Le riviste sostenitrici
Humanistica | 2008 | N. 2
Anno 2008 – Annata: III – N. 2
A cura di Annalisa Lorenzetti
Titolo articolo: Varianti bembiane: Guidubaldo nell’Ambr. O 205 sup.
La vicenda evolutiva del manoscritto Ambr. O 205 sup. contenente la prima versione del “De Urbini ducibus” di Pietro Bembo, elaborata a ridosso della morte di Guidubaldo di Montefeltro, si estende dal 1508 al 1530. L’intervento del Bembo sull’Ambrosiano è subitaneo e si concentra sulla figura del duca, che la seconda versione commemora in modo più oggettivo e senza il peso schiacciante del confronto con la figura paterna e della presenza ingombrante di Ottaviano Ubaldini, tutore del duca. La seconda redazione mira all’emotività di Elisabetta, personaggio che rappresenta tutto il perno del dialogo, committente e ispiratrice dell’ambiente letterario di Urbino,anch’esso commemorato dal Bembo al momento della sua partenza per Roma. A Elisabetta è dedicata indirettamente l’opera latina ed esplicitamente la versione volgare.
Lingua: ItalianoPag. 11-19
Etichette: Bembo Pietro, Guidubaldo di Montefeltro, Cinquecento,
Titolo articolo: I poeti della duchessa
Dal 1488 al 1508 attorno alla coppia ducale di Montefeltro, ed in particolare attorno alla figura di Elisabetta, andò definendosi un circolo letterario che aveva come pratica diffusa la dedica di oggetti poetici alla duchessa, assunta a modello di rigore etico ed estetico. Tali dediche avevano come archetipo le rime di Serafino Aquilano, ospite molto amato dei duchi, e rappresentano l’unico oggetto uniforme all’interno della varietà dei caratteri stilistici e delle scelte poetiche dei singoli scrittori. Tra questi, oltre i casi noti del Bembo e del Castiglione, spiccano per originalità Bernardo Accolti e Giovanni Bruni de’Parcitadi.
Lingua: ItalianoPag. 21-28
Etichette: Elisabetta Gonzaga, Cinquecento,
Titolo articolo: Arte e collezionismo alla corte di Guidubaldo
Guidubaldo di Montefeltro non risalta nella storia del ducato per aver finanziato o favorito memorabili imprese di mecenatismo artistico, sia in merito ai lavori per il palazzo, sia alle sue scelte collezionistiche di cui conosciamo poco. Facendo riferimento alle fonti storiografiche, tra le quali fondamentale è la testimonianza del Vasari nella “Vita” dedicata a Raffaello, e agli inventari rovereschi, compilati dopo la morte di Federico Ubaldo della Rovere, si possono tuttavia evidenziare alcuni episodi riferibili alla committenza, seppur indiretta, di Guidubaldo.
Lingua: ItalianoPag. 29-43
Etichette: Arte, Collezionismo, Guidubaldo di Montefeltro, Cinquecento,
Titolo articolo: Considerazioni sulla biblioteca di Urbino nell’età di Guidubaldo di Montefeltro
Alla morte di Federico di Montefeltro, l’attività della Biblioteca da lui fortemente voluta e curata si interrompe. Suo figlio Guidubaldo sembra non mostrare interesse per l’arricchimento della biblioteca paterna. Il suo atteggiamento può essere ascritto a diversi fattori. Guidubaldo si trova a governare in ristrettezze economiche, ma soprattutto non sente il bisogno di affermarsi culturalmente, poichè la sua cultura è riconosciuta universalmente. In fine egli considera completata la biblioteca paterna, nei confronti della quale mostra, tuttavia, grande interessamento quando nel 1504 riesce a recuperare la maggior parte dei volumi trasportati dal Valentino nella rocca di Forlì a seguito del sacco di Urbino del 1502.
Lingua: ItalianoPag. 45-55
Etichette: Biblioteca, Guidubaldo di Montefeltro, Cinquecento,
Titolo articolo: Des Dialogues du Tasse comme “pratique théorique”
L’autore si propone di precisare la natura “pragmatica” dei legami che intercorrono tra il “Discorso dell’arte del dialogo” del Tasso (1585) e il testo che fonda la teoria del dialogo, il “De dialogo liber” (1562) di Carlo Sigonio. I due testi sono a loro volta esaminati alla luce della teoria stessa, attraverso il primato riconosciuto al paradigma della scrittura. Si apre così alla questione del dialogo come ‘icona’ di un particolare rapporto con la verità e con il mondo.
Lingua: FrancesePag. 59-70
Etichette: Tasso Torquato, “Discorso dell’arte del dialogo”, Cinquecento,
Titolo articolo: Umanisti e architetti del primo Rinascimento davanti alle infrastrutture idriche e tecniche dell’antichità romana
Dopo lo stupore e le leggende che il Medioevo aveva costruito attorno alle antichità romane, le reazioni del primo Rinascimento davanti ad esse debbono essere lette sullo sfondo del contrasto della magnificenza di queste con l’arretratezza della civiltà contemporanea. Tramite la lettura del “De architectura” di Vitruvio, del “De aquaeductu” di Frontino e della “Naturalis Historia” di Plinio, e per mezzo dell’epigrafia, Flavio Biondo, Leon Battista Alberti e Poggio Bracciolini iniziarono uno studio più scientifico delle antichità romane. Nascono numerose “Descriptio urbis Romae”, nelle quali il degrado contemporaneo è attribuito alla prolungata assenza del papa. Alcuni artisti come Francesco di Giorgio Martini e il Filarete utilizzarono allo stesso tempo il modello antico e l’uso pratico che ne aveva fatto l’età medievale.
Lingua: ItalianoPag. 71-82
Etichette: Antichità romane, Architettura, Quattrocento,
Titolo articolo: Fiandre e Italia nel Quattrocento. Una congiuntura inesauribile di rapporti artistici e culturali nel secolo dell’Umanesimo
Il Quattrocento è da sempre considerato momento iniziale degli scambi reciproci che hanno reso esemplare il confronto tra pittura fiamminga e Rinascimento italiano. Negli ultimi anni in particolare le mostre hanno contribuito a ridefinire il rapporto Fiandre-Italia in senso europeo. Il tradizionale asse nord-sud appare rinvigorito da nuovi tragitti di artisti e di opere e attraverso i rapporti tra i vari centri specifici. Oltre alle aree più vaste, anche le città e le corti occupano un ruolo centrale come spazi di ricezione e diffusione. Gli studi più recenti, tra cui quello della Belozerskaya, hanno il merito di aver interpretato la produzione artistica anche come modello culturale.
Lingua: ItalianoPag. 85-92
Etichette: Fiandre, Arte, Cultura, Quattrocento,
Titolo articolo: Una nota storico-linguistica su “autorista”
L’articolo ripercorre le attestazioni e le significanze del termine ‘autorista’, attestato dal secolo XIII fino al XIV, fatta eccezione per l’occorrenza del termine riscontrata da Antonio Lanza in un ternario di Mariotto Davanzari del 1441. In cocnlusione l’autore presenta l’uso del termine ‘autorista’ nel significato arcaico di ‘esperto di auctoritates’ da lui rintracciato all’interno di uno scritto poco noto di Simone Prodenzani di Orvieto risalente agli anni settanta del XV secolo.
Lingua: ItalianoPag. 93-95
Etichette: Linguistica, Quattrocento,