Le riviste sostenitrici
Dante | 2005 | N. 2
Anno 2005 – Annata: MMVI – N. 2
A cura di Paola Benigni
Titolo articolo: Multiculturalismo medievale e teologia dell’Inferno dantesco
L’articolo della Barolini si apre con una critica, ben argomentata, alla voce “Inferno” dell’Enciclopedia dantesca, che, secondo la studiosa americana, sembra essere lì interpretato, erroneamente, come un locus “impermeabile alla storia […] quasi fosse un’idea platonica del tutto autosufficiente, autogenerata e incontaminata” e dove, inoltre, non viene mai fatto alcun riferimento né all’evoluzione subita dall’idea di inferno, nel passaggio dal Vecchio al Nuovo Testamento, né al corpus dei testi che possono aver funzionato da fonti di sostrato alle visioni dell’Aldilà dantesco.
La Barolini punta, allora, di contro in questo saggio, attraverso precisi rimandi a concetti e luoghi chiave della Commedia, ad evidenziare come è solo grazie al suo “eclettismo e vorace sincretismo” che il poeta è riuscito, invece, ad appropriarsi delle molte tradizioni culturali, le quali rappresentano dunque la linfa vitale della sua opera.
Non risulta, perciò, in definitiva affatto difficile condividere in toto la tesi di fondo della Barolini, per la quale “la rappresentazione dantesca dell’Inferno è unica nella sua ricca e disinvolta mescolanza di componenti eterogenee che finiscono per fondersi in una visione multiculturale del tutto personale”.
Ed è proprio in virtù di questo multiculturalismo, su cui si sofferma giustamente la studiosa, che nella Commedia è possibile ritrovare contemporaneamente Aristotele, Platone, San Tommaso e Sant’Agostino, che solo l’eclettico Dante riesce a far convivere in modo originale ed armonico.
Pag. 11 – 32
Etichette: Alighieri Dante, Commedia, Poesia, Trecento, Cultura, Inferno, Medioevo, Teologia, Intertestualità,
Titolo articolo: Dante e la virtualità della trama. Gli inizi della “favola” nella “Commedia”
Nel presente saggio Dante Della Terza torna ad occuparsi di un problema a lungo oggetto d’attenzione da parte della critica dantesca più autorevole (Auerbach, Singleton, Freccero, ecc.), ossia quello della delineazione della trama del viaggio dantesco in rapporto ai diversi tempi della creazione del poema.
Dopo aver analizzato con minuziosa attenzione diversi passi ‘strutturali’ della Commedia, l’autore conclude il suo discorso definendo la trama del viaggio una sorta di “favola”, cioè un tutt’uno con l’invenzione del poeta, in grado di mantenere, però, un saldo rapporto con l'”hic et nunc e l’eterno destino che ci coinvolge”. Proprio per questo, allora, il viaggio di Dante diventa un unicum con la poesia che, a sua volta, lo gestisce e lo giustifica.
Pag. 33 – 46
Etichette: Alighieri Dante, Commedia, Poesia, Trecento, Viaggio,
Titolo articolo: Al fuoco della controversia (Inferno XIX)
Completamente incentrato sull’analisi stilistica e contenutistica del XIX canto dell’Inferno, quello dei simoniaci, è il saggio di Nino Borsellino. L’attenzione a questo luogo della Commedia da parte dell’autore si comprende facilmente, in quanto il peccato di simonia che qui si purga, coagulo di passioni religiose e politiche che bruciano al fuoco della controversia tra Stato e Chiesa, costituisce proprio il seme della Commedia, la sua più profonda raison d’être.
Non è un caso, infatti, che proprio in questo canto, ad incarnare tale controversia, vi sia Bonifacio VIII – il gran nemico di Dante – nei confronti del quale la Commedia attua una “vendetta allegra”, “l’unica che possa prendersi un poeta” – osserva Borsellino – “che sa rovesciare il sublime in basso, dal piedistallo di un gran trono al buco di un pozzo”.
