Le riviste sostenitrici
Humanistica | 2011 | N. 2
Anno 2011 – Annata: MMXII – N. 2
A cura di Annalisa Lorenzetti
Titolo articolo: Premessa. La tipografia in Italia nel Cinquecento
Marco Santoro fa il punto sui progressi e sui risultati maturati nell’ambito della storia del libro attraverso la pubblicazione di numerosi saggi sull’editoria del Cinquecento e le molteplici indagini sulla censura, sul commercio librario e sugli apparati paratestuali; introduce i contributi inseriti nel Dossier sull’editoria italiana cinquecentesca da lui progettato e curato.
Lingua: ItalianoPag. 11-20
Etichette: Stampa, Cinquecento, Editoria, Italia,
Titolo articolo: Per una storiografia di storia del libro e dell’editoria
Il presente contributo analizza l’opera letteraria finora sconosciuta di Giovanni Battista Natolini, scrittore e tipografo formatosi nella Venezia tardocinquecentesca ma attivo poi a Udine nel secolo successivo. Gli si deve in particolare un “Elogio della stampa” che è da considerarsi la prima monografia in italiano di storia del libro e della stampa; concepito sulla base di un variegato orizzonte culturale, il cui valore epistemologico è qui analizzato e discusso, esso affianca a vestigia della mnemotecnica medievale e all’enciclopedismo cinquecentesco, residui di platonismo ed echi di una diffusa cultura religiosa (da san Gerolamo al Ficino e a Tommaso Garzoni).
Lingua: ItalianoPag. 21-25
Etichette: Natoli Giovanni Battista, Stampa, Cinquecento, Seicento,
Titolo articolo: La tipografia italiana del Cinquecento: Appunti di bibliografia generale: I repertori cartacei
Il contributo presenta le più importanti bibliografie dedicate alla storia del libro italiano del Cinquecento uscite nel corso del Novecento, comprendendovi i cataloghi di libri antichi editi in area anglo-americana, francese, tedesca e spagnola, ritenuti importanti per lo studio e per la catalogazione stessa delle cinquecentine italiane.
Lingua: ItalianoPag. 27-38
Etichette: Libro, Bibliografia, Cinquecento, Novecento,
Titolo articolo: Stampare testi in volgare a Venezia nel Cinquecento
Il presente contributo prende lo spunto dal singolare episodio della stampa della “Continuazione” dell’ “Orlando Furioso”, scritta da Sigismondo Paulucci alias Filogenio nel 1543 e dedicata a Francesco Gonzaga duca di Mantova, iniziata dal tipografo/editore Nicolò Zoppino ad insaputa dell’autore, il quale – informato del fatto da Girolano Ruscelli – solo in extremis accondiscese a fare inserire il suo nome nel frontespizio. Partendo da ciò, si studia il prendere forma del ruolo dell’editore, soprattutto di testi in volgare, nella Venezia della prima metà del Cinquecento, e il peso del libro di larga circolazione in un panorama che conosce l’introduzione della licenza di stampa ma non ancora i rigori della censura controriformistica.
Lingua: ItalianoPag. 39-45
Etichette: Paulucci Sigismondo, Zoppino Nicolò, Editoria, Cinquecento,
Titolo articolo: Editori di stampe nella Venezia del Cinquecento
Nella Venezia del Cinquecento sono editori di stampe, tipografi e librai che producono sia libri che stampe da un lato e, dall’altro, pittori e incisori che danno in luce tanto stampe proprie e altrui quanto libri illustrati. Di contro a quanto si osserva a Roma o ad Anversa, non vi sono tra di essi grandi imprenditori, bensì molti tipografi medi e piccoli e molti artisti indipendenti.
