Le riviste sostenitrici
Italies | 2011 | N. 15
Anno 2011 – N. 15
A cura di Brigitte Urbani
Titolo articolo: Avant-propos
Introduzione al tema del Convegno “L’envers du Risorgimento”, tenuto presso l’Université de Provence nel marzo 2010.
Lingua: FrancesePag. 5-7
Etichette: Risorgimento, Critica,
Titolo articolo: Il Risorgimento è appena cominciato
L’evoluzione delle rappresentazioni critiche del processo Risorgimentale dai primi resoconti dei Garibaldini fino ai romanzi degli inizi del XXI° secolo, dal periodo post-unitario all’Italia repubblicana passando per il fascismo e la Resistenza, mostra che il nucleo della letteratura italiana dedicata al processo unitario, e del cinema che vi è strettamente legato, è una letteratura del rovescio. Garibaldini, gramsciani, sessantottini, postmoderni e neoepici, gli scrittori hanno da sempre privilegiato le ricostruzioni critiche dei limiti, delle mancanze, delle disillusioni, pur avendo la precauzione di evitare un’utilizzazione politica regressiva delle narrazioni.
Lingua: ItalianoPag. 11-19
Etichette: Giuseppe Garibaldi, Maria Banti Alberto, Giuseppe Mazzini, Ugo Tarchetti, Giulio Adamoli, Giuseppe Bandi, Giovanni Costa, Giovanni Verga, Federico De Roberto, Antonio Gramsci, Dario Fo, Luciano Bianciardi, Anna Banti, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Renzo D,
Titolo articolo: Garibaldi: il mito e l’anti-mito da Nievo a Sciascia
Il mito e il suo contrario : la presenza della figura di Garibaldi nella narrativa italiana post-unitaria è allo stesso tempo la prova della necessità di fondare, su un mito laico e libertario, l’identità d’una nazione moderna, e dell’opposta necessità di rivedere criticamente – e se è il caso di sfatare – quei miti. Delle due opposte e altrettanto necessarie tensioni si son fatte carico, rispettivamente, la memoria-listica garibaldina e la letteratura siciliana, da Verga a Sciascia.
Lingua: ItalianoPag. 23-36
Etichette: Giuseppe Garibaldi, Giulio Adamoli, Giuseppe Bandi, Giovanni Costa, Giovanni Verga, Leonardo Sciascia, Letteratura, memorialistica, Ottocento, Risorgimento, Mitologia,
Titolo articolo: Verga e le radici malate del Risorgimento
Verga ha raccontato nella novella Libertà il modo brutale con cui le truppe garibaldine imposero a rivoltosi poveri e disperati la legge del nuovo stato. Ma la violenza con cui si è svolto l’intero processo di unificazione nazionale emerge sensibilmente anche nei “Malavoglia” e nel poderoso mondo di “Mastro-don Gesualdo”. Nei “Malavoglia” il villaggio dei pescatori percepisce le leggi dello stato come il riflesso di una volontà misteriosa e nemica, di cui si sentono solo effetti dannosi nella vita quotidiana. Nel “Mastro-don Gesualdo” Verga ambienta il romanzo tra la Restaurazione, i primi moti rivoluzionari e l’elezione di Pio IX. L’universo che egli descrive ha i colori lividi di una guerra spietata di tutti contro tutti. Il Risorgimento, cresciuto su queste radici malate, non può essere che una illusione : una rivoluzione impossibile, che può solo confermare il dominio dei più forti.
Lingua: ItalianoPag. 37-54
Etichette: Giovanno Verga, Pio IX, Libertà, “Mastro-don Gesualdo”, “Malavoglia”, Letteratura, Ottocento, Risorgimento, Restaurazione,
Titolo articolo: La retorica del dissenso in Federico De Roberto
La delusione per l’esito del processo risorgimentale è un tema ricorrente nella letteratura italiana del secondo Ottocento e del Novecento e risulta particolarmente evidente in alcuni dei maggiori autori di origine siciliana come Verga, Pirandello e Tomasi di Lampedusa. Tra questi, Federico De Roberto in modo particolare ha dedicato ai problemi della « Nuova Italia » molta parte delle sue opere, elaborando per esse una particolare tipologia retorica che, attraverso la formale acquisizione dei criteri veristici dell’oggettività e della distanza autoriale, consentisse l’esercizio di un’appassionata ironia e di una sferzante parodia nei confronti di una realtà politica e sociale da stigmatizzare.
