Intersezioni | 2010 | N. 3

Il saggio si concentra sul camminare come pratica simbolica, cognitiva e creativa, di interazione con lo spazio urbano e la sfera pubblica. In quanto attraversamento metaforico della dimensione metropolitana, l’esperienza del camminare è qui correlata alla figura letteraria del ‘flâneur’, esegeta della strada e pertanto eroe della città postmoderna.

Il saggio tratta la produzione epistolare in prosa e in versi del letterato inglese John Donne, esaminandone le caratteristiche stilistiche quale esito di una originale rielaborazione dei modelli classici, medioevali e rinascimentali. L’indagine individua inoltre, nelle lettere dello scrittore, una dimensione metacomunicativa sempre molto spiccata.

Muovendo dall’analisi del romanzo “Zazie dans le métro” di Raymond Queneau pubblicato nel 1959, se ne esamina la traduzione italiana di Franco Fortini e l’adattamento cinematografo di Louis Malle. Nel considerarne la riproduzione nei diversi linguaggi, il saggio mostra la ‘natura potenziale’ dell’opera di Queneau, sia per per quanto riguarda il versante letterario che cinematografico.

Il saggio ricostruisce il percorso intellettuale del mitologo torinese Furio Jesi a partire dagli interessi giovanili fino alla produzione saggistica e narrativa matura. L’analisi mostra come la ricerca sul mito, l’interesse per la letteratura e la militanza politica approdino al tema vampirico nel saggio “L’accusa del sangue” e nel romanzo “L’ultima notte”.

Si esamina qui il legame tra arte e matematica, con particolare riferimento alla nozione topologica nella produzione pittorica. L’analisi muove dal pittore e scrittore italo-peruviano Jorge Eilson, considerandone nello specifico le opere “Nodi”, “Quipus” e “Corde”, per soffermarsi successivamente sul tema dei ‘concetti spaziali’ in Lucio Fontana.

L’intervento ripropone alcuni brani dell’animata campagna anti-tutela artistica esplosa a fine Ottocento in Italia e in particolare a Roma. Qui infatti l’Editto del cardinale Bartolomeo Pacca, al quale si ispireranno le norme sulla tutela del patrimonio culturale, venne interpretato dagli antiquari romani come una minaccia al fiorente mercato delle opere d’arte.

L’intervento è dedicato a una particolare tipologia di esposizione contemporanea: le ‘mostre-dossier’, le cui origini risalgono all’illustre contesto del Musée de Louvre, dove una mostra di questo genere venne allestita per la prima volta nel 1971. Si approfondiscono dunque i lineamenti, lo stile comunicativo e i possibili sviluppi di tale fortunato modello espositivo.