Italianistica | 2004 | N. 1

Anno 2004 – Annata: XXXIII – N. 1 Mese: Gennaio/Aprile
A cura di Paola Benigni

Autore/i articolo: MARIA LUISA DOGLIO
Titolo articolo: Renzo Negri e Ariosto

In questa “Presentazione” al fascicolo speciale della rivista “Italianistica”, uscito in occasione del venticinquesimo anniversario della morte di Renzo Negri, suo fondatore, Maria Luisa Doglio ha voluto rievocare, al fine di rendere il giusto omaggio alla memoria di questo critico, i suoi studi su Ludovico Ariosto, principiati agli inizi degli anni Settanta. La Doglio si sofferma ad illustrare in modo dettagliato, quasi a mo’di recensione, il volume “Interpretazione dell'”Orlando Furioso”” del Negri, stampato a Milano da Marzorati per la prima volta nel 1971, contemporaneamente alla “Lettura dell’Orlando Furioso” di Nino Borsellino. Due testi divenuti fondamentali e rappresentativi del gusto nonché delle tendenze della critica ariostesca dei primi anni Settanta.

Lingua: Italiano
Pag. 13-16
Etichette: Arioso Ludovico, Negri Renzo, Orlando Furioso, Critica letteraria, Cinquecento, Novecento,

Autore/i articolo: ENZO NOÈ GIRARDI
Titolo articolo: Renzo Negri tra Settecento e Ottocento

Enzo Noè Girardi dopo un breve excursus in cui chiarisce il tipo di esegesi che ha contraddistinto, sin dagli albori, gli scritti di Renzo Negri – tanto lontani sia dagli orientamenti della critica simbolico-psicanalitica sia da quelli della critica sociologica – precisa, poi, quale superiore idea di ‘Letteratura’ abbia perseguito negli anni l’illustre critico. Si ha così modo di apprendere come costui avesse da sempre privilegiato la funzione storica, comunicativa e morale della letteratura, rispetto a quella estetica. Un orientamento il suo che lo ha poi condotto, quasi inevitabilmente, a prediligere lo studio di alcuni periodi storico-letterari (Settecento preromantico, Ottocento neoclassico fino al Novecento di Ungaretti e Montale) e di alcuni autori (Leopardi, Alessandro Verri, Manzoni, Rovani, ecc.). Di essi ne fa un lungo elenco il Girardi che si sofferma, inoltre, ad illustrare anche le opere più rappresentative del Negri, dalle quali emerge bene tra l’altro la tendenza del Negri a mettere, democraticamente, sullo stesso piano, in funzione storiografica, opere maggiori e minori.

Lingua: Italiano
Pag. 17-20
Etichette: Negri Renzo, Studi critici, Critica letteraria, Settecento, Ottocento, Novecento,

Autore/i articolo: ANNA BELLIO
Titolo articolo: Parini per la felicità

Interamente dedicato al tema della felicità e ai diversi modi in cui essa è stata trattata ed espressa nelle opere di Giuseppe Parini, è il presente scritto di Anna Bellio, che fu una delle più dirette collaboratrici di Enzo Negri. Attraverso una minuziosa analisi di alcuni testi pariniani, poetici e non, l’autrice punta infatti a far emergere la concezione pariniana della felicità, argomento al quale, seppur lo scrittore di Bosisio non ha mai dedicato un testo specifico né uno spazio programmato all’interno dei suoi scritti, tuttavia risulta essere presente in varie forme e modi nell’intera sua opera e nella sua riflessione morale.

Lingua: Italiano
Pag. 23-32
Etichette: Parini Giuseppe, Trattatistica, Felicità, Settecento, Novecento, Illuminismo, Intertestualità,

Autore/i articolo: MATILDE DILLON WANKE
Titolo articolo: Riflessioni sulle tipologie del ritratto letterario e il ritratto dell’ “Inclita Nice”

