Diacritica | 2022 | N. 43

Nell’Editoriale viene illustrato lo scopo della pubblicazione di questo fascicolo monografico, ovvero quello di rendere omaggio a Benedetto Croce a settant’anni dalla sua scomparsa, avvenuta nel 1952.

Il saggio analizza per la prima volta la genesi e le caratteristiche testuali e paratestuali della monografia su Pescasseroli, che Benedetto Croce scrisse nel 1922. Le fonti e la redazione di questa storica opera mostrano l’intima persistenza del dolore nell’autore per la perdita dei genitori nel terremoto dell’isola d’Ischia (1883). Nello stesso tempo Pescasseroli segna il “superamento” della tragedia del 1883, e apre un nuovo percorso, nella metodologia crociana, verso le opere storiche più importanti (la tetralogia storica).

Nel giugno 1944 Roma era caduta nelle mani degli Alleati. Il 7 giugno 1994, Albert Einstein, pacifista per tutta la vita, indirizzò una lettera al filosofo e statista italiano Benedetto Croce. Croce rispose il 28 luglio 1944 da Sorrento. Secondo Einstein e Croce, lo sviluppo della scienza e delle attività creative dello spirito in generale richiede due tipi di libertà: quella esteriore e quella interiore. Solo se libertà esteriore e interiore sono costantemente perseguite c’è una possibilità di sviluppo spirituale.

In questo saggio si affronta il rapporto tra Umberto Morra e Benedetto Croce e si discutono alcuni articoli e lettere inedite del primo al secondo. Croce fu un maestro per Morra, ma nella sua Storia d’Italia formulò un giudizio negativo sul padre di Umberto, generale dell’esercito, riguardo ai “fasci siciliani”, gettando un’ombra sul loro dialogo. Tuttavia, Croce rimase per Morra un punto di riferimento contro il Fascismo, sebbene, a giudizio dello studioso cortonese, fosse troppo idealista e, dopo la Seconda guerra mondiale, troppo moderato dal punto di vista politico.

Benedetto Croce era considerato dalla maggior parte dei suoi critici il filosofo che intendeva “svalutare la scienza”. In questo saggio l’autore mostra che, al contrario, le sue riflessioni sono in perfetta sintonia sia con scienziati come Ernst Mach e Henri Poincaré sia con gli scienziati-filosofi che nel 1900 fondarono la meccanica quantistica, la nuova Termodinamica e la teoria dell’informazione; e, ancora, con coloro che hanno rivoluzionato la concezione della matematica.

La rivista ringrazia la Dott.ssa Maria Ametis, Vicepresidente della Biblioteca Comunale “Benedetto Croce” di Pollone (BI), per aver concesso di riprodurre alcune pagine estratte dal volume “Gustavo Colonnetti… per chi lo conobbe”, edito dalla Fondazione Alberto Colonnetti nel 1973.

L’articolo presenta il lavoro comparativo di Croce nel suo aspetto specificamente ispanico, che risulta essere quello più rilevante. L’esposizione del comparatismo ivi proposta tiene conto, innanzitutto, della concettualizzazione delle sue principali categorie (letteratura comparata, dialettica universale/individuale, storia universale), per illustrare l’opera più importante di Croce in tal senso, “La Spagna nella vita italiana durante la Rinascenza”, nota raccolta di saggi e studi scritti nel periodo pre-filosofico dell’evoluzione della vita intellettuale del grande letterato italiano. Nella presentazione dell’opera, l’autore si concentra soprattutto su due concetti chiave: “decadenza” e “vita”.

Il saggio affronta il rapporto fra Croce e la cultura francese. Discute la tesi sulla principale linea filosofica moderna, quella cartesiana, a confronto con quella vichiana; i giudizi storiografici sulla Rivoluzione francese e sulle rivoluzioni successive nella Francia ottocentesca; le prese di posizione di Croce nei confronti dell’Illuminismo e di alcuni filosofi come Rousseau e Bergson, politici come Sorel e scrittori come Corneille, Flaubert, Baudelaire. L’interpretazione ivi sostenuta è che il confronto di Croce con la cultura francese, pur non essendo paragonabile a quello con la cultura tedesca, è denso di implicazioni che si riflettono nell’identità complessiva della filosofia crociana.

L’articolo analizza alcuni passaggi dell’”Estetica” di Benedetto Croce, nelle sue diverse edizioni, relativi al rapporto tra “intuizione” e “impressioni” o “percezioni”. Nella seconda parte sono approfonditi alcuni temi della poesia di Camillo Sbarbaro che nella raccolta “Pianissimo” (1914) sembra prospettare una revisione dell’intuizione lirica, riscrivendone gli assunti nel segno di un’ontologia dualistica.

In un saggio degli anni Venti, a lui dedicato, Croce definiva Guy de Maupassant poeta a tutti gli effetti nella prosa narrativa più che nel verso. Dava dello scrittore francese un giudizio molto favorevole proprio in virtù della spontaneità creativa e della liricità espressa dall’autore di numerosi “Contes” e di celebri romanzi. In questo saggio se ne prende spunto per un’ulteriore riflessione sul significato della “poesia” in rapporto alla “non poesia” e alla letteratura, quest’ultima per Croce opera di ingegno pratico e istitutrice di civiltà.

Il presente saggio costituisce il primo capitolo di una biografia complessiva di Benedetto Croce che verrà pubblicata dall’editore Il Mulino. La biografia inizia proprio dalla tragedia del terremoto di Casamicciola, che fu causa della morte di entrambi i genitori di Croce e della sorella Maria. In molti sensi, questo evento luttuoso segna un punto di svolta non solo, com’è ovvio, nella vita familiare di Croce, ma anche nel suo destino intellettuale. Il giovane Croce, ancora minorenne, trascorrerà i due anni successivi a Roma, a casa del cugino del padre e tutore Silvio Spaventa, un ambiente dove riceverà stimoli culturali assai diversi e più ricchi di quelli che aveva avuto in famiglia. Non pare eccessivo, dunque, considerare la tragedia di Casamicciola come una seconda nascita di Croce e un evento decisivo nel suo cammino verso la filosofia. Il saggio descrive gli avvenimenti della sera del terremoto (28 luglio 1883), l’arrivo dei soccorsi e le testimonianze della stampa, lasciando – com’è giusto che sia – molto spazio ai ricordi di Croce medesimo nei suoi scritti autobiografici e nelle lettere private.

Lo scritto è un’anticipazione del terzo volume della biografia intellettuale di Benedetto Croce scritta da Giancristiano Desiderio che uscirà nella primavera del 2022: “Vita intellettuale e affettiva di Benedetto Croce III. Sull’Estetica e la critica letteraria” (Aras edizioni). Si tratta di uno dei capitoli centrali e ha per argomento la critica che il filosofo mosse al radicalismo filologico e a quella che poi sarebbe stata la critica testuale dello Strutturalismo. A conferma che una buona critica letteraria ha bisogno di una buona estetica di riferimento.