Le riviste sostenitrici
Italianistica | 2021 | N. 1
Anno 2021 – Annata: L – N. 1
A cura di Paolo Perilli
Titolo articolo: Tre note dantesche (su Io son venuto…, Tre donne…, e sull’ordinamento delle quindici canzoni distese)
In queste tre Note si propone innanzitutto di identificare con Saturno il «pianeto» menzionato in Io son venuto…, v. 7, sulla base di nuovi riscontri. Si conferma poi il perfetto parallelismo tra «uccella» e «caccia», da intendersi come verbi, in Tre donne…, vv. 101 sgg.: anche da ciò derivano alcune conseguenze riguardo all’interpretazione complessiva della canzone (e, in parte, alla sua cronologia). Infine, si evidenzia che l’ordinamento delle quindici canzoni distese potrebbe non essere originale bensì risalente a una sistemazione degli anni trenta del xiv secolo, probabilmente complessa e stratificata.
Lingua: ItalianoPag. 19-31
Etichette: XIV secolo, Dante Alighieri, Rime,
Titolo articolo: Il De vulgari: la costruzione del poeta
Il Dve, come il Convivio, è opera con cui Dante chiariva e certificava a sé ruolo e funzioni di poeta in una società nella quale gl’intellettuali laici cercavano spazi fuori dalle «scuole de li religiosi» e dalle «disputazioni de li filosofanti», e quando soprattutto bisognava rispondere all’insidiosa contestazione dell’infondatezza dell’auctoritas da loro rivendicata. La soluzione proposta da Dante si fonda sulla lingua illustre dei poeti illustri, nella quale si coagulano insieme ragione sapienza e società, sì che (mentre giustifica e valorizza l’intera sua personale produzione dalla Vita nuova in poi e apre la strada alla Commedia) i poeti possono reclamare il primato nella società, ché sono sostenuti da «strenuitate ingenii et artis assiduitate scientiarumque habitu» (ii 4, 10), onde la loro benefica azione effetto dell’autorevole «gratioso lumine rationis» (i 18, 5). La costruzione del poeta doveva sembrargli conclusa: forse anche per questo il Poeta non riprese il trattato, come non riprese il Convivio una volta appurata la nobiltà essere quella dell’animo.
Lingua: ItalianoPag. 33-45
Etichette: Lingua, Poesia, XIV secolo, Dante Alighieri,
Titolo articolo: Il Limbo di Dante e l’equità di accesso: non-Cristiani, bambini, e i criteri di inclusione ed esclusione, da If 4 a Pd 32
Questo saggio esamina la complessa analisi dantesca a proposito dei non-Cristiani, in base all’importanza del concetto di accesso entro il pensiero dantesco sulla giustizia. Seguendo le indicazioni del Boccaccio nelle Esposizioni, il problema viene colto da tutte le prospettive, arrivando al rapporto tra i bambini salvati ma senza alcun merito di Pd 32 e i non-Cristiani che possiedono ogni merito ma nessuna grazia nel Limbo dantesco.
Lingua: ItalianoPag. 49-64
Etichette: XIV secolo, Dante Alighieri,
Titolo articolo: «Con altro vello ritornerò poeta»: il bestiario di Dante nella Commedia
Questo saggio intende vagliare il complesso dei paragoni con il mondo animale che, nella Commedia, l’auctor riferisce all’agens. Il «bestiario» di Dante appare infatti caratterizzato da una particolare coesione interna e da una funzione specifica nell’economia del poema, che l’articolo cerca di chiarire attraverso una rassegna di fonti enciclopediche, scritturali e documentarie. Alla luce di questa analisi, i riferimenti alla fauna avicola (aquila, cicognino e falcone), e in maggior misura quelli al mondo pastorale (bue, capra e agnello), sembrano infatti modellare un sistema teso a proiettare la figura del poeta verso una prospettiva universalistica e teleologica, il cui compimento si colloca nell’esordio di Pd 25, di cui si propone un’interpretazione originale.
