Le riviste sostenitrici
Italianistica | 2013 | N. 2
Anno 2013 – Annata: XLII – N. 2 Mese: Maggio/Agosto
A cura di Ileana Bertocchi
Titolo articolo: Ricordando Bruno Porcelli
Il contributo si configura come introduzione al primo dei due fascicoli della rivista “Italianistica” dedicati alla memoria di Bruno Porcelli, scomparso nel marzo 2012, dal titolo “Boccaccio come modello” per la curatela dello stesso Davide De Camilli in collaborazione con Alberto Casadei, Marcello Ciccuto e Giorgio Masi. Il ‘ricordo’ ripercorre le tappe più salienti della biobibliografia dello studioso, con particolare riguardo al contributo ventennale dato al periodico pisano. Si evidenzia l’indirizzo storico-filologico che ha guidato Porcelli nei vari studi inerenti la produzione letteraria italiana, dai primi secoli agli autori più recenti e si ricordano le altre riviste delle quali è stato collaboratore, soffermandosi sull’adesione ad “Onomastica e Letteratura” nel 1995, considerata come uno spartiacque nella sua produzione. Infatti, da quella data l’interesse per la novellistica e la narrativa cede il passo alle indagini onomastiche, di cui riconobbe la dignità critica, annoverando la materia nell’ambito della critica semiologica e facendosi precursore di studi incentrati sulla valenza connotativa del nome e sugli aspetti funzionali ad essa legati nelle singole opere.
Lingua: ItalianoPag. 11-13
Etichette: Memoria, Porcelli Bruno, Fascicoli, Boccaccio Giovanni, Alighieri Dante, Forma, Critica Lettereraia, Storia, Filologia, Onomastica, Periodico, Produzione, Novella, Narrativa, Connotazione, Nome, Nominatio, “Decameron”, “Adone”, Marino Giovan Battista, Goz,
Titolo articolo: Aggiornamento della bibliografia di Bruno Porcelli (2006-2012)
Il contributo è un aggiornamento bibliografico del repertorio degli studi onomastici di Bruno Porcelli, curato da Leonardo Terrusi che insieme allo scrittore nel 2006 si era già fatto autore del repertorio dal titolo “L’onomastica letteraria in Italia dal 1980 al 2005”. Gli scritti raccolti riguardano la produzione degli ultimi anni, facendo seguito al volume “Studi di Onomastica e Letteratura” edito nel 2007 e vengono elencati dividendo studi in riviste, atti di convegni e volumi collettanei dalle curatele e dalle recensioni.
Lingua: ItalianoPag. 14-15
Etichette: Memoria, Porcelli Bruno, Fascicoli, Boccaccio Giovanni, Alighieri Dante, Forma, Critica Lettereraia, Storia, Filologia, Onomastica, Periodico, Produzione, Novella, Narrativa, Connotazione, Nome, Nominatio, “Decameron”, “Adone”, Marino Giovan Battista, Goz,
Titolo articolo: Le ninfe, il Boccaccio, la storia
Il saggio prende le mosse da considerazioni preliminari circa il ruolo delle figure mitologiche delle ninfe nella letteratura italiana delle origini e ne indaga l’interpretazione allegorica, per poi soffermarsi sulla produzione di Giovanni Boccaccio e sull’uso delle stesse nelle sue opere. Viene sottolineato il significativo cambiamento intercorso tra la prima produzione e il “Ninfale fiesolano”: dalle reminescenze dantesche nelle “Genealogie deorum gentilium” dal sapore edenico e poetico a quelle più ‘boscherecce’ de la “Comedia delle ninfe fiorentine” si arriva, con il poema oggetto dello studio, alla perdita completa del valore allegorico e simbolico di queste figure. Divenute semplici protagoniste di un’affascinante favola narrativa, degna anticipatrice del “Decameron”, sono legate ai temi della maternità e del mondo coniugale, in una prospettiva non più mitica bensì eziologica e storica. Il poemetto, che così mette in scena una realtà contingente in cui si narra una rigenerazione individuale, sociale ed umana da un mondo primitivo a un mondo civile, diviene spia dell’amore patrio del Boccaccio e della dicotomia tra mito e storia, superabile grazie alla fictio narrativa.
