Intersezioni | 2006 | N. 1

Il ricordo di Riccardo Bonatesta proposto da Andrea Battistini punta l’attenzione sulla ‘serietà e il rigore dominanti ogni suo atto’. Ogni suo scritto, da quelli dedicati alla produzione letteraria razzista,ai saggi su Leopardi,era coerente testimonianza di questa forma mentale.

La riflessione parte dal discorso platonico del potere esercitato dall’anello di Gige su colui che ne è in possesso, per arrivare ad affermare, attraverso l’analisi di diversi episodi bellici, che ‘il giusto si mantiene tale con o senza anello’.

Il “Tamburlaine” di Marlowe, pur non avendo un soggetto classico, contiene evidenti elementi di vicinanza con l’eroe classico, con il ‘paradigma tradizionale di Ercole’. Nell’opera si rinviene, infatti, ‘la prassi violenta delle imprese’dell’eroe greco.

Ungaretti stesso ammette un’evidente influenza dell’opera del filosofo tedesco sulla sua natura. La storicità individuata da Nietzsche nell’uomo, avvertita con forza da Ungaretti, si aggiunge alla coscienza del poeta di avere in comune con il filosofo la necessità dell’oblio, seppure egli cerchi di raggiungerlo attraverso percorsi completamente diversi.

Tra il 1910 e il 1920 ci fu una grossa diffusione di ‘tecniche poetiche’ tipiche della poesia giapponese. I metri più diffusi e più importanti della lirica nipponica, l’haiku e il tanka, saranno scoperti e studiati, con una forte affermazione del giapponismo anche all’interno della poesia occidentale.

L’articolo ripercorre la grossa svolta dell’ideale musicale proposto dal Romanticismo, con una nuova concezione del compositore che si allontana con forza da quel concetto di ‘improvvisazione’, in passato dilagante.

Riflessione sui saggi di Marco Vanzulli e Davide Luglio sulla “Scienza Nuova”. L’opera vichiana, secondo Luglio, ha una ‘matrice retorica’, mentre Vanzulli nega il collegamento tra la medesima opera e lo storicismo idealistico crociano. Lo scopo dei due studiosi è, secondo Silvia Vannini, quello di ‘riportare l’opera vichiana al suo tempo rilevandone[…]la portata innovatrice[…]la specificità storica’.

Si pubblica una lettera inedita di Paolo Maria Paciaudi, erudito teatino, a Winckelmann; datata 26 marzo 1763, scritta in italiano, è la prima missiva del loro carteggio e risulta particolarmente importante nella ricostruzione del rapporto fra i due eruditi.