Documenta | 2020 | N. 3

Anno 2020 – Annata: III – N. 3
A cura di Paolo Perilli

Autore/i articolo: Giuseppe Indizio
Titolo articolo: Inizio e diffusione della Commedia prima della pubblicazione

Il contributo si propone di fornire un quadro complessivo attendibile delle prime fasi della Divina Commedia, ossia fino al 1321. A questo scopo vengono affrontati quattro temi principali: in primo luogo, il contributo ripercorre le righe lasciate da Boccaccio e da altri autori antichi nel corso del circostanze i primi canti furono redatti da Dante, evidenziando la scarsa verosimiglianza dei canti fiorentini (presumibilmente i primi 4 o 7). Inoltre, il contributo raccoglie e fornisce testimonianze che suggeriscono la plausibile circolazione di alcuni canti dell’Inferno dantesco prima della pubblicazione, grazie a testi pubblicati da poeti contemporanei: Dino Frescobaldi, Cino da Pistoia e Sennuccio del Bene. Secondo un precedente contributo (2003), il contributo mette in fila le prime testimonianze per datare il plausibile terminus ante quem della pubblicazione relativamente all’Inferno (anteriore all’aprile 1315) e al Purgatorio (anteriore al giugno 1316). Infine, il contributo esamina una serie di testimonianze eterogenee datate durante la vita di Dante (testi letterari, annotazioni in pubblici registri e manoscritti), sfatando anche un’argomentazione inattendibile.

Lingua: Italiano
Pag. 9-32
Etichette: XIV secolo, Dante Alighieri, La Divina Commedia,

Autore/i articolo: Jacopo Paganelli
Titolo articolo: «Gentile madonna d’amore». Un frammento di lirica d’occasione nella Volterra del primo Trecento

Il presente saggio si propone di studiare un frammento poetico (un distico) scritto sulla copertina di un registro delle deliberazioni del Comune di Volterra, risalente ai primi decenni del XIV secolo. In particolare la mano dello scrittore può essere identificata con quella di ser Vito di ser Ghino, notaio dei 12 Difensori del Popolo. Sotto il distico, un altro notaio attivo per il Comune, ser Bonifacio del fu ser Matteo da Città di Castello, elencava un nome proprio (Chelino di Totto detto Grugera), che si riferiva ad un oste vissuto a Volterra negli stessi anni. L’occasione per la scrittura per i due notai arrivò con la solenne ambasciata fatta da Rosso della Tosa per conto del Comune di Firenze nell’autunno del 1317. Attraverso l’analisi del rapporto tra le mani dei due notai e tra i due stili (uno aulico e improntato ad un gusto poetico alla moda, l’altro evidentemente parodistico), questo saggio tenta di delineare il contesto culturale di Volterra agli inizi del Trecento.

Lingua: Italiano
Pag. 33-45
Etichette: XIV secolo, Volterra

Autore/i articolo: Alessandro Serrani
Titolo articolo: La vetrata della cappella Vaselli in San Petronio e alcune precisazioni sui Cabrini

Il ritrovamento della ricevuta di pagamento della vetrata della Cappella Vaselli nella Basilica di San Petronio non solo fa luce sulla personalità del suo artefice, Giacomo di Agostino Cabrini, ma ridefinisce anche la cronologia dei lavori eseguiti all’interno della Cappella da il canonico Donato Vaselli alla fine del XV secolo. L’arrivo sulla scena di Giacomo di Agostino, membro della più prestigiosa famiglia di vetrai bolognesi attiva nella seconda metà del Quattrocento, rende indispensabile una rivisitazione della paternità delle opere che nel tempo sono state attribuite ad alcuni esponenti della loro officina. Questo riesame permette anche di chiarire alcuni legami di parentela tra i membri della famiglia Cabrini.

Lingua: Italiano
Pag. 47-53
Etichette: Arte, XV secolo, Bologna

Autore/i articolo: Valerio Cellai
Titolo articolo: Mercurio, gli stendardi e i lidi spagnoli: un poemetto in ottave e la politica culturale di Cosimo I

Il contributo propone la prima edizione critica di un poema eziologico inedito scritto nel 1540 ca. da un poeta anonimo e ora scoperto nel manoscritto Plut. xlii.27 della Biblioteca Laurenziana di Firenze. Questo contributo analizza il significato nascosto del poema e le sue connessioni con la politica artistica e culturale di Cosimo I e del suo entourage.

Lingua: Italiano
Pag. 55-74
Etichette: Propaganda, XVI secolo, Firenze

Autore/i articolo: Giorgio Marcon
Titolo articolo: Carte manzoniane ritrovate

Nicolò Tommaseo costituisce il punto di raccordo dei due paragrafi del saggio incentrato sul ritrovamento delle carte manzoniane (apografi e
autografi) conservato presso l’Archivio di Stato di Bologna. Il primo nucleo si articola attorno a un nuovo editoriale non autografo Stanze per una prima comunione di Alessandro Manzoni, indirizzato a Tommaseo da un sodalizio di scrittori lombardi, anch’essi coinvolti in un discorso poetico-ideologico, improntato al connubio tra musica e poesia. Il secondo paragrafo, invece, ruota attorno ad una lettera autografa di Manzoni, finora dispersa, in risposta a questioni linguistiche e lessicografiche formulate dal Tommaseo. Tra i due paragrafi vengono attribuiti punti di intersezione al linguaggio manzoniano progetti sviluppati in diacronia e basati sull’uso vivo della lingua nazionale, nella duplice veste popolare e insieme letteraria. Come il Dio vivente entra nelle strofe per una Prima Comunione, anche lì il linguaggio si vivifica, nutrendosi di quello stesso spirito.