Lingua: ItalianoPag. 17-29
Etichette: Ninfe, Boccaccio Giovanni, Storia, Eziologia, Acqua, Famiglia, Simbolismo, Etimologia, Allegoria, Amore, Matrimonio, Mito, Nascita, Morte, Vita, Novelle, Fecondità, Filosofia, Ninfale fiesolano, Immaginario, Narrazione, Publio Ovidio Nasone, Purgatorio, B,
Titolo articolo: Onomastica boccacciana tra narratori e personaggi
L’articolo vuole essere dimostrazione della rilevanza e della forza del tema amoroso all’interno dell’opera del “Decameron” attraverso un’analisi di tipo antroponomastico. Infatti, partendo dalla studio etimologico dei nomi dei dieci narratori della raccolta, si evidenzia la corrispondenza tra la carica erotica dei loro antroponimi e le caratteristiche dei personaggi da essi creati: i richiami che si istituiscono sono per lo più di tipo analogico ma non mancano i riferimenti antifrastici. Mediante esempi diretti tratti dal testo, si fa sapientemente emergere la capacità boccacciana di legare ad un medesimo nome significati diversi sulla base del contesto narrativo d’uso.
Lingua: ItalianoPag. 31-37
Etichette: Onomastica, Boccaccio Giovanni, Narratori, Personaggi, Nomi, Decameron, Etimologie, Campo semantico, Amore, Erotismo, Analogia, Antroponimo, Antroponomastica, Porcelli Bruno, Metaforizzazioni, Anagrammi, Crittogrammi, Paranomasie, Sostituzioni, Semantizza,
Titolo articolo: “Decameron”: Lidia, Francesca, Dianora e le prove d’amore
Il contributo esamina tre novelle del “Decameron”: la nona della settima giornata, la prima della nona giornata e la quinta della decima giornata, accomunate dal medesimo tema dell’amore impossibile e dal carattere eccezionale. Nei due casi della prima e dell’ultima citata, la bizzarra prova d’amore è ordita rispettivamente dal riluttante Pirro e dalla integerrima madonna Dianora al fine di far desistere le insistenti attenzioni dei propri spasimanti ma viene inaspettatamente superata dall’amante, pronto ad ottenere la persona amata ad ogni costo. Tuttavia le conseguenze finali sono opposte: nel primo intreccio si perviene alla soddisfazione piena di entrambi gli amanti, nel secondo il risultato è la disperazione della donna costretta a concedersi contro la propria volontà all’uomo che aveva compiaciuto la sua richiesta. Un discorso a parte è invece condotto sulla novella della nona giornata, in cui si istituisce un triangolo amoroso intorno alla vedova Donna Francesca, che vede fallire miseramente per una beffa del destino entrambi i suoi due pretendenti solo dopo l’adempimento dei diversi compiti loro affidati.
