Intersezioni | 2011 | N. 2

Si presenta qui il volume che raccoglie le relazioni degli interventi alla giornata di studi sulla “Genealogia deorum gentilium” di Giovanni Boccaccio, tenutasi nel dicembre 2009 presso il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Ravenna. L’approccio interdisciplinare dell’evento, in occasione del quale studiosi di diversi ambiti si sono confrontati sull’opera, costituisce un modello di ricerca che dimostra l’importanza delle discipline specialistiche nell’offrire angolazioni molteplici di un unico oggetto di studio.

Il saggio indaga il rapporto tra poesia e verità quale tema dominante nella “Genealogia” di Giovanni Boccaccio. Sullo sfondo della tradizione esegetica dei miti pagani, si esamina il ricorso all’allegoria teologica, dimostrando come l’autore giunga ad esprimere nell’opera una concezione sacrale della poesia.

Si analizza qui l’influenza del Petrarca nella “Genealogia” di Giovanni Boccaccio alla luce del rapporto tra i due poeti, da cui peraltro originò l’interesse di quest’ultimo per gli ‘Exempla’ della classicità. La stessa difesa della poesia nell’opera, nonchè l’imitazione stilistica, si riferiscono all’insegnamento petrarchesco.

L’identificazione di Teodonzio, la seconda delle fonti citate nella “Genealogia” dopo Ovidio, è questione ampiamente dibattuta dalla critica. Attraverso un percorso di indagine storico-linguistica, il saggio dimostra come tale citazione sia di fatto funzionale al Boccaccio per accreditare le sue conoscenze del greco.

Il saggio pone a confronto la “Genealogia” del Boccaccio con la mitografia coeva di Pierre Bersuire “Tractatus de reductione fabularum et poetarum poematibus”, meglio conosciuta come “Ovidius moralizatus”. Entrambe le opere sono determinanti per la fortuna dei miti antichi in Europa.

Ci si interroga qui motivi della conversione di Boccaccio dall’interesse romanzesco del “Decameron” a quello erudito della “Genealogia”. Muovendo dall’evoluzione del mito nell’età mercantile, il saggio dimostra come in tale scelta sia stato determinante l’obiettivo di ottenere prestigio sociale.

Mediante un’attenta analisi stilistica della “Genealogia”, il saggio indaga l’uso della retorica per convincere il lettore e in particolare l’impiego degli strumenti propri della tradizione Scolastica. La stessa struttura del trattato per ‘quaestiones’ rimanda ad alcune opere di Tommaso d’Aquino.

A partire da una prospettiva disciplinare orientalista, il saggio si sofferma sul ricco apparato simbolico mercantile comune a manicheismo, buddhismo e cristianesimo, sapientemente rielaborato dal Boccaccio nelle sue opere fino a determinarne la diffusione in Occidente.

Muovendo dall’esame dei disegni attribuiti al Boccaccio, contenuti nell’autografo della “Genealogia”, il saggio ipotizza l’influenza del pittore Buffalmacco sulla stessa evoluzione poetica dell’autore. Illustrazioni di corredo.