Lingua: ItalianoPag. 47-54
Etichette: Editoria, Tipografia, Venezia, Cinquecento,
Titolo articolo: Paolo Cutici, dal commercio degli stracci all’editoria virgiliana (la Società con Gottardo da Ponte: Milano, 1514-15)
Dei documenti rinvenuti nell’Archivio di Stato di Milano attestano che nell’aprile 1514 venne costituita nella stessa città una società tipografico-editoriale fra Gottardo da Ponte e Paolo Cutici. Commerciante di stracci, fabbricante e venditore di carta nonché libraio, quest’ultimo era il finanziatore dell’impresa, laddove a Gottardo incombeva la stampa dei volumi da lui via via indicati. Sappiamo che il Cutici si proponeva di far uscire l’intero corpus della poesia virgiliana con il commento di Servio e, nell’ambito di tale collaborazione, il 18 agosto dello stesso anno vennero certamente pubblicate le “Bucoliche” ‘cum commento familiari’. Sorsero tuttavia delle controversie e la società ben presto si sciolse, sicché l’edizione del corpus virgiliano, già avviata nella stamperia di Gottardo, rimase interrotta. Dalle stesse loro denuncie veniamo tuttavia a conoscere molteplici aspetti dell’attività dei due soci e della prassi tipografica del tempo. Nel presente contributo, attraverso la figura imprenditoriale del Cutici, si ricostruisce l’intero ciclo della produzione libraria e del suo commercio agli inizi del Cinquecento.
Lingua: ItalianoPag. 55-62
Etichette: Cutici Paolo, da Ponte Gottardo, Editoria, Cinquecento,
Titolo articolo: Su alcuni tipografi del Cinquecento: Divagazioni e ipotesi
Il contributo si articola in due principali sezioni. Nella prima si sofferma su tipografi e marche sconosciuti ai repertori più noti, ma presenti negli archivi di Edit16: tra gli altri, sui casi dei librai editori Giovanni Battista Butelli e Giovanni Battista Criativo, l’uno attivo a Gubbio e Perugia e l’altro a Roma, e del tipografo Andrea Maffuccio, operante invece a Napoli; per le marche, su soggetti inusuali o su insegne collegate ad editori poco noti. La seconda sezione studia citazioni dei repertori che sembrano riferirsi a persone diverse, ma che potrebbero invece ricondursi a un unico editore o tipografo: si prendano in esame i casi di nomi di battesimo assai simili, per o più composti da due elementi il cui primo è ‘Giovanni’, e di cognomi diversi ma accompagnati da uno stesso nome di battesimo e riferiti a identici ambiti cronologici e geografici; nella prima categoria possono farsi rientrare tra gli altri i piemontesi Domenico e Giovanni Domenico Tarino, nella seconda Stefano Comma e Stefano Zazzera, la cui attività è registrata a Venezia negli anni Sessanta del Cinquecento.
Lingua: ItalianoPag. 63-69
Etichette: Tipografia, Cinquecento,
Titolo articolo: El intelecto agente según Agostino Nifo: ¿Síntesis conciliadora o eclectismo?
Il presente contributo si sforza di definire gli aspetti salienti del concetto d’ ‘intelletto agente’ nel pensiero filosofico del Nifo. La cui posizione risulta decisamente eclettica: mentre infatti, da un lato, sostiene delle tesi fondamentalmente realistiche, per cui l’intelletto agente è parte dell’anima, separato dalla materia o ad essa non integrato, eterno e forma della potenza razionale, egli accredita dall’altro anche posizioni di tipo nominalista, per cui la distinzione fra ‘intelletto agente’ e ‘intelletto possibile’ sarebbe soltanto mentale, non reale. Altre tesi del Nifo sono definibili entro l’area culturale dell’averroismo, nell’ottica propositiva di un concetto di ‘intelletto agente’ chiamato post mortem a diventare una forma dell’intelletto speculativo. Originale risulta pertanto, nel contesto del pensiero nifiano, la proposizione conclusiva secondo cui l’intelletto agente ha funzione astratta, priva di effetto sull’intelletto possibile e sull’immaginazione.
