Le riviste sostenitrici
Interpres | 2024 | N. 42
Anno 2024 – XLII (XXVII della II serie) – N. 42
A cura di Maria Naccarato
Titolo articolo: In viaggio per Basilea: una lettera sconosciuta di Ambrogio Traversari all’abate Sebastiano di Dardano
Il presente contributo verte su una lettera di Ambrogio Traversari (1386-1439) finora sconosciuta e inedita, conservata nel ms. Conv. Soppr. C VIII 1165 della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. L’epistola, scritta da Basilea il 3 settembre 1435, è indirizzata a Sebastiano di Dardano, abate del monastero camaldolese di San Salvatore di Firenze, del quale si ricostruiscono il profilo biografico e i rapporti con Traversari. In seguito viene analizzato il contenuto della lettera: ossia il viaggio di Ambrogio verso Basilea (di cui sono ricostruite le tappe) e i suoi primi giorni di permanenza nella città sede del Concilio. Infine, viene fornito il testo della lettera in esame.
Traveling to Basel: an unknown letter from Ambrogio Traversari to Abbot Sebastiano di Dardano.
This contribution focuses on a letter from Ambrogio Traversari (1386-1439), hitherto unknown and unpublished, preserved in the ms. Conv. Suppr. C VIII 1165 of the Biblioteca Nazionale Centrale of Florence. The epistle, written from Basel on 3 September 1435, is addressed to Sebastiano di Dardano, abbot of the Camaldolese monastery of San Salvatore in Florence, whose biographical profile and relationships with Traversari are here reconstructed. Then follows an analysis of the content of the letter: Ambrogio’s journey to Basel (the stages of which are documented) and the first days of his stay in the city where the Council was being held. Finally, the text of the letter in question is provided.
Pag. 7-54
Etichette: Epistola, XIV secolo, XV secolo, Ambrogio Traversari, Sebastiano di Dardano, lettere, Basilea, Concilio di Basilea
Titolo articolo: Indagini preliminari sulla traduzione di Pier Paolo Vergerio dell’Anabasi di Arriano
Il saggio presenta alcuni risultati preliminari di un’indagine sulla traduzione latina dell’Anabasi di Arriano approntata dall’umanista capodistriano Pier Paolo Vergerio intorno al 1437. La traduzione rappresenta un interessante tassello nel panorama delle traduzioni umanistiche. In particolare, l’articolo analizza la tradizione manoscritta, i rapporti tra i testimoni e la tradizione testuale greca dell’Anabasi, allo scopo di individuare il manoscritto greco utilizzato da Vergerio per la sua traduzione.
Preliminary Investigations into the Translation of the Anabasis of Arrian by Pier Paolo Vergerio.
The essay presents some preliminary results of an investigation into the Latin translation of Arrian’s Anabasis prepared by the Capodistrian humanist Pier Paolo Vergerio around 1437. The translation represents an interesting piece in the panorama of humanistic translations. In particular, the article investigates the manuscript tradition, the relationships between the witnesses and the Greek textual tradition, in order to identify the Greek manuscript used by Vergerio for his translation.
Pag. 55-75
Etichette: Filologia, Lingua greca, Lingua latina, Storiografia, Traduzione, Umanesimo, II secolo a.C., XV secolo, Lucio Flavio Arriano, Pier Paolo Vergerio, Anabasi,
Titolo articolo: La canzone ‘Da poi che ’l Lauro’ di Luigi Pulci e la sua lettera di accompagnamento a Lorenzo de’ Medici
Cogliendo l’occasione di una necessaria correzione testuale, l’articolo vuole dare una lettura d’insieme della canzone Da poi che ’l lauro e della lettera che il poeta Luigi Pulci manda a Lorenzo de’ Medici il 22 marzo 1466. L’attenzione al funzionamento congiunto delle due parti della lettera (in prosa e in versi) consente di spiegare diversi elementi bizzarri della canzone inserendola nel contesto di una comunicazione intima fra due corrispondenti la cui affinità si fonda anche su un gusto poetico condiviso.
