Le riviste sostenitrici
Filologia italiana | 2021 | N. 18
Anno 2021 – N. 18
A cura di Paolo Perilli
Titolo articolo: A trent’anni dal ritrovamento del frammento zurighese: punti fermi e questioni aperte
Sono trascorsi trent’anni da quando Giuseppina Brunetti diede notizia del ritrovamento delle prime quattro stanze della canzone [R]esplendïente stella de albur di Giacomino Pugliese nel ms. C 88 della Zentralbibliothek di Zurigo (= Z). Indizi esterni ed interni permettono di datare tale testimonianza nell’intervallo 1234-1235, cosa che ne fa il più antico testimone della lirica dei poeti della Scuola siciliana. La maggioranza degli editori (G. Brunetti, G. Sanga, V. Formentin) ha sottolineato l’arcaicità e l’autorevolezza del testo di Z rispetto a quello dell’altro testimone di [R]esplendïente, il canzoniere V, pubblicando le due versioni in modo indipendente. A tale prassi ha derogato D. Checchi (2016), che ha tentato di ricostruire la lezione originale della canzone sulla base di entrambi i codici. La sua edizione – che poggia su un’ipotesi metrica innovativa – assume a fondamento la testimonianza di V e confina in apparato gran parte delle varianti di Z. L’argomentazione da cui dipende tale scelta chiama in causa tre elementi cruciali della storia del testo: la distanza di Z dall’originale; la qualità della sua lezione; l’esistenza di un archetipo a monte della tradizione. L’analisi condotta nel presente saggio dimostra come le conclusioni di Checchi siano perlopiù da respingere. La conservatività formale di Z è indizio della sua aderenza alla facies primitiva. La bontà complessiva della sua lezione, che spicca al confronto con la versione rimaneggiata di V, conferma l’importanza del suo contributo ai fini della constitutio textus.
Lingua: ItalianoPag. 9-43
Etichette: XIII secolo, Giacomino Pugliese, Sicilia
Titolo articolo: Un nuovo testimone dei «Fiori e vita di filosafi» (Paris BnF it. 557) e altre questioni di filologia delle strutture
Un gruppo di manoscritti miscellanei in volgare genealogicamente molto vicini (il ms. smembrato costituito da Firenze, bnc, Panc. 24 e London, bl, Add. 26772; Paris, bnf, It. 557, copia del precedente; Firenze, bml, Plut. 40 49 e Firenze, br, 1094, a loro volta copie del Parigino) è già stato studiato in modo approfondito, prima da Michele Barbi e Domenico De Robertis in relazione alla Vita nova e alle Rime di Dante, poi da Giuliano Tanturli e Cristiano Lorenzi Biondi in relazione alla figura del copista noto come «Non bene» e con un approccio strutturale di tipo filologico e codicologico allo stesso tempo. Resta poco da dire. L’articolo si concentra sul ms. Paris, bnf, It. 557 e sulle ultime quattro opere – che non erano presenti nel modello principale e sono tramandate (tranne l’ultima) anche nei due discendenti –, ossia: l’epistolario apocrifo tra Seneca e san Paolo, l’epistola dello pseudosan Bernardo a Ramondo, un rifacimento dei Fiori e vita di filosafi, e un volgarizzamento dei Disticha Catonis preceduto da un prologo del volgarizzatore.
Lingua: ItalianoPag. 45-55
Etichette: Filologia, Letteratura in volgare, XIII secolo, Fiori e vita di filosafi,
Titolo articolo: Donato degli Albanzani e Niccolò II d’Este: per una nuova datazione del volgarizzamento del «De viris illustribus» di Petrarca
Secondo la critica Donato degli Albanzani avrebbe composto il suo volgarizzamento del De viris illustribus petrarchesco nel 1397, come dono per le nozze di Niccolò III d’Este, ma questa datazione non è sostenuta da alcuna prova; la recensio della tradizione permette invece di retrodatare l’opera e collocarla in tutt’altro contesto storico-politico.
Lingua: ItalianoPag. 57-78
Etichette: XIV secolo, Donato degli Albanzani, Francesco Petrarca, De viris illustribus, Ferrara
Titolo articolo: Bernardino da Feltre predicatore. Il testimone A 13 dell’Archivio Provinciale dei Cappuccini Lombardi (Milano)
L’articolo illustra i termini di una indagine in corso sui sermoni di Bernardino da Feltre, condotta a partire da un nuovo testimone manoscritto (Milano, Archivio Provinciale dei Cappuccini Lombardi, ms. A 13), anteriore di almeno un decennio ai due codici sui quali si fonda la monumentale edizione a stampa procurata da Carlo Varischi negli anni Sessanta del xx secolo. Il testimone presentato, di cui viene offerta una descrizione codicologica e la tavola completa dei 54 sermoni in esso contenuti, offre versioni alternative di molti dei sermoni già editi, riproponendo la questione della mouvance di questo genere di testi destinati alla performance orale, del pastiche linguistico che li caratterizza, delle modalità di trasmissione e rimaneggiamento da parte dei trascrittori-predicatori.
Lingua: ItalianoPag. 79-100
Etichette: Letteratura in volgare, XV secolo, Bernardino da Feltre,
Titolo articolo: Compagni di viaggio del Poliziano: osservazioni sulle raccolte di rispetti toscani
I rispetti di Poliziano sono trasmessi in vari casi da raccolte dove convivono con altri anonimi. Partendo dall’analisi di alcune di queste, strettamente legate all’ambiente mediceo e risalenti agli anni Ottanta-Novanta del Quattrocento, il saggio cerca di individuare i reciproci rapporti di dare e di avere fra testi autentici di Poliziano e queste serie di rispetti. Le sillogi sono dovute a membri della famiglia Medici, ad allievi e familiari di Poliziano: non solo copisti e raccoglitori, ma probabilmente anche autori in proprio. Si ha così nella Firenze medicea una circolazione di testi che spesso sono variazione l’uno dell’altro, in un linguaggio topico che accomuna l’umanista Poliziano e la poesia improvvisata e cantabile dei suoi concittadini.
Lingua: ItalianoPag. 101-127
Etichette: Poesia, XV secolo, Poliziano,