Le riviste sostenitrici
Filologia e critica | 2005 | N. 2-3
Anno 2005 – Annata: XXX – N. 2-3 Mese: Maggio – Dicembre
A cura di Antonella de Seta
Titolo articolo: Per Carlo Dionisotti
Il saggio rappresenta una dedica alla memoria dello studioso Carlo Dionisotti, il cui studio è stato caratterizzato da un’ampia visione storica, sostenuta da una forte passione civile, da una vasta e solida cultura stesa ben al di là dei confini della letteratura in senso tradizionale, e dal rigore del metodo, che ha unito all’attenzione per il documento una severa adesione alle procedure più affinate della filologia del XX secolo.
Lingua: ItalianoPag. 177 – 180
Etichette: Dionisotti Carlo, Novecento,
Titolo articolo: Quattro lettere di Carlo Dionisotti
Il saggio propone ai lettori quattro lettere di Carlo Dionisotti, presenti all’interno del testo, che coprono come arco di tempo gli anni 1990 – 1992. Lo scambio epistolare di 28 lettere in tutto è avvenuta con l’autore del presente saggio Guglielmo Gorni, il quale non manca di sottolineare il privilegio di questa corrispondenza.
Lingua: ItalianoPag. 181 – 183
Etichette: Dionisotti Carlo, Novecento, Epistolario,
Titolo articolo: Dionisotti sull’attribuzione
Al centro del presente contributo vi sono le riflessioni di due studiosi sull’attribuzione del ‘Delphilo’ a Francesco Colonna: le tesi avanzate da Dionisotti sono a favore di queste attribuzione, contrarie sono quelle sostenute da Maria Corti.
Lingua: ItalianoPag. 193 – 202
Etichette: Colonna Francesco, Delphili somnium, Quattrocento, Dionisotti Carlo,
Titolo articolo: Gli studi di Dionisotti sulla letteratura cavallersca
Il saggio propone all’attenzione dei lettori il metodo usato da Dionisotti per condurre delle ricerche, qualsiasi ne fosse l’ambito, sgombrando il campo da tutte le ipotesi fantasiose, valutando i testimoni, la datazione delle redazioni e giungendo alle conseguenti deduzioni.
Lingua: ItalianoPag. 203 – 216
Etichette: Dionisotti Carlo, Novecento, Letteratura, Dionisotti Carlo,
Titolo articolo: Dionisotti sul ‘fronte gesuitico’. Quattro lettere sulla critica letteraria cattolica tra otto e novecento
Nella dozzina di lettere con le quali Dionisotti ha accompagnato il lavoro, di giovane studioso, di Alessandro Martini, autore del presente saggio, ne vengono riporate quattro che vertono sulla critica letteraria cattolica fra otto e novecento. Le argomentazioni di Dionisotti al di là delle critiche di fondo sul taglio per diversi aspetti esclusivo della materia, conserva ancora qualcosa di irrisolto, agitata da quella sua capacità, d’inventare, provocare, più che constattare fratture e conflitti.
Lingua: ItalianoPag. 217 – 230
Etichette: Dionisotti Carlo, Ottocento, Novecento, Critica letteraria,
Titolo articolo: La ‘dimanda onesta’. Lettura del canto XXIV dell’inferno
Il saggio ci propone una lettura del XXIV canto dell’Inferno, esso rappresenta il primo membro di un dittico narrativo fortemente coeso tanto nella materia (la bolgia dei ladri), quanto nell’elaborazione poetica di essa, in particolare: la fenomenologia straordinaria della metamorfosi punitiva; e poi la scoperta e vantata emulazione con i classici latini (Ovidio e Lucano) che avevano trattato in vario modo il tema della metamorfosi umana e animale. L’incontro con Vanni Fucci è, naturalmente, la chiave di volta, del dittico, l’incontro non appare come uno scontro, sul tipo di quello celebre di Farinata, e nemmeno come un colloquio, simile a quello tenuto con i grandi fiorentini del passato nel canto XVI, ma il dannato parlerà di lui con Virgilio.