The canzone ‘Da poi che ’l Lauro’ by Luigi Pulci and its accompanying letter to Lorenzo de’ Medici.
Taking the opportunity of a necessary textual correction, the article aims to give an overall reading of the canzone and the letter sent by the poet Luigi Pulci to Lorenzo de’ Medici on March 22 1466. Attention to the joint functioning of the two parts of the letter (prose and verse) makes it possible to explain some bizarre elements of the canzone by placing the text in the context of an intimate communication between two correspondents whose affinity was also based on a shared poetic taste.
Pag. 76-98
Etichette: Canzone, XV secolo, Lorenzo de' Medici, Luigi Pulci, Canzone, Lettera,
Titolo articolo: La lettera di Poliziano a Carlo Canale e l’Orfeo per i Borgia
Quando e perché Poliziano indirizzò la lettera a uno dei tanti familiares del cardinale Gonzaga? E perché proprio a lui? Non avendo prove concrete per datarla prima del 1483 anno della morte del cardinale che al poeta commissionò l’Orfeo, né potendo pensarla come una lettera scritta ad arte per l’editio princeps della pièce (1494), l’articolo tenta di rimettere a sistema le poche prove documentarie e filologiche a disposizione per fornire una nuova interpretazione della lettera e ricostruire la fitta rete di relazioni che portarono alla genesi mantovana e alla circolazione – probabilmente anche romana – dell’Orfeo.
Poliziano’s letter to Carlo Canale and the ‘Orfeo’ for the Borgia.
When and why did Poliziano address the letter to one of cardinal Gonzaga’s many family members? And why to him? Having no concrete evidence to date the letter before 1483, the year of the death of the cardinal who asked the poet to write the Orfeo to the poet, nor being able to think of it as a letter artfully written for the editio princeps of the play (1494), the article attempts to systematize the rare documentary and philological proofs available to provide a new interpretation of the letter and reconstruct the dense network of relationships that led to the Mantuan genesis and circulation – probably also Roman – of Orfeo.
Pag. 99-135
Etichette: Archivio, XV secolo, Alessandro Borgia, Angelo Poliziano, Carlo Canale, Francesco Gonzaga, Poliziano, Lettera, Orfeo,
Titolo articolo: I due Carlo Magno di Luigi Pulci
Il saggio propone un’attenta rilettura degli ultimi canti del Morgante, con varie sorprese: possibili identificazioni dei vari Ormanno, Arnaldo e Alcuino; nuova interpretazione di ottave che presentano contenuti ritenuti erronei e mostrano la sovrapposizione di un Carlo Magno “storico” a quello “cavalleresco” precedente. Infine le possibili fonti per il nuovo Carlo Magno e il difficile rapporto di Pulci con Donato Acciaiuoli.
Luigi Pulci’s two Charlemagnes.
The essay proposes a thorough rereading of the last cantos of the Morgante, with diverse surprises: possible identifications of the various Ormanno, Arnaldo and Alcuin; a new interpretation of octaves that present some texts considered erroneous and that shows a “historical” Charlemagne overlapping the previous “chivalric” one. Finally the probable sources for the new Charlemagne and the difficult relationship between Pulci and Donato Acciaiuoli.
Pag. 136-182
Etichette: XV secolo, XVI secolo, Luigi Pulci, Alcuino, Carlo Magno, Verino,
Titolo articolo: Alamanno Salviati, Machiavelli e la resa di Pisa. Nuovi documenti dall’archivio Salviati (anni 1502-1509)
La prima sezione di questo articolo introduce nuovi elementi sulla biografia di Alamanno Salviati (1459-1510). La seconda parte illustra aspetti poco noti delle negoziazioni di Niccolò Machiavelli che contribuiranno a riportare Pisa sotto il dominio di Firenze (1509). Il Segretario fiorentino svolse un ruolo centrale nel dare forma a un accordo che, tramite la redazione di appositi Capitoli di resa separati tra cittadini e contadini, instaurava nuovi rapporti tra la città di Pisa e le sue antiche comunità soggette, capaci di garantire a queste ultime numerosi benefici fiscali e amministrativi.