Lingua: ItalianoPag. 55-80
Etichette: Federico De Roberto, I viceré, L’Imperio, Letteratura, Ottocento, Dissenso, Retorica, Ironia,
Titolo articolo: I fondamenti sociali delle visioni critiche del Risorgimento. Il caso di Federico de Roberto
Federico De Roberto (1861-1927) ha ampiamente contribuito ad elaborare una concezione della storia nazionale come un’ennesima ripetizione di figure immutabili. Questo motivo ha goduto di una grande fortuna nella letteratura siciliana e italiana postunitaria. L’articolo si propone di esaminare le modalità e le radici profonde di tale rilettura critica del Risorgimento. A partire dai “Vicerè” (1894) e dall'”Imperio” (pubblicato postumo nel 1929), è possibile mostrare come quest’interpretazione sia dovuta a due elementi complementari. Da una parte, deriva da una matrice cattolica secolarizzata. Dall’altra, l’interpretazione critica del Risorgimento è indissolubilmente legata al percorso sociale e biografico dell’autore.
Lingua: ItalianoPag. 81-94
Etichette: Federico De Roberto, Risorgimento, Letteratura, Ottocento, Cattolicesimo,
Titolo articolo: Lorsque l’échec des “Fratelli d’Italia” résonne dans la littérature: l’exemple sicilien de “I Malavoglia” et “I Viceré”
L’Italia, paese storicamente e culturalmente segnato dal Cristianesimo e dalla Rivoluzione francese, si costruisce per tutto il XIX secolo attorno alle nozioni di fraterno e di fraternità. Questi temi risuonano in particolare in Sicilia, dove gli scrittori si collocano a margine del discorso ufficiale e sentono forse più che altrove il bisogno di rappresentare la (o le) linee di frattura che sono all’opera nella società. Ne “I Malavoglia” e ne “I Viceré”, grandi ‘romanzi di famiglia’ pubblicati rispettivamente nel 1881 e nel 1894, Verga e De Roberto riescono a far risuonare il fallimento della fratellanza nazionale trattando la relazione fraterna in ciò che essa ha di più oscuro e di più duro. Decostruendo in modo obliquo la fratellanza, essi esprimono, in un certo modo il fallimento del Risorgimento.
Lingua: FrancesePag. 95-120
Etichette: Giovanni Verga, Federico De Roberto, I Malavoglia, I Viceré, Risorgimento, Letteratura, Ottocento, Sicilia,
Titolo articolo: “La peste pretina, piaga della nostra patria infelice” (Garibaldi, “I Mille”, 1874)
Garibaldi ha scritto un romanzo intitolato “I Mille”, il cui valore letterario è limitato, ma il cui contenuto ideologico è interessante nell’ambito di uno studio sulle opposizioni al processo unitario. Pubblicato nel 1874, questo racconto narra la famosa spedizione dei Mille, ma è anzitutto un romanzo che propone una finzione imperniata su un’eroina che Garibaldi presenta come una combattente dei Mille. Nata dalla sua traboccante immaginazione, questa giovane guerriera, al centro del racconto, è destinata a trasmettere il messaggio di un Garibaldi deluso da un’Unità che egli ritiene incompleta e incompiuta, per via in specie dei danni arrecati dal clero e dal papato alla società, la storia e la mentalità italiana.
Lingua: ItalianoPag. 121-134
Etichette: Giuseppe Garibaldi, I Mille, Letteratura, Politica, Ottocento, Risorgimento, Ebrei, Mortara Edgardo,
Titolo articolo: Ai margini dell’impero. L’antirisorgimento in Dalmazia
L’articolo è incentrato sul ruolo “ambiguo” della regione dalmata negli anni risorgimentali e pre-risorgimentali e sull’apporto degli intellettuali di origine dalmata alla causa patriottica italiana. In particolare, viene presa in esame la figura del patriota italo-dalmata Giulio Solitro e il suo dramma storico I conti di Spalato. La pubbli-cazione del dramma è all’origine di un dibattito tra Solitro e Nicolò Tommaseo attorno a questioni politiche e di poetica, un dibattito che per alcuni aspetti rispecchia il clima pieno di indecisioni e di con-traddizioni che in quegli anni regnava in Dalmazia, un clima, per certi versi, deleterio per i patrioti italiani il quale, in ultima analisi, può essere definito come l’Antirisorgimento dalmata.
