Critica letteraria | 2005 | N. 3

Attraverso una documentata ricostruzione del percorso di studi condotto da Clemente Rebora su Romagnosi, maestro di Cattaneo, negli anni della preparazione della tesi di laurea, il saggio individua l’influenza del direttore del “Politecnico” nell’opera reboriana.

Lo studio richiama l’attenzione sulla produzione narrativa di Fausta Terni Cialente, rimasta a lungo ai margini dell’interesse della critica, nonostante il Premio Strega attribuitole nel 1976 per “Le quattro ragazze Wieselbergher”. Dopo aver richiamato i punti salienti dell’esperienza biografica della scrittrice (e specialmente il suo lungo soggiorno in Egitto, fondamentale per comprendere i motivi della sua opera), lo studioso si sofferma, in particolare, sui romanzi “Cortile a Cleopatra” (1936) e “Il vento sulla sabbia” (1972).

Il saggio esamina la presenza del tema della memoria nelle novelle de “La provincia addormentata” di Prisco e ne rintraccia le ascendenze letterarie giocate sullo stesso tema (Montale, Leopardi, Baudelaire). Quindi considera “processi”, “metafore” e “simboli” della memoria all’interno di tutti i racconti contenuti nel volume. Particolare spazio è riservato alle case (in Prisco spesso vecchie e decrepite quando non vuote e disabitate) che compaiono, con il loro corredo di stanze come altrettante sedi dove si custodisce la memoria.

Lo studioso prende in esame la rappresentazione della religione musulmana in alcuni poemi cavallereschi del Cinquecento (“Orlando Furioso”, “Mambriano”, “Marfisa”), giungendo alla conclusione che essa non riceve una precisa definizione. Si registra, infatti, all’epoca, una scarsa conoscenza delle differenze religiose all’interno di culti “altri” dal Cristianesimo e una sostanziale ignoranza della storia, delle istituzioni e del credo arabo che si riflette nell’opera dei poeti

L’intervento di Elena Fumi focalizza l’attenzione sulla produzione narrativa di Elsa Morante, di cui vengono presi in esame i quattro romanzi “Menzogna e Sortilegio”, “L’isola di Arturo”, “La Storia”, “Aracoeli”. Pur nella peculiarità di ognuno di essi, è possibile rinvenire alcuni elementi che ritornano dall’uno all’altro di questi romanzi.

Nell’informarci della pubblicazione del romanzo “La guerra di Parnaso” del messinese Scipione Errico a cura di Gino Rizzo nella neonata collana “Biblioteca Barocca” delle edizioni Argo di Lucca (2003), lo studioso coglie l’occasione per soffermarsi su alcuni aspetti della letteratura barocca.

Salutando la recente, auspicata edizione avellinese di “Via Seminario, 19” di Arcangela Todaro-Faranda (Mephite, 2003), Aurelio Benevento si sofferma sui racconti della scrittrice messinese, pubblicati postumi a cura del marito Raffaele Spongano (“Racconti per un romanzo”, Bologna, Tamari, 1993).