Italianistica | 2023 | N. 2

Anno 2023 – Annata: LII – N. 2
A cura di Paolo Perilli

Autore/i articolo: Alberto Casadei
Titolo articolo: Ancora sui canti fiorentini dell’Inferno (e ancora sul Veltro)

Quest’articolo propone nuove considerazioni su vari passi problematici dei primi canti dell’Inferno, facendo notare che spesso vengono spiegati nei commenti con soluzioni ad hoc. Viene anche riesaminato quanto riferisce Boccaccio nelle sue Esposizioni: si conferma l’attendibilità del racconto, ma non per il numero dei canti scritti a Firenze (quattro e non sette). Viene infine proposto un dettagliato quadro storico del periodo tra la fine del 1299 e l’inizio del 1300, nel quale potrebbe trovare una n uova spiegazione anche l’enigmatica figura del Veltro.

Lingua: Italiano
Pag. 11-32
Etichette: XIV secolo, Dante Alighieri, Giovanni Boccaccio, La Divina Commedia, Firenze

Autore/i articolo: Gianluca Genovese
Titolo articolo: Su un non identificato ciclo di affreschi nel Mauriziano, il «Casino dell’Ariosto»

Il saggio propone un’interpretazione complessiva e organica del cinquecentesco ciclo di affreschi che decora le tre più antiche stanze del Mauriziano, il casino di campagna della famiglia materna di Ludovico Ariosto (i Malaguzzi) celebrato nella Satira iv. In particolare, si sofferma sull’iconografia delle lunette del «Camerino degli Orazi e Curiazi», mostrando che si tratta non – come a lungo ipotizzato – della traduzione in immagini di una novella del Decameron, ma di un tributo alla memoria di Flaminio Malaguzzi, morto a soli quindici anni nel 1552 a Padova durante i suoi promettenti studi, e autore di un’interessante commedia pubblicata postuma, La Theodora.

Lingua: Italiano
Pag. 33-46
Etichette: Memoria, Rinascimento, XVI secolo, Ludovico Ariosto,

Autore/i articolo: Diego Sbacchi
Titolo articolo: Due schede su Dante e Giovanni da San Gimignano

Il saggio propone un’ulteriore indagine nel rapporto, eventualmente interdiscorsivo e non intertestuale, tra Dante e il mondo della predicazione, rappresentata nel caso in questione dal frate predicatore domenicano Giovanni da San Gimignano. Due sono gli elementi presenti all’interno della Divina Commedia che sembrano essere utili allo scopo: un paragone presente in Purgatorio xxxi, 61-63 e l’elemento acquatico che caratterizza il cielo della Luna nel Paradiso.

Lingua: Italiano
Pag. 49-57
Etichette: Animale, Predica, XIV secolo, Dante Alighieri, La Divina Commedia,

Autore/i articolo: Andrea Zanoni
Titolo articolo: Riscontri lessicografici nel Primo vere di d’Annunzio

A quando risalgono i primi segnali di una fruizione lessicografica nell’opera dannunziana? Il presente contributo muove da questo interrogativo per mostrare come i contatti tra la poesia dell’abruzzese e le fonti vocabolaristiche siano più antichi di quanto si possa credere, riportandoci addirittura agli anni del suo esordio letterario.

Lingua: Italiano
Pag. 59-74
Etichette: Lessicografia, XIX secolo, Forcellini, Gabriele d'Annunzio, Primo vere,

Autore/i articolo: Francesco Rizzo
Titolo articolo: Sull’Horcynus orca: nugoliando e inabissando nel «Duemari» dell’Apocalisse

Il romanzo Horcynus Orca di Stefano D’Arrigo non è un semplice esperimento di retorica letteraria, né l’ennesimo riadattamento del viaggio ulisseo in chiave moderna. In esso sono presenti elementi di riflessione riguardanti il senso della morte a partire dal tentativo di affrancamento da essa nella varietà della scarificazione linguistica. Il tema filosofico della lotta vita-morte rappresenta solo il livello superficiale delle omologhe contrapposizioni sistema/rotta-retta, monolinguismo/ plurilinguismo, allegoria/simbolo. In gioco c’è la vita di una letteratura che disilluda insieme dall’immortalità dell’autore e dall’assolutezza della morte. La morte che muore, di cui primariamente si trova traccia nell’Apocalisse, significa la possibilità che nell’osceno abiti una diversa realtà, quella del niente, l’opposto del desiderio di permanenza nella messa a fuoco della pagina, dei suoi simboli.

Lingua: Italiano
Pag. 75-84
Etichette: Apocalisse, Guerra, Morte, XX secolo,

Autore/i articolo: Francesco Gallina
Titolo articolo: «La ierofania del presente che s’infutura»: per un Petrolio dantesco

Descensio ad dementiam nei gironi e nelle bolge prodotte dalla tanatopolitica tecnocratica e neoconsumistica degli anni settanta, la ‘Visione del Merda’ è il luogo più espressamente dantesco in Petrolio di Pier Paolo Pasolini. Oltre a esaminare alcuni casi di ‘integrazione figurale’ (il Merda e Cinzia, ma anche Sardar), il seguente studio amplia il quadro delle citazioni e dei riusi della Commedia di Dante Alighieri, uno dei fondamentali modelli esplicitamente segnalati sia nell’elenco manoscritto di fonti sia nell’Appunto 19a (con riferimento agli ultimi canti del Purgatorio e, in particolare, al canto xxix). Attraverso processi di risemantizzazione, il peculiare ‘dantismo’ di Petrolio interessa non solo singole espressioni o voci lessicali come ‘bulicame’, ‘forbire’, ‘dismagare’ e il parasintetico ‘infuturarsi’, ma investe anche complesse dinamiche intertestuali che, alla luce della ‘crisi cosmica’ e del ‘genocidio culturale’ fomentati dal fascismo neocapitalista, si servono soprattutto dell’immaginario e delle suggestioni provenienti dall’Inferno. Si dimostra dunque quanto Pasolini attualizzi peccati come l’ignavia, la gola, l’accidia, la fraudolenza, e reinterpreti personaggi emblematici quali Virgilio, Caronte, Pluto, Cerbero, Ugolino e Lucifero.

Lingua: Italiano
Pag. 85-108
Etichette: Allegoria, Intertestualità, XIV secolo, XX secolo, Dante Alighieri, Pier Paolo Pasolini, L'opera dell'Inferno, La Divina Commedia, Petrolio,

Autore/i articolo: Giulia Bassi
Titolo articolo: «Qualche spostamento di montaggio». Gli interventi di Italo Calvino sul dattiloscritto del Barone rampante

L’articolo indaga le strategie strutturali, narrative e stilistiche adottate da Italo Calvino sul testo del Barone rampante attraverso l’analisi dell’originale dattiloscritto conservato all’Archivio Einaudi. Lo studio degli interventi d’autore ha permesso di comprendere meglio almeno tre aspetti principali: come e perché Calvino ha modificato la struttura del romanzo nelle ultime settimane prima della stampa; il suo intervento sistematico sulla focalizzazione e sulla caratterizzazione dei personaggi; la sua attenzione alla precisione lessicale, testimoniata dalle varianti, che riflette la poetica dell’‘esattezza’ delineata nelle Lezioni americane.

Lingua: Italiano
Pag. 111-124
Etichette: Filologia d’autore, Letteratura italiana, XX secolo, Italo Calvino, Il barone rampante,