Lingua: ItalianoPag. 65-74
Etichette: Profezia, XIV secolo, Dante Alighieri,
Titolo articolo: Composizione ‘in progress’ della Commedia e rapporto con le fonti: il caso rivelatore di Stazio
In questo contributo, si esamina in modo sintetico la ricezione di Stazio nell’opera dantesca, distinguendo le fasi attraverso cui avviene l’appropriazione dell’autore antico. Viene sottolineata anche la contrapposizione tra l’alto Inferno, dove la presenza di Stazio come modello è virtualmente nulla, e il basso Inferno, dove sono riprese sia l’Achilleide che la Tebaide, con quest’ultima che assume un importante ruolo strutturale. Questo sviluppo impone di ipotizzare che la cultura e la poetica dantesca subiscano una notevole evoluzione dall’inizio della cantica, e ciò potrebbe essere compatibile con la teoria che Dante abbia cominciato a scrivere il poema a Firenze, prima dell’esilio.
Lingua: ItalianoPag. 75-85
Etichette: Canone letterario, XIV secolo, Dante Alighieri, Publio Papinio Stazio, La Divina Commedia,
Titolo articolo: La discesa della nuova Gerusalemme e la venuta della sposa
Si mette in evidenza la varietà e complessità di riferimenti che costruiscono una rappresentazione complessa e profonda. La figura di Beatrice che scende dal cielo per assumere il ruolo di guida di Dante verso e durante l’ascesa paradisiaca ha analogia con tutta una serie di figurazioni proprie della visione apocalittica. E insieme raffigura la sapienza teologica, la chiesa romana e la funzione salvifica di Cristo. In quanto tale può giudicare Dante.
Lingua: ItalianoPag. 87-89
Etichette: Donne, XIV secolo, Dante Alighieri,
Titolo articolo: «Così s’osserva in me lo contrapasso»: una questione aperta
Introdotto da Bertran de Born al culmine della rappresentazione dei seminatori di scisma e di discordia (If 28, 142), il contrapasso e stato definito unfattuazione della legge biblica del taglione. In realta, nessuna delle fonti filosofiche di Dante riconosce nel contrapasso una semplice misura retributiva, bensi un paradigma in cui la restituzione si combina con un aggravio punitivo. Aristotele lo invoca per chiunque abbia offeso un rappresentante dello Stato; gli scolastici . riconoscendo in ciascun reato unfoffesa verso la comunita . per ogni criminale. Da questo punto di vista la condizione di Bertran coglierebbe nel segno due volte: il trovatore e punito per aver attentato alla sicurezza non soltanto di due re ma di un intero regno. Lfurgenza di punire pubblicamente i reati contro la concordia civium e anche lfassunto delle riflessioni legali di fine Duecento, che per i reati criminali prescrivono un cerimoniale del castigo pubblico ricco di significati laici e di riferimenti devozionali. Di questa drammaturgia la rappresentazione della nona bolgia ripropone diversi aspetti, utili a enfatizzare la dismisura della colpa dei seminatori e a presentare le loro piaghe come una parodia del sacrificio di Cristo e dei martiri. Lfepisodio di Geri del Bello, infine, conferma che lfintenzione dellfautore non e quella di suggerire equivalenze con la lex talionis ma di sconfessare in via definitiva ogni pretesa di giustizia privata.
Lingua: ItalianoPag. 101-112
Etichette: Giustizia, Punizione,
Titolo articolo: Postilla a If 3, 29: l’«aura sanza tempo tinta»
Il contributo è dedicato allo studio del significato di «aura sanza tempo tinta» in If 3, 29. Nella prima parte del saggio è proposta una breve sintesi dello status quaestionis in merito alla difesa delle lezioni error/orror (v. 31) e dei casi d’intertestualità che legano il canto ad alcuni passi dell’Eneide. In particolare, Iacomo della Lana e Alberico da Rosciate forniscono una diversa interpretazione del sintagma «sanza tempo», ora intendendolo, sempre riferito ad «aura», come «romore senza ordene», «sonitus […] inordinatus». A partire dall’analisi dei più antichi commenti al poema dantesco negli anni dell’‘antica vulgata’ e dallo studio di altre fonti medievali, emergono alcuni aspetti che mostrano come quest’ultima interpretazione difficilior appaia più economica in vista del generale significato di If 3, 22-30.
