Giornale storico della letteratura italiana | 2013 | N. 630

Arnaldo Di Benedetto pone l’attenzione su alcuni interessanti aspetti della vita e dell’impegno culturale e politico di Gianfranco Contini che vengono fuori dalla pubblicazione di alcuni carteggi del critico ossolano, editi in un numero monografico recente della rivista “Moderna” (a. XIII, n. 1 del 2011) a cura di Maria Antonietta Grignani. Si tratta più nello specifico della corrispondenza intercorsa con i letterati Antonio Pizzuto e Guglielmo Alberti, rispettivamente pubblicata e commentata nei saggi di Gualberto Alvino (“‘Verrei in tassì a catturarti’. Il carteggio Contini-Pizzuto”) e di Domenico Scarpa (“Cultura e azione. Prima lettura del carteggio Contini-Alberti”).

L’A. mette in luce le importanti acquisizioni legate alla vita e all’attività culturale di Italo Calvino che emergono dalla pubblicazione recente a cura di Luca Baranelli (I. Calvino, “Sono nato in America…Interviste 1951-1985”, Milano, Mondadori, 2012) di una consistente parte delle numerose interviste (ben 101) da lui rilasciate tra il 1951 e il 1985.

Il valore da assegnare ai rimandi all’opera di Teofilo Folengo presenti negli scritti di Anton Francesco Doni è ancora oggi argomento di discussione tra alcuni dei folenghisti più illustri. L’A. cerca di fare chiarezza sull’argomento, rintracciando i luoghi testuali che motiverebbero la contiguità tra i due autori (l’omaggio a Merlin Cocai in una novella dei “Marmi”; la similarità tra l’episodio del ‘gabbione’ in cui vengono rinchiusi i poeti nella “Zucca” e l’ultimo del “Baldus”; la citazione di Folengo in persona nella “Libraria”). A riprova di tale contiguità l’A. cita anche la controversa questione dell’identità di Vigasio Cocasio (pseudonimo del prefatore dell’ultima redazione macaronica) e di Basilio Berta Rossa, pseudonimi dietro i quali potrebbe celarsi Doni stesso o un letterato a lui molto vicino come Ludovico Domenichi.

L’A. censisce ed esamina la funzione delle numerose epigrafi poste da Alfieri in esergo ai suoi scritti politici e morali, soffermandosi più specificamente su quelle latine.

Viene esaminata l’immagine di sé che Vitaliano Brancati intese fornire attraverso la pubblicazione dei suoi ventiquattro pezzi nella rubrica “Lettere al Direttore” della rivista “Omnibus” tra il 1937 e il 1939.

Recensione del nuovo commento al “Canzoniere” di Petrarca per le cure di Paola Vecchi Galli (BUR, 2011), di cui vengono messe in evidenza le più importanti novità ermeneutiche, tra le quali la partizione in gruppi delle liriche e gli arricchimenti intra e intertestuali forniti a corredo dei testi.