Documenta | 2019 | N. 2

Anno 2019 – Annata: II – N. 2
A cura di Paolo Perilli

Autore/i articolo: Melissa Antonelli
Titolo articolo: Un nuovo frammento dell’Introductio ad syllogismos categoricos di Severino Boezio

Lo scopo principale del presente lavoro è quello di divulgare la recente scoperta di un frammento sconosciuto, molto breve (Bo) dell’Introductio ad syllogismos categoricos di Severino Boezio. Il manoscritto proviene dall’Archivio Storico della Provincia dei Frati Minori di Cristo Re, a Bologna, e fa parte di un codice religioso successivo, dove fu riutilizzato. Il manoscritto fu probabilmente prodotto nel XII secolo. La parte leggibile del frammento trasmette Thomsen Thörnqvist 15.12-16.14, cioè un passaggio introduttivo dell’opera di Boezio, dove l’autore presenta le definizioni di sostantivo e verbo. Insieme alle traduzioni e ai commenti, i trattati sul sillogismo di Boezio sono particolarmente rilevanti per la ricezione medievale della sillogistica di Aristotele (ma non solo) e, quindi, per la storia della logica. Pertanto, nonostante l’esiguità del testo sopravvissuto, il frammento appare un elemento degno di nota per testimoniare l’effettiva circolazione dell’Introductio nel Medioevo. Dopo una breve panoramica delle opere logiche di Boezio, focalizzata in particolare sulle monografie sulla sillogistica categoriale e volta a contestualizzare il contenuto del frammento, viene presentata la descrizione materiale del manoscritto. Si propone quindi una trascrizione del testo trasmesso in Bo (prossimo all’edizione critica del 2008) e un confronto con gli altri 17 manoscritti conosciuti contenenti la stessa porzione dell’Introductio (sul totale dei 21 che riportano quest’opera). L’analisi permette di ammettere che Bo non si discosta mai dall’edizione critica, dal punto di vista sostanziale.

Lingua: Italiano
Pag. 9-19
Etichette: Manoscritto, X secolo, Severino Boezio, Introductio ad syllogismos categoricos,

Autore/i articolo: Enrico Faini
Titolo articolo: Il sole, la luna e due passi di Boncompagno da Signa. Ipotesi sui riflessi locali dello scisma alessandrino

Confrontando due brani di due distinte opere di Boncompagno da Signa è forse possibile discernere le basi ideologiche della partecipazione fiorentina sia alla Lega di Tuscia (1197) che all’alleanza con papa Innocenzo III (1198). Queste basi erano costituite anche da una mistificante reinterpretazione del recente passato. Un ruolo speciale in questa rilettura è stato riservato all’atteggiamento della dirigenza fiorentina al tempo dello scisma alessandrino (1159-1177).

Lingua: Italiano
Pag. 21-36
Etichette: Storiografia, XII secolo, XIII secolo, Boncompagno da Signa, Firenze

Autore/i articolo: Francesco Bruno
Titolo articolo: Frammenti lirici in lingua d’oïl recuperati presso l’Archivio Storico Comunale di Bologna

Il saggio è dedicato all’analisi dei pochi frammenti superstiti di una raccolta di poemi in langue d’oïl, databile alla prima metà del XIV secolo e composta plausibilmente nel nord della Francia, che contiene alcuni testi attribuiti e alcuni adespota. Del codice pergamenaceo originale possediamo solo un bifolio e un altro frammento che servirono a coprire un taccuino del 1635, ora conservato presso l’Archivio Storico Comunale di Bologna. Il manoscritto reca la notazione musicale quadrata e dovrebbe essere collocato in ambito lorenese.

Lingua: Italiano
Pag. 37-56
Etichette: Musica, XIV secolo,

Autore/i articolo: Daniel Álvarez Gómez
Titolo articolo: Edición del inventario de Jaume Garcia en el Memorial 22 (Archivo de la Corona de Aragón)

Gli inizi dell’Archivio della Corona d’Aragona risalgono almeno al XIV secolo, quando fu creato l’ufficio dell’archivista. La sede dell’Archivio è cambiata più volte. Attraverso gli inventari degli archivisti è possibile conoscere la disposizione degli ambienti originari e la collocazione dei loro arredi. Questo articolo redige un inventario di una parte dell’Archivio com’era intorno al 1460, redatto dall’archivista Jaume Garcia. In questo modo si lavora sull’identificazione storica dei documenti che questa istituzione ha custodito e tuttora conserva.

