Giornale storico della letteratura italiana | 2009 | N. 613

Ricordo di Emilio Bigi, condirettore della rivista dal 1962, venuto a mancare il 13 febbraio 2009.

Originalità rispetto al canone del dramma pastorale e in relazione alla stessa “Liberata”: questi gli aspetti principali dell’indagine sull’ “Aminta” tassiana condotta nel saggio. Il carattere precipuo della “favola boschereccia” viene riconosciuto in un “sorridente equilibrio, che evita ogni approfondimento psicologico e ogni caduta nella pura convenzione, nella pura adulazione, nella sanguinosa tragedia e nel piatto perbenismo” (p. 15).

L’A. si occupa della produzione di ispirazione scientifica di Primo Levi, rintracciando in essa le convergenze con le principali teorie scientifiche dell’epoca.

Pubblicazione integrale e commento delle “Rime” di Giovanni Andrea Ugoni (1507-1571). Il corpus lirico del nobile poeta bresciano è costituito da trentuno componimenti, dati alle stampe in un’antologia a cura di Girolamo Ruscelli nel 1553; ad essi si aggiungono due sonetti inseriti in chiusura delle “Rime spirituali” di Gabriele Fiamma e qui pubblicati per esigenza di completezza.

Il saggio tratta degli “Scherzi d’ingegno” (1677) di Francesco Antonio De Virgiliis, singolare opera in prosa caratterizzata dall’interpolazione di versi e costituita da ventitrè pezzi ascrivibili al genere della ‘prosopopea’.

Sono edite, annotate e commentate quattordici lettere (custodite nella Biblioteca Nazionale di Parigi) a firma di Giuseppe Compagnoni (Lugo, 3 marzo 1754-Milano, 29 dicembre 1833), di cui solo una indirizzata verosimilmente all’erudito, pubblicista, letterato e filosofo Isidoro Bianchi (Cremona 1731-ivi 1808) e le restanti a Vincenzo Lancetti (Cremona 1766-ivi 1851), letterato, poligrafo e funzionario statale in Italia durante l’età napoleonica.

Prima di apparire in volume in una raccolta del 1963 a cura di Arnaldo Frateili, il lungo racconto dal titolo “I nemici” di Corrado Alvaro fu edito come “Romanzo breve” sul rotocalco settimanale “Omnibus” di Longanesi nel 1938. È di questa primitiva versione del racconto che si occupa l’autore del saggio, individuandone le divergenze rispetto all’edizione in volume e soffermandosi sui significati etico-politici in esso contenuti.

Recensione dell’edizione di un carteggio tra il letterato Melchiorre Cesarotti e il nobile veneziano Francesco Rizzo Patarol a cura di Michela Fantato (“Parleremo allora di cose, di persone, di libri…. Lettere di Melchiorre Cesarotti a Francesco Rizzo Patarol”, Venezia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, 2006).