Pag. 47 – 58
Etichette: Alighieri Dante, Commedia, Poesia, Trecento, Inferno, Stato, Chiesa,
Titolo articolo: Ridire la “Commedia” in francese oggi
Con il presente contributo l’autore inaugura una sezione della rivista “Dante” che sarà dedicata, esclusivamente, alla traduzione e translatio dantesche.
Dopo aver dato conto delle più importanti traduzioni contemporanee della Commedia in francese, il cui numero, chiarisce, è andato via via crescendo soprattutto dopo la versione di Jacqueline Risset (1985-1900), Vegliante si sofferma su alcune importanti questioni di carattere recensorio e metodologico: scelte testuali e filologiche, grafiche e metriche, sulla resa dei nomi propri, su questioni stilistiche e linguistiche, ecc. per poi concludere, giustamente, che in realtà ogni traslazione da altre lingue e culture dovrebbe mantenere una dimensione generale. Di qui ne deriva l’uso, in via preferenziale, del termine ‘ridire’ in luogo di ‘tradurre’ che Vegliante fa, in quanto evidenzia bene la volontà di tradurre, senza la minima pretesa di auctoritas, la Commedia in altre lingue, oggi.
Pag. 59 – 79
Etichette: Alighieri Dante, Commedia, Poesia, Trecento, Traduzione, Intertestualità, Francia,
Titolo articolo: Dante tra università e associazioni culturali in Germania
In questo scritto Rossella Abbaticchio informa i suoi lettori sulla ricezione del nome e dell’opera di Dante in Germania, non solo in ambito accademico, cioè nelle università, ma anche in ambiti cosiddetti amatoriali.
Indubbiamente è nelle università che, anche in Germania, Dante e la Commedia trovano una maggiore eco e diffusione: l’Università di Bonn, di Köln e di Berlino sono, infatti, tutte particolarmente attive nell’organizzare annualmente occasioni di riflessione e di approfondimento su e intorno a Dante.
Tuttavia vi sono molte altre interessanti iniziative, promosse da diverse associazioni culturali tedesche, il cui carattere “apparentemente amatoriale”, avverte la studiosa, “non deve trarre in inganno circa l’impegno profuso in direzione di una più estesa ed attualizzante conoscenza della vita e dell’opera del Poeta Fiorentino”.
Tra tali associazioni la Abbaticchio ricorda in primis, doverosamente, la Deutsche Dante-Gesellschaft, la più antica società dantesca fondata nel 1865, con lo scopo di “incoraggiare e mantenere vivo, nell’area germanica, il rapporto con la personalità e l’opera di Dante”.
Massiccia è, inoltre, la presenza di Dante anche in numerose riviste tedesche specializzate, come per esempio la Romanistisches Jahrbuch, e naturalmente nell’era digitale il Nostro non poteva mancare certo in Rete. L’articolo, infatti, si chiude con un elenco di siti tedeschi dedicati proprio a Dante.
Pag. 81 – 87
Etichette: Alighieri Dante, Commedia, Poesia, Trecento, Università, Associazione culturale, Dantismo, Germania,
Titolo articolo: Beatrice, Fellini e gli uccelli
Partendo dall’analisi di un film di Alfred Hitchcock, Gli uccelli (1963), e soffermandosi in particolare su una scena chiave: quella in cui i volatili infuriati si scagliano sul corpo di una donna, la bella Melanie, rea di aver sedotto Mich, Raffaele Pinto dapprima evidenzia i tratti felliniani di Melanie – che, come Silvia ne La dolce vita (1960), è protagonista di episodi scandalosi a Roma – per poi giungere, finalmente, a spiegare come e quanto nell’immaginario felliniano di grande rilevanza sia stata la presenza di Dante. Le donne felliniane, infatti, per Pinto rappresenterebbero in tale ottica l’incarnazione attualizzante di Beatrice e, a riprova di ciò, l’autore induce a riflettere ad esempio sul valore simbolico del latte – motivo ricorsivo nei film di Fellini – in chiave erotico-materna, il quale ha la sua origine inventiva proprio in uno degli attributi fondamentali di Beatrice.
