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Dante Studies | 2000 | N. 118
Anno 2000 – N. 118
A cura di Bruno Ferraro
Titolo articolo: Introduction
Sono presentati i contenuti del fascicolo.
Lingua: InglesePag. IX-XII
Etichette:
Titolo articolo: Remarks of Mr. Norton at the Annual Meeting held on May 16, 1882
Ricordo di Longfellow e del suo contributo alla Dante Society.
Lingua: InglesePag. 1-5
Etichette: Dante Society, Dantismo, Longfellow Henry Waldsworth, Stati Uniti, Ottocento, Novecento,
Titolo articolo: Dante in America: A Historical and Bibliographical Study
Una panoramaca storica che, partendo da Lorenzo Da Ponte e dai suoi scritti sulla “Commedia” nella prima metà dell’Ottocento, arriva fina alla fine di quel secolo con Charles Eliot Norton includendo i contributi allo studio di Dante di George Ticknor, Richard Henry Wilde, Henry Waldsworth Longfellow, Tomas William Parsons e James Russell Lowell.
Lingua: InglesePag. 7-56
Etichette: Alighieri Dante, Bibliografia, Stati Uniti, Dantismo,
Titolo articolo: From The Dante Club
Un estratto dal romanzo storico di prossima pubblicazione di Matthew Pearl, “The Dante Club”, in cui i protagonisti sono i primi studiosi di Dante in America, futuri fondatori della “Dante Society of America” e dal 1865, per opera di Longfellow in particolare, primi soci del “Dante Club.”
Lingua: InglesePag. 57-83
Etichette: Dante Society of America, Dantismo, Ottocento, Novecento, Stati Uniti,
Titolo articolo: “Quid Ploras?”
Lo studioso analizza i versi dell'”Inferno” (XX, 25-30) alla luce di un passo dell’Apocalisse di San Paolo che, conosciuto nella versione latina con il titolo “Viso Pauli”, fornirebbe il modello per Dante. Grandgent sottolinea i paralleli tematici tra “Inferno” II, 76-93 e “Purgatorio” I, 76-93 e li mette a confronto con il virgiliano “Quid ploras?” per indicare il tema della compassione e la distanza che Dante deve prendere dai peccatori in questione.
Lingua: InglesePag. 85-94
Etichette: Alighieri Dante, Inferno XX, Divina Commedia, Poesia, Duecento, Trecento,
Titolo articolo: Reminiscence and Anticipation in the Divine Comedy
Wilkins rapggruupa sotto l’etichetta “reminiscence” quei passi della Commedia in cui Dante ritorna a esperienze già descritte e con “anticipation” quelli in cui annuncia situazioni future. Come esempio per il primo gruppo – che Wilkins divide in “supplementari” e “addizionali” – vengono dati i versi di Inferno XX, 127-29 in cui la menzione della “selva” riporta il lettore ai versi iniziali del poema ma aggiungendovi un ulteriore valore significativo. Per quanto riguarda le “anticipazioni” – anche queste suddivise in quelle attuate e non – basti qui ricordare, tra la cinquantina riscontrata da Wilkins, quella del canto V in cui Francesca dice che Gianciotto si troverà tra i peccatori di Caina ma, una volta lí, Dante non lo menziona tra i presenti.
Lingua: InglesePag. 95-107
Etichette: Alighieri Dante, Inferno V, Inferno XX, Divina Commedia, Poesia, Duecento, Trecento,
Titolo articolo: De Beatitudine Huius Vite
Partendo dal capitolo conclusivo del “Monarchia”, Williamson analizza il concetto dantesco della natura umana composta di una parte corruttibile e una incorruttibile. L’originalità di Dante sta appunto in questo, nell’aver riconosciuto la dualità della natura umana e, perciò, la dualità del mezzo in cui le due parti conseguiscono la propria funzione: quella mortale in terra e quella immortale dell’anima.