Lingua: ItalianoPag. 113-125
Etichette: Alberico da Rosciate, Iacomo della Lana,
Titolo articolo: Imaginatio dantesca: Gerione in «realtà aumentata» (Inferno XVII)
Il saggio intende aggiornare il paradigma interpretativo con cui leggere il sintagma «sozza imagine di froda» (If xvii, v. 7), al fine di riscattare la figura di Gerione dalla riduttiva etichetta di fictio simbolica. Travalicando i limiti imposti alle fictiones tradizionali, infatti, il custode di Malebolge non resta circoscritto al solo piano mentale ma sconfina entro l’orizzonte esperienziale del pellegrino. La ripresa di due episodi della Vita nuova (4, 1-8; 15, 1-6) documenta, sin dal libello giovanile, l’elaborazione dantesca intorno alla categoria dell’imaginatio culminante nell’episodio infernale. Emancipando la nozione di imaginatio dal suo tradizionale ambito di applicazione, nella Commedia Dante ha realizzato una intensificazione certamente ardita e originale delle possibilità contemplate dalle auctoritates tardo-antiche e medievali, ottenendo un’imagine il cui funzionamento è paragonabile, per certi versi, a quello della «realtà aumentata» della tecnologia contemporanea.
Lingua: ItalianoPag. 127-136
Etichette: XIV secolo, Dante Alighieri,
Titolo articolo: «Seguitando il mio canto con quel suono». La natura musicale dell’Antipurgatorio
In questo contributo si analizzano le presenze musicali di una delle zone più singolari del poema dantesco, l’Antipurgatorio. Oltre ad avere connotazioni geodesiche e morali proprie l’Antipurgatorio è caratterizzato da un’organizzazione musicale diversa dalle altre due macrozone purgatoriali, la cui natura può essere individuata in un principio di progressione continua che conduce dall’intonazione incipitaria del salmo 113 fino al nuovo paesaggio musicale della «valletta fiorita », sugellato dal canto dell’inno a Compieta «Te lucis ante». Su tale principio progressivo si struttura la ricerca di una musica in grado non solo di accompagnare il nuovo percorso oltremondano inaugurato dalla seconda cantica ma anche di diventare una fonte di informazione costante ed immediata per i lettori medievali familiarizzati con l’uso liturgico.
Lingua: ItalianoPag. 137-154
Etichette: Musica, Paesaggio, XIV secolo, La Divina Commedia,
Titolo articolo: Dalla Bibbia, alla Pia, ad Amleto: ricordati di me
La famosa esortazione della Pia a Dante personaggio è una citazione dal Vangelo di Luca: sono le stesse parole rivolte dal buon ladrone sulla croce a Cristo. Ma queste ultime, a loro volta, sono un vero e proprio cliché scritturale, una formula caratteristica della preghiera, codificata come tale nel Medioevo. Per quanto riguarda, poi, il distico finale del canto v del Purgatorio, il suo significato emerge con chiarezza attraverso il confronto con le corrispondenti parole di Francesca nel v dell’Inferno: la Pia non chiede vendetta, si limita a mettere il marito che l’ha uccisa, e che lei ha perdonato, di fronte alla propria responsabilità. Quando leggiamo la stessa esortazione rivolta ad Amleto dallo spettro di suo padre, il significato appare ribaltato, ma è molto probabile che Shakespeare avesse letto i versi danteschi nella versione fornitane da François de Belleforest, al – l’interno di una ben nota fonte testuale dei suoi drammi.
