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Dante | 2006 | N. 3
Anno 2006 – Annata: MMVII – N. 3
A cura di Paola Benigni
Titolo articolo: Dante nella bolgia dei ladri. Lettura del Canto XXIV dell’Inferno
La Lectura Dantis del XXIV Canto dell’Inferno che Dante Della Terza propone in questo articolo dà la possibilità di seguire tutti gli sviluppi e di cogliere le particolarità della vicenda narrata. Il grande dantista, senza ignorare i precedenti apporti critici alla lettura del Canto, anzi valorizzandoli, si sofferma su luoghi e momenti cruciali: il ruolo di guida di Virgilio; la lunga similitudine del villanello, vv. 1-18, analizzata nelle sue precedenti interpretazioni e nei suoi rimandi alla tecnica pastorale; la descrizione della bolgia dei ladri e i suoi debiti verso le “Metamorfosi” di Ovidio e la “Pharsalia” di Lucano; infine l’incontro di Dante con Vanni Fucci, la cui figura viene magistralmente analizzata anche attraverso una rilettura dei dati storiografici. Dante Della Terza, dunque, attraverso un’analisi che unisce il rigore filologico ad una vastissima cultura, “sollecita una rilettura del Canto e una valutazione adeguata ed intelligibile delle istanze poetico-narrative che esso contiene”.
Lingua: ItalianoPag. 11-20
Etichette: Alighieri Dante, Divina Commedia, Duecento, Trecento, Dantismo, Inferno, Virgilio, Vanni Fucci, Intertestualità,
Titolo articolo: Dante and the Doctrine of Original Sin. A Theological Gloss on Purgatorio XVI, 80-105 and Paradiso XXVII, 121-141
La dottrina del peccato originale ha sempre occupato un posto di rilievo nella tradizione teologica cristiana; stupisce quindi notare come, pur costituendo ai tempi di Dante uno dei pilastri della fede, essa venga solo indirettamente menzionata nella “Divina Commedia”. Dopo aver brevemente illustrato le teorie sul peccato originale di Sant’Agostino e di San Tommaso d’Aquino, principali ispiratori del pensiero teologico medievale, l’autore del saggio passa ad analizzare gli unici due brani della “Commedia” (Purgatorio, XVI, vv. 80-105 e Paradiso, XXVII, vv. 121-141) in cui Dante tratta l’argomento, cercando di comprendere se ed in quale misura il poeta si discosta dalla dottrina comunemente accettata dalla comunità cristiana del suo tempo e quanto, invece, egli voglia ridimensionare tale dottrina a favore di una visione più “moderna” dell’uomo e del peccato.
Lingua: InglesePag. 21-40
Etichette: Alighieri Dante, Divina Commedia, Duecento, Trecento, Dantismo, Intertestualità,
Titolo articolo: “Al mattin del ver si sogna”: i sogni di Dante nelle albe del Purgatorio
L’articolo di Maria Adelaide Basile affronta un tema quanto mai interessante all’interno del percorso della “Commedia”: i sogni che Dante fa nel Purgatorio. Partendo dalle teorie sui sogni dell’epoca medievale e applicando le categorie del sogno definite da Macrobio nel commento al “Somnium Scipionis”, la studiosa arriva a definire l’intero poema dantesco come una “visio in somniis”. Tuttavia, il percorso di indagine diventa ancora più suggestivo quando vengono presi in esame i tre sogni che Dante fa nell’attraversamento del Purgatorio, l’unica cantica in cui può esistere una dimensione temporale. Questi sogni hanno una valenza particolare all’interno di tutto il poema per vari motivi. Innanzitutto il loro valore simbolico e profetico risulta chiaro dal ritorno del numero nove: infatti i canti in cui si verificano i tre sogni sono il IX, il XVIII e il XXVII, mostrando così un legame con la dimensione visionaria della “Vita Nuova”. In secondo luogo, la studiosa non manca di sottolineare la connotazione teatrale di tutti e tre i sogni. Tuttavia, la conclusione più significativa, a cui sembra giungere la Basile, è che i tre sogni sono un “riassunto simbolico del percorso iniziatico di cui Dante sta cercando di dare un resoconto il più possibile obiettivo”. La ‘visio’ finale, come suggeriscono i richiami metatestuali dei tre sogni, è identificabile infatti sia con la meta del viaggio del pellegrino sia col compimento dell’opera dello scrittore