Lingua: ItalianoPag. 135-154
Etichette: Giulio Solitro, Niccolò Tommaseo, Letteratura, Ideologia, Politica, Ottocento, Risorgimento, Dalmazia, Venezia,
Titolo articolo: Les coulisses du Risorgimento chez Tarchetti
Nel 1865, quando Igino Ugo Tarchetti lascia l’esercito per lanciarsi nelle lettere, concepisce la letteratura come una missione. All’indomani di Lissa e Custoza, come succede agli altri scapigliati e, più in generale, agli altri scrittori della sua generazione, il suo entusiasmo giovanile per l’impresa risorgimentale cede il passo a un’amara delusione. Da Paolina a Storia di una gamba, passando per Una nobile follia, l’impegno morale in virtù del quale aveva imboccato la carriera letteraria lo porta ad alzare il velo sui retroscena del discorso ufficiale. Lo sguardo portato ai diversi episodi del Risorgimento diventa ora scettico, ora sarcastico, ora disincantato. Tarchetti denuncia in tal modo la demagogia della retorica istituzionale, svela l’egoismo che si cela dietro l’esibito patriottismo dei combattenti, smaschera la codardia di quelli che il racconto storico designa come eroi.
Lingua: FrancesePag. 155-170
Etichette: Ugo Tarchetti Igino, Paolina, Storia di una gamba, Una nobile follia, Letteratura, Risorgimento, Guerra di Crimea, Battaglia della Cernaia, Scapigliatura,
Titolo articolo: Réécritures humoristiques du Risorgimento. Dario Fo (années 50)
Il Risorgimento è presente solo nei primissimi anni della carriera di Dario Fo, uno egli episodi di un”antirivista’ teatrale del 1953, Il dito nell’occhio, il primo testo scritto dall’autore (in collaborazione) e in una serie di trasmissioni radiofoniche intitolata Il novecentonovantanovesimo dei Mille. Con una tecnica destinata a diventare una costante di tutto il suo futuro teatro, Fo rovescia il mito del Risorgimento così come viene insegnato dai libri di scuola e usa il registro grottesco. Il risultato è una comicità un po’ folle con cui Fo tratta direttamente dell’Italia del presente parlando del passato.
Lingua: FrancesePag. 173-202
Etichette: Dario Fo, Il dito nell’occhio, Il novecentonovantanovesimo dei Mille, Letteratura, Teatro, Radio, Risorgimento, I Mille, Radio italiana, Mito, Comico, Grottesco,
Titolo articolo: Illusioni perdute di un patriota : “Noi credevamo” di Anna Banti
Dopo una prima pubblicazione nel 1967 e una riedizione nel 1978 il romanzo “Noi credevamo” di Anna Banti non era disponibile ed era quasi sconosciuto. L’intreccio di questo capolavoro della narrativa del Novecento si svolge durante le lotte risorgimentali, dal 1830 nelle campagne della Calabria all’unificazione a Torino. Insieme romanzo storico, riflessione sul Risorgimento, memorie di un vecchio patriota amaro – già protagonista della storia del Regno del Sud – e storia di una famiglia, il libro presenta le vicende di Domenico Lopresti, in realtà antenato calabrese di Anna Banti, patriota mazziniano, vittima della repressione borbonica. Tra sacrificio e delusione, lotta e rassegnazione, il libro offre un’analisi molto interessante della problematica risorgimentale vista dalla parte meridionale, attraverso i temi della memoria privata e collettiva, dell’impegno e dell’eroismo.
