Le riviste sostenitrici
Humanistica | 2011 | N. 1
Anno 2011 – Annata: VI – N. 1
A cura di Annalisa Lorenzetti
Titolo articolo: Osservazioni sul ruolo culturale della traduzione: Prospettiva romana
Traducendo l’ “Odissea”, Livio Andronico avviò al processo di creazione di un paradigma permanente della cultura letteraria occidentale, proprio della stessa Europa post-antica. Tale paradigma consisteva nel trasformare la traduzione in una sorta di campo d’applicazione per due operazioni letterarie parallele e simultanee, l’imitazione e l’emulazione. L’ “Odissea” di Livio Andronico riproduce almeno in parte fedelmente la lingua di Omero, ma romanizza sia il contenuto che la metrica della sua epopea. Metodi simili sono stati in uso presso i traduttori romani, che furono insieme imitatori ed emuli delle opere greche. Grazie a queste tre operazioni congiunte: traduzione, imitazione ed emulazione, essi diedero vita alla letteratura greco-romana che divenne, anche in virtù di tali operazioni, un modello per la cultura letteraria delle età posteriori e soprattutto per il Rinascimento.
Lingua: ItalianoPag. 13-15
Etichette: Traduzione, Letteratura latina, Rinascimento,
Titolo articolo: Traductions en vers latins d’épigrammes de l’Anthologie grecque: Niccolò Perotti, Antonio e Giacomo Costanzi
Tra gli umanisti, Niccolò Perotti fu uno dei primi ad eseguire versioni metriche di epigrammi greci in latino. Benché fosse segretario del cardinal Bessarione, cui apparteneva il codice dell’ “Antologia planudea”, non si può tuttavia esser certi che si servisse proprio di quel manoscritto, e tanto meno in quanto sappiamo ch’egli ebbe accesso anche ad altre singole fonti. Le versioni poetiche dell’ “Antologia greca” dapprima di Antonio Costanzi e poi, in emulazione col padre, del figlio di questi Giacomo Costanzi, costituiscono i primi esempi di una più diffusa ricezione dell’ “Antologia” stessa; con questi umanisti, la traduzione metrica in latino diventa un modo di prepararsi a comporre epigrammi latini originali.
Lingua: FrancesePag. 17-23
Etichette: Perotti Niccolò, Traduzione, Epigramma, Quattrocento,
Titolo articolo: Iacopo Angeli da Scarperia traduttore della Lettera di Aristea
La prima traduzione latina della “Lettera dello pseudo-Aristea” fu compiuta agli inizi del Quattrocento da un anonimo discepolo del Crisolora, che alcuni ritengono esser stato Leonardo Bruni. Sulla base di una dettagliata analisi stilistica della traduzione e di un serrato confronto con lo stile delle prime versioni dal greco del Bruni, il presente contributo reca in dubbio quell’ipotesi e si sforza di identificare il vero autore della traduzione latina della “Lettera”, che le numerose caratteristiche ch’essa condivide con le versioni di Iacopo Angeli inducono a riconoscere proprio in questi, come a suo tempo aveva ipotizzato il Vaccari.
Lingua: ItalianoPag. 25-31
Etichette: Angeli Iacopo, Traduzione, Lettera di Aristea, Trecento, Quattrocento,
Titolo articolo: The latin Dion: Guarino Veronese’s translation of the Plutarchan life (1414)
Non diversamente da molti umanisti attivi nel primo Quattrocento, Guarino da Verona si applicò con assiduità allo studio e alla traduzione latina delle “Vite” di Plutarco. Il presente contributo evidenzia la concezione ch’egli ebbe della traduzione dal greco come parte fondamentale della contemporanea ‘renovatio litterarum Romanarum’, e presenta un quadro d’insieme delle versioni umanistiche da Plutarco e dell’ambiente veneto in cui Guarino attese alla traduzione della “Vita Dionis”. Nella seconda parte, esso esamina altresí alcuni aspetti della sua tecnica versoria e del suo lessico latino.