Lingua: ItalianoPag. 41-68
Etichette: Alighieri Dante, Divina Commedia, Duecento, Trecento, Purgatorio, Sogno, Simbolo, Intertestualità,
Titolo articolo: Fra Dio e l’imperatore: il simbolismo delle pietre preziose nella “Divina Commedia”
L’articolo di Erik Schoonhoven è dedicato allo studio del simbolismo delle pietre preziose nella “Divina Commedia”. L’autore intende dimostrare come i significati delle gemme nominate da Dante nel suo capolavoro siano da collegarsi a quei valori teologici che in epoca medievale venivano ad esse attribuiti. Infatti, contro tutta una corrente critica che ha creduto di poter spiegare l’uso dantesco delle gemme ricorrendo a fonti di carattere storico-naturale e magico-medicinale, ossia ai lapidari e ai trattati di mineralogia, cui il poeta stesso si sarebbe ispirato nella rappresentazione delle pietre preziose, Schoohoven fornisce un’interpretazione basata piuttosto su quella vasta tradizione della letteratura medievale tendente a conferire alle gemme significati religiosi e allegorici. Questa tradizione deriva dall’esegesi scritturale delle pietre preziose nominate nella Bibbia e viene trasmessa, fino a tutto l’alto Medioevo, in particolare attraverso l’Apocalisse di Giovanni, i commenti scritti su di essa e altri resoconti di rivelazioni divine. Sono queste, per Schoonhoven, le vere fonti tenute presenti da Dante-autore, il quale affida alle gemme significati teologici, esprimendo e sublimando così, attraverso il linguaggio simbolico delle pietre preziose, il percorso salvifico compiuto da Dante-personaggio.
Lingua: ItalianoPag. 69-93
Etichette: Alighieri Dante, Divina Commedia, Duecento, Trecento, Dantismo, Simbolismo, Bibbia, Allegoria, Intertestualità,
Titolo articolo: Il Dante di Auerbach
Cogliendo l’occasione della recente ristampa degli “Studi su Dante” di Erich Auerbach (Feltrinelli, Milano, 2005), curata e in parte tradotta da Dante Della Terza già nel 1963 per la casa editrice Feltrinelli, Daniele Maria Pegorari ricorda la lunga carriera di dantista dello studioso tedesco, svolta per oltre un trentennio, i cui risultati hanno condizionato a livello mondiale tutto il corso della più recente esegesi dell’opera di Dante. Sin dal suo primo contributo dantesco Auerbach adotta una prospettiva ermeneutica per molti aspetti nuova e foriera di interessanti sviluppi: nella monografia berlinese “Dante poeta del mondo terreno”, la costruzione di una scrittura in grado di rappresentare, in tutta la loro pienezza, le attività storiche e spirituali dell’uomo, pur riconoscendo la superiorità della sapienza divina sulla saggezza umana, viene messa in relazione con i suoi so strati letterari più antichi. Il miglior risultato dell’Auerbach dantista è raggiunto nel saggio Figura del 1938, giustamente divenuto assai noto; in seguito, secondo Pegorari, la capacità persuasiva delle osservazioni auerbachiane perde vigore, tanto che alcune delle applicazioni della lettura figurale a specifici passi del poema, compiute dallo studioso tra gli anni Quaranta e Cinquanta, non sempre risultano per l’autore sufficientemente convincenti.