Lingua: ItalianoPag. 155-168
Etichette: Citazione, Dante Alighieri, François de Belleforest, william shakespeare,
Titolo articolo: La gestualità della richiesta in Purgatorio 5 e 6: coreografie classiche e cristiane a confronto
I canti 5 e 6 del Purgatorio sono pieni di riferimenti all’Eneide di Virgilio, ma sono caratterizzati anche da un linguaggio che evoca la corporeità in modo immediato e intuitivo. Se da una parte il testo offre al lettore la possibilità di visualizzare una serie di scene mediante il ricorso al repertorio di memorie virgiliane che vedono Enea negli inferi, dall’altra gli stessi lettori sono anche sollecitati dal testo a visualizzare vari stati corporei che, insieme all’ermeneutica dell’intertestualità, suggeriscono modalità di condotta (comportamentale, filosofica, politica, etica, spirituale) in grado di rivisitare le tipologie di postura attinenti al mondo classico. In questi canti dell’Antipurgatorio, possiamo discernere lo sforzo di stabilire un equilibrio tra due poli: da un lato, le virtù classiche della verticalità, del magnanimo, e della stabilità della linea retta; dall’altro, un nuovo schema di modelli cristiani di movimento responsivo verso l’altro.
Lingua: ItalianoPag. 169-183
Etichette: Gestualità, Intertestualità, Eneide, La Divina Commedia,
Titolo articolo: «Labïa meä, domine». Sulla citazione di Salmi 51 (50), 17 a Purgatorio 23, 11
Il saggio si concentra sulla citazione del diciassettesimo versetto del Salmo 51 (50) a Purgatorio 23, 11, onde argomentare l’apparentemente originale legame qui istituito da Dante tra questo versetto biblico e il peccato di gola in riferimento a taluni possibili antecedenti di questo legame nell’ambito della cultura e della letteratura religiosa medievale.
Lingua: ItalianoPag. 185-195
Etichette: XIV secolo, Dante Alighieri,
Titolo articolo: Tra vecchia e nuova mainera? Su Dante e Bonagiunta
A partire dall’analisi di due importanti canzoni d’argomento etico-civile, Similemente onore di Bonagiunta Orbicciani e la dantesca canzone della leggiadria Poscia ch’Amor del tutto m’ha lasciato, il contributo amplia il confronto tra la poesia della vecchia e della nuova «mainera», a segnalare come seguire l’evoluzione della poesia ‘non-amorosa’ non solo possa rivelarsi utile per comprendere meglio il rapporto tra Dante e il poeta lucchese, ma offra anche spunti di riflessione sulla rappresentazione di Bonagiunta-personaggio nella Commedia.
Lingua: ItalianoPag. 197-208
Etichette: XIII secolo, XIV secolo, Bonagiunta Orbicciani, Dante Alighieri, La Divina Commedia,
Titolo articolo: L’albero inverso di Pd 18, 29
Nel cielo di Marte Dante descrive il paradiso come un albero del quale sta ammirando la quinta soglia, ovvero il quinto ramo, il quinto cielo: la particolarità di questa pianta consiste nel fatto che si nutre dalla chioma e non dalle radici. Tale rappresentazione sottolinea il radicamento dell’uomo nel mondo celeste e rappresenta un’immagine diffusa e familiare, come testimoniano le considerazioni platoniche e aristoteliche sull’essere umano, ulteriormente confermate dall’etimologia stessa che i Greci ipotizzavano per il lemma .ƒËƒÆƒÏƒÍƒÎƒÍ.. Se dunque l’inversione biologica ed esistenziale della pianta-uomo e intrinseca alla natura stessa dell’essere umano, ad essere veramente invertito e Satana, incastrato a testa in giù nel baratro infernale.
