Intersezioni | 2003 | N. 3

Il breve saggio ci propone una riflessione sulla “Fisica ingenua” di Paolo Bozzi e sul lungo percorso della sua psicologia sperimentale della percezione, come filosofia della conoscenza.

L’opera di Achille Bocchi, Symbolicarum quaestionum, è qui definita come una sorta di pantheon della cultura tardo-rinascimentale, esempio di una visione sincretica, tipica della società cinquecentesca.

Si viaggia nelle biografie di Lorenzo Bernini (quella di Filippo Baldinucci e l’altra di Domenico Bernini)attraverso storie di pontificati, giochi di potere in cui il precoce e geniale artista si trovò a vivere ammirato, ma spesso anche odiato ed osteggiato.

La “Relazione della morte di fra’ Paolo Sarpi” curata da Fulgenzio Micanzio, ritrae un evento vissuto dalla cultura dell’epoca come un lutto pubblico, infatti lo scritto è pervaso dal dolore e la malinconia destati dall’avvenimento. Il ritratto, qui proposto, del frate servita, sembra scontrarsi con la realtà e con l’immagine ben delineata che di lui si aveva. Il pensiero di Micanzio era in parte focalizzato sulle modalità secondo le quali si sarebbe svolta la cerimonia funebre, con tutti i suoi risvolti politici e simbolici, dall’altra era volto a fornire un ricordo del suo maestro condizionato dagli esiti politici, religiosi che Sarpi aveva sollevato intorno a sè anche in vita.

Nonostante il ricco panorama degli studi dedicati a Goldoni nei decenni trascorsi, è sorprendente che tutto il ricco bagaglio di illustrazioni presenti, siano state spesso ignorate. Le vignette, infatti, realizzate da Pasquali e Zatta, oltre a rappresentare un copioso patrimonio iconografico, forniscono notizie di notevole interesse per il teatro settecentesco nei suoi aspetti più pratici. L’articolo è correlato da una serie di riproduzioni di tali vignette.

Una riflessione sul concetto di scienza come discorso sul mondo e sul fatto che la filosofia della scienza possa precisare l’esistenza di regole ben precise attraverso le quali si possa parlare del mondo. La realtà, poi, con cui il lavoro filosofico si misura è la realtà della scienza delineata fattualmente dalla storia della scienza.

Interessanti riflessioni nate sulla scia del film di Bergman “Il posto delle fragole”. Il ruolo del medico, secondo il regista, ha tra i suoi compiti fondamentali, il perdono, visto addirittura come primo dovere del medico, che appare colpevole nei confronti del paziente di ‘manipolazione’.

Ricordi di un medico nelle lontane giornate adolescenziali, nelle quali decideva di diventare chirurgo. Non ci si avvicina ad un mestiere così totale e titanico, afferma il Macellari, ‘se non si è sostenuti da una buona dose di arroganza’. Bisogna possedere una spiccata autostima, una continua messa alla prova delle proprie capacità.