Lingua: ItalianoPag. 203-224
Etichette: Anna Banti, Noi credevamo, Letteratura, Novecento, Risorgimento, Mezzogiorno, Regno delle Due Sicilie, Questione meridionale,
Titolo articolo: L’ossessione dell’anarchico Bianciardi per il Risorgimento
Luciano Bianciardi ha dedicato gran parte della vita e molte opere allo studio del Risorgimento, facendosene un’idea utopica : quella di un modello di rivoluzione popolare, cui è mancato lo slancio per diventare una rivoluzione sociale permanente. Lo scrittore rilegge infatti gli avvenimenti che portarono all’unificazione d’Italia alla luce della cultura rivoluzionaria degli anni ’60. L’interpretazione bianciardiana è quindi interessante in quanto creatrice di interpretazioni poietiche e mitopoietiche, ma risulta fortemente partigiana, poiché idealizza l’aspetto popolare e rivoluzionario del processo di unificazione. Il racconto è comunque dettagliato, analitico e anche appassionato, ma segnato dal pessimismo della sconfitta delle istanze sociali.
Lingua: ItalianoPag. 225-242
Etichette: Luciano Bianciardi, Da Quarto a Torino, Daghela avanti un passo, Letteratura, Risorgimento, Novecento, Utopia,
Titolo articolo: La lecture gramscienne du Risorgimento dans un poème de Roberto Roversi : “Le parole incrociate”
Roberto Roversi (Bologna, 1923) è un intellettuale che, pur collocandosi in una posizione periferica, ha sempre saputo rimanere al centro del dibattito culturale italiano, collaborando in particolare con alcune delle riviste più importanti del dopoguerra, come “Officina”, “il Menabò”, “Rendiconti”. Attraverso la profonda riflessione sul Risorgimento proposta da A. Gramsci (riassunta in modo brillante quanto approssimativo dalla formula della « rivoluzione passiva »), che è stata un vero e proprio punto di partenza per un’intera generazione di scrittori italiani, e la cui interpretazione della storia post-unitaria offriva la possibilità di capire anche la storia contemporanea, presentiamo qui la lettura di una poesia di Roversi, “Le parole incrociate”, in cui ogni verso propone un personaggio o un aspetto del Risorgimento che rinvia all’attualità.
Lingua: FrancesePag. 243-278
Etichette: Roberto Roversi, Le parole incrociate, Benedetto Croce, Antonio Gramsci, Poesia, Canzone, Novecento, Risorgimento,
Titolo articolo: L’envol et la pierre. La symbolique risorgimentale de Tabucchi
Lo studio dei simboli operanti in “Piazza d’Italia” e nel “Piccolo naviglio” mostra che l’elemento minerale vi rappresenta l’inerzia della storia che ingessa gli slanci popolari. Evidentemente, il monumento di Piazza d’Italia, immutabile nonostante il trasformismo politico dell’Italia, è testimone di un immobilismo che tradisce le speranze del Risorgimento, impersonati da Plinio e dai suoi discendenti. Nel Piccolo naviglio, la caduta di Leonida mostra come la gravità dei corpi si impone e schiaccia gli ideali che prendono il volo. Si sottolinea qui l’importanza del doppio racconto di cui l’evento è oggetto : la follia di Leonida è consecutiva alla sua caduta o ne è la causa ? L’utopia è il risultato delle disillusioni della storia o precede il principio di realtà ? Il trionfo della pietra sul volo è, secondo il caso, patetico o tragico.
Lingua: FrancesePag. 261-278
Etichette: Antonio Tabucchi, Piazza d’Italia, Piccolo naviglio, Letteratura, Novecento, Risorgimento, Utopia,
Titolo articolo: Le Risorgimento perverti : lecture du chapitre III de “Il Sorriso dell’ignoto marinaio” de Vincenzo Consolo
Nella serie dei romanzi italiani che, da Verga ai giorni nostri, passando per De Roberto, Pirandello, Sciascia e Lampedusa, raccontano degli sbandamenti del Risorgimento, il romanzo di Vincenzo Consolo “Il Sorriso dell’ignoto marinaio”, uno degli ultimi a venir pubblicati sulla questione, può permettersi un profondo sguardo retrospettivo. Grazie a questo sguardo disilluso, il capitolo Morti sacrata, che del romanzo costituisce una simbolica mise en abyme, illustra, a partire da un episodio immaginario, la perversione e l’oscenità cui poterono essere condotti alcuni degli oppositori del movimento. Nello stesso tempo, Consolo ritrova la grande tradizione letteraria italiana della truffa e dei truffatori.
