Il lettore di provincia | 2002 | N. 115

Il saggio propone un’interpretazione di “Aracoeli” imperniato sul mito dell’androgino come fulcro e centro ideologico del romanzo, ma anche come posizione ontologica fondamentale del pensiero morantiano, caratterizzato da una predilezione per le figure di emarginazione e alterità.

Il saggio propone un excursus della rappresentazione geografica dell’Italia attraverso il cinema, quale strumento e veicolo determinante per la costruzione di un’identità nazionale.

Nel saggio si avanza l’ipotesi che per l’epigramma “Ribaltamento” Montale si sia avvalso di alcuni elementi presenti nella prima metà di “Affascinato dai pesci rossi”, opera di Dino Risi, modificando questi elementi in base al suo estro poetico e aggiungendo una conclusione diversa.

Nel saggio si esamina la presenza di costanti elementi di morte nel teatro rinascimentale inglese, quale evocazione mirante ad esorcizzare la minaccia di annullamento e quale contrapposizione alla vita, nel tentativo di sconfiggerla.

Nel saggio si esamina la rilettura di Shakespeare operata da Joseph nella sezione “The Lovers and the City” della sua raccolta poetica “The Living Countries” e in uno dei suoi romanzi più celebri, “A Pound of Saffron”.

Il saggio esamina la simbologia legata all’opera “Cosmologia” dell’artista inglese Peter Greenaway, installata in piazza del Popolo a Roma dal 23 al 30 giugno 1996, quale scenografia avanguardistica.

Nel saggio vengono riportate tre poesie dell’autrice contemporanea Daphne Gloag in lingua inglese e con relativa traduzione italiana di Liborio Asciutto. Le poesie riportate sono “Tre diagonali e una stella”, “Distesa di luci” e “La pittura della luce è senza confini”.

Il saggio presenta l’ultimo libro di Franca Bacchilega, “Storie ufficiose”, come una raccolta di racconti calati in una dimensione magico-religiosa ben diversa da quella del logos occidentale.