Lingua: InglesePag. 109-127
Etichette: Alighieri Dante, De Monarchia, Trattatistica, Duecento, Trecento,
Titolo articolo: Trecento Illustrators of the “Divina Commedia”
A nessun artista di fama fu commissionata l’illustrazione della “Commedia” nel secolo dopo la morte del poeta; nel valutare le illustrazioni degli artisti più vicini ai tempi di Dante Gillerman suggerisce che si devono considerare non solo le questioni di stile e di provenienza ma anche di interpretazione del testo: secondo la studiosa il significato allegorico del poema avrebbe poco riscontro nelle illustrazioni che vengono rappruppate per ordine topologico: prima quelle fiorentine rappresentate da tre gruppi di manoscritti di cui il Palatino 313 del 1333 è il più antico; indi quelle bolognesi perché Bologna aveva goduto di una posto preminente nella storia della miniatura, specialmente prima della morte di Dante; seguono quelle napoletane i cui manoscritti sono tutti confluiti in biblioteche inglesi; infine quelle lombarde di cui si hanno ottimi esemplari alla Trivulziana.
Lingua: InglesePag. 129-165
Etichette: Alighieri Dante, Divina Commedia, Poesia, Duecento, Trecento, Quattrocento, Illustrazione,
Titolo articolo: In Exitu Israel de Aegypto
Partendo dal concetto che la scena di apertura della “Commedia” è una di conversione – dalle tenebre alla luce -, Singleton riprende la scena parallela in apertura del Purgatorio prima di passare alla disamina della “Epistola a Can Grande” in cui Dante menziona l’esodo degli ebrei sotto la guida di Mosè. Per Singleton già dalla prima similitudine (Inf. 22-27) in cui viene menzionato il passaggio tra le acque, si può leggere la Commedia come un’allegoria del viaggio al Signore che inizia con l’esodo: l’uomo cade al primo tentativo ma, dopo la lunga discesa agli inferi, trova la via del Signore. Singleton illustra la sua teoria con una serie di citazioni dal Purgatorio e dal Paradiso.
Lingua: InglesePag. 167-187
Etichette: Alighieri Dante, Divina Commedia, Purgatorio, Duecento, Trecento,
Titolo articolo: Dante’s Prologue Scene
Nella prima parte di questo articolo, “The Region of Unlikeness”, Freccero sostiene che il paesaggio in cui si trova il pellegrino presenta una singolare somiglianza con quella “regione del diverso” in cui si trova il giovane Agostino nel settimo libro delle Confessioni; se lo si accetta, allora si potrebbe leggere l’intero viaggio spirituale di Dante in chiave agostiniana, incominciando con il primo smacco verso la ricerca della verità, seguito dalla discesa agi inferi prima di completare il viaggio verso il Signore. La seconda parte, “The Wings of Ulysses (Inf. XXVI, 125)”, riprende la metafora del viaggio dell’anima verso l’assoluto per metter in rilievo le immagini neoplatoniche e rapportarle al parallelo con Agostino per concludere che anche Dante ammette l’insuccesso della filosofia come unico strumento nella ricerca della verità.
Lingua: InglesePag. 189-216
Etichette: Alighieri Dante, Divina Commedia, Poesia, Duecento, Trecento,
Titolo articolo: Dante’s Presence in American Literature
L’Ulisse dantesco riappare nel personaggio del Capitano Ahab del “Moby Dick” di Herman Melville anche se quest’ultimo risente maggiormente dell’influsso di personaggi elisabettiani e, in particolare, di Amleto e Lear. L’esempio più lampamte di prestito dantesco nella narrativa di Nathaniel Hawthorne lo si trova nella novella “Young Goodman Brown” in cui vengono ripresi i versi iniziali dell’Inferno per simbolizzare il viaggio che lo straniato giovane Brown sta per intraprendere. Tra i rappresentanti della poesia americana del Novecento emergono Ezra Pound e T.S. Eliot: in entrambi i ricordi e le citazioni dantesche sono innumerevoli e consistenti in gran parte delle loro opere. Da ricordare, oltre i due sommi poeti, anche Wallace Stevens e Allen Tate per gli echi danteschi nelle loro poesie.