Lingua: ItalianoPag. 39-53
Etichette: Decameron, Boccaccio Giovanni, Prove, Amore, Novelle, Eccezionalità, Resistenza, Lidia, Pirro, Nicostrato, Impotenza sessuale, Crudeltà, Chiarmontesi Alessadro, Palermini Rinuccio, Donna Francesca, Cadavere, Destino, Gradense Ansaldo, Negromanzia, Negroma,
Titolo articolo: La novella dello scolare e della vedova (Dec., VIII, 7): due riusi novecenteschi
Il saggio intende presentare due adattamenti novecenteschi della settimana novella dell’ottava giornata del “Decameron”, la più lunga di tutta la raccolta, accostabile al “Corbaccio” per le sue numerose invettive misogine così pungenti, al punto da essere considerata da Alberto Moravia quale proiezione simbolica e autobiografica del desiderio di sadica vendetta verso la propria donna dello stesso Boccaccio. Una lettura similare emerge dal primo dei due riusi ovvero la commedia vernacolare in tre atti “Il tramonto di Giovanni Boccaccio” di Augusto Novelli, messa in scena nel 1914 al teatro Alfieri di Firenze. Componimento drammatico che fonde le due opere boccacciane citate senza soluzione di continuità e solo al fine di ottemperare alle aspettative del proprio pubblico medio borghese, la pièce risulta goffa, mal riuscita e legata esclusivamente alle circostanze concrete dell’attività scrittoria. Di maggior spessore appare invece la resa cinematografica del 1963, “I fuorilegge del matrimonio”, che nella novella trova non solo una fonte narrativa bensì un termine dialettico all’interno del dibattito sulla condizione della donna e sul moderno conformismo piccolo-borghese.
Lingua: ItalianoPag. 55-66
Etichette: Novella, Scolare, Vedova, Settima, Ottava, Giornata, Boccaccio Giovanni, Decameron, Riusi, Novecento, Corbaccio, Invettive, Misoginia, Teatro, Cinema, Commedia, Film, Il tramonto di Giovanni Boccaccio, Novelli Augusto, I fuorilegge del matrimonio, Orsini,
Titolo articolo: Tyranny and obedience. A political reading of the tale of Gualtieri (Dec., X, 10)
L’articolo propone una lettura politica dell’ultima novella decameroniana che ha per protagonisti il marchese di Saluzzo Gualtieri e la pastorella Griselda. Mediante la paradossale esemplarità degli eccessi di entrambi, ossia la ‘matta bestialità’ del primo e l’insana abnegazione della seconda, si mette in luce l’imprescindibile legame tra la tirannia domestica e il dispotismo politico. Si dimostra, anche attraverso le reinterpretazioni condotte da Petrarca e da Chaucer, il motivo didattico del racconto, che assume un ruolo critico e complementare nel ‘gioco dei troni’ messo in atto nella cornice dalla brigata dei narratori, indicando nella saldezza morale del principe eletto il fondamento di un giusto governo. Emerge così la stretta relazione tra la corruzione morale e la degenerazione politica, di cui ricca è di esempi la storia e disseminato anche il Trecento italiano con il suo proliferare di città-stato, signori e cortigiani solo in balia della smania di potere e dell’affermazione personale.
Lingua: Inglese/ItalianoPag. 67-77
Etichette: Tirannia, Obbedienza, Lettura, Politica, Etica, Novella, Decameron, Boccaccio Giovanni, Petrarca Francesco, Chaucer Geoffrey, Gualtieri Marchese di Saluzzo, Riflessione, Dieci, Giornate, Principato elettivo, Cornice, Didattica, Paradosso, Esemplarità, Ecc,
Titolo articolo: “Decameron, X, 10”: due ‘verità’ e due modelli etici a confronto
Il saggio, sulla scia delle analisi condotte intorno alla complessità ideologica e formale e alle diverse prospettive di lettura attivate dalle premesse dei dieci novellatori della cornice decameroniana, vuole dimostrare come nell’ultimo racconto il punto di vista del narratore Dioneo faccia emergere la dialettica interna alla storia, evidenziandone la lezione morale attraverso l’esplicazione del paradigma teorico sulla quale la vicenda è costruita. Modello di riferimento per la lettura dell’intero racconto, nonché per la stoica figura di Griselda, è la trattatistica etica tomistico-aristotelica, in cui magnanimità e umiltà infatti rappresentano il grado più alto di virtù cristiana. All’opposto, spunti desunti dal “De Amore” di Andrea Cappellano in merito alla ‘vera nobiltà’ e ai doveri delle donne nelle relazioni amorose, veicolano la comune interpretazione del testo, la ‘matta bestialità’ del marchese Gualtieri e la sua auto-giustificazione in virtù di una legittima verifica della condotta della propria sposa.