Lingua: InglesePag. 33-42
Etichette: Guarino Veronese, Traduzione, Vita di Dione, Trecento, Quattrocento,
Titolo articolo: Il Poliziano traduttore
Le versioni del Poliziano dal greco in latino, in prosa e in poesia, si inseriscono nel più generale impegno che ne segna l’attività letteraria e filologica, volta alla ricerca e all’affermazione di un principio e di una poetica della ‘varietas’; sotto tale aspetto le versioni esprimono l’intento di contribuire alla realizzazione di nuove strutture poetiche di gusto ellenistico e manieristico. Sin dalle prime traduzioni il Poliziano dimostra peraltro la volontà di far uso di una lingua anche scientificamente adeguata agli originali greci, benché poi le sue traduzioni servano altresì a divulgare testi rari della letteratura greca, che il latino rende accessibili a un pubblico più vasto. L’esemplificazione prodotta, pur assai limitata, spiega alcuni aspetti del metodo seguito dal Poliziano in talune versioni, appoggiandosi in particolare all’esame di specifiche sue indicazioni teoriche.
Lingua: ItalianoPag. 43-49
Etichette: Poliziano Angelo, Traduzione, Quattrocento,
Titolo articolo: Le traduzioni di Alessanndro di Afrodisia e il pensiero del Rinascimento
L’articolo si sofferma sulla ricezione di alcune opere di Alessandro di Afrodisia nel Cinquecento e nel tardo Rinascimento: il “De anima”, il “De fato” e il “Commento” alla “Metafisica” di Aristotele. Nella sua seconda parte esamina poi le cause del crescente disinteresse, sul finire del Cinquecento, per il “Commento” alla “Metafisica”: secondo l’autore la circostanza va collegata, da un lato, allo specifico contenuto filosofico dell’opera – in particolare all’interpretazione teologizzante della “Metafisica” proposta dallo pseudo-Alessandro nel commento al libro XII e persino sottolineata nella traduzione latina di Sepúlveda – e, dall’altro, alla generale decadenza del genere del commento in un’età di crescente influenza delle rielaborazioni ‘metodiche’ o ‘sistematiche’ della metafisica nello spirito della nuova Scolastica.
Lingua: ItalianoPag. 51-58
Etichette: Alessandro di Afrodisia, Traduzione, Cinquecento,
Titolo articolo: Alla ricerca di Omero. Sulle traduzioni rinascimentali dell’Iliade
Benché i poemi omerici non fossero letti, nel Medioevo i temi della guerra di Troia furono noti o persino popolari e il retaggio omerico risultò di sicura importanza per gli stessi umanisti, le cui prime versioni latine di Omero non furono tuttavia brillanti. Del resto, le più diffuse edizioni rinascimentali di Omero sono bilingui, e il testo greco vi è accolto solo accanto ad una traduzione latina. Così la versione in prosa del Valla divenne ben presto l’ “Iliade” più popolare; il Poliziano vi affiancò una traduzione poetica parziale, Eobanus Hessus una prima versione integrale in versi latini e, nel Cinquecento, apparvero versioni nelle lingue ‘nazionali’. L’autrice confronta le diverse versioni del terzo dell’ “Iliade” per studiarne lo strato onomastico e riserva un’attenzione speciale alla traduzione di Jan Kochanowski, che tutto induce a ritenere una raffinata parafrasi poetica.
Lingua: ItalianoPag. 59-63
Etichette: Iliade, Traduzione, Rinascimento,
Titolo articolo: Traduzione, divulgazione, scelta lessicale nella prima prosa umanistica
Il presente intervento propone un esempio, tratto dalla prima prova astrologica del Pontano, del contributo che la traduzione dal greco in latino diede all’autonomo sviluppo di una prosa d’argomento naturalistico. Il commento pontaniano alle “Centum sententiae” di Tolomeo parte dall’impegno di una nuova traduzione del compendio che andava sotto il nome di “Fructus” per poi diffondersi in maniera esplicativa, e soprattutto per mezzo di variazioni e amplificazioni, onde rendere gradevole il conciso e criptico dettato del testo. In tale esercizio il Pontano affina lo stile florido e divulgativo che userà nella trattatistica morale e scientifica mentre si affacciano già l’uso di exempla, la volontà di evitare i calchi e prestiti greci, e perfino qualche acuta interpretazione del testo greco.
