Critica letteraria | 2003 | N. 2

Il saggio, soffermandosi sulle Eclogae Piscatoriae” del Sannazaro, coglie l’occasione per ripercorrere il rapporto del poeta con le sue fonti.

L’autore propone una rilettura del “Cinque maggio” rinvenendo nell’ode il prevalere di uno stile avversativo ed oppositivo che si esprime tanto nelle grandi sequenze quanto sul piano linguistico. Motivo peculiare dell’ode manzoniana non è, per lo studioso, la vicenda terrena di Napoleone bensì la conversione e la morte cristiana. In quest’ottica l’idea motrice del “Cinque maggio” risulta essere la Fede più che la commozione o la riflessione sulla parabola di Napoleone. Da quest’angolo prospettico la storia perde perciò la sua centralità e il giudizio sull’uomo viene rinviato a Dio.

Si tratta di un profilo della Contessa Lara (Evelina Cattermole) che indaga sul duplice versante, quello letterario e quello, per dir così, relativo alla vita privata della scrittrice che fece parlar di sé soprattutto per i suoi atteggiamenti ‘scandalosi’ e che giocò l’intera sua esistenza e arte tra ‘anticonformismo spregiudicato e normalità borghese’.

Il saggio prende in esame il testo di cui Pasolini si servì per la trasposizione cinematografica del “Vangelo secondo Matteo”. Rifiutata l’idea di utilizzare una vera e propria sceneggiatura, il testo costituisce il luogo di partenza per una raffigurazione lirico-autobiografica da parte dello scrittore.

“Il cavaliere e la morte” di Sciascia e “Tommaso e il fotografo cieco” di Bufalino sono le due opere che l’autore del saggio accosta come altrettanti esempi di opere testamentarie utili alla descrizione del percorso umano e artistico dei loro autori.

Il saggio prende in esame la figura di Luigi Barzini Junior e si sofferma in particolare su quel decennio di permanenza negli Stati Uniti che diede vita al volume “Nuova York” che – come avrebbe sottolineato Luigi Barzini Senior – si distingueva per il modo di scrivere dell’America in modo diverso da quello convenzionale.

L’autore prende in esame le “Rime” di Isabella Morra nella recente edizione curata da Maria Antonietta Grignani.

Al centro dell’indagine condotta dalla studiosa è la poesia di Jacopo Lubrano, recentemente proposta nell’edizione integrale delle “Scintille Poetiche” curata da Marzio Pieri.

L’intervento di Benevento prende le mosse dalla recente pubblicazione nella collana “Strumenti e lessicografia letteraria italiana” della “Concordanza delle poesie di Clemente Rebora” evidenziando, oltre alle difficoltà, gli aspetti peculiari dello studio. Attenzione particolare riceve il saggio introduttivo di Maria Caterina Paino che, pur essendo caratterizzato da un approccio lessicale, si configura come una lettura dell’intera opera reboriana.