Lingua: ItalianoPag. 95-105
Etichette: Alighieri Dante, Auerbach Erich, Divina Commedia, Dantismo, Trecento, Allegoria, Intertestualità,
Titolo articolo: Dante e l’interpretazione iconografica di Domenico di Michelino
Nell’articolo “Dante e l’interpretazione iconografica di Domenico di Michelino”, Claudia Di Fonzo prova a formulare una nuova ipotesi di lettura per la “selva” che fa da scenario al prologo del poema dantesco. La studiosa intende dimostrare che se la selva allude certamente alla condizione umana dopo il peccato originale al tempo stesso essa potrebbe simboleggiare la città, la civitas, e dunque Firenze, che è la “città di questo mondo” per antonomasia. Per dare fondamento a questa tesi, la Di Fonzo si avvale, con buon frutto, di un’interpretazione iconografica, nella fattispecie la tabula picta realizzata da Domenico di Michelino, nella quale Dante è raffigurato frontalmente, con in mano il libro della “Commedia” che egli presenta aperto, alla sua città e al mondo intero, in modo che possano leggersi chiaramente le parole del famoso incipit.
Lingua: ItalianoPag. 107-114
Etichette: Alighieri Dante, Domenico di Michelino, Divina Commedia, Duecento, Trecento, Iconografia, Pittura, Intertestualità,
Titolo articolo: Con Dante da New York a San Diego: un’ipotesi di ‘antiteologia’
L’articolo di Annamaria Cotugno è dedicato al libro “American Purgatorio” di John Haskell, pubblicato in Italia da Feltrinelli nel gennaio 2006. Si tratta di uno dei tanti romanzi che hanno fatto del capolavoro dantesco la loro fonte di ispirazione privilegiata e costituisce l’ennesima dimostrazione di quanto la “Commedia” sia presente alla mente degli scrittori d’oggi, non solo come fonte di citazioni e di immagini, ma anche come modello cui rifarsi per esprimere, attraverso un processo di adattamento e attualizzazione, le ansie e le aspirazioni caratteristiche del mondo contemporaneo. Il libro di Haskell racconta la storia del viaggio di Jack alla ricerca di Anne, un viaggio che rappresenta metaforicamente un itinerario di conoscenza, un vero e proprio percorso di formazione, che conduce il protagonista a un rinnovamento interiore. Ma, secondo quanto rileva la Cotugno, mentre Dante riconduce tutti gli elementi della sua opera entro un ordine stabilito, in obbedienza a una concezione sistemica dell’universo, che vede nell’Essere il fondamento del divenire, Haskell, non potendo fare affidamento su una visione altrettanto unitaria e totalizzante, è costretto a constatare il fallimento di qualsiasi ricerca gnoseologica e a riconoscere nel ‘non senso’ l’unico senso possibile.
Lingua: ItalianoPag. 115-127
Etichette: Alighieri Dante, Haskell John, Divina Commedia, Purgatorio, Narrativa, Duecento, Trecento, Intertestualità, America,
Titolo articolo: Dante on TV. Roberto Benigni’s Ultimo Canto del Paradiso
La sera del 23 dicembre 2002 l’attore comico italiano Roberto Benigni appare sugli schermi televisivi della RAI per una lettura dell’Ultimo Canto del Paradiso. Dopo un breve resoconto dei precedenti tentativi più o meno efficaci di portare Dante sullo schermo, l’autrice di questo articolo indaga le ragioni del successo di tale spettacolo facendo particolare attenzione alle tecniche utilizzate dall’attore nel suo monologo per far presa su un pubblico di non esperti. Nel saggio si analizza, inoltre, il modo in cui Benigni “gioca” con la storia e la teologia facendo leva sul sapere e sull’esperienza comune per permettere agli spettatori di identificarsi col sommo poeta ed essere quindi idealmente ed emotivamente trasportati nel Paradiso descritto da Dante.