Lingua: ItalianoPag. 65-70
Etichette: Pontano Giovanni, Traduzione, Centum sententiae, Quattrocento,
Titolo articolo: Luca Pacioli e il quattordicesimo numero perfetto
Nella sezione della “Summa de arithmetica” dedicata alla classificazione dei numeri, il Pacioli indica in ‘9.007.199.187.632.128’ il quattordicesimo numero perfetto, che sottopone poi a verifica cercandone i divisori e mostrando che la somma di essi equivale al numero stesso. Se si è più volte osservato che il quattordicesimo numero perfetto non è quello proposto dal Pacioli, l’origine dell’errore non è stata sinora mai indagata. Il presente contributo si propone pertanto di chiarire come il matematico abbia potuto calcolare e verificare quel numero ritenendo di applicare correttamente un algoritmo senz’altro corretto, dimostrando come egli sia stato ingannato dal credere che ‘2 alla n meno 1’ sia primo anche quando ‘n’ è dispari.
Lingua: ItalianoPag. 73-80
Etichette: Pacioli Luca, Summa de arithmetica, Quattrocento, Cinquecento,
Titolo articolo: Un manoscritto per Alessandro Sforza: Il caso del “De principibus “di Martino Garati da Lodi e la miniatura lombarda sotto gli Sforza di Pesaro
Tra i pochi codici sopravvissuti al rogo della biblioteca di Alessandro Sforza c’è quello del “De principibus” di Martino Garati da Lodi, opera che focalizza la propria attenzione sui nuovi principi che, nei secc. XIV e XV, presero il potere in Italia approfittando della degenerazione degli istituti comunali. Il codice fu donato ad Alessandro dal notaio Giovanni Giordani, che, dopo aver ricoperto diversi incarichi per conto di Francesco Sforza, fratello di Alessandro e Signore di Milano, decise di rientrare in patria a Pesaro. Poichè la presenza del Giordani in Lombardia è documentata fino al 1455, e nel 1462 si trova già a Pesaro, è chiaro che il rientro ebbe luogo fra queste due date e che il donativo deve aver avuto qualche effetto. Il codice deve essere stato approntato in quegli anni e in Lombardia, come sembra dallo stile delle miniature che lo ornano.
Lingua: ItalianoPag. 81-99
Etichette: Garati Martino, De principibus, Quattrocento,
Titolo articolo: Il Palladio dei Cinquecento anni: Una mostra itinerante
Il presente contributo non tanto intende proporre un’analisi esaustiva di tutte le iniziative svoltesi a celebrazione del cinquecentenario della nascita del Palladio, quanto delineare il ruolo svolto in particolare dalle grandi mostre (a cominciare da quella vicentina del 2008, trasportatasi poi a Londra, Barcellona e Madrid tra il 2009 e il 2010) nel proporre questioni e discutere aspetti, problemi e tematiche che ci consentono di entrare nel laboratorio creativo del grande architetto e teorico dell’architettura. Il fondamentale apporto dei disegni (ora al Royal Institute of British Architects) all’attività progettuale del Palladio rappresenta la questione nodale attorno a cui ruotò la mostra americana. L’ultima, tenutasi a Costantinopoli/Instambul, esplorò invece il possibile incontro del Palladio con Mimar Sinan, principale rappresentante dell’architettura ottomana di età imperiale.
Lingua: ItalianoPag. 103- 113
Etichette: Palladio Andrea, Cinquecento, Duemila,
Titolo articolo: L’Italia prima dell’Italia. Una mostra sulle carte d’Italia dal 1478 al 1861
In occasione del centocinquantenario della proclamazione del Regno d’Italia (1861) e per iniziativa dell’Associazione italiana di collezionisti di Cartografia antica, si tiene a Milano in Casa Manzoni, e poi a Caserta presso il Dipartimento militare di Medicina legale, la mostra “L’Italia prima dell’Italia” dedicata alla cartografia rinascimentale e moderna della Penisola. Anticipiamo qui la “Presentazione” del curatore che, con le ragioni della manifestazione, fornisce una breve sintesi della storia della rappresentazione cartografica in Italia.
Lingua: ItalianoPag. 115-123
Etichette: Italia, Cartografia, Cinquecento, Seicento, Settecento,