Ma quello che alla fine l’autore vuole sottolineare è, però, soprattutto il valore del cinema e dei suoi procedimenti di riscrittura: “la connessione dialogica Hichcock-Fellini”, asserisce infatti Pinto, “mostra chiaramente come la lettura critica del testo cinematografico non può prescindere dall’universo letterario che alimenta il suo significato”. Si tratta pertanto di una vera e propria “simbiosi” cinema-letteratura, in cui al cinema spetta l’importante compito di veicolare, adattandolo alla sensibilità estetica del presente, il senso poetico dell’opera letteraria.
Pag. 89 – 97
Etichette: Alighieri Dante, Fellini Federico, Hitchcock Alfred, Commedia, Poesia, Trecento, Novecento, Cinema, Intertestualità, Fellini Federico,
Titolo articolo: “Ecco la fiera con la coda aguzza”. La bestialità nel canto XVII dell’Inferno
L’autrice propone, nel presente saggio, una interessante lettura del canto XVII dell’Inferno, un canto di studiata architettura – che la Carmina definisce efficacemente “a matrioska” – in grado, nonostante la sua ben caratterizzata singolarità, di dialogare con il resto del poema attraverso una fitta rete di rimandi intertestuali. Ed è proprio su quest’ultimi che si viene a concentrare l’attenzione della studiosa, che con estrema perizia lascia emergere chiaramente come, ad esempio, l’unitarietà del canto XVII sia confermata dalla sua composizione antifrastica rispetto al XVI dell’Inferno.
Molto interessanti sono anche le indagini svolte dalla Carmina allo scopo di individuare possibili modelli e fonti per la rappresentazione di Gerione, la fiera “con la coda aguzza” che domina, con la sua possente fisicità, il canto. A parere dell’autrice questo mostro infernale, che certo ha degli antecedenti nel mito greco e latino, sarebbe però in rapporto più stretto con l’iconografia romanica, ossia con quella concezione estetica medievale che predilige le forme miste e inumane, basata su un repertorio di simboli appartenenti al Vecchio Testamento e all’Apocalisse.
Va, infine, evidenziato come la Carmina, intelligentemente, individui proprio nella “bestialità” il nucleo tematico del presente canto, in quanto è attributo comune sia di Gerione che degli usurai, tra i quali si trova Reginaldo degli Scrovegni, con cui Dante si ferma a dialogare, il quale ha ormai come nuovo stemma, apposto sulle sacche dell’abito, una scrofa.
Pag. 99 – 111
Etichette: Alighieri Dante, Commedia, Poesia, Trecento, Inferno, Intertestualità, Bestiario,
Titolo articolo: “Fiando-me de teu falar honesto”. Note linguistiche a margine delle traduzioni dantesche di Haroldo de Campos e Vasc Graca Moura
In questo articolo Federico Bertolazzi procede alla comparazione delle traduzioni, in lingua portoghese, di alcuni canti del Paradiso dantesco realizzate da due poeti, entrambi di primo piano nel panorama letterario nazionale: il brasiliano Haroldo de Campos (1929-2003) e il portoghese Vasco Graça Moura (1942), i quali hanno dedicato gran parte della loro vasta attività alla traduzione sentendone, tuttavia, l’esigenza di trattarne anche in maniera teorica.
Nel presente studio, perciò, Bertolazzi non ha mancato di mettere in relazione i differenti ed interessanti esiti traduttori dei due con le rispettive premesse concettuali, che gli stessi hanno fornito in diversi luoghi opportunamente segnalati dall’autore: Haroldo de Campos nel saggio Da tradução como criação e como critica del 1962 e Vasco Graça Moura in un commento alle traduzioni in portoghese dell’Hamlet di Shakespeare.
Ciò nonostante è soprattutto dall’analisi contrastiva della Preghiera alla Vergine (Par. XXXIII, vv. 1-39), condotta da Bertolazzi nella parte finale del presente saggio, che è possibile desumere le differenze delle scelte traduttorie dei due poeti: più sperimentalistiche quelle di Haroldo de Campos, più mimetiche quelle di Vasco Graça Moura.