Lingua: ItalianoPag. 279-292
Etichette: Vincenzo Consolo, Il sorriso dell’ignoto marinaio, Letteratura, Novecento, Risorgimento, Alighieri Dante, Pirandello Luigi, Storiografia, Chiesa,
Titolo articolo: La blessure ouverte de l’histoire sarde dans la trilogie de Bustianu de Marcello Fois
Nella sua trilogia storica, come anche in altri suoi romanzi, Marcello Fois si dedica al periodo dell’Unità per mostrare in che modo gli eventi cruciali di quell’epoca hanno influenzato, e continuano ad influenzare, la Sardegna. In questo modo, Fois esprime il suo “J’accuse” contro lo Stato unitario e contro certi sardi, che non hanno mai tenuto conto delle particolarità culturali e sociali dell’isola.
Lingua: FrancesePag. 293-306
Etichette: Marcello Fois, Letteratura, Novencento, Duemila, Risorgimento, Unità, Italia, Sardegna, Bastianu,
Titolo articolo: Le concept de Nation dans “Memoria del vuoto” de Marcello Fois
In “Memoria del vuoto” (Einaudi, 2006), Marcello Fois racconta in che modo, nei primi decenni dell’Italia postunitaria, lo iato politico, economico e culturale fra il governo italiano e una regione decentrata – la Sardegna – non venne mai ridotto. Fois si ispira alla vita romanzata di un bandito sardo vissuto nella prima metà del XX secolo per sviluppare una riflessione sui limiti e le contraddizioni dell’Unità. Memoria del vuoto ricorda che la strategia della guerra e l’ideologia dello Stato-nazione non sono riuscite a federare le diverse realtà regionali attorno a delle istituzioni capaci di sviluppare una coscienza nazionale condivisa. Perché, per M. Fois, il caso della Sardegna è l’emblema dell’aspetto frammentario dell’esistenza nazionale italiana e della persistenza di tensioni culturali e politiche nel cuore dello Stato unitario.
Lingua: FrancesePag. 307-322
Etichette: Marcello Fois, Memoria del vuoto, Letteratura, Duemila, Risorgimento, Unità, Italia, Sardegna, Mito, tocchino,
Titolo articolo: Il Quarantotto rivisitato. Gli scrittori del 2000 riscrivono la Primavera dei popoli : Scurati, Evangelisti, Moresco
All’approssimarsi della celebrazione dei centocinquant’anni dell’Unità, la cultura italiana si reinterroga sul senso e sul destino collettivo del Paese. I contributi narrativi di Valerio Evengelisti, Antonio Moresco e Antonio Scurati si concentrano sul biennio chiave del processo unitario, quel 1848/49 che vide scoppiare le rivolte in tutta la penisola e in particolare nelle città più strategiche, Milano, Venezia e Roma. Andando oltre sia la ritualità celebrativa che la funzione di invenzione della tradizione propria al romanzo storico, il racconto lungo di Evangelisti, la sceneggiatura cinemato-grafica di Moresco e il romanzo di Scurati interrogano la storia falsificandola, rifacendola, reinventandola, partendo da punti di vista trasversali e inattesi. La messa in discussione del mito risorgimentale diventa per tutti e tre un modo di mostrare la violenza e l’ingiustizia.
Lingua: ItalianoPag. 323-340
Etichette: Valerio Evangelisti, Antonio Moresco, Controinsurrezioni, Antonio Scurati, Una storia romantica, Letteratura, Duemila, Ottocento, Risorgimento, Repubblica Romana, Unità, Romanticismo, Mito, Patriottismo,
Titolo articolo: La scène du procès: point d’orgue de la problématique du film de Vancini, “Bronte. Cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato”
Il film di Florestano Vancini, “Bronte. Cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato”, del 1972, suscitò un grande dibattito soprattutto nella classe politica italiana. Il nostro studio si concentra sulla scena del processo che risulta esemplare delle principali problematiche proposte dal film. L’analisi s’impernia attorno a tre punti : il contesto nel quale interviene questa scena, l’aspetto caricaturale, e le problematiche più vaste della violenza e dell’ingiustizia che fanno eco all’intera opera.