Lingua: ItalianoPag. 231 – 246
Etichette: Alighieri Dante, Duecento, Trecento, Divina Commedia, Inferno,
Titolo articolo: ‘L’argomento de la mente’, ovvero la malizia dei giganti. Lettura del canto XXXI dell’Inferno
Il canto XXXI dell’Inferno introduce l’esperienza moralmente più dura e drammatica della prima parte del viaggio dantesco. Infatti Dante e Virgilio giungono nell’ultimo cerchio, dove sono puniti i traditori e al centro del quale si trova confitto Lucifero. Simili nell’aspetto e nella situazione, i giganti condividono con Lucifero il peccato di superbia, donde scaturisce la malizia frodolenta punita entro lo spazio da essi stessi delimitato. Per questo nella loro grandezza materiale, inerte ed inespressiva,, i giganti si propongono come la più efficace e tragica figura della riduzione dell’uomo che tanto presume di sè da volersi fare eguale a Dio, preannunciando i tratti essenziali in modo terribile, nel quale è spenta definitivamente ogni luce di umanità e di intelligenza.
Lingua: ItalianoPag. 247 – 262
Etichette: Alighieri Dante, Divina Commedia, Duecento, Trecento, Inferno,
Titolo articolo: Dante, Boccaccio e l’ Elitropia
L’elilotropia favolosa pietra magica, che ritroviamo nella novella celeberrima del Decameron (VIII 3), nonchè nella Commedia di Dante (Inf., XXIV 92 segg.), emulata per le sue capacità di donare l’invisibilità a chi la possedesse, non è un’invenzione ma come testimoniano i più antiche repertori, l’elitropia si identifica come una pietra con il colore dello smeraldo e delle sfumature rossastre.
Lingua: ItalianoPag. 263 – 273
Etichette: Alighieri Dante, Boccaccio Giovanni, Divina Commedia, Decameron, Duecento, Trecento,
Titolo articolo: Tra Petrarca e Sebastian Brant: a proposito di una immagine
Il saggio analizza un’ immagine presente nell’opera di Petrarca ‘De remediis utriusque fortunae’ nella traduzione tedesca publicata per la prima volta ad Augsburg nel 1532 e poi più volte ristampata. La nostra immagine è in corrispondeza del dialogo VIII del primo libro, quello dedicato alla memoria. Si osservano due figure, collocate in cerchi diversi, una maschile che rappresenta la memoria e quella femminile che rappresenta la sapienza, queste sono state oggetto di studio da parte di studioisi che hanno cercato di darne una giusta interpetrazione.
Lingua: ItalianoPag. 74 – 286
Etichette: Petrarca Francesco, De remediis utriusque fortunae, Trattatistica, Trecento,
Titolo articolo: Sabellico fra Livio e Macchiavelli. Appunti sulla storia del decemvirato e gli altri incresciosi episodi
Il ‘Principe’ e i ‘Discorsi’ hanno la loro genesi ideologica non solo nelle opere di Livio, ma anche nelle note, misurate e modeste, di Sabellico che mostrano l’interesse maturato nello storico e umanista veneziano per gli ‘Ab urbe condita libri’. Sabellico si servì della sua accurata conoscenza delle deche liviane anche per la sua attività di storiografo in proprio. In particolare le “Enneades rapsodiae historiarum ab orbe ondito”, opera del 1498 sembrano ricalcare il dettato di Livio.
Lingua: ItalianoPag. 287 – 312
Etichette: Tito Livio, Macchiavelli Niccolò, Sabellico, Cinquecento, Intertestualità,
Titolo articolo: Pratiche del racconto inserito: indignatio e favola in Ariosto
Ariosto adotta nelle satire l’inserzione narrativa in risposta alla esigenza di sperimentare una indignatio di nuovo tipo. Un esperimento nel corso del quale non perde mai di vista la lezione di Orazio. Dall’originale profilo strutturale delle satire oraziane e delle Epistolae, egli ricava uno straordinario e sofisticatissimo eserzio di reinterpretazione del codice comico – satirico, una prova di densità stilistico – concettuale che porta, anch’essa, con sè l’intenzione di sovvertire i rapporti di pura e didattica sudditanza fra linguaggio del quotidiano e registro favolistico.
Lingua: ItalianoPag. 313 – 340
Etichette: Ariosto Ludovico, Cinquecento, Satira,
Titolo articolo: La forma prop(r)io nella redazione C dei Ricordi Guicciardiniani. Postilla Filologica
Il saggio discute sull’uso della forma ‘propio’, usato dai cinquecentisti, in luogo del latineggiante ‘proprio’. Il saggio propone l’uso delle diverse forme che ne fa il Guicciardini nella redazione dei ‘Ricordi’, usa le diverse varianti della forma.