Chiude il saggio una minuziosa notizia bibliografica sulle traduzioni realizzate dai due letterati, che permette al lettore una ricognizione dell’intensa attività traduttoria di entrambi.
Pag. 113 – 132
Etichette: Alighieri Dante, Haroldo de Campos, Vasco Graça Moura, Commedia, Poesia, Trecento, Novecento, Traduzione, Portogallo, Brasile,
Titolo articolo: Pascoli dantista. Risvolti metodologici e analogie proiettive
Interamente dedicato alla figura del Pascoli dantista è il saggio di Dante Della Terza, nel quale l’autore si propone di chiarire, in primis a se stesso, gli itinerari percorsi dal poeta romagnolo per giungere alla sua interpretazione della poesia della “Comedia”.
Si tratta di uno studio molto minuzioso in quanto Della Terza prende in esame tutti gli scritti in grado di fornire, a suo giudizio, un quadro esaustivo “del fervore esegetico del Pascoli dantista”: da Minerva oscura. Prolegomeni: la costruzione morale del poema di Dante, pubblicato a Livorno nel 1898, sino ad un libro uscito nel 1966, dopo ben cinquantaquattro anni dalla morte del poeta, dal titolo Ravenna e la Romagna negli “Studi danteschi” di Giovanni Pascoli.
Pag. 135 – 145
Etichette: Alighieri Dante, Pascoli Giovanni, Commedia, Poesia, Trecento, Ottocento/Novecento, Intertestualità,
Titolo articolo: Dante tra “Convivio” e “De Vulgari Eloquentia”: il laboratorio speculativo dantesco analizzato da Alessandro Raffi
All’operato di Dante tra Convivio e De Vulgari Eloquentia è volto il presente ‘saggio-recensione’ di Florinda Nardi, che partendo da alcune considerazioni scaturite da una lettura attenta dell’opera di Alessandro Raffi: “La gloria del volgare”. Ontologia e semantica in Dante dal “Convivio” al “De Vulgari Eloquentia” (Soveria Mannelli, Rubbettino, 2004), giunge poi a valutazioni personali riguardanti il laboratorio dantesco così come analizzato dall’autore.
La Nardi al termine del suo capillare studio, supportato da molte citazioni dirette dal testo oggetto d’esame, riconosce al Raffi il grande merito di essere stato in grado, soprattutto, di “restituire, con estrema chiarezza, nonostante la complessità e la ricchezza dei temi trattati, l’unità del pensiero in movimento di Dante”, riuscendo a far sua la metodologia dantesca e divenendo, così, anch’egli un “interprete ispirato”.
Pag. 147 – 159
Etichette: Alighieri Dante, Raffi Alessandro, Commedia, Convivio, De Vulgari Eloquentia, Poesia, Trattatistica, Trecento, Novecento, Lingua,
Titolo libro/articolo recensito: Scrittori in filigrana. Studi di letteratura da Dante a Leopardi, a Saba e ad Alvaro
Rivista: “Bibliotechina di Studi, Ricerche e Testi”, fascicolo n. 35
Edizioni: Giardini editori e stampatori, Pisa-Roma – 2005
Lingua: Italiano
Pag. 163 – 165
Recensore/i: Michela Zompetta
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Titolo libro/articolo recensito: L’aura dantesca. Metamorfosi intertestuali nei “Rerum vulgarium fragmenta” di Francesco Petrarca
Edizioni: Franco Cesati, Firenze – 2004
Lingua: Italiano
Pag. 166 – 168
Recensore/i: Paola Casale
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Titolo libro/articolo recensito: Occasioni dantesche
Edizioni: Salvatore Sciascia, Caltanissetta-Roma – 2004
Lingua: Italiano
Pag. 169 – 171
Recensore/i: Marta Alessi
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Titolo libro/articolo recensito: La retorica del silenzio nella “Divina Commedia”
Edizioni: Palomar, Bari – 2003
Lingua: Italiano
Pag. 172 – 177
Recensore/i: Rossella Abbaticchio
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