Lingua: FrancesePag. 343-356
Etichette: Florestano Vancini, Bronte. Cronaca di un massacro, Cinema, Novecento, Spedizione dei Mille, Bronte, Nino Bixio, Cinema,
Titolo articolo: Le paradoxe Mazzini : ennemi et père de l’Italie du Risorgimento
Mazzini costituisce un caso paradossale fra i personaggi dell’Italia del Risorgimento : infatti, figura fra le ‘glorie’ e i ‘padri della Patria’, ma ha anche la sua ‘leggenda nera’. La vulgata pedagogica l’ha in effetti considerato come un mistico utopista, pericoloso e irresponsabile, fomentatore di cospirazioni politiche, istigatore di azioni terroristiche suicide, che hanno potuto nuocere alla causa italiana. Questo articolo fa il punto sul sistema di pensiero mazziniano e sulle sue rappresentazioni, per mettere prima di tutto in luce la coerenza delle prese di posizione di Mazzini sull’Unità, e in seguito per ricostruire le difficoltà incontrate dagli intellettuali e dagli uomini politici dell’Italia unita nella costruzione del mito di Mazzini in quanto ‘figura tutelare’ del Risorgimento.
Lingua: FrancesePag. 357-380
Etichette: Giuseppe Mazzini, Storiografia, Ottocento, Novecento, Risorgimento, Patriottismo, Mito,
Titolo articolo: D’Azeglio contre d’Azeglio ou les “Questioni urgenti”. Une polémique autour de Rome capitale
Il dibattito sull’Unità della Penisola è stato in gran parte legato alla questione romana. Massimo D’Azeglio vi si rivela il più grande avversario di Cavour, di cui combatte il programma di Roma capitale. Dal 1860, decide di presentare le sue idee in un saggio politico, Questioni urgenti, in cui egli sostiene che la Città eterna non può assumere il ruolo di capitale d’Italia. Ma, a quest’antagonismo dichiarato pubblicamente, si aggiunge un conflitto intimo tra d’Azeglio e se stesso. Mentre nel suo saggio egli si impegna in un’analisi ‘tecnica’, polemica e dettagliata, nella sua autobiografia, invece, la storia del suo passato romano non è esente da accenti sentimentali e nostalgici. Tutte le sue considerazioni ideologiche si scontrano fortemente con il suo vincolo affettivo e il suo attaccamento artistico a Roma.
Lingua: FrancesePag. 381-392
Etichette: Massimo D’Azeglio, Questioni urgenti, Ideologia, Politica, Ottocento, Risorgimento, Unità, Roma, Autobiografia,
Titolo articolo: La femme qu’on surnommait Quarantotto ou le Risorgimento au féminin d’Erminia Fuà Fusinato
Questo studio si propone di esaminare il percorso biografico di una donna della seconda generazione del Risorgimento, nata attorno al 1830, Erminia Fuà Fusinato. Si tratta di una donna che condusse una vita che fu al tempo eccezionale ed esemplare. Il suo destino fu da un certo punto di vista eccezionale, innanzitutto perché, ebrea, decise di convertirsi al cattolicesimo per sposare la persona che amava, in seguito perché, lei stessa poetessa, fu la seconda moglie del poeta veneto Arnaldo Fusinato e conobbe bene molti protagonisti del Risorgimento, fra i quali Ippolito Nievo, di cui fu grande amica; e infine perché svolse un ruolo politico occulto prima dell’Unità e un ruolo di educatrice delle giovani generazioni quando divenne ispettrice e insegnante nelle scuole femminili della nuova Italia.
Lingua: FrancesePag. 393-414
Etichette: Erminia Fuà Fusinato, Arnaldo Fusinato, Storiografia, Ottocento, Risorgimento, Donna, Ebrei,
Titolo articolo: Formes de résistance à la prolétarisation en Vénétie au XIXe siècle
Questo studio vuol ricordare che molti momenti della storia del Veneto dell’Ottocento che oggi si vorrebbero valorizzare da un punto di vista ‘etnico’ sono stati in realtà momenti della lotta di classe che ha contrapposto le classi subalterne venete ai privilegiati, fossero veneti o meno. Una ‘società veneta’ ‘omogenea’ senza conflitti di classe, in opposizione a una ‘società nazionale’, non esiste e non è nemmeno un mito, ma una pura e semplice impostura.
