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Italianistica | 2004 | N. 2
Anno 2004 – Annata: XXXIII – N. 2 Mese: Maggio/Agosto
A cura di Paola Benigni
Titolo articolo: Il dissolversi dell’occasione nella atemporalità. Riflessioni sulla struttura dei sonetti delle “Rime”
Attraverso una breve, ma minuziosa analisi testuale di ben 44 sonetti petrarcheschi – tutti inclusi nei “Rerum Vulgarium Fragmenta” – l’autore punta a far emergere la sostanziale differenza di matrice strutturale tra i testi poetici composti prima della morte di Laura e quelli scritti dopo.
In quest’ultimi, nota acutamente l’Ambrosini, venuta ormai meno la figura ‘reale’ di Laura, non ha più motivo di sussistere quella struttura argomentativa basata sul contrasto fra una parte (2 quartine) narrativo-descrittiva “occasionale”, e una – solitamente la terzina finale – a carattere “atemporale” e moraleggiante. Dal presente studio emerge bene, quindi, come nei sonetti scritti dal Petrarca ‘post mortem Laurae’, soprattutto la categoria temporale venga ad essere sacrificata e limitata ad uno sterile presente, nel quale ricordi e speranze sono posti sul medesimo piano; laddove, invece, ‘ante mortem Amoris’, il tempo, come durata e processo, poteva opporsi alla sua sostanza assoluta.
Pag. 13-28
Etichette: Petrarca Francesco, Rerum Vulgarium Fragmenta, Poesia, Trecento,
Titolo articolo: Il tema della fortuna
Interamente volto alla ricerca e allo studio del tema della fortuna nelle opere in volgare di Petrarca, e più in particolare nei “Rerum Vulgarium Fragmenta”, è il presente saggio del Baldassarri. Esso prende avvio dall’assunto, oggettivamente innegabile, della ridotta presenza di un tale topos nelle opere “‘n rime” del poeta, soprattutto se poste a confronto con quelle “in versi” del medesimo autore. Eppure, a seguito di una puntuale analisi condotta su alcuni testi poetici del “Canzoniere” (Spirto gentil, Italia mia, ecc.), si coglie bene come in realtà la presenza di questo tema sia fortemente radicata anche nei “Rerum Vulgarium Fragmenta”, ma dissimulata ad arte dal Petrarca, che ne attua spesso la sostituzione facendo ricorso a diversi attanti: Amore, Laura, Morte e così via.
Lingua: ItalianoPag. 29-34
Etichette: Petrarca Francesco, Rerum Vulgarium Fragmenta, Poesia, Trecento, Fortuna, Amore, Intertestualità,
Titolo articolo: Le acque del Petrarca
In questo saggio Giorgio Brugnoli focalizza la sua attenzione sulla dimensione dossografica intertestuale della sceneggiata, che gravita intorno alle “dolci acque” del Petrarca. Scopo dichiarato dell’autore, in tale contesto, è dunque quello di dimostrare, mediante l’analisi di alcuni brani tratti da diverse opere del Petrarca, come fondamentali ed inedite suggestioni al costituirsi del topos delle famose “chiare, fresche e dolci acque” dei “Rerum Vulgarium Fragmenta”, siano giunte al poeta direttamente dalla tradizione dossografica latina e più in particolare da alcuni loci specifici di auctores latini quali: Virgilio, Orazio, Properzio, ecc. In tale ottica la dossografia latina andrebbe, allora, meglio valutata e considerata – suggerisce Brugnoli – in quanto potrebbe condurre ad una migliore interpretazione del fondale paesaggistico della scena petrarchesca contribuendo a svelarne i suoi sovrasensi.