Alamanno Salviati, Machiavelli and the Surrender of Pisa. New Documents from the Salviati Archives (years 1502-1509).
The first part of this article introduces new elements about the biography of Alamanno Salviati (1459-1510). The second part illustrates unknown aspects of Niccolò Machiavelli’s negotiations that contributed to bringing Pisa under Florence’s domination (1509). The Florentine Secretary played a central role in shaping a peace treaty which, through separate agreements on surrendering citizens and peasants, created a new balance of power between the city of Pisa and the territories formerly under its control to guarantee the latter many fiscal and administrative benefits.
Pag. 183-214
Etichette: Archivio, Biografia, XVI secolo, Alamanno Salviati, Niccolò Machiavelli, Pisa, Repubblica di Firenze
Titolo articolo: L’amante segreta di Niccolò Machiavelli
Nel 1514 Machiavelli s’innamorò di una « creatura » di cui però non rivelò il nome. Nello stesso anno raccomandò a Francesco Vettori l’amico Niccolò Tafani, che andò a Roma per perorare la causa di una sorella che era stata abbandonata dal marito. Roberto Ridolfi ha congetturato che le due donne fossero la stessa persona. In questo saggio fornisco ampia documentazione archivistica con cui identifico la sorella del Tafani come monna Pippa da Barberino, sposata con Giovanni Benini. Inoltre porto alla luce vari indizi che possono servire a corroborare la congettura di Ridolfi.
The secret lover of Niccolò Machiavelli.
In 1514 Machiavelli fell in love with a « creature » whose name, however, he did not reveal. In the same year he recommended to Francesco Vettori his friend Nic-colò Tafani, who went to Rome to plead the cause of a sister who had been abandoned by her husband. Roberto Ridolfi conjectured that the two women were the same person. In this essay I provide extensive archival documentation with which I identify Tafani’s sister as monna Pippa da Barberino, married to Giovanni Benini. I also bring to light various clues that may serve to corroborate Ridolfi’s conjecture.
Pag. 215-236
Etichette: Rinascimento, XVI secolo, Francesco Vettori, Niccolò Machiavelli,
Titolo articolo: Un proverbio in greco di Ciriaco d’Ancona
La frase in greco scritta da Ciriaco d’Ancona sopra un suo disegno di elefante, conservato nel cod. Mut. gr. 144 scritto a Mistra nel 1447, è identificata come traduzione dell’emistichio « ignoti nulla cupido » di Ovidio, Ars am. III 397. Il motto era destinato, come altri testi tradotti in greco, ai bizantini della corte paleologa di Mistrà, ai quali i disegni di Ciriaco rendevano noti animali esotici da lui direttamente
osservati.
A proverb in Greek of Cyriac of Ancona.
A Greek phrase by Cyriac upon a drawing of an elephant that he traced in the ms. Mutin. gr. 144, written in Mistra in 1447, is identified as a translation of Ovid, Ars Amatoria III 397 « ignoti nulla cupido ». As other Greek translations by Cyriac, the motto was intended for the Byzantine circle of the Palaeologan court of Mistra, that through the drawings could know and admire exotic animals he directly observed in his travels.
Pag. 237-243
Etichette: Proverbio, Umanesimo, XV secolo, Ciriaco d'Ancona,
Titolo articolo: Di un Rajna recidivo
Si propone un’ulteriore esempio del metodo di Pio Rajna, che qui appare del tutto discutibile, di retrodatare un testo cavalleresco, come nel caso del Fioravante, di piú di un secolo. Datazione ipotizzata senza fornire neppure una prova sulla vetustà dei vocaboli e delle espressioni evidenziate dal filologo. Il saggio vorrebbe, in sostanza, essere un monito di come non si deve – e non si può – retrodatare un qualsiasi testo, tanto piú se, come il Fioravante, datato 1476.
