Le riviste sostenitrici
Humanistica | 2010 | N. 1
Anno 2010 – Annata: V – N. 1
A cura di Annalisa Lorenzetti
Titolo articolo: Volto del potere e memoria storica. Per una doppia esemplificazione tra Firenze e Roma: Piero De’ Medici di Mino da Fiesole e Nicola Cusano di Andrea Bregno
Il saggio delinea la peculiarità e l’importanza del ritratto nell’arte del Rinascimento e interpreta il ritratto come mezzo d’esaltazione del potere. Fra Firenze e Roma molti ne sono gli esempi scultorei, dal busto di Piero de’ Medici realizzato da Mino da Fiesole alla lastra di Andrea Bregno, unica sezione rimasta dell’altare del Cusano nella Cappella delle Reliquie di San Pietro in Vincoli, in cui l’artista lombardo inserisce il profilo del cardinale tedesco. Per l’autore, l’incidenza della volontà dell’artista è, nei due casi, minima rispetto all’impatto pubblicitario della scultura, tutta giocata su di un’impostazione politica per Piero de’ Medici, ovvero speculativa e filosofica per il Cusano.
Lingua: ItalianoPag. 13-26
Etichette: Cusano Nicola, Piero de’ Medici, Ritratto, Quattrocento,
Titolo articolo: L’ordine celeste della signoria Malatesta. Scheda ciceroniana per l’Astronomicon di Basinio da Parma
Il saggio rivela quanto i valori “figurali” della rinnovata scrittura umanistica assumano su di sè molte delle funzioni comunicative che nel Medioevo erano ritenute quasi esclusivamente proprie alle immagini. Le scelte di Basinio Parmense in merito all’illustrazione e alla struttura generale di alcuni suoi codici di materia astrologica tengono dietro al modello retorico ciceroniano fondato negli “Aratea”, che promuoveva l’idea di un ordine cosmico riflesso nella costruzione del discorso oratorio. Il retore-poeta diventava così, anche per Basinio, un moderno ri-creatore del mondo, capace di dar voce in più opere – ma specialmente nell'”Astronomicon” – all’esaltazione di un ordine celeste al quale si ispira sia l’azione civile dei principi di Rimini Sigismondo e Novello Malatesta, sia la funzione regolatrice della scrittura poetica e delle sue ‘imagines agentes’.
Lingua: ItalianoPag. 27-33
Etichette: Oratoria, Basinio Parmense, Astronomicon, Malatesta, Quattrocento,
Titolo articolo: Giannozzo Manetti nei resoconti biografici di Vespasiano da Bisticci
L’articolo tratta dei rapporti tra Vespasiano da Bisticci e Giannozzo Manetti, quali si rifletono nei resoconti biografici che Vespasiano dedicò all’amico. Pone in risalto il significato politico di tali scritti, che contappongono Giannozzo alla figura usurpatrice di Cosimo de’Medici; attribuisce a Vespasiano la paternità della cosiddetta “Vita anonima di Giannozzo Manetti, in terza rima (1645); ed esamina, in fine, il codice parigino Ital. 823 della Bibliothèque nationale de France, una redazione del “Commentario della vita di Giannozzo Manetti” di Vespasiano che contiene numerosi interventi autografi d’autore di importante valore per la storia del testo.
Lingua: ItalianoPag. 35-49
Etichette: Vespasiano da Bisticci, Manetti Giannozzo, Quattrocento,
Titolo articolo: Trattatistica e committenza aragonese nei busti femminili di Francesco Laurana
Scultore e ritrattista del re di Napoli, Francesco Laurana risentì dell’influenza della raffinata cultura della corte aragonese soprattutto durante il regno di Ferrante I (1458-1494), il quale apprezzava soprattutto i trattati didattici volti all’edificazione delle donne e degli uomini di corte, e in particolare delle figlie Eleonora e Beatrice, e del figlio Alfonso, duca di Calabria. La priorità che egli accordò all’educazione dei figli per motivi politici e culturali spiega il fatto che l’umanista cortigiano Diomede Carafa abbia reso un vero e proprio ‘genere letterario’ la trattatistica sulle maniere dei principi. Il presente studio indaga i legami fra tale genere di scritti e due busti destinati, nell’intenzione del committente, lo stesso Ferrante I, a riflettere e propagandare i valori morali della corte aragonese: quelli, per l’appunto, di Eleonora e Beatrice d’Aragona.