Lingua: ItalianoPag. 35-46
Etichette: Petrarca Francesco, Rerum Vulgarium Fragmenta, Triumphi, Epistole, Poesia, Trecento,
Titolo articolo: Petrarca e la tradizione delle rime per anniversario
Partendo dall’assunto che i cosiddetti “testi per l’anniversario” costituiscono, senza ombra di dubbio, una delle principali caratteristiche dell’architettura del “Canzoniere” petrarchesco, Stefano Carrai si propone di compierne, qui, uno studio capillare volto ad indagare anche i possibili modelli che Petrarca può aver tenuto a mente durante la loro composizione. Si apprende così che l’innesco del meccanismo della celebrazione degli anniversari dell’innamoramento per Laura da parte del poeta, risale alla tradizione latina e nello specifico a Properzio, ma non gli è estranea – a detta del Carrai – neppure la tradizione medievale, in cui il poeta poteva trovare input importanti a riguardo. E poi ancora e più nello specifico: i trovatori (Folquet de Marselha, Gaucelm Faidid), alcuni poeti italiani del Duecento (Cielo D’Alcamo, Mazzeo di Ricco, Guittone d’Arezzo) e infine, naturalmente, il Dante del sonetto “Era venuto ne la mente mia”, incluso nella “Vita Nova”, scritto per onorare la morte di Beatrice, che certo Petrarca non avrebbe potuto ignorare
Lingua: ItalianoPag. 47-54
Etichette: Petrarca Francesco, Rerum Vulgarium Fragmenta, Poesia, Duecento, Trecento, Petrarchismo,
Titolo articolo: Questioni di iconografia attorno ai “Triumphi”
All’importanza dell’incontro padovano tra Petrarca e il Boccaccio, avvenuto nel marzo 1351, e all’influenza che l'”Amorosa visione” boccacciana può aver esercitato sull’ideazione dei “Triumphi” del Petrarca, è rivolto lo studio del Ciccuto. Tuttavia il campo d’indagine dell’autore non rimane circoscritto al solo esame di queste due opere, ma ben presto si amplia, à rébours, prendendo in esame anche una situazione per alcuni versi analoga, ma di opposta direzionalità: l’influenza esercitata da Petrarca sul “De casibus”, opera cui il Boccaccio attendeva già dal 1355, e di cui echi di coerenza ideativi si ritrovano ancora nei “Triumphi”. A tale indagine, inoltre, non rimane poi estranea neppure la dimensione iconografica: ut pictura poesis!
Lingua: ItalianoPag. 55-60
Etichette: Petrarca Francesco, Boccaccio Giovanni, Trumphi, Amorosa visione, Poesia, Trecento, Iconografia,
Titolo articolo: Memoria e scena dell’amore nella canzone “In quella parte dove amor mi sprona”
Alla canzone 127 dei “Rerum Vulgarium Fragmenta” è interamente dedicato il saggio di Bortolo Martinelli. Ad essa il critico riconosce immediatamente e inequivocabilmente, nell’economia della raccolta, un ruolo fondamentale tanto a livello strutturale che ideologico. L’intero suo scritto è perciò volto a dimostrare, soprattutto attraverso un minuzioso confronto tematico non meno che stilistico con le canzoni ad essa limitrofe (la serie 125-129), le ragioni di una tale importanza e a chiarire, inoltre, come essa intrattenga rapporti a distanza con altri testi del “Canzoniere”, secondo un modello che l’autore definisce qui “di interconnessione genetica”, poiché coinvolge più estesamente “il problema dell’elaborazione di alcuni cicli e nuclei tematici e della stessa costituzione del liber fragmentorum”
Lingua: ItalianoPag. 61-76
Etichette: Petrarca Francesco, Poesia, Trecento, Amore,
Titolo articolo: La struttura senaria del Canzoniere
Quanto sia rilevante il ruolo esercitato dal numero sei, nella raccolta dei “Rerum Vulgarium Fragmenta”, e ricco di significati semantici nascosti e stratificati – a partire dal quel famoso 6 aprile 1327 giorno del primo incontro del poeta con Laura e poi della sua morte (6 aprile 1348), fino ad arrivare alla sperimentazione della forma metrica della sestina – è messo bene in rilievo da Vinicio Pacca nel presente articolo. L’autore compie qui, infatti, un’indagine volta a cogliere quanto questa dimensione numerologica, basata sul numero sei, si riveli particolarmente importante nel “Canzoniere” tanto a livello tematico che strutturale. Tale analisi viene, infine, allargata e ulteriormente arricchita anche con confronti e rimandi a diverse opere del Petrarca e alle diverse redazioni della sua opera principale. La conclusione cui giunge il Pacca, dopo la sua indagine, è che la numerologia rappresentò una soluzione tarda escogitata dal poeta solo allo scopo di restituire unità ad un’opera in crisi di crescita.