Lingua: ItalianoPag. 79-90
Etichette: Decameron, Decima, Verità, Due, Modelli, Etica, Confronto, Indicazioni, Lettura, Dioneo, Lezione, Morale, Paradigma teorico, Storia, D’Aquino San Tommaso, Etica Nicomachea, De Amore, Cappellano Andrea, Male, Nobiltà, Griselda, Marchese di Saluzzo Gualtier,
Titolo articolo: Poche note per le “Rime”
Il contributo esamina brevemente alcuni luoghi delle “Rime” boccacciane con l’obbiettivo di individuarne fonti e suggestioni e proporre nuove soluzioni esegetiche. Si rivaluta così la produzione di Boccaccio poeta e se ne analizzano filologicamente, mediante lo studio di lemmi significativi e degli apparati variantistici, alcuni sonetti, di cui si sottolineano i rimandi testuali all’opera di Petrarca e Dante così come alla Sacra Scrittura.
Lingua: ItalianoPag. 91-96
Etichette: Rime, Fonti, Suggestioni, Intertestualità, Esegesi, Branca Vittore, Poeta, Boccaccio Giovanni, Tradizione rinnovamento manierismo nel linguaggio delle Rime, Sonetto, Fuggesi il tempo e ‘l misero dolente, Commedia, Alighieri Dante, Lanza Antonio, O Sol ch’,
Titolo articolo: La presenza di Boccaccio in Romania
L’intervento mette in luce la nascita, nei primi del Novecento, degli studi di italianistica in Romania e la loro evoluzione, mostrando la rapida diffusione della letteratura italiana e così anche la crescita dell’interesse per Boccaccio, non limitata solo al “Decameron” bensì anche ad alcune opere minori quali il “Trattatello in laude di Dante”, l'”Elegia di madonna Fiammetta” e il “Filoloco”. Si mostra come, dopo un’iniziale ricezione distorta, a causa del misconoscimento del capolavoro boccacciano, erroneamente letto come troppo licenzioso e nonostante i difficili momenti di rigidità politica attraversati dal paese, la fortuna del certaldese crebbe di pari passo con l’indagine filologica, la traduzione e lo studio diretto delle opere, alla stregua di quanto accadde per Dante e la Commedia. Vengono ricordati i contributi più significativi del panorama rumeno senza eluderne i punti di debolezza e i limiti, legati alle improprie selezioni, alle decontestualizzazioni, alle rese linguistico-formali inadeguate. In chiusa si da’ spazio agli esili interventi critici e alla segnalazione di un lavoro dell’autrice sull’illustrazione del topos del locus amoenus in Boccaccio.
Lingua: ItalianoPag. 97-105
Etichette: Presenza, Boccaccio Giovanni, Romania, Secolo, Novecento, Lettore, Decameron, Regimi politici, Dittatura, Italianistica, Diffusione, Letteratura italiana, Interesse, Centenario, Nascita, Eredità, Antonescu Ion, Ceauşescu Nicolae, Licenziosità, Alighieri D,
Titolo articolo: Salabaetto e i nomi di tipo arabo ed abraico nel “Decameron”
L’articolo intende esaminare otto novelle boccacciane ambientate in contesti arabeggianti, per lo più dell’Africa settentrionale, con particolare riguardo all’uso fatto dall’autore dei nomi propri di origine arabo ed ebraica. Si mostra bene sia come alcuni di essi abbiano un’autentica derivazione da radici semitiche e posseggano un significato originale coerente con il carattere dei personaggi che li portano e il senso generale dei racconti, sia come per altri invece si tratti solo di pseudo filiazioni, spesso ricavate da anagrammi di espressioni italiane d’allusione erotica. Attraverso esempi concreti tratti dai testi, si denotano le fonti bibliche e classiche cui il novellatore ha attinto e si conclude l’excursus con l’indagine degli arabismi presenti nel complesso del corpus del “Decameron”, soffermandosi sulle numerose occorrenze dell’ottava novella della decima giornata, a partire dal curioso soprannome del protagonista Salabaetto, antroponimo arabo di cui concretamente si documenta la storia dell’etimo e della sua diffusione nel background della Sicilia arabeggiante del tempo.