Lingua: InglesePag. 129-145
Etichette: Alighieri Dante, Benigni Roberto, Divina Commedia, Duecento, Trecento, Televisione, Dantismo, Paradiso, Teologia,
Titolo articolo: Su Contini dantista. Appunti e riflessioni
Ricordare il Contini dantista attraverso i suoi scritti: è questo il proposito che Dante Della Terza persegue nell’articolo che apre la sezione della rivista dedicata alle “Note e Riflessioni”. E proprio di appunti e di riflessioni si tratta in tal caso, dal momento che Dante Della Terza ripercorre i vari scritti di Contini con l’acume del lettore che è a sua volta studioso di qualità, capace dunque di valutare criticamente il contributo apportato da Contini alla filologia e all’esegesi dantesca. Della produzione continiana vengono messi in evidenza sia gli spunti innovativi e originali sia quelle che, all’occhio di un lettore così esperto, appaiono come vere e proprie ‘carenze’, rintracciabili soprattutto nel “libro più singolare di Contini”, “Postremi esercizi ed elzeviri”, stampato postumo presso Einaudi nel 1998.
Lingua: ItalianoPag. 149-158
Etichette: Alighieri Dante, Contini Gianfranco, Divina Commedia, Dantismo, Novecento, Filologia, Intertestualità,
Titolo articolo: L’elegia della “Vita nova” verso l’ideazione della “Commedia”. Sul “Dante elegiaco” di Stefano Carrai
Florinda Nardi in questo articolo sottopone ad un esame critico attento il testo di Stefano Carrai: “Dante elegiaco. Una chiave di lettura per la Vita nova”, uscito nel 2006 presso l’editore Olschki. Dopo aver messo in evidenza l’importanza contenutistica di quest’opera, volta come si legge in primis a “rinnovare l’esercizio critico sulla Vita nova”, l’attenzione della studiosa si sofferma a valutare una serie di questioni aperte e mai affrontate, problemi e quesiti interpretativi che la lettura del testo di Carrai riporta in auge: il problema della classificazione della “Vita nova” in un preciso genere letterario, l’importanza dell’utilizzo del prosimetro, ecc. La Nardi si sofferma anche a valutare le linee metodologiche seguite dal Carrai; a tale proposito particolarmente apprezzabile è, a suo giudizio, l’atteggiamento sicuro e al tempo stesso moderato di questo studioso, che formula ipotesi e offre soluzioni, ma senza assumere posizioni precostituite, neppure sui temi più dibattuti dell’esegesi dantesca ed ancora lontani dal trovare una definitiva sistemazione.
Lingua: ItalianoPag. 159-164
Etichette: Alighieri Dante, Carrai Stefano, Divina Commedia, Dante elegiaco, Dantismo, Duecento, Trecento, Intertestualità,
Titolo articolo: Lo “stilo puntuto” della “Commedia”
Nelle sue note al libro di Gabriella Di Paola Dollorenzo, “Lo stilo puntuto. Percorsi della Commedia di Dante” (Roma, Edizioni Studium, 2005), Carmine Chiodo giudica il testo “ben impostato, […] utile non solo agli studenti, ma anche agli studiosi di Dante”. Infatti nelle sue tre sezioni, il libro affronta temi centrali all’interno del percorso critico dantesco. La prima sezione è un’introduzione alla vita e all’opera di Dante, che, nell’analizzare la “formazione letteraria” e la “riflessione teorica”, descrive l’itinerario intellettuale del poeta sia dal punto di vista linguistico, sia da quello filosofico e teologico. La seconda sezione offre, invece, una serie di Lecturae Dantis: i Canti I, VIII, IX, XI, XVII, XVIII dell’Inferno e il Canto XXXI del Purgatorio. La terza sezione, infine, dopo una panoramica sul dantismo ottocentesco, dà notizia di una rivista cattolica pubblicata a Ravenna tra il 1914 e il 1921, in occasione del sesto centenario della morte di Dante.