Lingua: ItalianoPag. 209-218
Etichette: Uomo, XIV secolo, Dante Alighieri, La Divina Commedia,
Titolo articolo: «Come iri da iri». Meteorologia aristotelica e teologia filosofica nella Commedia
L’immagine del doppio arcobaleno in Paradiso xxxiii 115-120 ha l’altissima funzione teologica di un tentativo poetico di descrivere la Trinità. L’immagine, tuttavia, può essere spiegata non solo attraverso le sue ben note fonti bibliche, ma anche mediante una fonte squisitamente filosofica come la Meteorologia di Aristotele (con le sue numerose riprese medievali). In particolare, il testo di Aristotele propone una concezione tricromatica dell’iride, tratta il fenomeno del doppio arcobaleno, e discute, in connessione con questi temi, anche il fenomeno dell’alone circolare, lunare o solare: tutti aspetti centrali per l’immagine di Dante. Tra i commentatori di Aristotele, Alberto Magno sottolinea con particolare efficacia l’impossibilità (già aristotelica) della rappresentazione artistica dell’arcobaleno, così come il ‘mistero naturale’ che presiede alla derivazione reciproca dei colori dell’iride. Alfredo di Sareshel considera addirittura il fenomeno come arcus angelicae considerationis, enfatizzando l’estrema difficoltà della sua trattazione. Un tema in apparenza di pura filosofia naturale si rivela quindi il perfetto contraltare dell’immagine matematica del geometra che tenta di quadrare il cerchio, sottolineando come la poesia di Dante non rinunci all’apporto della riflessione razionale fino all’estremo punto del congiungimento con Dio.
Lingua: ItalianoPag. 219-238
Etichette: Alberto Magno, Aristotele, Dante Alighieri, La Divina Commedia,
Titolo articolo: Dante’s Cosmos and the Geometry of Paradise
Il cosmo di Dante e la geometria del Paradiso · L’articolo considera la cosmologia dantesca da un punto di vista sia teologico che scientifico. Sebbene la concezione della struttura dell’universo di Dante derivi dalla cultura del suo tempo, si dimostra che nella Commedia l’autore elabora un modello cosmologico originale per illustrare come le leggi fisica e divina determinino in armonia il funzionamento della «machina mundi». La prima parte dell’articolo descrive le premesse e le principali caratteristiche del modello dantesco; la seconda parte illustra tale modello nei termini della matematica e della geometria del tempo di Dante. Partendo dal precedente lavoro di Speiser e Peterson, l’articolo propone una diversa ipotesi dell’architettura cosmologica dantesca, coerente con la conoscenza scientifica del tempo e con la Commedia. Contrariamente ai modelli proposti precedentemente, l’ipotesi qui avanzata non si fonda su conoscenze scientifiche (le geometrie non- Euclidee) estranee al contesto delle conoscenze scientifiche medievali e soprattutto, diversamente da questi, dà conto della centrale funzione di raccordo tra Empireo ed universo tolemaico svolta dai cori angelici.
Lingua: ItalianoPag. 239-252
Etichette: Cosmo, Dante Alighieri,
Titolo articolo: «Era formosissima e bella». Le invenzioni letterarie degli antichi commenti alla Commedia e la famiglia Colonna
Il saggio prende in esame le menzioni dei membri dei Colonna nei testi del commento secolare alla Commedia. Se nell’opera di Dante non compare alcun riferimento esplicito ai Colonna, nelle opere d’esegesi al poema gli episodi che videro coinvolti la famiglia romana offrono l’occasione ai vari commentatori di espandere la loro narrazione, inventando storie e offrendo spiegazioni non sempre aderenti al vero. Attraverso questa presenza si è cercato, quindi, di valorizzare una parte del carattere letterario delle opere di commento.
Lingua: ItalianoPag. 257-269
Etichette: Storia, Bonifacio VIII, Dante Alighieri,
Titolo articolo: Dante e il Rinascimento. Sugli studi danteschi in lingua tedesca nell’Ottocento
Questo articolo esamina alcuni contributi, spesso poco noti, agli studi danteschi pubblicati nell’Ottocento nei paesi germanofoni. Si analizza in modo particolare l’influsso esercitato dalla nozione di ‘rinascimento’ che porta a considerare Dante come il primo poeta di una nuova età culturale e a sottolineare nella sua poesia e nella sua filosofia gli elementi di novità e di rottura rispetto alla tradizione medievale. Una particolare attenzione è rivolta ai concetti di ‘individuo’ e di ‘individualità’ considerati da Jacob Burckhardt un tratto fondamentale della cultura rinascimentale. Una considerazione conclusiva discute il rapporto tra Antichità e Medioevo in Auerbach alla luce di questo percorso di storia della critica.
Lingua: ItalianoPag. 271-283
Etichette: Rinascimento, XIX secolo, Dante Alighieri, Germania
Titolo articolo: Irma Brandeis, dantista
L’articolo si propone di rivalutare l’attività critica di Irma Brandeis, troppo spesso trascurata per colpa di un interesse a tratti morboso verso la sua relazione con Eugenio Montale e verso il suo ruolo di ‘musa’ nei componimenti del poeta. La carriera di Brandeis e la sua produzione scientifica meritano invece uno studio approfondito, perché presentano diversi motivi di interesse specifici e contestuali. Dopo aver brevemente introdotto la sua biografia e aver fornito le coordinate del suo percorso accademico, l’articolo si concentra sugli interventi critici di Brandeis – in primo luogo quelli dedicati a Montale, per poi passare a quelli danteschi; si cercano di ricostruire i nodi fondamentali del pensiero della studiosa e le letture per lei più influenti. I saggi di Brandeis rivelano una lettura sensibile a diversi metodi e ben informata rispetto a molti dei dibattiti dell’epoca, con risultati notevoli soprattutto in relazione al discorso sul linguaggio figurato dantesco.
Lingua: ItalianoPag. 285-294
Etichette: Dantismo, Donne, XX secolo,
Titolo articolo: Attualità di Giorgio Petrocchi
A oltre mezzo secolo di distanza dall’Edizione Nazionale della Commedia secondo l’antica vulgata (1966-1967), il tema dell’attualità di Giorgio Petrocchi nell’àmbito della filologia dantesca implica almeno tre considerazioni: la prima di carattere metodologico; la seconda concernente l’albero genealogico delle testimonianze; la terza relativa alla restituzione del testo sia dal punto di vista della sostanza che della veste linguistica.
Lingua: ItalianoPag. 295-304
Etichette: Giorgio Petrocchi, stemma codicum,
Titolo articolo: «Tre donne intorno [a Dante] son venute»: María Zambrano, Adriana Mazzarella, Martha C. Nussbaum
Il saggio si occupa di tre studiose, riconosciute internazionalmente per il loro contributo in scienze diverse dalla letteratura e dalla critica letteraria, che hanno sviluppato un interesse professionale per l’opera di Dante, indicando anche modalità di lettura inconsuete e utili alla definizione del loro percorso di conoscenza professionale. Si tratta di María Zambrano, filosofa spagnola, considerata per i suoi due scritti danteschi incompiuti (editi in Dante specchio umano nel 2007), Adriana Mazzarella, psicologa italiana, per il suo Alla ricerca di Beatrice. Dante e Jung (prima edizione 1991), Martha C. Nussbaum, filosofa statunitense, per il suo capitolo su Dante in Upheavals of Thought. The Intelligence of Emotions (2001). Si è indagata anzitutto la ragione del loro interesse professionale per Dante, quindi si sono sottolineati gli aspetti più rilevanti delle loro letture e le prospettive che le accomunano.
