Intersezioni | 2009 | N. 2

Il saggio critico sulla Divina Commedia “Conversazioni” che il poeta russo novecentesco Osip Mandel’štam scrisse in Crimea indagando le sfumature stilistiche in una lettura ‘cristallografica’ dell’opera dantesca è un manifesto di poetica e al contempo di partecipazione alla condizione esistenziale dell’esilio, emblema di erranza intellettuale in Dante Alighieri come nel percorso artistico e biografico di Mandel’štam, conclusosi con la morte in un lager di Vladivostok settant’anni fa.

Attraverso l’analisi dell’idea di ‘potentia dei’ nelle concezioni hobbesiane di ‘regno di Dio per natura’ e ‘regno profetico di Dio’, il contributo offre una lettura storico-critica della questione teologica nel pensiero di Hobbes, mettendone a fuoco le implicazioni filosofico-politiche.

Jean Jacques Rousseau nelle “Confessions” teorizza il ruolo della memoria emotiva – in particolare dell’infanzia – nella scoperta dell’interiorità, fino a costruire una vera e propria scrittura della reminiscenza. Il contributo ne esamina le caratteristiche attraverso il raffronto con le teorie sensiste di Condillac, autore del “Traitè de sensation.”

Il contributo propone una semantica degli spazi geografici all’interno del “Pasticciaccio”. Il paesaggio è proposto come emblema della poetica gaddiana, quale metafora del conflitto tra le istanze pulsionali e l’elemento turbativo dell’intervento umano che, nell’intento di razionalizzare, partecipa di fatto all’ineluttabilità del disordine. Ad un articolo degli anni Trenta, “Un romanzo giallo nella geologia”, si fa risalire la teorizzazione di una scrittura che, come la geologia e in antitesi al lirismo di superficie, tenta di ripercorrere la stratificazione delle cause profonde degli eventi.

Il contributo propone un’interpretazione critica del “Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa alla luce dell’archeologia intesa come elemento allegorico. Nella costruzione del romanzo, l’archeologia è ‘sguardo in profondità’ nella memoria collettiva ma anche nelle stratificazioni dell’inconscio, come suggerisce il paragone di Sigmund Freud tra il lavoro dell’analista e quello dell’archeologo.

Come la psicoanalisi, anche l’invenzione dei raggi X contribuisce alla scoperta dell’interiorità così determinante nella sensibilità artistico-letteraria novecentesca, spesso concentrata proprio sul valore gneosologico della malattia. Il contributo indaga, avvalendosi dell’interprestazione di Roland Barthes e poi di Tomás Maldonado, l’immaginario radiologico del Novecento, in particolare in “La montagna incantata” di Thomas Mann e “Condominio di carne” di Valerio Magrelli.

Riflessione sulla nozione di moderno nella storia della letteratura, con esempi tratti da epoche diverse, dal Dolce Stil Novo alle Avanguardie. Ci si sofferma sul concetto di ‘imitazio’ e sulle differenti declinazioni che questo assume dall’Umanesimo al Postmoderno. Le citazioni spaziano da Petrarca a Cervantes, da Leopardi a Gadda e a Joyce.

Attraverso i contributi critici di Angelo Raffele Pupino, si analizza la valenza del paesaggio come dimensione interiore nell’opera narrativa di Luigi Pirandello, individuandone la matrice romantico-decadente, sebbene filtrata dal tormento autocritico dell’io frammentato, proprio della poetica pirandelliana.

Ci si propone di indagare il pensiero di William Tanner Vollman in “Come un onda che sale e che scende”, saggio centrato sulla violenza e sulle sue possibili giustificazioni in situazioni di emergenza. L’analisi critica si concentra sul concetto di “calcolo morale”, dalla derivazione kantiana ai tratti relativistici che emergono nel saggio, al quale viene riconosciuto il merito di trattare un tema a lungo trascurato nella storia del pensiero occidentale.