A riflessioni sulle differenti tipologie di ritratto letterario e ai suoi rapporti con quello pittorico è rivolto questo articolo di Matilde Dillon Wanke. La studiosa nella prima parte del saggio si sofferma ad analizzare in particolar modo “La Galeria” del Marino, in quanto opera che può apparire davvero “un centone di temi pittorici in versi, un poetare ut pictura”. Nella seconda parte rivolge, invece, la sua attenzione al Parini e al suo ruolo centrale nella poetica del figurativo, prendendo in considerazione uno dei testi poetici meno noti dello scrittore di Bosisio, l’ode “Per l’Inclita Nice”, concludendo poi il suo studio con l’analisi di alcuni componimenti poetici di diversi autori, raccolti in un’unica silloge dal titolo “L’originale e il ritratto”, allestita in occasione della realizzazione di un ritratto di Isabella Teotocchi Albrizzi, da parte di una pittrice francese madame Vigée-Lebrun. Evento che costituì un’irrinunciabile occasione per incrociare i temi della copia e del ritratto, del volto e dell’anima…ut pictura poësis.

Lingua: Italiano
Pag. 33-50
Etichette: Marino Giambattista, Parini Giuseppe, Albrizzi Teotocchi Isabella, La Galeria, Ode Per l’Inclita Nice, L’originale e il ritratto, Settecento, Biografia, Ritratto,

Autore/i articolo: GUIDO BALDASSARRI, VALENTINA SALMASO
Titolo articolo: Oltre Cesarotti. Esempi di traduzioni ossianiche nell’Ottocento

Nei quattro paragrafi che compongono il presente articolo scritto a più mani, vengono prese in considerazione e valutate criticamente alcune traduzioni dei famosi “Canti di Ossian”, realizzate nell’Ottocento. La prima ad essere analizzata è quella di John Smith data alle stampe nel 1780, dal titolo “Gaelic Antiquities”, giudicata completamente estranea al sistema del corpus ossianico del Macpherson. Segue poi, nel secondo paragrafo, l’esame della traduzione de “La morte di Gaulo” di Giovanni Rosini, caratterizzata da un potenziamento della patina malinconica e patetica, ma dal punto di vista stilistico perfettamente allineata al modello ossianico per eccellenza: quello di Cesarotti. Le ultime due traduzioni ad essere valutate sono, rispettivamente, nel terzo paragrafo quella di Michele Leoni, “Nuovi Canti di Ossian”, nel quarto quella di Giovanni Torti relativa a “Oinamora”. Entrambe risultano molto lontane dal loro archetipo, contrassegnate come sono da scelte innovative e rischiose, che hanno sortito l’effetto finale di allontanarle dall’auctoritas del modello di riferimento cesarottiano, non solamente dal punto di vista metrico, ma anche da quello stilistico e sintattico-semantico. Decisamente troppo!

Lingua: Italiano
Pag. 51-69
Etichette: Smith John, Rosini Giovanni, Leoni Michele, Torti Giovanni, Gaelic Antiquities, La morte di Gaulo, Nuovi poemi di Ossian, Ottocento, Traduzione, Intertestualità,

Autore/i articolo: GIORGIO CAVALLINI
Titolo articolo: Per una postilla sulla poesia astrale di Leopardi

Nella “Premessa” a quest’articolo Giorgio Cavallini riporta, a vantaggio del lettore, delle brevi citazioni da testi leopardiani, in cui è possibile ravvisare echi di ‘poesia astrale’, argomento privilegiato del presente studio. Segue poi la menzione di due acquisizioni critiche di rilievo su tale tematica: la prima di Giovanni Pascoli e la seconda di Mario Luzi. Il tutto viene qui riportato sostanzialmente allo scopo di dimostrare, anche in tale ambito specifico, l’importanza degli studi di Renzo Negri su Giacomo Leopardi. Fondamentale si è rivelato a tale proposito il suo contributo “Lirica italiana moderna: il punto di partenza” (1978), nel quale il Negri ha avanzato la sua originale proposta di far iniziare la lirica italiana moderna (‘lirica’ e non ‘poesia’, ‘moderna’ e non ‘novecentesca’ o ‘contemporanea’) dall’apparizione dei “Canti” di Leopardi, riconoscendo dunque nel poeta di Recanati “il primo vero poeta moderno”, in quanto preconizzatore, con la sua filosofia dolorosa ma vera, di tematiche già propriamente eliotiane e montaliane.

