Italian Quarterly | 2005 | N. 165-166

Il romanzo “Urania”, composto da Giulia Bigolina verso la metà del Cinquecento, ripropone il motivo del ‘paragone’, già ampiamente diffuso nella cultura rinascimentale e qui incentrato sul rapporto tra letteratura ed arte figurativa.

Ibsen e Pirandello, pur nella diversità delle loro opere, si sono interrogati su alcuni temi comuni: il rapporto tra individuo e realtà esterna, la tormentata ricerca dell’identità personale, i drammi esistenziali dell’essere umano.

L’incapacità di funzionare nella vita reale, la confusione di fantasia e realtà e gli effetti disastrosi di questo disordine sostengono la trama di “Menzogna e sortilegio”. La stanza della protagonista diventa dunque metafora di grembo e prigione dell’anima femminile ma anche di anelito alla conquista di un positivo rapporto col mondo esterno.

Nel film “Riso amaro” di Giuseppe De Santis (1949) si riflettono i temi dell’emancipazione femminile ma anche, più in generale, le problematiche dell’Italia del dopoguerra: dai fenomeni migratori connessi alla ricerca di lavoro ai conflitti sociali e culturali.

Il contributo fondamentale dato da Mario Verdone alla storiografia e critica del cinema italiano è compendiato nel volume “Drammaturgia e arte totale” (Rubbettino, 2005), qui analizzato nei vari saggi e capitoli che lo compongono.

L’intervista a Mario Fortunato prosegue la serie dedicata alle procedure onomastiche o di nominazione dei personaggi praticate dagli scrittori italiani contemporanei.

Vengono proposti dieci componimenti (I-IX in italiano, il X in latino) del poeta italo-americano.