Esperienze letterarie | 2024 | N. 2

Anno 2024 – Annata: XLIX – N. 2
A cura di Paolo Perilli

Autore/i articolo: Francesco Paolo Botti
Titolo articolo: Gli innocenti e il «mondo feroce». Per una lettura dei racconti Passo del silenzio e Sebastiana di Brancati

Passo del silenzio e Sebastiana sono i racconti con cui si chiude Il vecchio con gli stivali di Brancati rispettivamente nell’edizione del 1946 e in quella ampliata del 1947. Il primo suggella il motivo, comune a quasi tutta la raccolta, degli sconvolgimenti che la seconda guerra mondiale produce nell’esistenza di modesti, strambi, innocenti personaggi della Sicilia cara all’autore: il protagonista, dominato dalla paura, va incontro a una morte in cui ridicolo e patetico si intrecciano e confondono. Nel secondo l’inclinazione dello stile di Brancati alla mescolanza dei registri e al gioco delle disarmonie perviene a un autentico trionfo del grottesco nella descrizione delle peripezie del corpo di Sebastiana, perseguitata dopo la morte dalla violenza del mondo.

Lingua: Italiano
Pag. 9-27
Etichette: Guerra, Vitaliano Brancati, Il vecchio con gli stivali, Sicilia

Autore/i articolo: Sara Moccia
Titolo articolo: «Non però stimo, ch’esser ci debba inviolabil legge». Le canzoni di Minturno tra teoria e prassi metrica

L’articolo si interroga sul rapporto tra la prassi lirica di Minturno e le posizioni teoriche aperte allo sperimentalismo espresse dal medesimo nell’Arte poetica (1563), rintracciando eventuali corrispondenze o divergenze nel trattamento delle canzoni nelle Rime (1559) e nelle Canzoni sopra i Salmi (1561). Vengono osservate le strategie compositive messe in campo in questi testi a partire dalla componente metrica, e in particolare dalla costruzione degli schemi. Si esamina inoltre il legame tra le scelte formali e il piano tematico e argomentativo.

Lingua: Italiano
Pag. 29-53
Etichette: Canzone, Metrica, Rinascimento, Antonio Sebastiano Minturno,

Autore/i articolo: Lavinia Spalanca
Titolo articolo: Un archivio del Novecento. Inediti dal fondo “Nino Savarese” (1914-1929)

Nel 2025 si celebreranno gli ottant’anni dalla morte dello scrittore siciliano Nino Savarese (1882-1945). A fronte dei recenti sforzi editoriali e critici, tesi ad affrancarne l’opera da una serie di reiterate formule (gusto frammentista, rondista, regionalista), manca un riconoscimento definitivo del valore gnoseologico della sua ricerca. La scoperta di alcuni carteggi inediti con i più illustri intellettuali del ’900 (Bacchelli, Bonsanti, Borgese, Cardarelli, Cecchi, Contini, Falqui, Gatto, Piovene, Rosso di San Secondo, Tozzi, Vigolo) – conservati presso la Biblioteca Comunale di Enna e alcuni dei quali riprodotti in appendice al presente contributo – ci consente di illuminarne pienamente la figura e l’opera, ricostruendo alcuni snodi essenziali del suo percorso umano e artistico e, soprattutto, di cogliere la complessità della sua scrittura, una prosa d’invenzione morale che coniuga i contes di Voltaire con la riflessione di Leopardi, il romanzo picaresco con la metafisica di Montale.

Lingua: Italiano
Pag. 55-75
Etichette: Carteggio, XX secolo, Giorgio Vigolo, Giuseppe Antonio Borgese, Nino Savarese, Rosso di San Secondo, Vincenzo Cardarelli,

Autore/i articolo: Sonia Cani
Titolo articolo: Il Diario d’Algeria di Vittorio Sereni. Condivisibilità di un’esperienza privata e dialogo con la Commedia di Dante

Il Novecento poetico italiano, a partire anche e soprattutto dall’influenza che su di esso hanno avuto poeti quali T.S Eliot ed E. Pound, è stato senza dubbio caratterizzato dalla riscoperta della poesia pluristilistica e plurilinguistica della Commedia. Guardando alla poesia di Vittorio Sereni, uno degli autori che meglio hanno interiorizzato tanto la lingua quanto l’universo metaforico dantesco, è interessante notare come il Diario d’Algeria si ponga in relazione con esso anche per la dimensione imprescindibile dell’esilio, che percorre l’intera opera. Partendo dalla distinzione, fatta da Walter Benjamin, tra contenuto fattuale e contenuto di verità, questo saggio si chiede innanzitutto come si sviluppi il contenuto di verità all’interno di una poesia – quella del Diario d’Algeria – portavoce di un’esperienza assolutamente privata. Guardando al rapporto profondo instaurato da Sereni con la poesia dantesca, si tenta quindi di dimostrare come le citazioni non casuali della Commedia siano servite al poeta per costruire il contenuto di verità della propria opera. Dante diventa, così, il mezzo attraverso il quale l’esperienza straordinaria dell’esilio nel deserto algerino – che aveva completamente isolato Sereni dal resto dei suoi contemporanei – diventa pienamente condivisibile.

Lingua: Italiano
Pag. 77-93
Etichette: Esilio, Dante Alighieri, Vittorio Sereni, Walter Benjamin, Diario d'Algeria, Divina Commedia,

Autore/i articolo: Daria Maldonato
Titolo articolo: Desiderio e repressione. La figura di Armida nella Gerusalemme liberata

Ne Il disagio della civiltà Freud suggerisce che la fantasia e l’arte (e dunque, in qualche modo, anche la letteratura) possano aiutare l’uomo a esprimere liberamente i propri desideri e a sublimare i propri istinti. A partire da questa intuizione, il presente articolo si sofferma sul rapporto fra repressione e ritorno del represso nella Gerusalemme liberata, prestando particolare attenzione alla figura di Armida.

Lingua: Italiano
Pag. 95-109
Etichette: Psicoanalisi, Francesco Orlando, Sigmund Freud, Torquato Tasso, Gerusalemme Liberata,

Autore/i articolo: Angela Fabris
Titolo articolo: Il padano Petrarca. La Pianura Padana, il Po, il cibo per Francesco Petrarca nella rivisitazione di Piero Camporesi

L’articolo si focalizza su Il padano Petrarca, un saggio del 1993 in cui Piero Camporesi delinea alcuni percorsi e ricostruisce specifici episodi che hanno contraddistinto la biografia dell’Aretino negli ultimi due decenni della sua esistenza, trascorsi nelle regioni attraversate dal Po. Ne deriva un ritratto ad ampio raggio in cui si mescolano suggestioni di diversa natura, culturali, paesaggistiche, letterarie e filosofiche, che consentono di ricostruire un quadro sfaccettato del Petrarca, anche in base alle sollecitazioni derivanti dai suoi scritti, di cui Camporesi si dimostra un attento e profondo conoscitore.

Lingua: Italiano
Pag. 111-120
Etichette: Corte, Francesco Petrarca, Piero Camporesi, Pianura padana, Po