Lingua: ItalianoPag. 77-82
Etichette: Petrarca Francesco, Rerum Vulgarium Fragmenta, Canzoniere, Poesia, Trecento,
Titolo articolo: Petrarca e il libro non finito
Nel presente saggio Michelangelo Picone affronta tutta una serie di problematiche che un testo complesso come il ‘canzoniere’ pone al suo lettore moderno. Nei quattro paragrafi che compongono questo contributo, l’autore ha voluto, ordinatamente e rispettivamente, occuparsi nel primo della “questione del titolo” o dei titoli, rivendicando con forza come autentico solo quello di “Rerum Vulgarium Fragmenta”: titolo non casuale, scelto con precisi intenti dal poeta e in quanto tale unico e veramente autentico, di contro a quelli di “Rime”, “Rime sparse” e, soprattutto, di “Canzoniere”. Nel secondo paragrafo l’autore tratta, invece, del problema dell’inconclusività dei “Rerum Vulgarium Fragmenta”, fabula inexpleta perché narrata nella prospettiva della sua evoluzione e non della sua conclusione. Nel terzo paragrafo Picone incentra la sua attenzione su perché Petrarca abbia evitato accuratamente di utilizzare per e nei “Rerum Vulgarium Fragmenta” il termine ‘libro’ e metafore affini, sostituendolo di volta in volta con metonimie varie (rime, versi, note, carte, penne, inchiostri, ecc.). L’ultimo paragrafo è tutto imperniato, invece, sull’analisi di uno dei testi più difficoltosi dei “Rerum Vulgarium Fragmenta”: il sonetto 40. In esso Petrarca parla di una “nuova tela”, che egli vorrebbe tessere, e della sua impossibilità a farlo a causa di una “défaillance ideologica”. Grazie all’analisi di questo microtesto si ottiene così la conferma di come sia proprio il desiderio frustrato di plenitudo quello che ha dominato e determinato la struttura del ‘canzoniere’, un’opera scritta da un autore consapevole di poter sì tessere una nuova tela, ma a guisa di Aracne non certo di Minerva.
Lingua: ItalianoPag. 83-94
Etichette: Petrarca Francesco, Rerum Vulgarium Fragmenta, Canzoniere, Poesia, Trecento,
Titolo articolo: “Nel dolce tempo”: sintesi o nuovo cominciamento?
Alla canzone 23 e al suo potenziale nell’economia dello sviluppo dei “Rerum Vulgarium Fragmenta”, inteso come ‘liber’, è interamente dedicato il saggio di Giovanna Rabitti. La studiosa tenta qui di far luce sull’importanza di tale componimento e sulle sue diverse interpretazioni e riprese, da parte di insigni petrarchisti di tutti i tempi, ad iniziare da Vittoria Colonna.
Lingua: ItalianoPag. 95-108
Etichette: Petrarca Francesco, Rerum Vulgarium Fragmenta, Poesia, Trecento, Cinquecento, Petrarchismo, Fortuna,
Titolo articolo: Sulla canzone “I’vo pensando” (RVF 264): l’ascendente agostiniano ed altre suggestioni culturali
Giuseppina Stella Galbiati nel presente articolo, incentrato monotematicamente sull’analisi della canzone 264 dei “Rerum Vulgarium Fragmenta”, “I’vo pensando”, compie due importanti indagini: la prima concerne la posizione e la funzione dell’appena menzionato componimento nel “Canzoniere”, dove sin dalla redazione Chigi faceva da spartiacque tra le due parti “in vita e in morte” di Laura. La seconda questione riguarda, invece, i modi specifici della rappresentazione e i modelli che possono aver agito in modo determinante sul Petrarca, all’atto della sua composizione. Si ritrovano qui, dunque, da un lato i soliti nomi dei grandi auctores: Ovidio, Seneca, Agostino, Prudenzio; mentre nell’ambito volgare quelli di: Guido Cavalcanti, Cino da Pistoia e il Dante “del Purgatorio”. Un sostrato perciò ricchissimo quello della canzone 264 che rende di conseguenza difficile – queste le conclusioni dell’autrice – per la nostra memoria…”seguire quella di Petrarca”!
Lingua: ItalianoPag. 109-121
Etichette: Petrarca Francesco, Rerum Vulgarium Fragmenta, Poesia, Trecento, Intertestualità,
Titolo articolo: Petrarca e l’etica laica della saggezza rinascimentale
Alla figura di Petrarca quale autentico maestro del sapere europeo, padre di quell’umanesimo che trovò nell’intreccio tra saperi, humanae litterae e impegno etico-civile una delle sue maggiori peculiarità, è dedicato il saggio dell’Anselmi. L’autore tenta, in esso, di enucleare tutte le ragioni che hanno reso celebre questo ‘altro Petrarca’, a partire dalla ricostruzione della storia della sua ricezione e fortuna presso i posteri, Machiavelli in primis, per poi spingersi anche oltre i confini della nostra penisola: in Germania e Croazia. L’Anselmi mette inoltre in evidenza l’importanza di taluni testi petrarcheschi giudicati, ancora oggi, assai ostici e conseguentemente poco frequentati, ma che al pari dei più noti hanno però concorso non poco a segnare la nostra identità sia morale che culturale e poetica, proprio come sarebbe piaciuto al poeta.
