Italica | 2015 | N. 3

Simbolo indiscusso del Risorgimento italiano, Dante Alighieri viene celebrato dovunque, e a più riprese, prima e dopo il compimento dell’unità. Firenze, sua città natale, e Ravenna, città che ne detiene le spoglie, si contendono il privilegio della memoria, senza esclusione di colpi.

All’indomani del tragico evento del sacco di Roma (1527), Francesco Berni è a Verona. Lavora al rifacimento dell'”Orlando innamorato” del Boiardo, ma non solo. Scrive versi che lo immortaleranno come protagonista della poesia burlesca del Cinquecento. Nonostante la differenza di registro, il suo debito nei confronti del magistero petrarchesco è evidente, e il contributo intende sottolinearlo.

E’ noto come l’amicizia tra personaggi della commedia popolare fosse un ‘topos’ di antica ascendenza. Declinata squisitamente al femminile, Giovanni Batista Geraldi Cinzio (1504-1573) lo inserisce come motivo forte nel vico della sua produzione teatrale, nel segno della convergenza verso ‘i buoni costumi’.

Sullo sfondo dell’Europa fin de siècle, la figura di Eleonora Duse raggiunge sulle scene una popolarità senza precedenti. E’ un simbolo di modernità, declinato al femminile. La sua presenza ad Atene contribuisce sensibilmente a rinverdire nel pubblico occidentale fortune del paradigma dell’Antico.

Da Emilio Salgari (1905) a Wu Ming (2009), Famagosta costituisce un luogo simbolico, uno spazio della mente ugualmente significativo per Oriente e Occidente, sfondo ideale per racconti storici, dai risvolti ideologici i più vari.

Il contributo intende mettere adeguatamente a fuoco il ruolo della lezione vichiana nella produzione narrativa di Anna Banti. Una produzione squisitamente ‘al femminile’ che dal filosofo napoletano de ‘La scienza nuova’ coglie la pregnanza della convergenza tra ‘verum’ e factum’.

Grande la fama – e grande il consenso – della produzione cinematografica di Federico Fellini, non solo in patria, ma nell’intera Europa e negli Stati Uniti d’America. Il contributo ne analizza le tappe e le motivazioni, sulla base delle categorie ontologiche ed esistenziali di volta in volta inquadrate dalla sua telecamera.

Gli “Appunti partigiani” di Beppe Fenoglio costituiscono – come è noto – un documento di primaria importanza su una stagione nevralgica, e drammatica, nella storia del nostro Novecento. Dalla Resistenza, vicenda epica comunque non priva di contraddizioni al suo interno, – al dopoguerra, a sua volta denso di difficoltà e di insidie.

Nato vicino Venezia, nel 1936, Ferruccio Brugnaro è noto come ‘poeta proletario’: la zona industriale che costituisce il retroterra della città lagunare è costellata di industrie, dove una miriade di operai svolge da decenni un lavoro duro, spesso privo di una adeguata retribuzione e delle adeguate garanzie di sicurezza.

Dal testo narrato al quello messo in scena, guadagna ulteriore spessore la figura di Viollica, una ragazzina albanese, che ha vissuto la terribile esperienza dello stupro. Danno voce al suo struggente silenzio le pagine di Dacia Maraini.

Sull’insegnamento dell’italiano a studenti di lingua spagnola in California verte il contributo, che invita a sollevare l’attenzione sulla ricchezza del confronto multietnico e plurilinguistico, al fine di sortire un risultato pedagogico di migliore qualità scientifica e umana. Molti gli esempi addotti al proposito.

Ancora sulla didattica dell’italiano, e sul continuo rinnovamento della metodologia di cui è oggetto negli Stati Uniti è incentrato l’articolo, particolarmente attento all’intera fenomenologia del ‘comunicare’. Significativi dati statistici sono recati a corredo.

L’autore interviene sul “Cacciatore di Bilbao”, una breve storia di Dacia Maraini, dove riaffiorano tutti i temi che da sempre le sono più cari: amore, identità, difficile percorso nell’autocoscienza di genere (pp. 747-748). Segue il testo del racconto (pp. 749-753).