Etichette: Musica, Poesia, XIX secolo, XVIII secolo, Alessandro Manzoni, Nicolò Tommaseo,

Autore/i articolo: Antonietta Agresta
Titolo articolo: L’album di immaginette sacre delle donne Carducci

L’articolo parla dell’Album di immaginette sacre che appartennero all’Elvira Carducci e alle figlie: Bice, Laura e Libertà (l’album dei santini appartenuti a Elvira Carducci e alle sue figlie: Bice, Laura e Libertà). La collezione è conservata nell’archivio della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e fa parte della collezione denominata La raccolta Carducciana di padre Renato Santi. Lo studio inizia con un’introduzione sui santini e su ciò che rappresentano. Si osserverà anche il luogo in cui erano maggiormente diffusi i santini, cioè la stampa popolare. Ciò aiuterà a concentrarsi sull’ambiente e quindi sulla dinamica e sull’uso di questo particolare tipo di documenti. L’attenzione sarà focalizzata sulla storia delle tipografie e della tipografia. Tali antiche botteghe sono state determinanti sia per l’esistenza che per la tipologia dei santini in Italia come in Europa. Inoltre verranno forniti riferimenti relativi al culto dei santini. La seconda parte della ricerca studia l’album dei santini appartenuti alle donne di Carducci. Sebbene questo tipo di documento sia stato a lungo trascurato e denigrato come fonte di studio, appare significativo per descrivere il comportamento umano nel corso dei secoli.

Lingua: Italiano
Pag. 95-124
Etichette: Arte, Sacro, Stampa, XIX secolo, XX secolo,

Autore/i articolo: Elisa Donda
Titolo articolo: Impressioni dal fronte di Carlo Stuparich. Edizione critica e commento di un quaderno di guerra inedito

Un taccuino autografo di Carlo Stuparich è stato ritrovato nell’Archivio Scrittori e Culture Regionali del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Trieste. Grazie alla corrispondenza con il fratello Giani si rileva che il testo contenuto in questo manoscritto è la bozza di un discorso sull’esperienza di guerra di Carlo. Tuttavia il testo è rimasto incompleto, e probabilmente non è mai stato narrato in pubblico. Il documento rappresenta gli ultimi scritti del giovane Carlo Stuparich, partito per la guerra come volontario irredentista e morto prematuramente in azione sul Monte Cengio. Nel saggio vengono esaminati i riferimenti intertestuali con la più nota Guerra del ’15 di Giani, alle quali Carlo comincia ad aggiungere le proprie impressioni. Il testo è presentato in edizione critica, corredato da un apparato di varianti e da un commento storico, geografico e linguistico. Il recupero di questo testo autografico del giovane Stuparich dà ulteriore comprensione non solo alla sua opera, ma anche al numero di scritti lasciati dalla generazione dei triestini protagonisti della Grande Guerra. Sebbene incompleta, la trascrizione mostra chiaramente entusiasmo e sofferenza, disillusione e ironia, grazie allo stile veloce e alle caratteristiche personali di Stuparich.

Lingua: Italiano
Pag. 125-139
Etichette: Guerra, Memoria, XX secolo, Carlo Stuparich,

Autore/i articolo: Karianne Fiorini
Titolo articolo: I film di famiglia. Per una metodologia di descrizione archivistica

I filmati amatoriali sono diventati solo di recente parte del nostro patrimonio culturale e un argomento di particolare interesse per gli archivi cinematografici e le istituzioni culturali di tutto il mondo. Questo articolo ripercorre il lungo percorso per sviluppare e definire una specifica metodologia di descrizione archivistica per questa fonte d’archivio cinematografica piuttosto nuova, sulla base delle esperienze dell’autore di questo articolo, che ha lavorato come archivista di film domestici in Italia per vent’anni. Nella prima parte, l’autrice cerca di riassumere e descrivere le attività di archivio di home movie che stanno dietro il processo di salvaguardia di questi materiali cinematografici a lungo trascurati e come questo processo l’abbia portata a elaborare una metodologia per descrivere questi film in modo più profondo. , sul piano filmografico, biografico, tecnico e contestuale. Una delle parti più importanti e peculiari del processo di archiviazione è la collaborazione tra gli archivisti e i cineasti dilettanti e le loro famiglie, in modo che i cineasti dilettanti e le famiglie diventino una parte essenziale del processo di archiviazione con le loro memorie orali. Nella seconda parte, l’autore presenta i diversi progetti italiani in cui le metodologie definite sono state applicate con successo, producendo importanti risultati in ambito archivistico: il progetto Una città per gli archivi, gestito dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e il Fondazione carisbo, il progetto Censimento degli archivi femminili nella provincia di Bologna, gestito dalla Soprintendenza archivistica per l’Emilia Romagna, e il progetto Censimento dei fondi filmici di famiglia, gestito dall’Istituto Centrale per gli Archivi – icar.

Lingua: Italiano
Pag. 141-161
Etichette: Archivio, Catalogo, Collezionismo, XX secolo,