Lingua: Francese
Pag. 11-32
Etichette: Desportes Philippe, Du Bellay Joachim, Ronsard Pierre de, Antologia, Poesia lirica, Cinquecento, Petrarchismo, Intertestualità, Francia,

Autore/i articolo: ANNA BETTONI
Titolo articolo: Il sonetto di Veronica Gambara sulla predestinazione in Du Bellay

Sulla falsariga delle indicazioni teoriche (ma anche pratiche; cfr. il saggio precedente) di Jean Balsamo, la studiosa fornisce un’acuta analisi metrico-retorica del sonetto “Scelse da tutta la futura gente” (è il n. 57 nell’edizione Bullock delle “Rime” di Veronica Gambara), confrontandolo col CXII dell'”Olive”. Ed è proprio attraverso la collocazione del sonetto della Gambara in sede privilegiata (la sua posizione in explicit) nelle “Rime diverse”, e quindi attraverso il richiamo delle parole-rima di questo con il componimento “Nel lor principio eterno fisse e intente” di Felice Figliucci, richiamo evidente se si pensa all’indice dei capoversi nell’antologia italiana, che diventa possibile dimostrare quanto meno abbiano contato, per Du Bellay, istanze religiose (in particolare, la dottrina paolina) e filosofiche (Platone, Agostino, Calvino e Ficino) rispetto alle ragioni della poesia, da lui concepita come ricerca laboriosa di un linguaggio capace di elevarsi da quello comune.

Lingua: Italiano
Pag. 33-52
Etichette: Du Bellay Joachim, Gambara Veronica, Antologia, Poesia lirica, Sonetto, Cinquecento, Intertestualità,

Autore/i articolo: THOMAS HUNKELER
Titolo articolo: Les ‘deviations’ de l’esprit. Lire “Délie” de Maurice Scève à la lumière du “Dolce Stil Nuovo”

Il contributo mette in luce le sfumature di significato che la nozione di “spiritus” assume già in Ficino e ne illustra il diffondersi nella cultura rinascimentale francese: la stratificazione semantica del termine rende necessario un riesame anche della lirica amorosa di Scève che, verosimilmente, era molto di più del primo autore francese di un canzoniere petrarchista. A riprova di ciò si ricorda che l’edizione delle opere di Petrarca effettuata da Jean de Tormes nel 1545 uscì corredata non soltanto di una lunga dedicatoria dell’editore a Scève, ma anche di quell’importante Appendix Aldina che conteneva le tre canzoni “Donna me prega”, “Così nel mio parlar” e “La dolce vista”. Alla luce di altri puntuali riscontri del testo della “Délie” con lo stilnovismo, viene smentita l’immagine di uno Scève fin troppo fedele alla dottrina del “De Amore”: “Délie” si propone, al contrario, come autentico trait d’union fra una poesia dell’anima e una poesia del corpo.

Lingua: Francese
Pag. 53-75
Etichette: Ficino Marsilio, Scève Délie Maurice, Poesia lirica, Cinquecento, Petrarchismo, Stilnovo, Francia,

Autore/i articolo: ALBERTO RONCACCIA
Titolo articolo: Ludovico Castelvetro e Filippo Valentini in due sonetti di corrispondenza

I due sonetti in questione sono “Et larga strada et ampia entrata a morte” (Valentini) e “Se non vedesti ancor per lunghe o torte” (Castelvetro). L’A. ne fornisce dapprima una trascrizione diplomatica servendosi della stampa settecentesca intitolata “Raccolta d’opuscoli scientifici e filologici” (curata da Angelo Calogerà, Venezia, per Simone Occhi, 1728-1754; precisamente, si tratta del tomo XXXVII) ed in seguito, restaurato opportunamente l’ordine di successione dei due testi (vale a dire, invertita la sequenza proposta-risposta) ed emendati questi ultimi, ne offre anche la parafrasi, procedendo infine ad una analisi dettagliata di tipo linguistico-stilistico che mostra il carattere leggermente sperimentale, di gusto antibembiano, proprio di tanta lirica degli anni Trenta del Cinquecento (la corrispondenza è databile intorno al 1536-37).

Lingua: Italiano
Pag. 77-92
Etichette: Castelvetro Ludovico, Bembo Pietro, Valentini Filippo, Poesia lirica, Cinquecento,

Autore/i articolo: MATTEO RESIDORI
Titolo articolo: “Del fuggir la moltitudine”. Néoplatonisme et scepticisme dans le “Malpiglio secondo” du Tasse

Il saggio offre una lettura puntuale del Dialogo tassiano di cui si pone in evidenza anzitutto la tecnica compositiva (l’accumularsi esasperante di definizioni, esempi, citazioni e riassunti di teoria filosofica) che poggia su principi costruttivi tipici della scrittura dossografica, quali ad es. la giustapposizione. Avendo sottolineato la grande affinità del Dialogo con l'”Examen vanitatis doctrinae gentium” di Giovanfranceso Pico della Mirandola (edito nel 1525), lo studioso suggerisce che si potrebbe individuare nella Teologia, assente nel Dialogo, la protagonista segreta del testo. Tale interpretazione sarebbe in sintonia con la conclusione del Dialogo: l’esortazione del Forestiero Napoletano a Giovanlorenzo di abbandonare la via della contemplazione e di ritornare alla vita di corte tradurrebbe, in qualche modo, il desiderio e la speranza del Tasso stesso, colto qui in un momento di profonda crisi religiosa, di uscire dalla prigonia di Sant’Anna.

Lingua: Francese
Pag. 93-108
Etichette: Tasso Torquato, Dialoghi, Dialogo, Cinquecento, Neoplatonismo,

Autore/i articolo: CORRADO BOLOGNA
Titolo articolo: Le retour des dieux anciens. Giulio Camillo et Fontainebleu

Paragona la configurazione della Galleria di opere d’arte all’interno del castello con la dispositio del trattato di Camillo, il “Theatro della Sapientia” (di cui l’A. sta preparando l’edizione critica che uscirà insieme all'”Idea del Teatro”), e si sofferma sulla collaborazione artistica alla corte di Francesco I re di Francia, riproponendo per es. la duplicità di lettura del termine ‘stanze’. Vengono passati in rassegna ad uno ad uno i soggetti, in gran parte mitologici, da cui gli artisti (italiani e non) impegnati a Fontainebleu trassero ispirazione; e sono messi in evidenza i legami segreti che il progetto camilliano, insieme pratico (l’anfiteatro) e scrittorio (la stesura del libro del “Theatro”) così com’è documentato dal manoscritto del “Theatro” ritrovato dall’A. a Manchester, intrattiene con la concezione iconografica soggiacente al lavoro degli artisti per il re.

Lingua: Francese
Pag. 109-138
Etichette: Camilli Camillo, Theatro della Sapientia, Arte figurativa, Trattatistica, Cinquecento, Francia,

Autore/i articolo: PAOLA ALLEGRETTI

L’indice abbraccia le cinque prime annate (1998-2002) della rivista ed è bipartito: all’Indice dei nomi se ne affianca un’altro relativo agli studi critici citati (Indice della bibliografia).

Lingua: Italiano
Pag. 139-166
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