Lingua: ItalianoPag. 107-125
Etichette: Otto, Novelle, Boccaccio Giovanni, Decameron, Africa settentrionale, Arabeggianti, Nomi, Arabo, Ebraico, Arabismi, Saladino, Melchisedech, Radici, Semitiche, Giustizia, Significato, Carattere, Personaggi, Senso, Alatiel, Alibech, Anagrammi, Espressioni, P,
Titolo articolo: Dalla novella al sonetto: Belli, Casti e un po’ di Boccaccio
Il contributo intende ripercorrere le fonti letterarie da cui attinse Giuseppe Gioacchino Belli per tratteggiare la ‘sua’ plebe romana, partendo dai nomi più noti di Dante, Porta e Manzoni, per arrivare alla meno indagata influenza di Giovan Battista Casti. Proprio le “Novelle galanti” dell’abate, voluminosa raccolta di storie boccaccesche in ottave, costituiscono un ricco spunto per le tematiche e i motivi ripresi dal Belli, tra i quali: le superstizioni popolari collegate al gioco del lotto, le pratiche penitenziali della Chiesa romana, mentalità e costumi della Roma dei Cesari e dei Papi, storie e leggende come quella della papessa Giovanna. Nonostante i contatti con il Casti boccaccesco, manifesti soprattutto nella prima produzione romanesca, si rileva come al contrario i legami diretti con Boccaccio siano invece generici e limitati alla satira anticlericale, palesando altresì come il pensiero di Belli si snodi verso un pensiero più complesso rispetto al libertinismo del predecessore prediletto.
Lingua: ItalianoPag. 127-146
Etichette: Novella, Sonetto, Boccaccio Giovanni, Belli Giuseppe Gioacchino, Plebe, Roma, Realtà, Porta Carlo, Manzoni Alessandro, Alighieri Dante, Berni Francesco, Aretino Pietro, Novelle galanti, Casti Giovan Battista, Ottave, Satira, Anticlericale, Superstizioni,,
Titolo articolo: Dare forma alla poesia: semantica del libro tra Dante e Boccaccio (passando per Guittone)
Il saggio mette in relazione l’attività editoriale di Giovanni Boccaccio intorno alle proprie opere e al contempo il suo lavoro di copista del corpus dantesco. Analizzando gli autografi delle opere boccacciane giunte sino alla contemporaneità, si evidenzia come, eludendo gli schemi tradizionali della codicologia trecentesca, il Certaldese abbia costruito dei codici dal gusto personale e inusitato a partire proprio dal “Decameron”, allestito come un trattato universitario sebbene opera di narrativa. La trattazione del contributo, che ipotizza anche una certa influenza dell’opera poetica di Guittone d’Arezzo, si concentra sul tentativo di spiegare tali anomalie, individuando nell’attività di copia di Dante e, soprattutto, nella riflessione intorno alla “Vita nova”, le radici di tale ‘bizzaro’ allestimento. Il prosimetro dantesco infatti offre le principali linee guida per la lettura della poetica di Boccaccio, che certamente lesse interiorizzando il predecessore fiorentino e maturò sopra i suoi testi la volontà di renderli maggiormente fruibili, prediligendo la manipolazione degli scritti all’adesione all’originale.