Incorrigible Rajna.
A further example of Pio Rajna’s method is proposed, which here appears completely questionable, because it aims to backdate a chivalric text, as that of Fioravante, by more than a century. The dating is hypothesized without even providing proof of the time context of the words and expressions highlighted by the philologist. The objective of the present essay is essentially a warning of how one must not
– and cannot – backdate any text, especially if, like Fioravante, it is dated 1476.
Pag. 244-258
Etichette: Filologia, XV secolo, Pio Rajna, Fioravante,
Titolo articolo: Due schede per la biblioteca di Bartolomeo Fonzio
L’articolo presenta due nuovi libri a stampa riconducibili alla biblioteca di Bartolomeo Fonzio (1447-1513): le Elegantiolae di Agostino Dati e le Historiae di Polibio nella versione latina di Niccolò Perotti. Dopo una breve presentazione, il saggio cerca di valorizzare la scoperta provando a mostrare l’utilizzo che dei due volumi fece l’umanista fiorentino all’interno del suo laboratorio filologico ed erudito.
Two Notes about the Library of Bartolomeo Fonzio.
The article presents two printed books from the library of Bartolomeo Fonzio (1447-1513): the Elegantiolae by Agostino Dati and Polybius’ Historiae in the Latin version by Niccolò Perotti. Following a brief introduction, the essay seeks to enhance the discovery by showing if and how the Florentine humanist used these two volumes within his philological and erudite writings.
Pag. 259-272
Etichette: Biblioteca, Filologia, Incunabolo, Umanesimo, XV secolo, Agostino Dati, Bartolomeo Fonzio, Lorenzo Valla, Polibio, Tito Livio,
Titolo articolo: Vir bonus dicendi peritus. In margine a una miscellanea
Il saggio intende illustrare la miscellanea di studi Vir bonus dicendi peritus, offerta a Paolo Viti dagli allievi, aprendo inizialmente a considerazioni riguardanti il rapporto fra gli studia humanitatis e la cultura scientifica. L’opera consiste in un robusto volume, comprendente quaranta saggi, perlopiú dedicati all’area umanistica: la numerosità esclude che gli interventi possano essere commentati tutti singolarmente in una volenterosa recensione. In ogni modo si è cercato di selezionare i contributi che per dimensioni e pertinenza possano restituire un’immagine fedele del tributo ammirativo, una volta confermata la qualità di tutti gli scritti.
« Vir bonus dicendi peritus ». About a Humanistic Miscellany.
This essay aims to illustrate the miscellany of studies Vir bonus dicendi peritus offered to Paolo Viti by his students, beginning with various remarks concerning the relationship between studia humanitatis and scientific culture. The work forms a weighty volume including forty essays, mostly regarding the humanistic field: the large number of studies makes it quite impossible to discuss them all individually. Those contributions have been singled out that, by dint of their extension and relevance, give some inkling of the deep admiration that Viti has always inspired (albeit all the essays included in the volume prove to be of a high quality).
Pag. 273-289
Etichette: Accademia, Filologia, Studi critici, Studia humanitatis, Paolo Viti,
Titolo articolo: Ancora sul Machiavelli di Carlo Dionisotti. Lettera a Francesco Bausi
Contro-replica all’intervento di Francesco Bausi, ‘Vecchie (e nuove) machiavellerie. A margine di una polemica dionisottiana’, pubblicato nel numero XLI 2023 di questa rivista, alle pp. 259-69.
More on Carlo Dionisotti’s Machiavelli. Letter to Francesco Bausi.
Reply to Francesco Bausi’s article Old (and New) Notes on Machiavelli: A Brief Sequel to a Dionisotti Polemic, published in the XLI 2023 issue of this review, on pp. 259-69.
Pag. 290-295
Etichette: Dibattito, Filologia, Carlo Dionisotti, Niccolò Machiavelli, Antimachiavellismo,