Lingua: ItalianoPag. 51-62
Etichette: Laurana Francesco, Ferrante I, Ritratto, Quattrocento,
Titolo articolo: Renovatio imperii e nuova età aurea nel segno di Giulio II Della Rovere: Taluni riflessi sulle arti
Lo sviluppo urbanistico e architettonico romano sotto Giulio II fu caratterizzato da ambiziosi progetti con un chiaro intento ideologico. Esempio ne sono l’aula del conclave e via Giulia, realizzate da Bramante. Il clima encomiastico fu alimentato da scritti quali il “De aurea aetate” di Egidio da Viterbo, o i “Septem mirabilia orbis et urbis Romae et Florentiae”, dedicata dal canonico Francesco Albertini al re portoghese Emanuele I. In chiave celebrativa furono condotti i cantieri del Palazzo Apostolico Vaticano anteriori all’intervento di Raffaello, ove importa soprattutto il ruolo svolto da Lorenzo Lotto, Luca Signorelli e Bramantino nell’attuale Stanza di Eliodoro. L’idea della nuova Roma imperiale venne coltivata anche attraverso l’impego di modelli architettonici di origine bizantina risalenti al regno di Basilio I.
Lingua: ItalianoPag. 63-87
Etichette: Giulio II, Architettura, Roma, Quattrocento,
Titolo articolo: Ridolfo del Ghirlandaio e i suoi committenti, tra “borghesia” e devozione
Lo studio indaga l’influenza che il Savonarola esercitò sui pittori della sua generazione attraverso la semplificazione di un messaggio religioso volto a rassicurare più che a sorprendere e ad essere compreso da tutti – finalità, queste, in cui è dato di scorgere una sorta di avvio delle future teorie della Controriforma. Vengono presi in esame l’interessante Tondo di una collezione privata rappresentante un’Adorazione del bambino tradizionalmente ascritta alla prima attività di Frà Bartolomeo della Porta, e una Sacra famiglia con San Giovanni da attribuirsi a Ridolfo del Ghirlandaio, un allievo di Frà Bartolomeo che ne frequentò la bottega tra il 1504 e il 1508 ma continuò ad ispirarsene dopo la fine dell’apprendistato. Questa Sacra famiglia presenta le caratteristiche di una nuova benchè indipendente meditazione sui temi tipici del Della Porta, e può essere datata agli anni 1516-1520.
Lingua: ItalianoPag. 89-98
Etichette: Ridolfo del Ghirlandaio, Bartolomeo della Porta, Quattrocento, Cinquecento,
Titolo articolo: Metamorphosis and disguise in the novella of Tedaldo of the Elisei (Dec., III 7)
Nel “Decameron” trasformazioni, travestimenti e metamorfosi dei personaggi drammatizzano la problematica relazione tra realtà ed apparenza e rivelano la crisi dell’assunzione medievale di una continuità ontologica tra verità e segno maturata durante il Trecento. L’articolo mostra che la tecnica usata da Boccaccio per costruire il testo in chiave parodica si basa spesso sulla teatralizzazione dell’ inganno nella forma del travestimento e dell’illusione di identità. Tale tecnica caratterizza in particolare le novelle dedicate a temi religiosi, e viene qui studiata nella novella di Tedaldo degli Elisei (Dec., III 7), in cui il gioco tra elementi religiosi e laici, e le rispettive forme letterarie, sacre e profane, serve ad illustrare la comune fallimentarietà delle dottrine religiose e dell’ideologia cortese in materia d’amore e, più in generale, come guide morali della società mercantile.
