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Italianistica | 2021 | N. 2
Anno 2021 – Annata: L – N. 2
A cura di Paolo Perilli
Titolo articolo: «Trovò fra gli altri quel fatale a caso»: avventura e casualità nel Furioso
L’avventura si presenta come un compromesso particolare tra casualità e Provvidenza: pur manifestandosi imprevedibilmente, la prova cavalleresca sembra al tempo stesso aspettare l’eroe che è predestinato a superarla. Rivalutando le letture dell’Orlando furioso che constatano una marginalizzazione dell’avventura a favore dell’inchiesta o di moduli epici, questo articolo argomenta che Ariosto ricuperi lo schema narrativo dell’avventura, estremizzandolo in due tipi di cui l’uno è orientato verso la casualità, l’altro invece verso la Provvidenza. L’avventura ridotta al caso si incarna nelle contingenze incalcolabili e frustranti che differiscono le inchieste dei diversi cavalieri, mentre la provvidenzialità tipica dell’avventura converge sul personaggio di Astolfo. L’analisi del suo viaggio in Oriente nel quindicesimo canto, che è al centro di questo articolo, rivela come le avventure dell’eroe equivalgano a una eliminazione del caso che si concretizza nella lotta con l’invulnerabile Orrilo. Trasformando dialetticamente i suoi materiali di partenza, il Furioso mira a un equilibrio globale nel quale le forze opposte – nella fattispecie, casualità e Provvidenza – finiscono per sbilanciarsi.
Lingua: ItalianoPag. 11-26
Etichette: XVI secolo, Ludovico Ariosto, Orlando furioso,
Titolo articolo: 1563, la fondazione dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze: intenti e protagonisti
Il saggio si propone di esaminare le fasi iniziali dell’Accademia del Disegno di Firenze grazie ad un’attenta ricostruzione dell’attività dei principali protagonisti che concorsero alla sua nascita nel 1563. Vengono così passati al vaglio gli scambi epistolari tra il Duca Cosimo I de’ Medici, Giorgio Vasari e Don Vincenzio Borghini, per poi porre l’attenzione sulla stesura dei Capitoli statutari della nuova istituzione fiorentina, al fine di evidenziare il ruolo di ciascuno dei protagonisti appena citati nella convulsa fase di intenso lavorìo iniziale e delle successive modifiche che si protrassero almeno fino al 1565.
Lingua: ItalianoPag. 27-53
Etichette: Disegno, XVI secolo, Andrea del Sarto, Cosimo I de’ Medici, Giorgio Vasari, Vincenzio Borghini,
Titolo articolo: Fate cavalleresche. Dalla letteratura francese a quella italiana
Attraverso il tenue filo delle presenze ‘fatate’ nella letteratura italiana tardo-medievale, si rilevano contatti tra la letteratura francese in langue d’oïl e la letteratura italiana coeva, osservando tali contatti specialmente attraverso la ricezione di alcuni Cantari.
Lingua: ItalianoPag. 57-66
Etichette: Letteratura medievale, Racconto, Traduzione, Francia
Titolo articolo: «Nuovo modo […] di far l’amore è questo nostro». Poesia, amore e teologia nelle Lettere di Ansaldo Cebà a Sara Copio Sullam
Finora, le Lettere di Ansaldo Cebà a Sara Copio Sullam sono state utilizzate soprattutto come fonte di informazioni sulle personalità letterarie e religiose dei due autori; qui si tenta invece di considerarle come un prodotto letterario da confrontare con la tipologia del ‘libro di lettere amorose’ cinquecentesco e con la lunga tradizione delle opere che abbinano l’argomento amoroso e la struttura epistolare (come le Heroides, Abelardo ed Eloisa, la Historia de duobus amantibus). A fronte di molti tratti tradizionali, da tale confronto emerge quale peculiarità dell’opera soprattutto una inedita commistione tra il codice espressivo platonico-petrarchesco, l’ideale della poesia eternatrice e la discussione teologica, a partire dalla quale Sara e Ansaldo esplorano possibili configurazioni delle loro personae letterarie atte a integrare il canovaccio della comunicazione epistolare tra amanti (ormai una maniera) e la più vivace spinta dei tempi nuovi verso la spiritualità.
Lingua: ItalianoPag. 67-91
Etichette: Amore, Ebraismo, XVI secolo, XVII secolo, Ansaldo Cebà, Sara Copio Sullam,
Titolo articolo: Paolo e Virginia, o della frustrazione poetica. Guido Gozzano e Bernardin De Saint-Pierre
L’articolo propone una lettura metapoetica della canzone Paolo e Virginia di Guido Gozzano e mette al centro dell’analisi il meccanismo dell’identificazione emotiva, considerato come chiave del processo di riscrittura del romanzo Paul et Virginie di Bernardin de Saint-Pierre. Attraverso un confronto con L’analfabeta e Il commesso farmacista, viene identificata una linea di discorso coerente nella produzione di Gozzano, mediante la quale quest’ultimo esprime, in un gioco di negazioni e proiezioni, l’aspirazione a un modello di poesia diversa da quella ironica e disincantata dei Colloqui. In Paolo e Virginia Gozzano mette dolorosamente in scena il proprio fallimento come poeta d’amore, appoggiandosi anche, per via allusiva, agli opposti modelli di Dante e Petrarca.
Lingua: ItalianoPag. 93-106
Etichette: Poetica, XVIII secolo, Bernardin de Saint-Pierre, Guido Gozzano, Il commesso farmacista, L'analfabeta, Paolo e Virginia,
Titolo articolo: La guerriglia nell’opera di Beppe Fenoglio e Lawrence d’Arabia: affinità tra i due autori
Il saggio analizza le affinità tra i principi bellici presenti negli scritti di Beppe Fenoglio e la teoria della guerriglia elaborata da Lawrence d’Arabia, autore inglese letto, citato e stimato a tal punto da generare nello scrittore di Alba una parziale identificazione.
Lingua: ItalianoPag. 107-119
Etichette: Guerra, Storia, XX secolo, Beppe Fenoglio, Thomas Edward Lawrence,
Titolo articolo: I proverbi nelle opere calligrafiche del Cinquecento (dai testi della Newberry Library): bellezza, morale
La Special Collection della Newberry Library custodisce un immenso patrimonio calligrafico che si distingue per numero di pezzi, ampiezza temporale e diversità delle tipologie grafiche e decorative. Gli strumenti calligrafici cinquecenteschi, in particolare, presentano un cospicuo numero di espressioni gnomiche (proverbi, adagi, massime) che i maestri di scrittura proponevano agli apprendenti, futuri calligrafi o segretari di corte, al fine di raffinare le loro competenze grafiche e scrittorie e, allo stesso tempo, veicolare messaggi di moralità e saggezza popolare. Con una particolare attenzione agli insegnamenti eticamente virtuosi, gli esempi morali, latini e/o volgari, dei più rinomati calligrafi del sedicesimo secolo (fra cui spiccano Francesco Cresci, Ludovico degli Arrighi o Vicentino, Giovanni Battista Palatino, and Giovanni Antonio Tagliente), propongono lezioni di vita soddisfacendo, al contempo, le aspettative estetiche di specifici contesti storici, sociali e culturali.
Lingua: ItalianoPag. 123-147
Etichette: Bello, Moralità, XVI secolo,
Titolo articolo: Michele Dell’Aquila
Lingua: Italiano
Pag. 149-158
Etichette: XX secolo,