Dante Studies | 2012 | N. 130

Il contributo si propone di offrire una diversa lettura della figura del grifone dantesco descritto nel XXIX canto del “Purgatorio” (109-11). Il grifone viene infatti contestualizzato all’interno della realtà storico-politica fiorentina del XIII secolo, assumendo un forte valore metaforico.

Il contributo, partendo dall’analisi dell’incontro di Dante con Ulisse e Diomede nell’ottava bolgia dell’ “Inferno” (“Inferno”, XXVI, 58-60), si sofferma sulla difficoltà di specificare quale sia il peccato di Ulisse, che secondo l’A., deriva da due incongruenze fondamentali all’interno di quel canto, attribuibili alle fonti utilizzate da Dante per l’episodio.

Attraverso l’analisi di diverse fonti, si ripercorre la storia della controversa vicenda della “Donazione di Costantino” e la posizione di Dante a riguardo.

All’inizio del quarto libro del “Convivio”, Dante utilizza il termine di derivazione latina ‘vicinia’ (da lui usato anche nel “De Monarchia”). L’autrice si sofferma sul significato di tale termine che, se pur chiaramente sinonimo di vicinanza, può essere completamente spiegato solo se contestualizzato all’interno del pensiero politico di Dante.

Il contributo si propone di esaminare il sentimento di ‘paura’ descritto da Dante all’interno del I canto dell’ “Inferno”. La paura che angoscia il Poeta nella selva, infatti, non risponde, come comunemente ritenuto, soltanto ad istanza di rappresentazione letteraria, ma ha uno specifico significato morale e teologico, poiché rappresenta la ‘compunctio timoris’ che, secondo una tradizione che va da Agostino a Tommaso, costituisce lo stadio iniziale del percorso che conduce alla salvezza divina.

L’autore, partendo dall’analisi della nota similitudine del naufrago scampato alla morte che, sbigottito, si volge ad osservare il mare (“Inferno” I, 22-27), si sofferma sulle fonti utilizzate da Dante per tale descrizione. Molti indizi farebbero pensare che l’ispirazione sia venuta al Poeta dopo la lettura del romanzo latino “Historia Apollonii regis Tyri”, in cui è presente una descrizione molto simile a quella dantesca.

All’inizio del canto XIX del “Paradiso” e verso la fine della Cantica, compaiono una serie di immagini che paragonano il pellegrino ad un neonato. Il contributo si sofferma sul significato metaforico di tali immagini, che, soprattutto negli ultimi canti del “Paradiso”, simboleggiano la tappa finale del viaggio del pellegrino ma, soprattutto, offrono la promessa della continua attualizzazione dell’intelletto e dell’amore di cui le anime beate già godono.

Bibliografia di studi danteschi (monografie, articoli, traduzioni, recensioni) di autori nordamericani o pubblicati in Nord America nel 2011 e recensioni di libri pubblicati altrove negli Stati Uniti e in Canada.

Elenco dei presidenti della società a partire dal 1881 e delle cariche per il 2012-2013, elenco dei membri, bando “The Dante Prize and the Charles Hall Grandgent Award”, rapporto della segreteria, norme redazionali.