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Italian Studies | 2013 | N. 1
Anno 2013 – N. 1 Mese: gennaio-aprile
A cura di Paola Zito
Titolo articolo: “Trobar clus” in the Early Italian Lyric: Textual Enclosure, Social Space, and the Powtry of Guittone d’Arezzo
Il grande carisma di Dante, poeta ispirato e visionario, prima delle tre corone che ‘inaugurano’ la letteratura italiana, sembra eclissare le glorie del secolo precedente (o meglio, dei decenni precedenti), che pure avevano realizzato liriche davvero magistrali. È il caso di Guittone d’Arezzo e degli altri poeti del ‘trobar clus’, che pure esprimono i grandi valori – non solo amorosi ed estetici – ma anche etici e politici, teologici e religiosi, di una società comunale al tramonto, alla vigilia del più generale fenomeno ormai comunemente denominato ‘tramonto del Medio Evo’.
Lingua: InglesePag. 1-16
Etichette: Guittone d’Arezzo, Poesia, Trobadours, Duecento,
Titolo articolo: Power Differentials, Unreliable Models, and Homoerotic Desire in the “Comedy”
La riflessione condotta nel contributo riguarda il gravissimo peccato di sodomia, secondo l’etica del Due e del Trecento, così come recepita e riformulata nelle cantiche della “Commedia” dantesca. Se nel XV e nel XVI canto dell’ “Inferno” una simile colpa assume la fisionomia di un gravissimo attentato alla legge naturale, differente lettura se ne dà invece nel XXVI canto del “Purgatorio”, nel segno di una passività comunque immorale e lasciva, ma meno carica di violenza blasfema. Anzi – nota l’autrice – l’atteggiamento dell’inerte ricevere prefigura in qualche modo l’estasi paradisiaca dell’amor divino.
Lingua: InglesePag. 17-35
Etichette: Alighieri Dante, Divina Commedia, Sodomia, Etica, Duecento, Trecento,
Titolo articolo: ‘Una veritade ascosa sotto bella menzogna’: Dante’s “Eclogues” and the World Beoynd the Text
Fitto e pregnante lo scambio di idee – sul piano della poetica, della linguistica, della teologia e della visione del mondo in generale – tra l’Alighieri e il ‘proto-umanista’ Giovanni del Virgilio. Degne di note anche le modalità del loro comunicare, non esattamente epistolare, se è vero come è vero quanto afferma la studiosa Simona Lorenzini, secondo cui alle missive dell’interlocutore ‘Dante rispondeva immediatamente non con un’altra epistola, bensì con un ecloga latina, dialogata, di stampo virgiliano’ (p. 43). Si trattava dunque di ‘un evento letterario di straordinaria importanza’ (p. 37), i cui echi si rivelano percepibili pure nella terza cantica del grande poema.
Lingua: InglesePag. 36-56
Etichette: Alighieri Dante, Divina Commedia, Egloghe, Giovanni del Virgilio, Duecento, Trecento,
Titolo articolo: Language Variation in Fifteenth-Century Milan: Evidence of Koineization in the Letters (1397-1402) of Milanese Merchant Giovanni da Pessano
Proseguendo la sua indagine sulla scrittura epistolare in Lombardia fra Tre e Quattrocento, l’autore propone ora una accurata analisi delle lettere del mercante milanese Giovanni da Passano (o forse Giovanni Pessina). Redatte nel quinquennio 1397-1402, le missive lasciano affiorare il ricorso ad una ‘koiné’ linguistica ampiamente diffusa in area lombarda. A suffragio di tale ipotesi, Brown espone una vasta ed interessante casistica, introdotta dalla spiegazione dei presupposti metodologici che ne hanno ispirato la selezione.
Lingua: InglesePag. 57-77
Etichette: Lingua, Epistolari, Milano, Trecento, Quattrocento,
Titolo articolo: Giuditta, Armida e il velo della seduzione
Di indubbia suggestione il corredo iconografico – dal dittico di Lucrezia e Giuditta a firma di Lucas Cranach ad alcune illustrazioni della “Gerusalemme liberata” nell’edizione Pavoni, realizzate da Bernardo Castello – che accompagna il saggio del Refini. Rivisitando la fisionomia dell’eroina biblica Giuditta, è nel segno di una sottile ambiguità che vengono delineati, nel poema tassiano, i profili di Sofronia e di Armida, sia pure con l’intento di differenziarne, o meglio di contrapporne, la valenza. Negativo e inquietante il ‘velo’ della maga, emblema di una diabolica, irresistibile seduzione.
Lingua: ItalianoPag. 78-98
Etichette: Tasso Torquato, Gerusalemme liberata, Donna, Simulazione, Cinquecento,
Titolo articolo: ‘Non istà bene in buona teologia’: Four Italian Translations of “Paradise Lost” and the Vatican’s Policies of Book Censorship (1732-1900)
Una delle ‘regulae’ che introducono l’ “Index librorum prohibitorum”, dal Cinquecento in poi, condanna ‘a priori’, in modo tassativo, tutti gli scritti di autori non cattolici che affrontino tematiche di carattere religiose. Il divieto, dunque, si riverbera anche sul ‘paradiso perduto’ dell’inglese – e anglicano – John Milton, tradotto in italiano a partire dalla versione di Paolo Rolli, del 1730. Precauzioni e accorgimenti, spesso adottati a discapito del rispetto del testo, non si rivelano sufficientemente persuasivi e rassicuranti per i membri della Sacra Congregazione, tanto da indurli a non censurare l’opera.
Lingua: InglesePag. 99-122
Etichette: Milton John, Paradiso perduto, Traduzione, Censura Seicento, Settecento, Ottocento,
Titolo articolo: The “Aphanasis” of the Pirandellian Subject
Alla luce delle categorie ermeneutiche delineate dal grande psicanalista francese Lacan, il contributo reinterpreta la produzione pirandelliana, analizzando in particolare l’ “Enrico IV” e “Uno nessuno e centomila”. Nella disamina dei personaggi e nell’evolversi della trama, sapientemente si dipana l’ “Aphanasis” del soggetto, destinato a un progressivo ‘assottigliamento’ fino alla totale ‘scomparsa’. Ne ereditano l’essenza i mille rivoli dell’apparire, a loro volta condizionati dai riflettori dell’etica e dell’ideologia dominante.
Lingua: InglesePag. 123-137
Etichette: Pirandello Luigi, Teatro, Soggettività, Psicanalisi, Ottocento, Novecento,
Titolo articolo: ‘Riacquistare la Casarsa buona’: Exile, Realism, and Authorship in Pasolini’s “Atti impuri” and “Amado mio”
La rilettura di “Atti impuri” e di “Amado mio”, le novelle che Pier Paolo Pasolini scrisse nel 1950, consente di rilevarne il carattere ‘metanarrativo’, nel corso di un dialogo ‘aperto’ fra autore e lettore. Nella piena consapevolezza della portata scandalosa che all’epoca gravava sulla omosessualità, Pasolini racconta e si racconta in chiave ‘ibrida’, alla cui complessità concorre la coesistenza di adesione al neorealismo e della ‘tentazione’ esistenzialista. Intensi e ‘nostalgici’, i due testi sembrano preludere agli esiti più tardi dell’intera produzione.
Lingua: InglesePag. 138-154
Etichette: Pasolini Pier Paolo, Novelle, Neorealismo, Novecento,