Lingua: ItalianoPag. 125-132
Etichette: Petrarca Francesco, Trecento, Cinquecento, Etica, Petrarchismo, Fortuna,
Titolo articolo: Proposte per il Petrarca all'”Indice” negli anni del papato Boncompagni
Al Petrarca ‘in odore’ di eresia per quei suoi componimenti in cui non aveva esitato a definire la curia dei suoi tempi “una vera Babilonia” e noti, quindi, anche con il nome di “sonetti babilonesi”, è dedicato lo studio di Luisa Avelli. Da tale saggio si apprende inoltre come l’opera del Petrarca, soprattutto sotto il papato di Gregorio XIII, il bolognese Ugo Boncompagni, fu bersaglio degli strali velenosi dell’appena riconfermata Congregazione dell’Indice (1572), che con un procedimento retroattivo emise persino una condanna contro il poeta giudicandolo: “dux et magister sporcarum libidinum” ed in quanto tale primo responsabile della lascivia dell’Ariosto.
Lingua: ItalianoPag. 133-142
Etichette: Petrarca Francesco, Boncompagni Ugo, Gregorio XIII, Rerum Vulgarium Fragmenta, Canzoniere, Poesia, Trecento, Cinquecento, Censura,
Titolo articolo: Petrarca, Salutati, Landino: RVF 22 e 132
Quando si parla della fortuna del Petrarca viene in mente da subito un secolo ben preciso: il Cinquecento, naturalmente, il secolo per eccellenza del petrarchismo, del Bembo e di quelle 120 edizioni delle sue rime volgari. Di rado si è invece parlato di come questo poeta venne recepito nel Quattrocento e accolto nelle diverse capitali italiane della cultura. Proprio su tale argomento si sofferma, allora, il presente studio di Mauro De Nichilo volto principalmente a passare in rassegna non solo i luoghi della fortuna del Petrarca nel XV sec., ma anche le modalità e i promotori di essa, quali, per esempio: Tito Vespasiano Strozzi, Cristoforo Landino e Coluccio Salutati.
Lingua: ItalianoPag. 143-162
Etichette: Petrarca Francesco, Salutati Coluccio, Landino Cristoforo, Rerum Vulgarium Fragmenta, Poesia, Trecento, Quattrocento, Cinquecento, Petrarchismo, Neoplatonismo, Fortuna,
Titolo articolo: Tra Da Tempo, Filelfo e Barzizza: biografia sentimentale e allegoria morale nei commenti quattrocenteschi al Canzoniere di Petrarca
Come a tutti noto il libro di “Rime” volgari del Petrarca è stato, sin da suoi esordi, oggetto di numerose interpretazioni a carattere prevalentemente letterario e aneddotico, le quali hanno impedito di cogliere – contrariamente a quanto avrebbe voluto il poeta per il quale le fabulae e gli interagumenta dovevano celare, sotto il velo della lettera, sensi nascosti e verità morali a guisa degli antichi – le sedimentazioni allusive e i simboli insiti in tale poesia. Su alcuni commenti di questo tipo, per lo più quattrocenteschi, viene ora a fissarsi l’attenzione del Marcozzi, che punta a far emergere come tali prodotti rispondessero comunque in pieno all’orizzonte d’attesa di quel particolare pubblico cortigiano e mondano del XV sec., amante dei particolari aneddotici e di una materia biografica arricchita di continuo da elementi fantasiosi e del tutto scevra da qualsiasi tentativo di una seria interpretazione allegorica.
Lingua: ItalianoPag. 163-178
Etichette: Petrarca Francesco, Da Tempo Antonio, Filelfo Francesco, Barzizza Guiniforte, Rerum Vulgarium Fragmenta, Poesia, Trecento, Quattrocento, Fortuna, Petrarchismo,
Titolo articolo: Nota su Petrarca e l’umanesimo volgare
Sul Petrarca storico e moralista, prima vera voce dell’umanesimo volgare, si incentra la presente ‘rilettura’ – compiuta alla luce di una nuova sensibilità filologica – di Francesco Tateo. Lo studioso chiarisce da subito come la ragione di questo stretto e particolare legame, che solo in tempi recenti si è iniziato ad avvertire tra Petrarca e l’umanesimo, sia la più diretta e rilevante conseguenza di quella dissoluzione del concetto unitario della cultura umanistica, la quale ha rivelato momenti e percorsi molteplici, incertezze e contraddizioni, ma soprattutto una tendenza essenzialmente critica del tutto in linea, e per diversi aspetti persino anticipata e trasmessagli, dalla sensibilità petrarchesca.
Lingua: ItalianoPag. 179-184
Etichette: Petrarca Francesco, Secretum, Rerum Vulgarium Fragmenta, Triumphi, De vita solitaria, Poesia, Trecento, Quattrocento, Cinquecento, Fortuna, Petrarchismo, Umanesimo,