Lingua: ItalianoPag. 165-171
Etichette: Alighieri Dante, Di Paola Dollorenzo Gabriella, Divina Commedia, Lo stilo puntuto, Critica letteraria, Duecento, Trecento,
Titolo articolo: Oltre l’ansia dell’influenza. Dante: “il poeta che parla ai poeti”
Nessun altro poeta, come Dante, è stato capace di influenzare intere generazioni di scrittori e di artisti in generale; ogni epoca e ogni cultura ne ha fatto un modello esemplare e, ancora ai nostri giorni, nel tempo del postmodernismo e dell’ultrarelativismo, Dante continua a rappresentare un punto di riferimento privilegiato, soprattutto per i poeti, ma non solo per essi. Sulla straordinaria vitalità del magistero dantesco riflette Paola Benigni, prendendo le mosse da un libro di Ronald De Rooy, pubblicato nel 2003, dedicato alla presenza di Dante nella poesia italiana e anglosassone del secondo Novecento. Dopo aver ripercorso alcune tappe del dantismo del secolo scorso, sulla scorta di De Rooy, la Benigni giunge alla conclusione che, a dispetto della bloomiana “ansia dell’ influenza”, Dante debba essere considerato ancora e a tutti gli effetti “il poeta che parla ai poeti”.
Lingua: ItalianoPag. 173-178
Etichette: Alighieri Dante, De Rooy Ronald, Critica letteraria, Duecento, Trecento, Critica letteraria, Postmodernismo, Traduzione, Intertestualità,
Titolo articolo: Dante in Germania, oggi
Con un articolo dettagliato e al tempo stesso pieno di partecipazione, Michele Gialdroni offre un resoconto dell’83° Congresso della Deutsche Dante Gesellschaft, che si è svolto a Marburg dal 6 all’8 ottobre 2006 e che ha visto tra i suoi relatori i maggiori dantisti del mondo. Da Michelangelo Picone, dell’Università di Zurigo, a Bodo Guthmüller, dell’Università di Marburg; dal curatore del “Deutsches Dante Jahrbuch”, il Prof. Rainer Stillers, al famoso italianista dell’Università di Cambridge Zygmunt Baranski. Il Congresso di Marburg è stato anche un momento di intersezione con altre esperienze di dantismo, come la mostra delle opere grafiche ispirate alla “Divina Commedia” di Adolf Buchleiter (1929-2000) o le riflessioni della ricercatrice dell’Università di Marburg, Petra Missomelius, sulla riduzione televisiva della “Divina Commedia” di Peter Greenaway, “A TV Dante” (1989). Nel rispetto della tradizione, i lavori si sono chiusi con la Lectura Dantis del XXIX Canto del Paradiso del professor Wolfgang Raible, dell’Università di Friburgo, e con la recitazione dello stesso canto da parte della professoressa argentina Valentina Pennacino.
Lingua: ItalianoPag. 179-183
Etichette: Alighieri Dante, Divina Commedia, Duemilasei, Dantismo, Congresso, Deutsche Dante Gesellschaft, Arte, Televisione, Germania,
Titolo libro/articolo recensito: Dante: la lingua di Dio e la poesia
Rivista: Forma e memoria. Scritti in onore di Vittorio Stella, fascicolo n.
Edizioni: Quodlibet, Macerata – 2005
Lingua: Italiano
Pag. 187-188
Recensore/i: Alessia Liguori
Etichette: Alighieri Dante, Gessani Alberto, Divina Commedia, Duecento, Trecento,
Titolo libro/articolo recensito: Hell. L’Inferno sul corpo
Lingua: Italiano
Pag. 192-191
Recensore/i: Donatella Capaldi
Etichette:
Lingua: Italiano
Pag. 192-193
Recensore/i: Lucia Vaccarella
Etichette: