Italianistica | 2013 | N. 3

Anno 2013 – Annata: XLII – N. 3 Mese: Settembre/Dicembre
A cura di Ileana Bertocchi

Autore/i articolo: LUISA AVELLINI
Titolo articolo: Questioni di onomastica romanzesca fra storia e invenzione nelle opere di Anna Banti e Maria Bellonci

L’articolo, incipit del secondo fascicolo di “Italianistica” dedicato alla memoria di Bruno Porcelli, intitolato “Studi da Dante ai nostri giorni” e curato da Davide De Camilli, Alberto Casadei, Marcello Ciccuto e Giorgio Masi,
avvia un’indagine sulle scelte onomastiche manifestate nei romanzi di Anna Banti e Maria Bellonci. Partendo dalla considerazione dell’amicizia intima che legò le due autrici, viene sapientemente rilevata la capacità di entrambe di ridare una personalità nuova ai profili, specie femminili, tratti dalla storia, operandone una risemantizzazione onomastica. La prima autrice, per la quale il tema onomastico deve essere applicato innanzitutto alla scelta del proprio pseudonimo e poi al tessuto del narrare, scomponendo gli aspetti del ‘carattere’ suggerito dai dati biografici, entra direttamente nelle proprie pagine, creando un gioco ironico e trasgressivo di continue allusioni. La seconda invece attinge maggiormente alla tradizione e ai dati documentaristici, senza tuttavia rinunciare alla libertà inventiva. Il risultato per entrambe una verosimiglianza viva e attuale di storie e personaggi.

Lingua: Italiano
Pag. 11-19
Etichette: Articolo, Indagine, Onomastica, Banti Anna, Bellonci Maria, Amicizia, Personalità, Canone, Profilo, Femminile, Storia, Risemantizzazione, Lopresti Lucia, Sintonia, Intellettuale, Biografico, Ricerca, Relazione, Epistolare, Scrittrice, Trenta, Sessanta, No,

Autore/i articolo: GUIDO BALDI
Titolo articolo: “Il sorriso dell’ignoto marinaio” e l’ipotesto di “Libertà”

Il saggio esamina i punti di contatto e le divergenze di impostazione narrativa tra il romanzo di Vincenzo Consolo, “Il sorriso dell’ignoto marinaio” e la novella verghiana “Libertà”. Uguale la materia, ovvero una rivolta contadina, ma diversi gli orientamenti ideologici degli autori: da una parte un Verga fermamente negativo verso la sommossa e le sue atrocità, temperato solo dalla pietà verso i contadini diseredati, dall’altra un Consolo spinto dalla volontà di comprendere le ragioni dell’insurrezione. Se il primo, con la sua gelida e cruda oggettività, registra l’estraneità dei contadini ai valori risorgimentali e predetermina le reazioni del lettore in un’unica direzione, il secondo cerca di dare una prospettiva storica, arrivando a giustificare storicamente e socialmente la rivolta del Mezzogiorno, riproducendo, tramite un gioco di punti di vista, le motivazioni della sommossa ed eludendo invece la mera descrizione della stessa, che sarebbe risultata un’imposizione dall’alto, tanto più se condotta da un intellettuale borghese quale egli era.

Lingua: Italiano
Pag. 21-31
Etichette: Saggio, Esaminare, Punto, Contatto, Il sorriso dell’ignoto marinaio, Novella, Libertà, Divergenza, Impostazione, Racconto, Orientamento ideologico, Scrittore, Rivolta contadina, Atteggiamento, Negativo, Pietà, Consolo Vincenzo, Verga Giovanni, ragione, Ra,

Autore/i articolo: GIORGIO BARONI
Titolo articolo: “tu sarai Lui, ed Egli sarà te”: Ada Negri e il dono

L’autore analizza la silloge “Il dono” di Ada Negri e riconosce come essa sia stata per la poetessa, pur in un certo illimpidimento lirico, occasione di bilancio esistenziale. Si evidenzia come il tema principale delle riflessione, la vita come dono di Dio, sia presentato insieme a una matura considerazione per le proprie scelte passate: la sensazione di non aver fatto abbastanza durante la propria esistenza è mitigata dal desiderio dell’incontro con il Creatore e dall’anelito cristiano al perdono nel giorno del ricongiungimento nell’aldilà.

Lingua: Italiano
Pag. 33-38
Etichette: Silloge, Il dono, Negri Ada, Bilancio, Esistenziale, Illimpidimento, Lirico, Riflessione, Dio, Scelta, Vita, Vanità, Luce, Cristiano, Regno, Desiderio, Creatore, Trasformare, Verso, Esaltazione, Sofferenza, Maturità, Saggezza, Tecnica, Espressiva, Abilit,

Autore/i articolo: ANNA BELLIO
Titolo articolo: “e tutti azzurri diventano i miei versi”. Lina Galli, la natura e l’ineffabile leggerezza della poesia

L’autrice presenta un’interessante contributo sulla lirica di Lina Galli, poetessa triestina del Novecento. Analizzandone da vicino alcuni dei componimenti, si dimostra la profonda lontananza dal descrittivismo e la ricerca di una fisicità smaterializzata, assorbita in versi di pietas o di amore. Il sogno della Galli è ben rappresentato dalla poesia di montagna in cui, nell’estatica contemplazione dei monti e in piena libertà di spirito, la scrittrice è in grado di superare i limiti spazio-temporali, regalando arcane immagini del mondo, frutto di un’ispirazione poetica senza confini.

Lingua: Italiano
Pag. 39-46
Etichette: Galli Lina, Lirica, Poesia, Triestina, Novecento, Descrittivismo, Fisicità, Pietas, Amore, Montagna, Sogno, Autenticità, Libertà, Spirito, Estatica, Contemplazione, Monti, Supera, Limite, Tempo, Spazio, Ispirazione poetica, Immagine, Mondo, Parola, Conti,

Autore/i articolo: CLAUDIO BRACCO
Titolo articolo: ‘Haidée’. Vicende di un antroponimo letterario

Lo studio indaga la storia dell’antroponimo letterario Haidée, a partire da “le Comte de Monte-Cristo” di Dumas in cui compare come nome di uno dei personaggi principali. Dumas stesso ne ricorda l’origine byroniana e in effetti il termine si ritrova sia del “Don Juan” che in “Translation of the Romaic Song”. Si discute l’etimologia del prenome femminile e si ricorda come sia stato anche il nome di una schiava circassa, che comprata a Costantinopoli e condotta in Francia alla fine del Seicento da un diplomatico francese, divenne un personaggio della buona società parigina di primo Settecento, conosciuta come Mademoiselle Aïssé. Se è quasi sicuro che la sua storia ispirò un romanzo dell’abbé Prévost, “Histoire d’une Grecque moderne”, più difficile accertare l’influenza del personaggio greco sul testo di Dumas. Si procede indicando alcune opere francesi della prima metà dell’Ottocento in cui la protagonista si chiama Haïdée/Haÿdée, la più importante delle quali è l’opera lirica “Haÿdée ou le secret” di Auber Daniel. Infine si segnalano citazioni significative del personaggio in autori francesi dello stesso periodo e si esaminano gli adattamenti delle traduzioni italiane ottocentesche.

Lingua: Italiano
Pag. 47-61
Etichette: Antroponimo, Letterario, Personaggio, Haydée, Romanzo, Dumas Alexander, Le Comte de Monte-Cristo, Byroniano, Byron George Gordon, Don Juan, Trnslation of the Romaic Song, Canto popolare, Greco, Prenome, Femminile, Etimologia, Schiava, Diplomatico, Frances,

Autore/i articolo: GIUSEPPE ANTONIO CAMERINO
Titolo articolo: “Una vita” di Svevo: la lettera iniziale

In questo articolo Camerino esamina approfonditamente il testo dell’iniziale lettera alla madre di Alfonso Nitti, protagonista del romanzo sveviano “Una vita”. Se ne mettono in luce e si documentano per la prima volta importanti indicatori semantici e di poetica, ripresi con coerenza e continuità in numerose altre pagine del libro. L’esame rivela i significati più autentici della concezione culturale di ascendenza ebraica posta alla base dell’opera e dell’intera narrativa sveviana, dimostrando la superficialità e l’inaffidabilità delle interpretazioni volte a leggere la lettera quale esempio attardato di gusto arcadico-pastorale venato di un certo intento caricaturale. Pertanto la lettera è da considerarsi non una componente aggiuntiva e fuori fase, bensì un vero e proprio prologo del romanzo, con esso organicamente collegato sul piano dei messaggi fondamentali della ricerca morale e letteraria di Svevo.

Lingua: Italiano
Pag. 63-69
Etichette: Svevo Itslo, Lettera, Iniziale, Esame, Madre, Nitti Alfonso, Romanzo, Parola-chiave, Motivo, Coerenza, Continuità, Concezione culturale, Ascendenza, Ebraica, Interpretazione, Gusto, Arcadico-pastorale, Primo, Capitolo, Sveviano, Struttura formale, Documen,

Autore/i articolo: ALBERTO CASADEI
Titolo articolo: Riflessioni sui rapporti attuali fra letteratura e nazionalità

Il saggio discute i complessi rapporti tra letteratura e nazionalità a partire dall’Ottocento con alcuni esempi riguardanti il concetto di Wilteliteratur. Nonostante il riconoscimento di una letteratura mondiale con caratteri comuni ed di fronte all’evidenza che il concetto di nazione e letteratura siano in continua trasformazione, si ritiene siano ancora necessarie analisi di tipo stilistico inerenti lingue e culture propriamente nazionali. Solo avendo chiara la specificità nazionale la si potrà superare mediante una stilizzazione, ovvero la costruzione di un interfaccia contenutistico-formale tra interiorità e mondo esterno, tra confini territoriali ed extra territoriali.

Lingua: Italiano
Pag. 71-80
Etichette: Riflessione, Rapporto, Letteratura, Nazionalità, Saggio, Ottocento, Concetto, Wieltliteratur, Analisi, Stilistico, lingua, Cultura, Distinzione, Metodo, Distingue frequenter, Sovrapposizione, Rivoluzione francese, Guerra mondiale, Sistema, Economico, Cult,

Autore/i articolo: RAFFAELE CAVALLUZZI
Titolo articolo: “La nuova colonia” di Luigi Pirandello

Il contributo, analizzando uno dei testi del teatro dei miti di Pirandello, “La nuova colonia”, vuole mostrare il valore utopico dell’egualitarismo e rivalutare la prospettiva junghiana dell’antropologia della giustizia e della pace, considerata nell’ambito della prospettiva nichilistica della modernità. La parabola della pièce è proprio questa: da una condizione di disgregazione sociale nasce l’allegoria di un tentativo di integrazione di un gruppo di reietti che si risolve in utopia e in fallimento, sotto l’azione di irrefrenabili forze di potenza distruttiva e di pulsioni irrazionali. In una modernità vittima dei fascismi si anela ad un riscatto pur nella consapevolezza dell’impossibilità della libertà e dell’uguaglianza. Potere, autorità, forza e violenza sono insiti nel comportamento umano ma ciò non impedisce l’affermarsi di un sogno quale quello della rigenerazione della carne, in una catena di motivi mitografici e modelli archetipici che caratterizzano tutta l’ultima fase della carriera letteraria pirandelliana.

Lingua: Italiano
Pag. 81-86
Etichette: La nuova colonia, Pirandello Luigi, Carriera, Teatro dei miti, Pièce, Utopia sociale, Egualitarismo, Positiva, Valutazione, Junghiana, Jungh Carl Gustav, Antropologia, Giustizia, Pace, Prospettiva, Nichilistica, Modernità, Personaggi, Azioni drammatiche,,

Autore/i articolo: GIULIA DELL’AQUILA
Titolo articolo: Atmosfere scenico-teatrali nella prosa critica di Galileo

L’autrice dimostra sapientemente il raffinato gusto letterario di Galileo Galilei, attraverso lo studio della biblioteca dello scienziato e l’indagine attenta delle “Considerazioni al Tasso” e delle “Postille all’Ariosto”. Si riconoscono gli influssi dei classici antichi e moderni, dei testi di natura drammatica, del teatro comico e in particolare dell’opera del Ruzzante, con il suo gusto per il motteggio e lo spirito arguto, probabili ispirazioni per le maschere umane e le sentenze lapidarie galileiane. Si mostra come le “Considerazioni al Tasso” abbiano consentito a Galileo la messa a frutto in ambito critico-letterario del lessico e della retorica antiaristotelica, che si concretizzano nelle sue opere più famose e soprattutto nel “Dialogo sopra i massimi sistemi del mondo”. In particolare, nel contributo si evidenziano le soluzioni espressive tratte dal poema tassiano e che più hanno attratto la sensibilità dello scienziato verso la dimensione scenica del testo letterario: la consistenza comica del significante, il decoro, la verosimiglianza e lo straniamento.

Lingua: Italiano
Pag. 87-98
Etichette: Atmosfere, Scenico, Teatrale, Prosa, Critica, Galilei Galileo, Considerazioni al Tasso, Postille all’Ariosto, Attestazione, Gusto letterario, Biblioteca, Scienziato, Classici, Antichi, Moderni, Testi, Natura drammatica, Ruzzante, Beolco Angelo, Teatro com,

Autore/i articolo: GIUSEPPE FARINELLI
Titolo articolo: Pascoli e i crepuscolari

In questo articolo Giuseppe Farinelli ripercorre la genesi, lo sviluppo teoretico e l’esplicazione pratica della poetica pascoliana del Fanciullino. Esponendo la ricerca e la metodologia pascoliana, se ne definisce approfonditamente il significato, per poi passare in rassegna alcuni dei più importanti autori crepuscolari che dal Pascoli furono influenzati. Mostrando come ciascuno abbia reinterpretato, in maniera più o meno esplicita, il poeta di Castelvecchio, ci si sofferma sul fatto che molti di loro abbiano sottoposto al giudizio del Pascoli le proprie raccolte e vengono offerti e discussi proprio alcuni esempi dei commenti pascoliani.

Lingua: Italiano
Pag. 99-107
Etichette: Genesi, Poetica, Pascoliana, Pascoli Giovanni, Fanciullino, Sviluppo, Teoretico, Influenza, Crepuscolari, Castelvecchio, Govoni Corrado, Corazzini Sergio, Martini Fasuto Maria, Moretti Marino, Palazzeschi Aldo, Gozzano Guido, Commenti, Redazione, Livornes,

Autore/i articolo: ELENA LANDONI
Titolo articolo: Beatrice e il verbum. La poesia della lode e la via beatitudinis

In questo intervento l’autrice, riprendendo un saggio di Bruno Porcelli apparso su “Italianistica” nel 1998, traccia un’aggiornata mappa onomastica della “Vita nova” dantesca, evidenziando due aspetti in modo particolare. Il primo riguarda il programma poetico del nuovo stile dantesco che, sull’insegnamento di Sant’Agostino, intende promuovere un verbum in cui la dolcezza cooperi alla restituzione del legame tra res e nomina. Il secondo attesta una certa parsimonia dei nomi propri nel prosimetrum: gli unici due accolti sono Giovanna e Beatrice e di essi si focalizza la valenza profetica e la ratio significans. La prima occorrenza simboleggia la Primavera e il legame con la tradizione della poesia amorosa precedente, specie con Guido Cavalcanti, la seconda diviene superamento e sublimazione dell’esperienza puramente sensoriale dell’amore e quindi paradigma di beatificazione. Solo l’attenta ripetuta visione e meravigliosa contemplazione di Beatrice conduce alla percezione del suo autentico significato: l’amore diventa lode, lode di un incontro memorabile e indelebile che diviene materia di canto poetico.

Lingua: Italiano
Pag. 109-119
Etichette: Beatrice, verbum, Poesia, Lode, Via beatitudinis, Sant’Agostini d’Ippona, Programma, Stile, Dantesco, Alighieri Dante, Nomina, Res, Legame, Dolcezza, Libello, Vita nova, Ratio significans, Valenza profetica, Mirabile, Paradigma, Incarnazione, Beatificante,

Autore/i articolo: STEFANO LAZZARIN
Titolo articolo: I nomi della tradizione nel fantastico italiano dell’epoca postmoderna

Il contributo tira le fila dei pochi studi dedicati all’onomastica nella tradizione del fantastico italiano e, non potendo condurre un’inchiesta sistematica in merito, si limita ad indagare l’onomastica di origine letteraria nei testi degli ultimi trent’anni, presentandone due come esemplari della corrente post moderna: “Il racconto dell’uomo col mantello. Oleron”, romanzo a cornice di Stefano Benni, e “La caduta di Casa Pusher, ovvero l’inquilino della Torre del Dettatore” di Andrea G. Pinketts. In entrambi si ritrova la strategia testuale del double coding, l’allusività, la contaminazione dei modelli, il pastiche e la parodia, il riuso iperbolico e giocoso della tradizione (nella fattispecie soprattutto Edgar Allan Poe e Lovecraft), l’importanza dell’onomastica che diventa chiave di lettura della riscrittura stessa. Gli esiti risultano tuttavia diversi pur nella comune costruzione di una messinscena orrorifica: Pinketts decostruisce il fantastico e l’horror, come con ogni altro ingrediente delle narrazione, senza mai far emergere la scelta tematica compiuta, mentre Benni collega esplicitamente e in modo chiaro le proprie scelte tematiche e formali, producendo un senso preciso.

Lingua: Italiano
Pag. 121-133
Etichette: Nomi, Tradizione, Fantastico, Italiano, Epoca postmoderna, Scrittori, Impossibili, Suggestione, Bellemin-Noël Jean, Bibliografia, Onomastica, Sistematico, Gotico, Corpus, Il racconto dell’uomo col mantello. Oleron, Romanzo a cornice, Benni Stefano, Il bar,

Autore/i articolo: MARGHERITA LECCO
Titolo articolo: Il nome di Fauvel. Onomastica, semiotica e allegoria in un testo francese del XIV secolo

Il saggio si apre con un breve rimando alla letteratura medievale francese in generale e al fatto che in essa molti nomi comuni e qualche nome proprio rinviino alla sfera dell’inganno e del male. Si ricorda dapprima il caso della volpe Renard e si riportano i titoli di alcuni dei testi più noti in cui esso compare, sottolineandone di volta in volta le connotazioni semiotico-allegoriche. In seconda e più ampia battuta si ripercorrono le occorrenze del nome Fauvel, cavallo protagonista del roman omonimo, e dimostrandone i possibili etimi, se ne riconosce la valenza simbolica come personificazione della falsità e dell’inganno.

Lingua: Italiano
Pag. 135-142
Etichette: Nome, Fauvel, Onomastica, Semiotica, Allegoria, Testo, Francese, Letteratura medievale, Inganno, Volpe, Renard, Cavallo, Roman, Personificazione, Falsità, faus, vel, Acronimo, Vizi, Flaterie, Avarice, Vilenie, Varieté, Envie, Lascheté, Lingua d’oîl, Nobil,

Autore/i articolo: PASQUALE MARZANO
Titolo articolo: L’altra faccia di Montalbano: Vincenzo Collura, per gli amici Cecè. Note di onomastica camilleriana

L’articolo presenta le strategie narrative e onomastiche adottate da Andrea Camilleri negli otto racconti pubblicati su “La Stampa” nel 1998, che hanno per protagonista il commissario Vincenzo Collura, una sorta di doppio del più noto personaggio camilleriano Salvo Montalbano, di cui è presentato come amico. La scelta di questa figura e alcune delle sue connotazioni, quali il cognome derivato da un toponimo siciliano, svelano da parte dell’autore una sorta di risarcimento verso un protagonista non-nato, nei confronti del quale si evidenzia una profonda prossimità emotiva: il soprannome amicale di Cecè è appannaggio esclusivo del narratore (e dell’amico Montalbano). Il testo presenta per sommi capi la vicenda, che vede impegnato il commissario Collura in un’indagine a bordo di una nave da crociera, che ha per oggetto la misteriosa identità di un cantante e la sparizione di una bambina. Rivelando l’identità dell’artista e il suo implicito rimando alla figura di Silvio Berlusconi, le considerazioni finali evidenziano chiaramente come il testo appartenga appieno alla narrativa realista.

Lingua: Italiano
Pag. 143-151
Etichette: Montalbano Salvo, Collura Vincenzo, Amici, Cecè, Onomastica, Camilleri Andrea, strategie, Racconti, La Stampa, Doppio, Commissario, Siciliano, Vigàta, Montelusa, Toponimo, Pirandello Luigi, Antroponimo, Montalbán Manuel Vázquez, Il birraio di preston, Car,

Autore/i articolo: STEFANO PRANDI
Titolo articolo: Delle tipologie intertestuali nel “Nome della Rosa” e di una loro possibile storicizzazione

Il saggio di Prandi intende identificare i rimandi autobiografici presenti nell’enorme mole di riferimenti intertestuali del “Nome della rosa”, mostrando l’importanza che alcuni testi e alcuni maestri ebbero nell’esperienza didattica di Umberto Eco a Bologna. Si ricorda l’influenza esercitata da alcuni testi critici quali “L’autunno del Medioevo” di Huizinga, “Letteratura europea e Medioevo latino” di Curtius e “L’opera di Rabelais e la cultura popolare” di Bachtin, per poi annotare quella di testi maggiormente legati all’ambiente universitario bolognese degli anni Settanta, come “Il paese della fame” di Piero Caporesi o “Il formaggio e i vermi” di Carlo Ginzburg. Proprio questi ultimi rimandi intertestuali risultano essere i più reconditi e quindi riservati esclusivamente agli autentici destinatari dell’opera, ovvero coloro in grado di coglierne il pregante valore e non di certo i lettori più superficiali, dimostrando la molteplicità di decodifica testuale del romanzo e la varietà delle tipologie di possibili lettori.

Lingua: Italiano
Pag. 153-164
Etichette: Tipologie, Intertestuali, Il nome della rosa, Eco Umberto, Storicizzazione, Autobiografico, Riferimenti, Bologna, Università, Testi critici, L’autunno del Medioevo, Huizinga Johan, Letteratura europea e Medioevo latino, Curtius Ernst Robert, L’opera di Ra,

Autore/i articolo: MARIA GABRIELLA RICCOBONO
Titolo articolo: Echi e similitudini di Dante e di altri autori nei “Promessi Sposi”

Lo studio vuole essere un’introduzione alla ricerca che l’autrice sta conducendo sui suggerimenti offerti dalla “Commedia” dantesca ai “Promessi Sposi”. Vengono forniti alcuni campioni rappresentativi dei rimandi manzoniani anche ad altri testi supremi della tradizione quali la Bibbia e Shakespeare. Si ricorda l’eco dei canti dei barattieri nel primo viaggio di don Abbondio al castello dell’Innominato ma si riconoscono anche i rimandi alla bufera infernale dei lussuriosi, all’invettiva contro l’Italia di Purgatorio VI e ai vari luoghi in cui Dante tratteggia con disprezzo i montanari. C’è spazio anche per sottolineare l’influenza del Monti (tramite la figura del viandante) e di San Giovanni, di Torquato Tasso e delle opere shakespeariane “Julius Caesar”, “Macbeth”, “Romeo and Juiet” e “King Lear”. Viene sottolineata la capacità del Manzoni di aver colto l’attitudine delle similitudini dantesche di creare contemporaneamente una pausa e un impulso alla narrazione e la loro capacità di rappresentare scorci di vita vissuta. Solo grazie a tale intuizione fu in grado di scegliere quelle più adatte al suo riuso romanzesco, attribuendone la paternità all’anonimo autore secentesco.

Lingua: Italiano
Pag. 165-174
Etichette: Echi, Similitudini, Alighieri Dante, Promessi Sposi, Manzoni Alessandro, Commedia, Viaggio, Don Abbondio, Castello, Innominato, Influenza, Pausa, Narrazione, Impulso, Scorci, Vita vissuta, Anonimo, Riuso, Shakespeare William, Bibbia, Ottocento, Poetci, Ca,

Autore/i articolo: ALDA ROSSEBASTIANO
Titolo articolo: Spigolature di deonomastica letteraria

Il contributo illustra la storia di alcune voci del lessico comune la cui origine viene individuata in nomi di persona, propri di personaggi della letteratura. Si prendono in esame i termini: “celadone” tratto da un romanzo di Honoré d’Urfé, “amadis” desunto dal poema cavalleresco “Amadis de Gaula” e passato attraverso l’opera lirica “Amadis” di Jean-Baptiste Lulli, “gheridone” originario di una farsa francese del Seicento e “arlecchino” dal soprannome di un attore della commedia dell’arte. Inoltre viene segnalato il falso deonomastico “silvia” di derivazione latina e non antroponimica,
indicante infatti il colore rosa di un fiore che nasce spontaneamente nei boschi. Attraverso l’analisi documentaristica condotta si sottolinea l’importanza del Piemonte e del suo dialetto per la trasmissione dei francesismi nella lingua italiana.

Lingua: Italiano
Pag. 175-186
Etichette: Deonomastica, Letteraria, Storia, Voci, Lessico, Comune, Origine, Nomi, Persona, Propri, Personaggi, Letteratura, Celadone, Romoanzo, D’Urfé Honoré, Amadis, Poema, Cavalleresco, Amadis de Gaula, Opera, Lirica, Lulli Jean-Baptiste, Gheridone, Farsa, France,

Autore/i articolo: ANTONIO SACCONE
Titolo articolo: Lo spettacolo futurista a Napoli: le invenzioni di Francesco Cangiullo

L’intervento indaga le innumerevoli e innovative soluzioni ideate e praticate da Francesco Cangiullo nell’ambito delle ricerche futuriste sul teatro. Si ricordano gli esperimenti di “Piedigrotta” e “Caffè-concerto”, il teatro sintetico e quello della sorpresa evidenziando la volontà dell’autore di far sconfinare la parola nelle altre arti e di trasformare il segno grafico in gestualità sulla scena. Viene ricordata l’invenzione della “Poesia pentagrammata” in cui l’artista partenopeo, usando il pentagramma come supporto alla scrittura e sfruttando il valore fonico della parola, ne sottolinea l’intima intonazione recitativa. Il teatro napoletano di Cangiullo rivela l’inizio di una trasformazione in forma ibrida e combinata aperta alle più diverse esperienze di espressione e comunicazione.

Lingua: Italiano
Pag. 187-196
Etichette: Spettacolo, Futurista, Futurismo, Napoli, Invenzioni, Cangiullo Francesco, Ricerche, Teatro, Piedigritta, Caffèconcerto, Sintetico, Sorpresa, Parola, Arti, Trasformazione, Segno grafico, Gestualità, Poesia pentagrammata, Pentagramma, Intonazione recitativ,

Autore/i articolo: LEONARDO TERRUSI
Titolo articolo: I nomi in tragedia nel dibattito tardorinascimentale

Il saggio illustra sviluppi e implicazioni riguardanti le tipologie onomastiche da utilizzare nel genere della tragedia. Ripercorrendo le tappe più salienti del dibattito tardorinascimentale, si citano i commenti alla “Poetica” aristotelica di Robortello e di Maggi ma si ricordano anche gli scritti teorici di Cinzio Geraldi, finalizzati alla legittimazione delle sue scelte onomastiche, ispirate a un meraviglioso verisimile e a nomi parlanti. Infatti, il contributo espone chiaramente i due punti di vista, divergenti rispetto all’oggetto del dibattito: da una parte i partigiani del vero, alleati a coloro che si accontentano della veridicità del nome dei personaggi, e dall’altra i fautori della totale finzione, in virtù dell’autentica ricerca dell’universale aristotelicamente richiesto alla poesia.

Lingua: Italiano
Pag. 197-206
Etichette: Nomi, Tragedia, Dibattito, Tardorinascimentale, Teoria letteraria, Nomi propri, Letterari, Tipologie onomastiche, Genere, Poetica, Aristotele, Robortello Francesco, Maggi Vincenzo, Giraldi Cinzio Giovan Battista, Meraviflioso, Verisimile, Parlanti, Cinque,

Autore/i articolo: WINFRIED WEHLE
Titolo articolo: Identità in absentia. Sulla lirica di Salavtore Quasimodo

Il saggio, superando la controversia sull’esistenza di un primo e secondo Quasimodo, vuole rivalutare interamente la produzione lirica del poeta siciliano. Infatti, pur nell’evidente variazione di motivi, stili e note patetiche, è facile individuare una doppia struttura nell’opera di Quasimodo: da una parte il mantenimento di una grammatica iconologica, testimonianza della sua poetica discorsiva, che dopo il primo conflitto mondiale e fino agli anni Sessanta, si è esplicata in razionalismo tecnicistico in linea con le ideologie dittatoriali. Dall’altra l’intenzione mai abbandonata di “rifare l’uomo”, tramite il poetare difficile ed ermetico di un mondo immaginario, fatti di echi, richiami e suoni.

Lingua: Italiano
Pag. 207-219
Etichette: Identità, Absentia, Lirica, Quasimodo Salvatore, Motivi, Stili, Note patetiche, Struttura, Opera, Grammatica iconologica, Poetica discorsiva, Prima guerra mondiale, Sessanta, Razionalismo tecnicistico, Ideologie dittatoriali, Trbar clus, Mondo immaginario,

Autore/i articolo: ANTONIO ZOLLINO
Titolo articolo: Un esempio di tradizione dantesca nella prosa del primo Novecento: “Porto Venere” di Carlo Linati

Il saggio analizza l’opera “Porto Venere. Imagini e fantasie marittime” di Carlo Linati, evidenziando, da un lato, la presenza di numerosi riferimenti alla Divina Commedia dantesca e, dall’altro, la singolarità del romanzo, anticipazione delle principali sperimentazioni novecentesche. Il testo, che non è da considerarsi un capolavoro dal punto di vista della qualità letteraria, si può tuttavia apprezzare come una specie di laboratorio linguistico di notevole interesse, documento delle ricerche esplorate dalla prosa romanzesca a partire dai primi del Novecento. Si può cogliere uno straordinario plurilinguismo, d’ispirazione lombarda e scapigliata, in cui il riuso e la ricontestualizzazione di luoghi e passi danteschi è tutt’altro che superficiale, come potrebbe apparire invece in prima battuta. L’ingrediente dantesco è impiegato come catalizzatore delle svariate operazioni innovative e anticonvenzionali operate sulla lingua ed anzi ne determina una sorta di autorizzazione.

Lingua: Italiano
Pag. 221-229
Etichette: Tradizione, Dantesca, Prosa, Novecento, Riferimenti, Divina Commedia, Imagini e fantasie marittime, Porto Venere, Linati Carlo, Sperimentazioni, Futurista, Omarini, Resoconto, Innamoramento, Località, Atmosfere, Gente, Sito, Selvaggio, Civiltà, Natura, In,