Lingua: ItalianoPag. 147-167
Etichette: Forma, Poesia, Semantica, Libro, Alighieri Dante, Boccaccio Giovanni, D’Arezzo Guittone, Attività editoriale, Copista, Opere, Autografi, Teseida, Decameron, Codici, Manoscritto, Trattato, Narrativa, Anomalie, Codicologia, Vita nova, Poetica, Critica, Sist,
Titolo articolo: Il senso delle lacrime. Una teoria del pianto nel “Decameron”
L’articolo mira ad indagare il significato del pianto all’interno del “Decameron” di Boccaccio così da dimostrare, sulla base dei più recenti studi in diversi campi d’indagine sul tema delle lacrime, la concreta possibilità di una nuova prospettiva esegetica di lettura della più importante opera boccacciana. Si descrive accuratamente il panorama pestilenziale che fa da sfondo all’Introduzione del “Centonovelle”, per poi soffermarsi sull’intera tragica quarta giornata, dedicata agli amori infelici, passando dalla finta confessione di Ser Ciappelletto alla drammatica parabola esistenziale di Beritola Caracciolo e Lisabetta da Messina, fino alla monacazione di Filippo Balducci. Si dimostrano le diverse funzioni del pianto connesse ai vari personaggi: le seduttive della finzione lasciano il posto all’idea del pianto come dono, capace di trasformarsi da atto emotivo a concreto tentativo di modificare il mondo. Viene sottolineata la funzione ‘didattica’ e gnoseologica del pianto all’interno della prospettiva generale dell’opera, che intende infatti offrire una scrittura matura in cui riso e lacrime sono disposizioni entrambe necessarie per la comprensione ed accettazione della realtà.
Lingua: ItalianoPag. 169-180
Etichette: Senso, Lacrime, Teoria, Pianto, Decameron, Boccaccio Giovanni, Introduzione, Peste, Trecento, Confessione, Ser Ciappelletto, Caracciolo Beritola, Monacazione, Balducci Filippo, Tragica, Giornata, Quarta, Amori, Infelici, Prospettiva, Esegesi. Eloquenza, C,
Titolo articolo: L’usignolo di Caterina (Dec., V, 4) ieri e oggi
Il saggio ripercorre innanzitutto i diversi significati, propri e figurati, legati alla figura dell’usignolo, da sempre veicolo di diverse simbologie nella letteratura d’oc e d’oil. In seconda istanza, viene analizzata l’interpretazione boccacciana del gioco metaforico legato a questo volatile nel contesto della novella V,4 del “Decameron” dove si associa sia al tema dell’incontro notturno degli amanti, sia all’alba che segna il loro distacco. Infine, si valuta la rielaborazione dello stesso usignolo nel “Decamerone da un italiano all’altro” di Aldo Busi in cui la metafora sessuale aviaria conserva piena validità, associandosi però ad una seconda metafora squisitamente moderna quale è quella del gioco del calcio, dimostrando l’abilità inventiva dello scrittore contemporaneo nell’individuazione di un equivalente metaforico più vicino al proprio pubblico.
Lingua: ItalianoPag. 181-189
Etichette: Usignolo, Decameron, Boccaccio Giovanni, Novella, Significato, Figurato, Uccello, Simbologie, Letteratura d’oc, Letteratura d’oil, Busi Aldo, Decamerone da un italiano all’altro, Ilarità, Progressione, Eufemismo, Analisi stilistica, Segre Cesare, Volatile,
Titolo articolo: La novella del re di Cipro tradotta ‘in diversi volgari d’Italia’ e gli “Avvertimenti della lingua sopra ‘l Decamerone” di Salviati
L’intervento esamina la sezione “Novella nona della giornata prima del Decamerone” dell’accademico cruscante Lionardo Salviati, edita a Venezia nel 1584 in appendice al primo volume “Degli avvertimenti della lingua sopra ‘l Decamerone”. In essa si presenta la citata novella boccacciana, nell’edizione purgata del 1582, e la relativa traduzione in dodici dialetti italiani, con l’obiettivo di dimostrare concretamente da un lato la perfezione del fiorentino trecentesco documentato dalle pagine del “Decameron” e dall’altro la continuità del fiorentino cinquecentesco rispetto a quello delle tre corone, comprovata dalla traduzione resa nella lingua fiorentina di Mercato vecchio. Infatti questa parlata, nonostante l’abbassamento qualitativo intercorso rispetto al Trecento, si palesa superiore rispetto a tutti gli altri volgari d’Italia e può a ragione essere presa a modello per l’intera Penisola. Il contributo si conclude con un’interessante riflessione in merito ai volgarizzamenti del Salviati che ebbero l’inaspettato merito di legittimare un uso scritto delle parlate locali per i testi letterari, a dispetto delle intenzioni del proprio autore.
