Giornale storico della letteratura italiana | 2012 | N. 627

L’A. riflette sul ruolo e sulla natura del Catone dantesco, rintracciando in Lucano i segni di una possibile lettura in chiave allegorica e cristologica della sua vicenda. Secondo tale ipotesi interpretativa nella “Commedia” Catone non sarebbe semplicemente il custode del purgatorio ma il ‘responsabile’ del secondo regno, il “garante di quel processo di purificazione dal peccato che nel purgatorio deve avvenire” (p. 327) e al contempo ‘figura Christi’. Assumerebbero così una luce differente anche il gesto del suicidio di Catone e l’esegesi di alcuni celeberrimi versi del canto che lo riguardano (“Libertà va cercando…”).

Il saggio contribuisce a fare ulteriore luce sull’attività storiografica di Machiavelli attraverso l’esame del profilo di Cosimo de’Medici da lui tratteggiato nelle “Historie fiorentine”. Più nel dettaglio l’A. del contributo suggerisce che lo stratagemma ideato dal Segretario fiorentino per non risultare poco obiettivo senza al contempo urtare troppo scopertamente la committenza medicea dell’opera sia stato quello di approntare nel testo una catena di “sconfessioni retrospettive”, iniziata con l’esaltazione di Cosimo a spese della reputazione del Magnifico, e poi passata a spese di Cosimo con gli avversari del fondatore dello ‘stato’ mediceo a Firenze.

L’edizione cinquecentesca di madrigali musicali può rivestire un ruolo importante ai fini della ricostruzione della genesi e del successivo processo evolutivo di un testo poetico prima del suo definitivo approdo alla pubblicazione nel libro di rime d’autore. È questo il caso, precisa l’autore del saggio, delle due liriche tassiane “Negro era intorno e bianche falde il cielo” e “Facelle son d’immortal luce ardenti”, musicate entrambe dal maestro fiammingo Leonardo Meldert e da lui date alle stampe nel 1578, anno in cui entrambe le poesie risultavano ancora inedite. I due testi musicati da Meldert ci consegnano dunque una redazione precoce rispetto alla loro stampa letteraria, fornendo un prezioso contribuito sia allo studio delle varianti d’autore, sia alla conoscenza di alcuni ignoti aspetti della biografia di Tasso.

Nel saggio l’A. illustra l’attività di editore svolta a Londra da Lorenzo Da Ponte, facendo chiarezza sulla storia della sua collaborazione commerciale ed editoriale con il letterato Leonardo Nardini, soprattutto attraverso una ricognizione delle edizioni di testi italiani da loro approntati durante il soggiorno nella capitale inglese, e correggendo in tal modo le numerose inesattezze su di essa consegnate volutamente dal Da Ponte alle sue “Memorie”.

L’A. passa al vaglio le antologie poetiche italiane di argomento civile-patriottico di epoca preunitaria, dalla prima di Storno Bolognini del 1799, maturata a conclusione del triennio giacobino, a quelle degli anni Trenta-Quaranta come il “Parnasso democratico”, l'”Antologia repubblicana” del Ruggia, l’anonimo “Canzoniere per la gioventù italiana”, i “Versi alla patria di lirici italiani” di Filippo Luigi Polidori, le “Poesie nazionali italiane di varii autori”, fino ad arrivare alle ultime, ovvero il “Canzoniere nazionale” allestito da Pier Alessandro Paravia nel 1847 e la raccolta “La Patria”, uscita anonima dai torchi di Sebastiano Franco nel 1855.