Le riviste sostenitrici
Italianistica | 2023 | N. 1
Anno 2023 – Annata: LII – N. 1
A cura di Paolo Perilli
Titolo articolo: Un instabile equilibrio. La Nautica di Bernardino Baldi tra poesia e scienza
Poema didascalico in quattro libri dedicato all’arte della navigazione, la Nautica (1590) di Bernardino Baldi è opera cui si è spesso attribuita una certa originalità letteraria e, insieme, una sostanziale infelicità poetica. Il saggio prende le mosse proprio da quest’ultima, innegabile caratteristica del poema, individuando in essa l’esemplare concretizzazione della tensione tra materia e forma, vincolo e libertà che inevitabilmente soggiace alla poesia rinascimentale d’argomento scientifico. In tal senso, la natura problematica dell’opera baldiana è evidenziata a partire dalla lacerazione ch’essa mostra tra le istanze scientifico-didattiche proprie del genere e la sua intrinseca convenzionalità, mostrando come il perseguimento di una presunta scientificità dell’opera da parte del Baldi e il cedimento dell’autore alle tentazioni poetiche che il tema scelto portava inevitabilmente con sé convivano in un equilibrio costantemente precario, esibendo sulla pagina l’irresolutezza tipica di un poeta dal mobile intelletto e insieme di un intero genere letterario.
Lingua: ItalianoPag. 11-23
Etichette: Letteratura, Poesia, Scienza, XVI secolo, Bernardino Baldi, Nautica,
Titolo articolo: «Tutti sanno cosa voglia dire un ciclope…»: i racconti umoristici di G. G. Belli nel quadro della narrativa primo-ottocentesca
Il saggio prende in esame quattro racconti apparsi nel 1836 nello «Spigolatore», indicando alcune continuità e discontinuità rispetto alla narrativa italiana primo-ottocentesca e all’opera complessiva di Belli. Gli echi della tradizione dell’umorismo pedantesco e una certa refrattarietà alla rappresentazione realistica accomunano questi scritti a molta narrativa dell’epoca. La passione di Belli per il teatro e per l’antico si percepisce qui come nei sonetti romaneschi, mentre il diverso tono della produzione in prosa suggerisce una riflessione sull’umorismo e sulle sue classificazioni.
Lingua: ItalianoPag. 25-39
Etichette: Narrativa, XIX secolo, Giuseppe Gioacchino Belli,
Titolo articolo: «La storia non è che un romanzo»: i Cento anni di Giuseppe Rovani
Il contributo vuole rappresentare l’opera Cento Anni di Giuseppe Rovani nei suoi molteplici aspetti costitutivi: dalle fonti storiche prese in considerazione, che attestano la veridicità dei fatti rappresentati, agli elementi narrativi e di invenzione che tessono l’intreccio di un racconto complesso, in cui si mescolano vari elementi e in cui la lezione manzoniana fa da riferimento per trattare delle leggi e del rispetto della giustizia. L’opera viene analizzata anche attraverso le opinioni critiche che hanno concorso a orientarne la lettura per giungere a definire l’impianto narrativo.
Lingua: ItalianoPag. 43-51
Etichette: Romanzo, Storia, XVIII secolo,
Titolo articolo: «Mi scriva dunque un suo autoprofilo completo». Nota sul Profilo autobiografico di Italo Svevo
A partire dal ritrovamento presso l’archivio del Museo Sveviano della corrispondenza tra Italo Svevo e Mario Gastaldi, editore milanese attivo specialmente negli anni trenta del Novecento, il contributo si propone di precisare l’incerta tradizione del Profilo autobiografico. Le lettere riportate alla luce permettono di riformulare parzialmente i giudizi critici finora espressi e di fornire prove circa la paternità sveviana del documento in oggetto. Infine, un confronto tra il manoscritto-dattiloscritto di Giulio Cesari, che contiene un canovaccio dell’autobiografia modificata poi da Svevo, e il Profilo apparso già nel 1928 sotto forma di articolo di giornale e firmato da Gastaldi permetterà di verificare quali siano state le sostanziali varianti operate dall’autore triestino, confermando l’importanza e il carattere di eccezionalità di un testo che occorrerà riportare al centro degli studi sveviani.
Lingua: ItalianoPag. 53-60
Etichette: Autobiografia, XX secolo, Italo Svevo, Mario Gastaldi,
Titolo articolo: Un giovedì dopo le cinque di Antonio Debenedetti: le confessioni di Piero Ceriani tra family novel, noir e melodramma
Nel romanzo modernista Un giovedì dopo le cinque Antonio Debenedetti ripercorre la storia della narrativa otto-novecentesca attraverso le confessioni dell’ottuagenario Piero Ceriani: l’«esistenza travestita da esistenza» dell’inetto e inattendibile protagonista viene edificata con il linguaggio e le tecniche narrative dell’autobiografia, del family novel, del noir, del melodramma e del cinema. La confessione assume il ruolo di atto creativo dell’esistenza negata di Piero, parente mediocre dell’uomo del sottosuolo di Dostoevskij: il protagonista inizia a esistere da quando prende la decisione di raccontarsi, proiettandosi nel personaggio-delinquente che ha sempre sognato di essere. Debenedetti, per mezzo del suo antieroe, sabota dall’interno i generi, facendoli precipitare nell’emisfero d’ombra che rappresenta l’habitat della narrativa novecentesca che non ha più eroi né esseri umani da esibire.
Lingua: ItalianoPag. 61-75
Etichette: Autobiografia, Intertestualità, Melodramma, Modernismo, XX secolo, XXI secolo,
Titolo articolo: Un ‘manzoniano’: don Francesco Fuschini
L’autore, nel corso di una più vasta indagine sull’opera di don Francesco Fuschini (1914-2006), sacerdote scrittore e giornalista, ha isolato alcuni fra i più significativi elzeviri fuschiniani dedicati a Manzoni e a I promessi sposi. Data anche la prospettiva ermeneutica dello scrittore, che si pone in piena sintonia con quella di monsignor Cesare Angelini, suo maestro ‘d’elezione’, dal presente sondaggio emergono, da un lato, alcuni spunti di lettura fuschiniani intorno a personaggi e a vicende del romanzo, mentre dall’altro viene meglio illuminato quel particolare modo di comprendere l’opera manzoniana tipico di Angelini e Fuschini.
Lingua: ItalianoPag. 77-82
Etichette: Adattamento, Chiesa, XX secolo, Alessandro Manzoni, Cesare Angelini, Francesco Fuschini,
Titolo articolo: In margine all’edizione di Orfeo di Striggio-Monteverdi
Il saggio offre alcuni spunti sulle possibili fonti dell’Orfeo di Striggio-Monteverdi, che comprenderebbero, oltre ovviamente all’Euridice di Rinuccini e ai classici, anche la poesia di Marino e soprattutto di Tasso. Concentrandosi sulle varianti tra il testo del libretto e quello della partitura risulta evidente come queste ultime si rifacciano alle Rime tassiane sia per semplici sintagmi che per immagini poetiche, suggerendo anche per esse l’intervento di Striggio. Pur essendo noto che la pervasività del Tasso lirico in quegli anni fosse massima, i dati raccolti possono contribuire a tracciare la complessa storia della composizione dell’Orfeo e più in generale accrescere le nostre conoscenze sulle pratiche di stesura dei primi libretti.
Lingua: ItalianoPag. 85-96
Etichette: Libretto d’opera, Monteverdi, Torquato Tasso, L'Orfeo,