Lingua: FrancesePag. 415-434
Etichette: Storiografia, Ottocento, Veneto, Identità,
Titolo articolo: ‘Bruciare il tricolore’. Lega Nord e stigmatizzazione del Risorgimento
L’articolo analizza le modalità attraverso cui la Lega Nord stigmatizza i simboli, gli attori e gli effetti del Risorgimento. Posizionandosi, a cominciare dalla fine degli anni 1980, come un nuovo attore politico capace di imporsi attraverso un linguaggio lontano dalla retorica tradizionale, la Lega Nord conduce un’offen-siva esplicita e veemente contro il mito fondatore dello Stato-nazione preso come mito negativo da scardinare per essere sostituito con altri riferimenti storici. Il continuo processo di reinvenzione della tradi-zione e di risemantizzazione dei simboli, lo scarso livello teorico di elaborazione e la costante ritualizzazione dell’agire politico sono funzione di obiettivi politici immediati.
Lingua: ItalianoPag. 435-451
Etichette: politica, Novecento, Risorgimento, Mito,
Titolo articolo: “Soldato Regio. Italia anno zero”
Soldato Regio, acquisiti poteri sovrannaturali in gioventù, attraversa le guerre dell’Unità – la guerra al brigantaggio a Napoli, la terribile battaglia di Lissa, la presa di Porta Pia – al servizio del Regio Esercito e del generale Cialdini. La sua immersione nella violenza e nel sangue dei conflitti lo allontanano progressivamente dalle illusioni risorgimentali.
Lingua: ItalianoPag. 457-476
Etichette: Letteratura, Medioevo, Risorgimento, Cialdini Enrico, Mitologia, Storia, Battaglia di Lissa, Porta Pia,
Titolo libro/articolo recensito: Non al suo amante più Diana piacque. I miti venatori nella letteratura italiana
Edizioni: Carocci, Roma – 2009
Lingua: Italiano
Pag. 495-496
Recensore/i: Francesco Mandis
Etichette: Letteratura, Rinascimento, Giambattista Marino, Mitologia, Diana, Atteone, Venere, Adone,
Titolo libro/articolo recensito: “Mantovano Adolescentia”. Studio
A cura di: Andrea Severi
Edizioni: Pubblicazione della Scuola di Dottorato Internazionale in Civiltà dell’Umanesimo e del Rinascimento, Bononia University Press, Firenze – 2010
Lingua: Italiano
Pag. 496-498
Recensore/i: Théa Picquet
Etichette: Spagnoli Battista Mantovano, Letteratura, Quattrocento, Umanesimo,
Titolo libro/articolo recensito: Botticelli e Savonarole. L’humanisme à l’épreuve du feu
Edizioni: Les éditions du Cerf, Paris – 2010
Lingua: Francese
Pag. 498-500
Recensore/i: Brigitte Urbani
Etichette: Botticelli, Savonarola,Rreligione, Pittura, Quattrocento, Firenze, Umanesimo,
Titolo libro/articolo recensito: Foscolo
Edizioni: Il Mulino, Bologna – 2010
Lingua: Italiano
Pag. 500-508
Recensore/i: Alessandro Marignani
Etichette: Ugo Foscolo, Letteratura, Poesia, Ottocento,
A cura di: Luciano Curreri
Edizioni: Peter Lang, – 2008
Lingua: Italiano
Pag. 508- 512
Recensore/i: Michela Toppano
Etichette: Gaetano D’Annunzio, Letteratura, Poesia, Novecento,
Titolo libro/articolo recensito: LES ENFANTS DE MUSSOLINI. LITTÉRATURES, LIVRES, LECTURES D’ENFANCE ET DE JEUNESSES SOUS LE FASCISME. DE LA GRANDE GUERRE À LA CHUTE DU RÉGIME
Edizioni: Presses Universitaires de Caen, Caen – 2010
Lingua: Francese
Pag. 512-514
Recensore/i: Estelle Ceccarini
Etichette: Novecento, Fascismo,
Titolo libro/articolo recensito: Testi in movimento. Teorie della migazione nel panorama musicale alternativo italiano contemporaneo
Edizioni: Il Filo, Roma – 2009
Lingua: Italiano
Pag. 514-520
Recensore/i: Anna Proto Pisani
Etichette: Frankie HI-NRG Mc, Africa Unite, Roy paci & Aretuska, Modena City Ramblers, Novecento, Duemila, Musica,