Lingua: ItalianoPag. 191-198
Etichette: Novella, Re, Cipro, Traduzione, Volgari, Italia, Degli avvertimenti delle lingua sopra ‘l Decamerone, Salviati Lionardo, Nona, Giornata, Prima, Appendice, Venezia, Presso Domenico, Guerra Giovan Battista, Cinquecento, Edizione purgata, Dodici, Dialetti, B,
Titolo articolo: Letture edificanti e nozze bianche
Lo studio tratta da vicino il tema dell’astinenza nella novella III,4 del “Decameron” con lo scopo di individuarne le fonti e di spiegarne l’adattamento boccaccesco. Si mostra come la situazione del matrimonio casto sia un vero e proprio topos della tradizione letteraria e si procede individuando i legami intertestuali più stretti: con i luoghi del biblico Tobias, con la letteratura agiografia e in particolare con la vicenda di Sant’Alessio, presente nella “Legenda aurea”, nel “Saint-Alexis” e nel “Ritmo di Sant’Alessio” ed infine con la vicenda dell’eremita Amone della “Historia Lausiaca” di Palladio. Ciò che colpisce è la ripresa del tema dell’istruzione religiosa impartita nel talamo ma il rinnego del motivo della forzatura e dell’abbandono delle sposa, in quanto al Boccaccio interessa il risvolto comico del soddisfacimento alternativo ai propri appetiti sessuali che la moglie trova proprio grazie all’astinenza del marito.
Lingua: ItalianoPag. 199-206
Etichette: Letture, Edificanti, Nozze, Bianche, Astinenza, Frate Puccio, Novella, Decameron, Indottrinare, Moglie, Letto, Agiografia, Bibbia, Tobias, Di Vendôme Matteo, Sant’Alessio, Legenda aurea, Amone, Historia Lausiaca, Palladio, Boccaccio Giovanni, Panfilo, Mas,
Titolo articolo: “Decameron”: ‘udire’, ‘vedere’, ‘conoscere’ negli explicit della prima giornata
Il saggio analizza l’impianto degli explicit delle novelle della prima giornata dal punto di vista del lessico e dei significati sottesi. Si attesta come la ripetuta occorrenza di termini quali ‘udire’, ‘sentire’, ‘vedere’, ‘conoscere’, nonché di formule similari, crei un reticolo semantico inteso a sottolineare l’importanza della comunicazione orale istituita tra il narratore e l’ascoltatore. Viene dimostrato come tale modalità espositiva difenda ed esalti il valore della parole detta o narrata e la leghi al fine della rieducazione civile, morale e sociale della Firenze sconvolta dall’epidemia pestilenziale. Si riconosce, infatti, nel dialogo umano e ricco di contenuti la concreta possibilità di una ripresa della societas urbana, cosicché le sentenze dei novellatori riempiano negli ascoltatori e nei lettori il vuoto lasciato dalla cultura scolastica e dalla metafisica e colmino gli animi di buoni propositi civili finalizzati all’umana convivenza.
Lingua: ItalianoPag. 207-216
Etichette: Decameron, Boccaccio Giovanni, Udire, Vedere, Conoscere, Sentire, Explicit, Prima, Giornata, Novelle, Lessico, Significati, Sottesi, Ocorrenza, Reticolo, Semantico, Ripetizione, Formule, Comunicazione orale, Raccontatore, Ascoltatore, Difesa, Esaltazione,,