Lingua: ItalianoPag. 305-323
Etichette: Psicologia, Adriana Mazzarella, Dante Alighieri, Maria Zambrano, Martha C. Nussbaum,
Titolo articolo: Periplo breve fra le letture dantesche di Giorgio Varanini
Con questo profilo cerco di rilevare come gli studi danteschi di Giorgio Varanini siano caratterizzati da una costante e irrinunciabile ricerca di concrete motivazioni storico-culturali e specialmente filologico-linguistiche per la verbalità dantesca, sulla via del definire «la varia fenomenologia del guardare di Dante» nei termini della discussione di precisi indicatori che riescano ogni volta ad arricchire soprattutto la definizione di situazioni e personaggi legati alle vicende della Toscana m unicipale nel Medioevo.
Lingua: ItalianoPag. 325-328
Etichette: Arte, Filologia, Poesia, XIV secolo,
Titolo articolo: «Dal nero fondo della miniera alla luce». L’antifascismo dantesco di Gadda
In questo saggio si analizza la triplice funzione della presenza dantesca nei principali testi di Carlo Emilio Gadda sul fascismo: Eros e Priapo, I miti del somaro, Il primo libro delle favole. Nella rabbiosa rappresentazione gaddiana, il ventennio è un «abisso» in cui si riconoscono i paesaggi, le folle e i personaggi dell’Inferno di Dante. Nell’ambito di una lettura del fascismo quale dominio storico di Eros su Logos, la Commedia è inoltre exemplum positivo di sublimazione eroica di Eros. Infine, Dante è modello profetico, di valore testimoniale ed etico della parola letteraria, per un «furore» che ambisce a ritrovare la luce della ragione.
Lingua: ItalianoPag. 331-342
Etichette: Antifascismo, Profezia, Carlo Emilio Gadda, Dante Alighieri,
Titolo articolo: «E donna mi chiamò beata e bella»: incroci danteschi tra Peter Weiss e Walter Benjamin
Il saggio è dedicato al dantismo creativo dello scrittore tedesco Peter Weiss (1916-1982), esaminato alla luce del concetto di allegoria di Walter Benjamin (1892-1940). Si ipotizza che la concezione dialettica della storia che la critica ha rintracciato nei tre volumi dell’Estetica della Resistenza (1975-1981) derivi da una lettura con lenti benjaminiane delle Commedia che si trova in nuce nei testi che formano parte del Divina-Commedia Projekt (1964-1969) e, in particolare, nel dramma Inferno. Si instaura in questo modo una linea di continuità tra le due fasi del dantismo di Peter Weiss, che viene qui esplorata attraverso l’analisi del personaggio di Beatrice. La funzione salvifica del mito femminile dantesco viene attualizzata da Peter Weiss in senso ‘storico’ e decisamente benjaminiano: trasformata in anagogia del collettivo delle vittime dimenticate di Auschwitz, Beatrice acquista potenzialità uto pica e offre al presente in pericolo una possibilità sfuggente di redenzione.
Lingua: ItalianoPag. 343-358
Etichette: Nazismo, XIV secolo, XX secolo, Dante Alighieri, Peter Weiss, Germania
Titolo articolo: Itinerarium mentis in increatum. Innesti danteschi nei Giochi dell’eternità di Antonio Moresco
Il fine del seguente saggio è esaminare come la trilogia dei Giochi dell’eternità (Gli esordi, Canti del caos, Gli increati) di Antonio Moresco sia influenzata dalla Divina Commedia di Dante a livello letterario ed extra-letterario, strutturale, tematico e stilistico, rifunzionalizzando lo schema tripartito del poema, rielaborando alcuni topoi (la descensio ad inferos, l’itinerarium mentis in Deum e la ‘donna-angelo’) e adottando sia l’espressionismo truculento dell’Inferno sia la retorica paradisiaca dell’inesprimibile.
Lingua: ItalianoPag. 359-382
Etichette: XIV secolo, XX secolo, XXI secolo, Antonio Moresco, Dante Alighieri, Giochi dell'eternità, Gli esordi, Gli increati, La Divina Commedia,