Lingua: Italiano
Pag. 71-77
Etichette: Leopardi Giacomo, Pascoli Giovanni, Luzi Mario, Negri Renzo, Poesia, Settecento, Ottocento, Novecento, Astronomia, Intertestualità,

Autore/i articolo: MICHELE DELL’AQUILA
Titolo articolo: Intersezioni foscoliano-bremiane in Leopardi

Pur partendo dall’assunto che “intorno al foscolismo leopardiano non poco si è scritto”, Michele Dell’Aquila, in questo articolo, ha tuttavia voluto fornire una minuziosa casistica delle intersezioni, tematiche non meno che stilistiche, foscoliane in alcune opere di Giacomo Leopardi; riportando, inoltre, a testimonianza di siffatto interesse culturale del Leopardi per l’operato del Foscolo, anche brani di lettere tratti dall’Epistolario leopardiano. L’autore ha rivolto poi la sua attenzione anche ai rapporti letterari tra il Leopardi e il Di Breme, cui fa da sfondo la famosa querelle tra classicisti e romantici, che vide il Foscolo “assente fisicamente” e “distaccato” (se si eccettua l’aspra polemica con il Manzoni), mentre il Di Breme impegnato in prima linea con le sue “Osservazioni sul Giaurro di Byron”. Ed è proprio a quest’opera che guarderà il giovane Leopardi, allorquando dal suo isolamento nel natio borgo selvaggio, deciderà di far sentire la sua voce. Questo è quanto si evince non solo dal suo “Discorso di un Italiano intorno alla poesia romantica”, ma anche da numerose osservazioni contenute nello “Zibaldone”, dalle quali è inoltre possibile comprende come, paradossalmente, il Leopardi ‘classicista’, e non il gruppo di romantici lombardi, avesse inteso veramente il senso profondo del discorso bremiano sui caratteri della poesia nuova: patetica, sentimentale, malinconica e meditativa.

Lingua: Italiano
Pag. 79-97
Etichette: Di Breme Ludovico, Foscolo Ugo, Leopardi Giacomo, Ottocento, Classicismo, Romanticismo, Intertestualità,

Autore/i articolo: CARLO ANNONI
Titolo articolo: Alcune tracce per la poetica delle canzoni leopardiane

Carlo Annoni, dopo aver riassunto i risultati più recenti raggiunti dalla critica sui “Canti” del Leopardi, focalizza qui la sua attenzione sullo studio di alcune canzoni leopardiane, in particolar modo su: “Alla primavera o delle favole antiche”, l’ “Ultimo canto di Saffo” e il “Bruto Minore”, tentando di estrapolarne tracce, fons et origo, per la ricostruzione della complessa poetica loro sottesa.

Lingua: Italiano
Pag. 99-110
Etichette: Leopardi Giacomo, Canti, Poesia, Ottocento, Intertestualità,

Autore/i articolo: PIETRO GIBELLINI
Titolo articolo: L’altro Belli: carità, dolore e fede in cinque sonetti ‘seri’

Pietro Gibellini offre qui, in memoria di Renzo Negri, alcune “primizie” tratte dalla sua edizione critica e commentata dei “Sonetti” di Giuseppe Gioachino Belli, cui sta attendendo tuttora. Si tratta di cinque componimenti – nella fattispecie due sonetti de La poverella e tre de La povera madre – del tutto atipici, cui si deve però riconoscere il merito di aver svelato un volto inedito e a lungo trascurato dalla critica: quello del Belli ‘serio’. Cinque prove, dunque, di “stilus tragico” dalle quali ben si evince come il Belli sia stato un poeta di grande sensibilità etico-civile, di profonda fede religiosa, tutt’altro che un grezzo o volgare poeta popolano e dialettale

Lingua: Italiano
Pag. 111 – 117
Etichette: Belli Giuseppe Gioachino, Poesia, Ottocento, Fede,

Autore/i articolo: ENZO NOÈ GIRARDI
Titolo articolo: La ricerca dell’assoluto nella letteratura: Manzoni

