Il lettore di provincia | 2008 | N. 131

Eusebio Ciccotti introduce il numero de “Il lettore di provincia” interamente dedicato a Mario Verdone, critico e storico del cinema, nonché narratore e poeta, in occasione del suo novantesimo compleanno.

Lo scritto di Moscadelli ricostruisce gli studi giuridici di Mario Verdone, dalla Tesi di Laurea in Giurisprudenza, discussa con Norberto Bobbio sull’ideologia mazziniana, alle collaborazioni giovanili alla rivista scientifica “Studi senesi”.

Affinati dedica le sue pagine alla particolare vena narrativa di Mario Verdone, ripercorrendone sinteticamente alcuni suoi racconti ed indicando nella raccolta “Un giorno senza gloria” un degno compimento della sua scrittura.

La studiosa passa in rassegna ed analizza puntualmente i numerosi racconti di Mario Verdone, individuandone elementi peculiari e nuclei tematici, quali il cosmopolitismo, l’amore per le arti visive, i modelli letterari, lo stile cinematografico.

Paccagnini individua nell’aspetto memoriale uno dei tratti più caratteristici della scrittura narrativa di Mario Verdone, offrendo quindi una disamina attenta dello stile e dei nuclei tematici delle due raccolte “Un giorno senza gloria” (2000) e “Raoul e altre storie” (1998).

L’autore realizza una compiuta analisi letteraria della raccolta di racconti “Un giorno senza gloria” (2000) di Mario Verdone, sottolineandone la particolare varietà di generi letterari praticati (dall’autobiografia al racconto fantastico) e raggruppandone i testi per nuclei tematici (la guerra, la violazione del rifugio, la famiglia, il viaggio, la memoria).

Lunetta rievoca la sua scoperta della particolare vena lirica di Mario Verdone, illustre storico e critico del cinema, sfogliandone minuziosamente alcune sue sillogi poetiche, quali “Fuoco di miele” (1989), “Il profumo del terrazzo” (1995), “Ogni giorno, ogni vento” (1998), “L’allegria dei fiori” (2001). Lo studioso ne individua tratti stilistici e tematiche salienti (il viaggio, la curiosità nomadica, la malinconia, l’amore, la consapevolezza dell’universale dissolversi, la passione per le arti visive).

Alfredo Luzi offre interessanti riflessioni sulla vena poetica di Mario Verdone, condensata nelle raccolte “Fuoco di miele” (1989), “Il profumo del terrazzo” (1995), “Ogni giorno, ogni vento” (1998), “L’allegria dei fiori” (2001). Di esse vengono messe in luce tematiche salienti (l’archetipo del giardino e l’amore per la Natura, il viaggio, l’introspezione, il senso della precarietà della vita) e tratti stilistici.

Bartalotta ricostruisce ed analizza la scrittura teatrale di Mario Verdone, ripercorrendone le varie raccolte di testi: “Correre per vivere” (1991), “Esercizi teatrali” (1993), “Teatro breve” (1995), “Teatro di contrada” (1999).

L’autore indaga sulla vena teatrale del critico e storico del cinema Mario Verdone, individuando due principali direttrici nella sua particolare attività di autore drammatico: la cultura toscana (e senese in particolare) e la valorizzazione dell’arte teatrale quale strumento per cogliere l’essenza umana di ascendenza pirandelliana.

Longo si occupa della scrittura drammatica del critico e storico del cinema Mario Verdone, focalizzando ed analizzando compiutamente alcuni titoli riconducibili al ‘teatro da camera’. Si tratta di “Correre per vivere”, “Pietre bagnate”, “Davanti al ponte di ferro” e “La leggenda di Monna Bianca”: tutte hanno al centro l’ambientazione senese, il tema della famiglia e risentono dell’influenza del cinema.

L’autore si confronta con Mario Verdone, critico cinematografico, analizzandone nello specifico le due raccolte saggistiche “Leggere il cinema” (che riunisce brevi scritti destinati inizialmente alla scrittura online) e “Maestri di cinema” (riflessioni, impressioni e appunti sui grandi maestri e registi del Novecento).

Leggendo la raccolta “Maestri del cinema”, Campari ricostruisce alcuni dei principali incontri del critico e storico del cinema Mario Verdone con registi e maestri del Novecento (Pastrone, Bunuel, Chaplin, Oliveira, De Sica, Lang, Rossellini, Antonioni, Welles).

Ciccotti ripercorre ed analizza le collaborazioni di Mario Verdone quale autore di cinema a partire dalle prime esperienze di soggettista fino alla regia di documentari cinematografici. Si va da “Immagini popolari siciliane” (1953) ad “Anni lieti” (1955) a “Mestieri per le strade” (1956) alla segnalazione di alcuni film purtroppo dispersi.

Micheli discute del profilo culturale di Mario Verdone, critico e storico del cinema, ricostruendo la storia della loro amicizia, le esperienze accademiche e le numerose partecipazioni di Verdone ad eventi culturali in terra di Siena.

L’autrice mette in luce i fondamentali studi di Mario Verdone sull’avanguardia futurista, con particolare attenzione alla valorizzazione da lui data agli interessi medianici ed esoterici dimostrati da alcuni avanguardisti (Bruno Corra e Arnaldo Ginna), forieri di una ricerca letteraria ed artistica che condurrà fino a Kandinsky.

Marchi conduce interessanti riflessioni sulle esperienze avanguardiste del Futurismo, rileggendo compiutamente il fondamentale saggio di Mario Verdone “Cinema e letteratura del Futurismo”, contributo illuminante ed unico a livello internazionale sulle esperienza cinematografiche del Futurismo italiano con particolare attenzione ai fratelli Corradini (Bruno Corra e Arnaldo Ginna).

La studiosa rilegge e commenta, alla luce delle fondamentali pagine critiche di Mario Verdone, “Il viaggio di Gararà” di Benedetta Cappa, romanzo teatrale tra le più originali opere del secondo futurismo italiano.

Questa specifica sezione del numero de “Il lettore di provincia”, interamente dedicato al profilo culturale ed umano dell’illustre critico e storico del cinema Mario Verdone, raccoglie sentite ed affettuose testimonianze in suo onore. Spiccano i contributi dei figli Luca e Carlo Verdone.

In questa specifica sezione del numero de “Il lettore di provincia”, interamente dedicato al profilo culturale ed umano dell’illustre critico e storico del cinema Mario Verdone, vengono pubblicate alcune lettere da lui indirizzate a De Sica, a Pasolini e ricevute da René Clair, Bargellini, Manuel de Oliveira, Fellini, Bobbio.