Lingua: Spagnolo
Pag. 57-74
Etichette: Inventario, Memorialistica, Jaume Garcia,

Autore/i articolo: Francesca Boris
Titolo articolo: Malmaritate in convento. Il libro di ricordi di Teodora Barbieri (1600-1602)

Negli archivi dei monasteri bolognesi di età medievale e moderna, presso l’Archivio di Stato di Bologna, è conservato un libro di memorie di Teodora Barbieri, priora del monastero dei Santi Filippo e Giacomo nel 1600-1601. L’autore riporta la trascrizione di questo testo e, attraverso la sua analisi, esplora il mondo del monastero, che era deputato all’ospitalità e incaricato della conversione delle donne mal sposate e di altre donne vittime dell’esclusione sociale.

Lingua: Italiano
Pag. 75-96
Etichette: Letteratura, Memorialistica, XVII secolo, Teodora Barbieri,

Autore/i articolo: Dario Taraborrelli
Titolo articolo: La fotografia stereoscopica tra immagini e immaginario

Questo articolo presenta alcuni risultati di ricerche e studi fotografici che si sono concentrati sulla fotografia stereoscopica sia come tecnica fotografica sia come particolare documento conservato negli archivi. Nella prima parte ripercorriamo brevemente la storia della fotografia stereoscopica dalle sue origini, ben prima dell’invenzione della fotografia stessa, ai giorni nostri con le più recenti applicazioni della realtà virtuale, evidenziando le continuità e le dinamiche non lineari che contraddistinguono questa specifica tecnica, che ha momenti di grande popolarità seguiti da periodi di abbandono quasi completo. Nella seconda parte ci concentriamo sulla particolare storia delle stereografie di Gino Torresi, conservate a Bologna, una raccolta di stereografie di soggetto privato e familiare che è stata riordinata e pubblicata negli ultimi anni e con l’introduzione delle nuove tecnologie, è stato possibile riprodurre in digitale la dimensione virtuale delle immagini stereoscopiche.

Lingua: Italiano
Pag. 97-111
Etichette: Fotografia, XIX secolo,

Autore/i articolo: Giorgio Marcon
Titolo articolo: Borges interprete di Dante e l’invenzione della metafora nella cultura medievale

Nella lettura della Commedia da parte di Borges, il carattere enigmatico del poema costituisce il nucleo di un percorso ermeneutico incentrato sugli aspetti più oscuri e problematici dell’incontro di Dante con Beatrice nel canto XXX del Purgatorio, nonché sulla drammatica scomparsa della donna amata nel Empireo (Canto XXXI del Paradiso). L’enfasi di Borges sul tono enigmatico della Commedia collega la sua interpretazione ai fondamenti retorico-stilistici della poesia dantesca e ai suoi metaforismi, che Dante ereditò dal contesto della cultura medievale, e a cui i retori bolognesi diedero un contributo significativo. Anche Borges è attento alla complessità delle metafore dantesche, che il poeta argentino identifica con il kenningar, termine tecnico delle letterature germaniche paragonabile alla transumptio codificata a Bologna da Boncompagno da Signa. Tra le metafore dantesche più impegnative, quella che Borges cita più volte è «dolce color d’orïental zaffiro» (Purgatorio, i, 13), verso il cui sotteso gioco di specchi è una scoperta borgesiana ispirata al commento di Francesco da Buti. Per Borges è da qui che le complesse metafore dantesche assumono il loro carattere metamorfico; se analizzati nei termini dei meccanismi della transumptio di Boncompagno, essi assumono connotati enigmatici che si estendono su più campi semantici diversi. E da qui nascono anche le intuizioni di Borges riguardo alle leggi “oscure” dell’arte metaforica dantesca, nei suoi velati riflessi e nelle sue occulte similitudini.

Lingua: Italiano
Pag. 113-130
Etichette: Metafora, Retorica, XX secolo, Dante Alighieri, Jorge Luis Borges, La Divina Commedia,