Dopo aver chiarito preliminarmente cosa intenda di preciso per ‘Letteratura’ (insieme delle opere che trovano nella bellezza la loro ragion d’essere, la loro unità e il loro significato) e per ‘Assoluto’ (identificabile in Letteratura nel contenuto e non nella forma) – termini chiave della presente ricerca – Enzo Noè Girardi procede oltre circoscrivendo la sua indagine al rapporto del Manzoni con l’Assoluto: non filosofico o religioso, bensì estetico. In tale ottica identifica allora ne “La Pentecoste” il capolavoro di Manzoni lirico, poiché “primo ed importante acquisto nella ricerca di un assoluto estetico e asemantico”, giudicando invece le sue opere successive, sia poetiche che saggistiche, solo come meri momenti intermedi della ricerca di una struttura compositiva nuova. Discorso a parte va invece fatto, naturalmente, per i “Promessi Sposi”, opera in cui per l’autore tra i due assoluti manzoniani, quello della fede personale e quello della propria arte, è quest’ultimo ad avere la meglio sul primo, a tutto vantaggio della bellezza e dell’universalità di questa nuova “Commedia”.

Lingua: Italiano
Pag. 119 – 127
Etichette: Manzoni Alessandro, Ottocento, Narrativa, Intertestualità,

Autore/i articolo: GIUSEPPE LANGELLA
Titolo articolo: La tragedia della natura ‘lapsa’. Sul primo “Carmagnola”

Quanto importante sia e che notevole peso abbia l’indole nativa nel propiziare la fortuna come la rovina di un uomo, è l’argomento affrontato da Giuseppe Langella in questo scritto, con particolare riferimento alla tragedia “Il Conte di Carmagnola”. Manzoni, come acutamente notato dall’autore, creando un siffatto eroe tragico – nel senso aristotelico del termine – è riuscito a trasferire, a vari secoli di distanza, la dialettica politica ‘virtù’ e ‘fortuna’, tanto cara a Machiavelli, sul terreno morale, ponendola in termini di ‘volontà’ e ‘natura’. Molto interessante è poi la notazione finale in cui Langella sottolinea come, in tale prospettiva, l’inno sacro de “La Pentecoste” sia in realtà da leggere non come viene fatto tradizionalmente, ossia come “l’incunearsi di un corpo estraneo dentro le maglie di un’opera giunta ad una snodo pericoloso [ndr Il Conte di Carmagnola]”, ma bensì come un’opera destinata a puntualizzare “i complessi risvolti teologici del dramma umano colto alle radici della vicenda storica del Carmagnola”.

Lingua: Italiano
Pag. 129 – 132
Etichette: Manzoni Alessandro, Il Conte di Carmagnola, Tragedia, Teatro, Ottocento,

Autore/i articolo: PAOLO PAOLINI
Titolo articolo: Note di botanica manzoniana

Quale specifica funzione abbiano i numerosi riferimenti al mondo vegetale che costellano le opere del Manzoni, costituisce l’oggetto particolareggiato dell’indagine di Paolo Paolini. L’autore, infatti, dopo aver accertato l’interesse del Manzoni per il mondo vegetale, tanto a carattere pratico che scientifico – ricollegabile con tutta certezza ai suoi lunghi soggiorni nella villa di Brusuglio – si propone qui di scoprire se e quali implicazioni a livello artistico si celino dietro a questa passione georgica manzoniana.

Lingua: Italiano
Pag. 133 – 145
Etichette: Manzoni Alessandro, Natura, Ottocento,

Autore/i articolo: PIERANTONIO FRARE
Titolo articolo: La condanna etica e civile dell’Ottocento nei confronti del barocco

L’articolo di Pierantonio Frare è interamente dedicato alla ricostruzione della storia della ‘sfortuna’ critica del Barocco e del suo rappresentante per antonomasia Giambattista Marino, nel XIX secolo. Attraverso infatti i giudizi espressi da diversi esegeti e intellettuali ottocenteschi (dal Cesarotti al Torti, dal Sismondi allo Schlegel, dal Foscolo al Leopardi, dal Manzoni al De Sanctis per concludere con il Carducci), ricavati direttamente dai loro testi, siano essi antologie o storie letterarie, l’autore dimostra qui come l’Ottocento sia stato il secolo in cui, più di ogni altro, la fortuna del Barocco e del Marino abbia toccato il minimo storico: “l’ipogeo da cui partirà la lenta e contrastata risalita novecentesca”.

Lingua: Italiano
Pag. 147 – 165
Etichette: Marino Giambattista, Seicento, Ottocento, Barocco,