Lingua: InglesePag. 217-242
Etichette: Alighieri Dante, Letteratura, Stati Uniti, Intertestualità, Seicento, Settecento, Ottocento, Novecento,
Titolo articolo: Dante’s Vision of History
Davis riprende sia nel titolo sia nell’approccio lo studio che il dantista W.H.V. Reade presentò a Oxford nel 1939 mettendo in rilievo l’atteggiamento di Dante nei confronti di Costantino: un buon cristiano che, nelle migliori intenzioni, fece uno sbaglio disastroso. Davis passa in rassegna i passi nell’opera di Dante, specialmente quelli dal “Monarchia”, in cui è palese l’ influenza di Virgilio nell’indicare come i romani erano stati destinati a regnare per concludere che la visone storica di Dante è largamente quella di Roma, composta di miti del passato e sogni per il futuro piuttosto che di valutazioni di condizioni storiche dei suoi tempi.
Lingua: InglesePag. 243-259
Etichette: Alighieri Dante, De Monarchia, Trattatistica, Duecento, Trecento,
Titolo articolo: Dante “Theologus-Poeta”
Presa per scontata l’affermazione che la poesia di Dante è una poesia cristiana, Hollander si interroga sulla natura della poetica della “Commedia”. A parte i trattati, quali De poetria, in uso presso gli studenti di poesia, non esistono trattati medievali che illustrino l’atteggiamento di un autore vis-à-vis l’opera che sta per intraprendere. Secondo Hollander, Dante è stato il primo ad indicare (“Convivio” II, i) la scelta di seguire la prassi dell'”allegoria dei poeti” e non quella dell'”allegoria dei teologi” e – seguito poco dopo da Boccaccio, (Genealogie I 3) a dichiarare che l’esegesi biblica può essere usata come strumento esplicativo di un poema laico. Con una dovizia di esempi tratti dalle opere di Dante, Hollander conclude che Dante non è un poeta-theologus ma un theologus-poeta perché conscio della fiction che scrive e del modo in cui lo comunica al lettore (vd. l’episodio di Gerione in Inferno XVI, 124-132).
Lingua: InglesePag. 261-302
Etichette: Alighieri Dante, Divina Commedia, Poesia, Duecento, Trecento,
Titolo articolo: L’Inquisizione e Dante: alcune osservazioni
Secondo gli storici il Tribunale d’Inquisizione risale a papa Lucio III nel 1184 ma solo con Innocenzo IV e, sopratutto con le Bolle del 1252 e del1254 che si apre il “periodo d’oro” dell’Inquisizione. Enrico di Susa, cardinale Ostiense della seconda metà del XIII secolo, è incaricato di condannare le visioni considerate eretiche e viene chiesto come mai laCommedia sia sfuggita alla censura. La risposta forse sta nel fatto che la Commedia non è assunta da Dante come narrazione di una vera conoscenza, ottenuta per miracolosa visione, ma – come si legge nell’Epistola XIII – come materia poetica e fittiva, cioè fabbricata secondo la fantasia poetica. Tale atteggiamento viene ribadito dal figlio Piero nel suo commento dove sottolinea l’elemento figurato e non letterale del viaggio intrapreso nella “Commedia”.
Lingua: InglesePag. 303-321
Etichette: Alighieri Dante, Divina Commedia, Poesia, Duecento, Trecento,
Titolo articolo: Reflections on Dante Studies in America
L’anno 1966 segna una svolta negli studi danteschi in America: si passa dal “Annual Report of the Dante Society” alla rivista “Dante Studies”. Mazzotta ricorda in particolare il contributo dell’allora presidente della Società, George H. Gifford, e dell’insigne dantista Charles Singleton che, riprendendo le teorie barthesiane sulla traduzione, promuove un dibattito sulla critica dantesca passata e contemporanea.
Lingua: InglesePag. 323-330
Etichette: Dante Studies, Periodico, Stati Uniti, Ottocento, Novecento,
Titolo articolo: American Dante Bibliography for 1999
Un’esauriente bibliografia di tutti gli studi, le traduzioni e le recensioni fatti da o su autori americani.
Lingua: InglesePag. 331-386
Etichette: Alighieri Dante, Bibliografia, Dantismo,
Titolo articolo: One Hundred-and Eighteenth Annual Report of the Dante Society of America
Resoconto, elenco di soci, bando per il premio “The Dante and the Charles Hall Grandgent Prizes”, rapporto della segreteria.
Lingua: InglesePag. 387-403
Etichette: Dante Society of America, Dantismo, Stati Uniti,