Lingua: ItalianoPag. 341 – 347
Etichette: Guicciardini Francesco, Ricordi, Cinquecento,
Titolo articolo: Il volgare nei commenti latini attribuiti a Trifon Gabriele
Il presente saggio offre uno studio sugli opuscoli minori attribuiti a Trifon Gabriele, ciò che ha incuriosito lo studio è stato sia i frequenti riferimenti a Petrarca, sia la presenza di passi volgari nella prosa latina dei commenti. Lo studioso ha cercato di illustrare proprio questo bilinguismo analizzando la natura del volgare usato, riflettendo sulle circostanze o i contesti in cui esso emerge, e discutendo i possibili motivi per cui esso viene chiamato a sostituire il latino.
Lingua: ItalianoPag. 349 – 367
Etichette: Trifon Gabriele, Cinquecento, Volgare,
Titolo articolo: Per l’edizione critica della Talanta di Pietro Aretino
Aretino scrisse la Talanta su commissione di una compagnia teatrale composta da una ventina di giovani aristocratici veneziani. La commedia fu rappresentata nel carnevale del 1542 e qualche settimana dopo la recita, la commedia era già disponibile a stampa. All’impressione aveva provveduto Francesco Marcolini, il quale sicuramente sorvegliò personalmente i lavori. I testimoni che sono rimasti sono V42 (edizione marcoliniana), V53 e Qc88, i quali vengono analizzati nel saggio.
Lingua: ItalianoPag. 368 – 393
Etichette: Aretino Pietro, Talanta, Cinquecento, Edizione critica,
Titolo articolo: Valore e disvalore nelle Vite di Vasari del 1550: l’esempio di Cimabue
Il Vasari attaraverso le ‘Vite’ ricostruisce l’identità reale dei protagonisti di cui si occupa. Le sue biografie garantiscono l’esattezza delle notizie, ma soprattutto forniscono una guida per comprenderne azioni che hanno reso gli artisti degni di ricordo. Per ottenere questo risultato è stata necessaria una forma precisa di racconto e di selezione degli eventi, tale da mettere in luce proprio l’elemento distintivo che caratterizza le opere e la tecnica di un singolo artista.
Lingua: ItalianoPag. 394 – 408
Etichette: Vasari Giorgio, Vite, Cinquecento, Biografia,
Titolo articolo: Un nuovo capitolo della fortuna secentesca di Boccaccio
Il ‘De casibus virorum illustrium’ steso in gran parte dal 1356 e terminato nel 1360, ospita figure dal Medioevo barbarco sino ai suoi giorni. L’opera divisa in nove libri per un totale di 159 capitoli, vede una folla di ombre dalle vesti lacerate e le membra sanguinanti che reclamano la sua attenzione e sollecitano l’ascolto della propria vicenda. Più che la coerenza della linea narrativa, spesso ellittica e tortuosa, la sapienza drammatica del testo si avverte nel gusto quasi plastico per l’oltraggio, lo scempio fisico della morte o del supplizio, che per tutti i personaggi segna il momento finale della loro esistenza e scompone i corpi in una materia vile. Il latino intenso di Boccaccio, sinatticamente labile, ma ricco di contrasti, acquista uno spessore narrativo più compiaciuto nelle biografie finale che convergono nell’epilogo grandioso e ricco di ricordi personali.
Lingua: ItalianoPag. 409 – 427
Etichette: Boccaccio Giovanni, De Casibus virorum illustrium, Trecento,
Titolo articolo: Ventiquattro inediti per l’epistolario mariniano
Il progetto di un proprio libro di lettere venne formulato dal Marino attorno al 1620, esso doveva valere non come resa in pubblico di un volto privato, ma come bilancio di una scrittura che restituisse ricchezza, estro e poliedricità dell’esercizio in prosa di cui Marino era capace. Il libro non venne mai pubblicato, e solo poche lettere mariniane ebbero circolazione autonoma prima delle raccolte che apparvero postume nel triennio 1627 – 1629.
Lingua: ItalianoPag. 428 – 448
Etichette: Marino Giambattista, Cinquecento, Epistolario,
Titolo articolo: Ascoli e Corazzini
Il saggio ci dà un profilo di due importanti figure nel panorama letterario , si tratta di Corazzini ed Ascoli.L’autore del saggio illustra gli studi di entrambi e gli scambi epistolari tra di loro intercorsi,alcune epistole si ritrovano alla fine del saggio.
Lingua: ItalianoPag. 449 – 476
Etichette: Ascoli Graziadio Isaia, Corazzini Francesco, Ottocento,