Lingua: InglesePag. 101-109
Etichette: Boccaccio, Decameron (III 7), Metamorfosi, Trecento,
Titolo articolo: Debutto napoletano: Un’ignota orazione ufficiale di Ermolao Barbaro
L’articolo pubblica in edizione critica e con corredo di note storiche e dottrinarie, il testo di un’orazione rinvenuta nel codice 735 della Biblioteca Universitaria di Valenza, una miscellanea quattrocentesca proveniente dalla biblioteca dei re d’Aragona di Napoli. Basandosi sui “Dispacci” dell’oratore veneto a Napoli, Zaccaria Barbaro, e altre fonti, l’orazione viene attribuita a Ermolao Barbaro, allora ai primi passi nel mondo della diplomazia e della cultura. Il testo diviene così la prima opera nota del grande umanista veneto, e intorno ad esso si ricostruisce il contesto storico-politico del regno aragonese negli anni Settanta del Quattrocento, con particolare riferimento ai suoi rapporti con Venezia e con il ducato di Borgogna.
Lingua: ItalianoPag. 111-124
Etichette: Barbaro Ermolao, Oratoria, Quattrocento,
Titolo articolo: L’enterprise de traduction et d’exégèse de Ficin dans les années 1486-1489: Démons et prophétie à l’aube de l’ère savonarolienne
Nel 1486 il Ficino interrompe improvvisamente la redazione del commento alle “Enneadi” di Plotino e dedica tre anni alla traduzione di altri testi neoplatonici su alcune delle dottrine più delicate per quei tempi: la demonologia, la divinazione dei sogni e la teurgia. Il presente articolo prende in esame le circostanze in cui avvennero la produzione e la successiva pubblicazione di tali testi ed analizza i modi in cui la ripresa di quelle dottrine modifica le dottrine antiche e medioevali sulla profezia e sulla divinazione. Analizza quindi l’immediata accoglienza del Ficino in un contesto dominato da preoccupazioni millenaristiche e apocalittiche, la costituzione di una rete di umanisti che nutrivano un particolare interesse per le dottrine riprese dal Ficino e i virulenti attacchi del Savonarola contro il ripristino operato dai suoi contemporanei di culti pagani di ‘spiriti’ maligni.
Lingua: FrancesePag. 125-136
Etichette: Ficino Marsilio, Profezia, Quattrocento,
Titolo articolo: A che punto sono gli studi pichiani
Gli studi su Pico hanno conosciuto un’importante accelerazione nell’ultimo quindicennio, a seguito delle celebrazioni del quinto centenario della morte del conte della Mirandola. Sulla scorta di magistrali edizioni critiche (quelle, ad esempio, delle “Conclusiones” del Farmer e della “Oratio” del Bausi) siamo oggi in grado di produrre una più circostanziata valutazione del pensiero del Pico. D’importanza capitale per comprendere non solo l’evoluzione del pensiero pichiano ma anche il successivo fenomeno della qabbalah cristiana, si rivela poi l’iniziativa del Busi di pubblicare la “Biblioteca cabbalistica tradotta da Mitridate”.
Lingua: ItalianoPag. 139-143
Etichette: Pico della Mirandola, Quattrocento,
Titolo articolo: Rassegna dellaportiana
Si esaminano alcuni contributi della bibliografia dellaportiana degli ultimi anni, rivolta sia al versante scientifico che a quello teatrale della produzione dell’estroso erudito napoletano. Stimolata dall’Edizione nazionale delle opere, la critica, oltre a valorizzare l’aspetto editoriale, tende ora a congiungere i centri vitali della attività multiforme e ambivalente del Della Porta, ricondotta a una particolare temperie storico-culturale in cui declina il pensiero aristotelico ed enciclopedico e gradualmente si affermano i valori della modernità.
Lingua: ItalianoPag. 145-148
Etichette: Della Porta Giovanni Battista, Cinquecento, Seicento,
Titolo articolo: La censura libraria postridentina (1559-1704) negli studi italiani più recenti: Rassegna bibliografica (2003-2009)
Sullo sfondo dell’apertura al pubblico dell’Archivio della Congregazione per la dottrina della Fede (1998), decisamente intensificato risulta, negli ultimi anni, il settore di studi sulla censura libraria durante l’Antico regime, a partire dall’Indice paolino del 1559. L’attenzione viene focalizzata sul duplice versante dell’organizzazione istituzionale e dell’impatto dei provvedimenti sull’editoria coeva. Ulteriori, quanto mai significativi contributi si attendono dal recentissimo progetto di informatizzazione relativo all’intera documentazione in materia su tutto il territorio italiano.
Lingua: ItalianoPag. 149-152
Etichette: Censura, Indice Paolino, Cinquecento, Seicento,