Lingua: SpagnoloPag. 73-86
Etichette: Nifo Agostino, Quattrocento, Cinquecento,
Titolo articolo: La ‘vendetta’ del duca Giuliano: ipotesi michelangiolesche
Durante i lavori alla cappella medicea, Michelangelo concepì un breve testo in prosa che mette in scena un dialogo tra il Giorno e la Notte, personificazioni delle statue collocate ai piedi del ritratto di Giuliano de’Medici, duca di Nemours. La contiguità tra quel breve testo e il gruppo scultoreo è confermata sia dal supporto sul quale il testo stesso è appuntato, il recto di un foglio recante uno schizzo relativo al monumento, sia dalla corrispondenza tra la vendetta post mortem di Giuliano, che come lamentano le statue parlanti è la ‘sottrazione dello splendore’ ai loro occhi, e la decisione michelangiolesca di non scolpire le pupille dei duchi e dei tempi – una decisione mai ripetuta nella sua opera. Il presente contributo interpreta il testo e la sua relazione con il complesso tombale, inserendolo nel più ampio contesto di alcune “Rime” lette sullo sfondo della tradizione retorica connessa alle opere d’arte. Le problematiche sollevate toccano altresí questioni stilistiche riguardanti termini quali ‘splendore’ nel contempo equivoci e filosoficamente decisivi per cogliere il significato allegorico della vendetta del duca e la poetica michelangiolesca nel suo complesso.
Lingua: ItalianoPag. 87-94
Etichette: Michelangelo, Scultura, Quattrocento, Cinquecento,
Titolo articolo: In margine agli atti dì un Seminario su Anton Francesco Doni (con una “tessera” bibliografica sconosciuta)
Il poligrafo fiorentino Anton Francesco Doni conosce nei nostri anni un rinnovato interesse critico. La pubblicazione a cura di Giorgio Masi e sotto gli auspici dell’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento di Firenze di un importante volume miscellaneo a lui dedicato, fornisce l’occasione di ristudiarne la figura e l’opera effettuando un primo bilancio degli studi e tracciando nuove ipotesi di ricerca. Dopo aver passato in rassegna i contributi del volume e dopo aver proposto alcune riflessioni, il presente articolo accoglie in Appendice un inedito documento relativo al Doni, dal quale si ricavano nuovi tasselli sulla biografia dello scrittore fiorentino.
Lingua: ItalianoPag. 97-115
Etichette: Doni Anton Francesco, Cinquecento,
Titolo articolo: Il Rinascimento nel Regno di Napoli: Definizione e caratteri di un’identità geoculturale
A partire dalle acquisizioni di alcune recenti iniziative scientifiche, gli Atti del convegno “La donna nel Rinascimento meridionale” (a cura di Marco Santoro) e il primo numero della rivista “Rinascimento meridionale” (diretta da Marco Santoro), il contributo tenta di delineare lo stato presente della ricerca sulla Rinascenza napoletana, che appare sicuramente passibile di numerosi, nuovi approfondimenti. Prendendo dapprima in esame gli articoli della rivista, ci si sforza di metterne in luce talune peculiarità: dai caratteri della committenza regia alla persistenza di un saldo legame fra conoscenza scientifica e sapere magico, fino all’originale rielaborazione di tematiche umanistiche di un’area geograficamente periferica ma in grado di creare e diffondere nuove suggestioni culturali. Nella seconda parte ci si sofferma diffusamente sulle relazioni presentate al convegno, di cui si offre una sintesi ragionata all’interno di un discorso complessivo volto ad analizzare la figura della donna nel Rinascimento meridionale definendone il ruolo sociale e giuridico, il tipo do considerazione riservatole nei trattati medico-filosofici o pedagogici, la modalità, infine, della sua presenza nelle rappresentazioni artistiche e letterarie.
Lingua: ItalianoPag. 117-128
Etichette: Napoli, Donna, Rinascimento, Santoro Marco,